Siamo una nazione di buoni, in fondo, se ancora non ci siamo stancati di accorrere come infermierine al capezzale di un settantaduenne ottenebrato e rompipalle. In qualsiasi altro angolo del mondo Marco Giacinto Pannella sarebbe stato messo in condizione di godere il meritato riposo, spendendo inconsciamente la vecchiaia preda dei fumi dell’helzheimer, immerso nel verde di una lussuosa casa di riposo. Massimo rispetto per le vittoriose battaglie giovanili e l’impeto degli anni verdi. Ora però è tempo degli Anni Azzurri: dodici residenze dotate di massima cura igienica, reparti all’avanguardia per non autosufficienti, soggiorni in località climatiche. Da troppo tempo ormai questa nazione ha un gatto nero appeso ai coglioni che si sente legittimato, perché tollerato, ad avventarsi su qualsiasi inutile causa. Stavolta, contro la mancata elezione dei due giudici della consulta, ha bevuto la propria urina proprio nel giorno in cui, forse per empatia, Silvio Berlusconi vomitava merda su Biagi, Santoro e Luttazzi. Oggi, dopo aver visto ridicolizzare l’istituzione dei referendum e una protesta estrema e dignitosa come il rifiuto di cibo e acqua, è forse ora di affermare che un paese civile ha bisogno di riforme fatte sulla base di discussioni e confronto, non ricatti. Quest’uomo è a favore dell’eutanasia: è forse venuto il tempo che crepi, se ne ha voglia, senza che le istituzioni debbano fingersi crocerossine preoccupate. Diamo a Marco Giacinto una ventina di gocce di Serenase due volte al dì, non ulteriore credito, se non vogliamo che la prossima volta Cofferati si senta legittimato a rapire il PierSilvio pur di assicurarsi che papino ceda sull’articolo 18.
Piscio, dunque sono
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