Prima che qualcuno dica che l’Italia non deve somigliare a Beirut; prima che qualcuno dica che le soluzioni militari non servono, che sono fumo negli occhi, inutili ed effimere campagne pubblicitarie… prima di tutto questo, voglio dire quanto sia piacevole pensare a quelle case rivoltate nel cuore della notte; a quei quartieri bucati come un panetto di burro con la lama calda. Quanto è bello vedere le loro donne, agitarsi come nelle commedie dei funerali per i morti ammazzati nelle loro guerre. Quanto è bello vedere i loro figli, che già da piccoli sono capaci di misurare la forza, capire che non c’è solo il loro papà con i muscoli di fuori. Quanto è bello vedere le strade, che non sono più terra loro, e vederli con la paura in faccia per uno sbirro che alza la paletta rossa se non hanno il casco in testa. Quanto è bello sapere che anche loro, qualche volta, sono costretti alla legge del più forte, che non sempre è quello che sa sparare per primo. Quanto è bello vedere quei grugni, che invadono i bar, i ristoranti, le strade, gli uffici che frequento anche io, contratti in una smorfia e non poter dire niente.
Prima di pensare che le divise, sparate in faccia alla gente onesta, deturpano il paesaggio, pensate a quanto facciano sentire meglio noi vigliacchi, incapaci di difenderci, affrancati da una forza che è solo violenza: violenza delle parole, dei gesti, della sola presenza.
Durerà poco e non servirà.
Lo so.
E lo sanno anche loro.
Ma tre mesi di vita in più a un condannato a morte, pensate siano niente, pensate valgano quanto i loro sputi?
Noi siamo i vigliacchi del tiramm’ a campà. Noi siamo quelli che si sentono forti solo se hanno una fiaccola in mano e una telecamera in faccia. Al buio, nella solitudine, è tutto più difficile, tutto più inutile. Eppure le passioni le abbiamo anche noi, il nostro spicchio di dovere lo facciamo, a volte. Non sempre. Quel che basta ad andare a dormire più tranquilli; quel tanto che serve a dire: una coscienza ce l’ho e non è morta. Come lo chiamate? pessimismo meridionale? va bene, a patto che capiate che significa avere i vostri stessi sogni, i vostri stessi diritti, i vostri stessi doveri e sapere che servono a niente.
Onesti vigliacchi
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Speriamo solo che le divise, se divise devono essere, non siano indigene o comandate da capi indigeni… Altrimenti non serve a nulla. Io propongo gli Alpini. Rigorosamente Altoatesini. Di lingua madre tedesca.
un post bello, proprio.
mah.. trovo l’enfasi di sto post esagerata
Gabriella,
le tue parole mi inchiodano sempre.
Uno dei motivi per cui venivo spesso qui era per i tuoi post che ora mi mancano e forse non solo a me.
Alzerebbero di molto il livello.
Grazie.
Immagino di non capirlo visto che non vivo quella realtá grazie al cielo. Ma uguale non mi piace. Troppo odio non costruttivo, troppo odio logorante. Suerte comunque!
mi riferivo al tono e le parole del post
Sarebbe bello sapere se chi scrive vive a Caserta, a Secondigliano o a Napoli, Giusto per sapere se quelle qua sopra sono parole di ispirazione o vita vera. Non lo so, e forse non è importante.
Francamente ho paura per i militari. Quelli là, gli altri, chi sono i Casalesi ? usano il mitra . Se vogliono gli RPG e tutto il tritolo che gli viene in testa.
Se vanno 500 uomini, devono andare armati, ma pesantemente , e se fanno i posti di blocco è meglio con i blindati Lince . Fino ad oggi credo che le forze dell’ordine non hanno dichiarato guerra, forse sanno di essere in svantaggio. Chissà se adesso si sentiranno più coperti. Beretta contro kalashnikov non c’è storia.
Poi i cittadini tirano a campare ? Credo di si. Molti Sardi vivono in Campania e non ho mai sentito che questi presunti uomini con peli sul petto si siano mai immolati contro un’ingiustizzia. Così come molti Campani vivono qui e francament non ho mai visto in costoro un camorrista, vivo almeno.
Spero non vada la Brigata Sassari. Se no son cazzi.
Ho come l’impressione che tu non abbia esaurito la lista dei “prima che” e che debba aspettarti un tot di banalità. Ma spero di sbagliarmi.
Da parte mia, solo complimenti e comprensione.
Amo i posts scritti bene, intelligenti e che non mi danno subito la risposta giusta, il commento facile.
Condivido moltissime tue frasi, molte, veramente.
Ho solo paura che questo sia un mezzo, lo avrai notato altrove, non per ripristinare l’ordine- necessario – ma per mostrare i muscoli (già mostrati più e troppe volte).
L’esercito lo avrei mandato io stesso, credo ce ne sia bisogno.
Che venga mandato da Maroni e La Russa, spero non mi contraddirai, però, mi preoccupa, e molto.
Con amicizia e solidarietà
Dario (Milano)
Blogger di ITALY ITALIA
Durante tutta la questione sulla immondizia a Napoli, pensai che non c’è niente di più brutto per un popolo che togliersi di dosso la dignità e consegnarla. A chi, poi…
Ci hanno piantonato la dignità.
E la colpa è anche, forse soprattutto, nostra.
Il problema è vedere se avrà affetto. Che la questione è complessa e con i due militari ci fanno due risate quelli là. E ammesso e non concesso funzioni temporaneamente, la forza contro le organizzazioni malavitose è servita sempre a poco.
Credo ci voglia un lavoro lento, culturale, di investigazione, comprensione.
il post è molto bello, un po’ retorico ma davvero sincero. applausi.
@ Marco Careddu,
Vivo in Campania, non in una sola città, ma giro tra Avellino, Napoli, Salerno, Benevento e Caserta. La campania, per lavoro, l’ho girata tutta e la conosco come le mie tasche. E non è che un posto valga l’altro. Potrei dirti delle sfumature diverse dei dialetti e delle espressioni, ma c’è un comune denominatore: lo schifo, immenso, totale, assoluto. Anche nei buoni. Perché non sai mai qual è il confine. Ho passato 15 anni in un paesino di confine tra tre province. Lì comandava un clan (i Pagnozzi) che però prendeva ordini da un altro (i Casalesi) ed era in affari con un altro (i Panella). Aveva però conflitti di competenza territoriale con altri due clan (i Genovese e i Cava). In tutto tre province, pochissimi morti ammazzati, perché un accordo si trovava sempre.
Sono più di 25 anni (ne ho 35) che vivo in questo letamaio e non sono riuscita a trovare ancora una ragione per credere nel riscatto. Ma non me ne vado. Strunz! dirai, penserai… è troppo lunga da spiegare.
A chi teme che l’intervento dell’esercito non servirà, che sia solo una trovata pubblicitaria… io non lo temo, io lo so. Perché non durerà e perché c’è una tale cancrena a tutti i livelli, che ripulire le strade da spacciatori o esattori di pizzo non rappresenta certo una soluzione. Ma almeno per tre mesi (oquel che durerà) ciprenderemo quelle belle vigliacche e stupide soddisfazioni.
(siamo contorti noi meridionali, barocchi e rococò. A cercare di capirci perdereste tempo: siamo passati dal bastone dei Borboni e dei “don” alla carota della Democrazia Cristiana. E mica perché ci faceva piacere… è successo
Queste son cose che si scopriranno col tempo se funzionerà. Intanto il vero cambiamento è avvenuto con Gomorra e con quei pochi giornalisti che non si accontentano delle veline e fiutano la povere da sparo dopo le ammazzatine.
Che non si accontentano si leggere la prima Ansa che dice che sono stati ammazzati 6 neri spacciatori ( e tutti dietro ), per poi scoprire che erano dei poveracci usati come bersagli. La camorra è uscita dalla Campania, adesso è sotto i riflettori nazionali.
L’esercito forse è il segno che non sono solo cavoli loro.
Spero di essere stato abbastanza banale.
L’esercito è un simulacro, ben detto, Marco, ma nulla di più.
Come la storia del grembiulino in classe, che poi l’alunnetto bullo ti dice “statt’ zitta quando entri qua”, che conta? C’è il 5 in condotta, già, brrr, che paura.
Io non so che succederà, ci vorranno eoni e forse anche un pò di lava per ripulire tante cose (lo so, è grave e retorico quello che sto scrivendo), ma di certo è che questa cancrena non passa con quattro persone in divisa e un riflettore.
Saviano, per come la vedo io, è stato ed è un uomo estremamente coraggioso e con degli attributi infiniti e biblici, ma il fatto che abbia smosso realmente coscienze e sistema non so, non lo so.
Ha smosso l’Italia in pantofole davanti alla televisione e quelli che a Natale corrono alla Feltrinelli a comprare libri come doni di quello sotto scorta, ma l’Italia che vive e vede resta qua, a non fare niente, a non poter fare niente, a mandare link di articoli di Saviano, come una serissima catena di S.Antonio, nelle caselle di posta virtuale. Virtuale.
Sarebbe lunga da spiegare, la faccenda. Mi è capitato di doverlo fare in risposta alla domanda innocente (ma non troppo!) di un amico norvegese sul perché a Napoli, nell’anno del Signore 2008, il problema della monnezza “is so complex to resolve”.
Loro non sanno. Pensano che si tratti semplicemente di costruire dei bruciatori (li chiamano bruciatori, non “termovalorizzatori”) e tutto possa funzionare. Loro non sanno. Non sanno cosa significa vivere in Italia – non parlo della Campania, ché io vivo a Roma – in un paese che non ha nulla di normale.
Se parli dell’esercito in Italia tutti pensano al fascismo, ai prefetti di ferro, alla negazione delle libertà. Ma io so cosa significa vedere l’esercito nelle case di questa gente. Vedere che lo Stato (che per me si scrive ancora con la maiuscola e non è retorica, mi perdonino i radical chic) entra nelle case dei mafiosi e dei camorristi di turno e le ribalta tre volte al giorno e fa tremare questi vigliaccucci che sanno solo sparare alle spalle di gente disarmata. So cosa significa non farli muovere, parlare il solo linguaggio che possano comprendere. Perché stiamo parlando di una guerra. Stiamo parlando del fatto che quattro regioni italiane (e non solo, cari i soliti benpensanti!) sono sottoposte alla logica ferrea di gente che le governa attraverso regole inequivocabili, ineludibili, puntuali nella loro applicazione perversa.
I radical chic inorridiscono all’idea di risolvere il problema con la forza. Qual è l’alternativa? Il dialogo? La convivenza? La connivenza che abbiamo sperimentato sin qui? Bassolino? La Iervolino? Mastella?
Odio dover dire cose simili, Berlusconi regnante. Odio anche soltanto la vaga impressione che queste mie idee possano essere associate al circo idiota e osceno che governa l’Italia di poveri mentecatti che altro di meglio evidentemente non meritano. Ma entrare ogni giorno a casa di questa persone di cui si conoscono nomi e cognomi e indirizzi e numeri di telefono, sparpagliare ovunque le loro mutande, i loro soprammobili, la loro intimità, violare le loro roccaforti, sarebbe l’inizio di una vera riscossa. E’ troppo facile, come fa Saviano, sparare sentenze sulla gente che non ha voce e coraggio. Non ci sono scorte sufficienti per ogni uomo coraggioso che sia disposto a pagare un prezzo per sé ed i suoi cari. Quelli che sono caduti ne sono la prova. Non può e non deve essere compito dei singoli affrontare questi vigliacchi armati fino ai denti (non tutti hanno la possibilità di procurarsi un kalashnikov!!!).
Lasciamo che tali vigliacchi facciano i conti con chi può far intendere loro la sola grammatica per la quale hanno rispetto.
Ma sul serio. Come solo raramente è stato fatto.
Bel post Gabri, carico di sogni che sai già rimarranno solo tali. Potrebbe essere la solita vecchia storia del fine e del mezzo ma temo che il mezzo finirà prima di raggiungere il fine:-)
Grazie per la risposta (gabriella ? mmmmm puzza di pseudonimo :D ). il post a seguire era contemporaneo e non avevo letto.
Perchè non te ne vai ? perchè in fondo è un paradiso di storia e bellezze. Mi sa che dove c’è il molto bello c’è anche il molto brutto . La Reggia di Caserta vale 10 Louvre . I laboratori della seta, l’archeologia ” . Tutte cose che se fossero valorizzate non ci sarebbe storia. E l’elenco è lunghissimo. I cittadini non dovrebbero vivere di espedienti . Un sopraintendente non dovrebbe darti il bigliettino di un ristorante alla stregua di un portiere di albergo che poi sai, si prende la percentuale. Questa forse è la Campania ? Non lo so. Vedere non sempre è conoscere.
Di Saviano ho le idee chiare. Ha scritto un bel romanzo. Credo abbia preso materiale dalle redazioni dove le indagini svolte da bravi cronisti gli hanno permesso di creare una bella opera. Non lo vedo come un cronista d’assalto ma come uno scrittore che si è documentato facendo una bella cosa.
Spero di non aver detto un’eresia.
@ viscontessa
speranza ci vuole, speranza.
@Il cretino
a parte la solita stronzata classica sui “radical chic” uno può essere d’accordo…ma in una situazione come questa è come (si dice dalle mie parti) far la cacca sotto la neve. sciolta la neve gli stronzi sono ancora la’. L’uso della forza, al di là di un sentimento personale, razionalmente non è servito mai contro questi criminali; dal prefetto di ferro mussoliniano in poi.
@Gabriella
“A chi teme che l’intervento dell’esercito non servirà, che sia solo una trovata pubblicitaria… io non lo temo, io lo so”
ecco non ci dai speranze…almeno un po’ sognavo e mi divertivo ad immaginarli tremanti e impauriti… :-(
Dinanzi a questa storie atavica, come temevo arrivano ricettine di un’idiozia disarmante. Manca solo l’analisi storica dalle guerre puniche per individuare le responsabilità a mo’ di scaricamento. Tipo investighiamo, acculturiamoci. C’è per caso un sindacato con cui sedersi e trattare? C’è ancora da capire le ragioni, banda per banda, etnia per etnia, nel pieno rispetto di tutti e magari accomodandoli sul lettino dell’analista. Oppure è meglio affidare tutto a un secondo best seller di Saviano, cui segue un secondo film, cui segue un secondo premio a un cinefestival, cui segue una puntata di Annozero.
Piuttosto che essere presidiati dall’esercito, che quelli sono fascisti e noi pacifisti, schieriamo Saviano e vedrai. Lui ci fa sparire pure la spazzatura che continuiamo a produrre e che l’esercito non ha raccolto. Mica è colpa nostra.
E nel frattempo, noi che abbiamo letto Saviano uè facciamo una piazzata davanti a una telecamera, visto mai che magari c’è un casting.
Fino a che ognuno, almeno nel suo particulare, non si comporterà civilmente, Bossi avrà ragione.
Marco,
sai perché da qui uno non se ne va?
Ci ho pensato, ci ho pensato a lungo e l’occasione mi è stata data, ahimé, dalla recente morte di Leo de Berardinis che per me è stato un maestro (e non solo per me), ha operato nella mia terra, ha messo su il Teatro dell’Ignoranza, ha sperimentato in una terra all’epoca forse ancora vergine e la sensazione è che nulla sia cambiato, anzi, sia peggiorato, perchè ora gli ignoranti sono pericolosi, hanno messo le giacchette e hanno i soldi, come ho scritto proprio ieri sul mio blog, e non mi ripeto.
Ero bambina, ma ricordo a tratti le visioni felliniane di Leo e Perla Peragallo e di tutte quelle persone cariche di sogni a percorrere in bicicletta strade grosse di campagna di un sud desolato e arretrato.
Leo ne parlava con entusiasmo, quello che non c’è più ed è questo è quello che da queste parti fa più male; generazioni di ragazzotti impomatati davanti alle macchinette e tamarri multi-cellulari nei centri commerciali. E niente, niente da dire.
Ma la domanda ce la facciamo tuttti : perché restare, perchè ritornare? La risposta l’ho trovata e la riscrivo così come l’ho scritta sul mio blog:
” Le mie radici -dicevo- la speranza che il posto in cui sei nato migliori, è quello che fa restare”.
Virginia,
sfondi una porta aperta, perlomeno per me.
Non so se chiaro, ma io non mi lamento e non chiedo aiuto dicendo che siamo sfortunati e dio mio aiutaci tu.
Mi tengo le cose nostalgicamente e rabbiosamente per i cazzi miei.
E’ un sorriso amaro quello che si dipinge sul mio volto quando leggo che c’e’ ancora chi crede che bastino 400 militari per mettere paura a certa gente. Ce li vedo questi sbarbatelli in divisa a caccia di questi criminali senza scrupoli. Come se non si sapesse il luogo dove andarli a prelevare.
E poi penso ai carabinieri che mi fermano a Napoli e mi suggeriscono di togliere il casco integrale e di camminare senza, per la mia incolumita’.
Risolvere questa situazione e’ estremamente difficile, se non impossibile. Specie quando chi dovrebbe trovare una soluzione, fa affari e mangia nel piatto di chi dovrebbe acciuffare.
La camorra e’ prima di tutto una mentalita’, una filosofia di vita, una educazione. Si insegna nelle scuole, nelle strade, nelle vie. Appena nasci gia’ vieni plagiato al suo scopo. Quando lo capirete?
Hanno distrutto la Campania, e state pure certi che arriveranno anche sotto casa vostra. E’ solo questione di tempo.
La mia unica speranza: un paio di atomiche.
@Adr
Lungi da me voler fare polemiche sterili. Io credo molto nella definizione di radical chic. Tu la liquidi come una stronzata. Padronissimo. Ma è quel profumo di loft, di cinema d’autore, di discorsi elevati, di policy ad alto livello che pervade tutto il dibattito della sinistra veltroniana (e non solo), ad esempio. E se questi signori non capiscono che non esiste un solo linguaggio, ma la vera lungimiranza politica consiste nel saper parlare il giusto linguaggio nella giusta sede, continueranno a perdere le elezioni (Berlusconi questo lo ha capito perfettamente, parlando il solo linguaggio che l’Italia teledipendente intende… ma questo è un discorso più complicato!).
Per tornare a bomba, sono d’accordo con te sul fatto che, sciolta la neve, gli stronzi rimangono ancora là. E’ vero. Verissimo. Specie in Italia. Quindi, accettata l’obiezione, ti chiedo: qual è la soluzione?
Io umilmente affermo che occorre la presenza dello Stato. Forte. Dura. Costante. Se mi chiedi in che termini posso risponderti che ho tutta una serie di idee concrete per realizzarla. Si tratta di scelte politiche. Nel senso elevato del termine. E’ chiaro che, in un paese come l’Italia, tutto rientra nella tradizione gattopardesca che ben conosciamo. Però, ad esempio, io partirei dalla giustizia. Ti sei mai chiesto come mai in Italia ci siano soltanto 45.000 posti letto nelle carceri a fronte del più alto rapporto tra forze di polizia e cittadini in Europa (forse al mondo)?
Io, per esempio, comincerei a costruire più carceri (almeno a completare e riempire con agenti di custodia quelle già esistenti e mai completate). Comincerei con lo snellire i processi rimpinguando la magistratura con gli esuberi degli altri dicasteri (sai che mancano soprattutto cancellieri e personale di supporto). Comincerei con l’occuparmi della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta, anziché delle puttane sulla strada, che sono il sintomo e non la malattia.
Cose concrete. Difficili da realizzare, probabilmente, ma concrete. Dai radical chic – sostengo con forza questa definizione che tu appena degni di nota – non ho sentito ultimamente nessuna proposta che non fosse un vuoto scimmiottare di gergo, termini senza senso, vagheggiamenti. In Italia è così bello parlare di governo ombra, di loft, di ministro del welfare. Provino questi signori a mettere il naso fuori dai propri confini e confrontarsi con un popolo che magari ha un decimo del nostro PIL e della nostra popolazione, una tradizione culturale di pochi secoli, ma una concretezza che difficilmente noi saremo capaci di realizzare in quattro o cinque generazioni.
Perdonami, Adr, lo dico con pacatezza, veltronianamente, da uomo non di destra ma anche non di sinistra, da uomo che i radical chic definiscono qualunquista: se abbiamo Berlusconi al governo e siamo dileggiati da tutta l’Europa civile, la colpa è dei radical chic e di coloro che tacciano questa definizione di stronzata.
Vivo a Catania. Ed ho già visto gli stessi saluti, gli stessi intendimenti tra i già citati sbarbatelli e le altre “forze dell’ordine”, il loro.
Come si vedono con gli altri organi di stato, ovviamente.
Gli accordi veri qui sono già stati presi,qui la battaglia è già persa.Rido di chi si “sente più al sicuro”,illudendosi come se è loro che andranno a proteggere.
Chi ha amici in Campania, chi ci stà dentro e ti dice: qui si vive così ed è normale, ti fanno questo e quello ed è normale, ti ammazzano ed è normale, ti fa star bene.
Ti fa star bene come quello che l’ha scampata, che ti fa credere e pensare: a me questo non succederà mai. Se ci fossi io a questi gli farei il culo, un pò come il giornalista dei fumetti, quello che appena sente le sirene si nasconde nello sgabuzzino si straccia la camicia facendo intravvedere una grande S rossa. Lo so, Sogni.
Balle adolescenziali di chi ha letto troppi fumetti ed ha una visione eroica della vita, dove naturalmente l’eroe è lui. Presi uno per uno a parole siamo tutti facili all’indignazione ma poco propensi all’azione. Dove l’azione è anche un piccolo gesto. Nessuno di noi si sogna di proporre: domani tutti a Casal di Principe. Ci vediamo in piazza, Eeeh ? dove ? a Casal di P.. ma sei scemo ? tengo famiglia.
Magari se ci va il Papa e ci fa l’Angelus, allora forse.. o il Presidente della repubblica. Ma no, quelli vanno con la scorta. La Nazionale Cantanti.. ecco.
Ragà, spero di non aver mai bisogno di Voi/noi. Oddio. Forse in divisa….
Sintetizzando, l’Esercito siamo noi cittadini, che ci organizziamo e decidiamo di proteggerci.
Noi/Stato abbiamo la prerogativa dell’uso legittimo della forza, essendo stato di diritto, e se servono più forze di polizia e/o militari per le strade, è giusto ritirare contingenti dall’Irak e assegnarli al recupero del controllo del territorio.
Questo è proprio l’ABC del diritto, secondo me.
Per colpire le organizzazioni malavitose, a mio avviso, occorre farlo sul piano culturale, educativo, di polizia, e soprattutto economico, impedendo traffici si droga, concorsi truccati, sequestro beni e anche giri di prostituzione (che non sono un sintomo ma soldi), anche se con soluzioni diverse rispetto a quelle messe in atto da questo governo (sic!).
Sono d’accordissimo con il Cretino, tranne su Saviano, che penso abbia ogni diritto di denunciare l’ignavia e la viltà generalizzate: lui può farlo (io, ad esempio, no).
Noi dovremmo almeno il coraggio culturale di nominare una parola vietatissima, almeno per gli imperituri radical-chic: repressione. La repressione è fondamentale nella lotta alle organizzazioni criminali radicate sul territorio, e chi dice che storicamente non sia servita a nulla non conosce la storia. L’azione -che oggi giudicheremmo senz’altro violenta- di Mori fu utilissima: i crimini si ridussero a un quarto, le famiglie mafiose di Gangi furono azzerate.
Così come l’azione repressiva dello Stato dopo le stragi del 92-93, che portò in carcere circa centinaia di capimafia, toccò per la prima volta i rapporti tra Cosa Nostra e la politica, indusse molti mammasantissima alla collaborazione grazie alla rigorosa applicazione del 41 bis.
Il problema è il livello alto, politico: il governo Prodi I, forse “inconsciamente”, si adoperò per soddisfare alcune richieste del papello di Riina. Altre furono esaudite da Berlusca I. Il 41 bis fu reso più morbido. La legge sui pentiti fu cambiata in modo tale che oggi non si pente nessuno. La repressione è finita e i risultati si vedono.
(Con questo non voglio dire che reprimere sia sufficiente: solo che è necessario).
Quanto sei vera Gabriè !!
La tua coerenza è disarmante, eppure se mammà mi ha detto la verità sono nato in campania e quello che dici l’ho vissuto, lo vivo e… ahimè lo vivrò.
@marco careddu:
Ci mandano i paracadutisti della Folgore……
Che sofferenza!
Se la corruzione esiste per prima tra la forze dell’ordine,come credete si possa arginare il fenomeno?
Il mio amico camionista viaggia con un foglio da 100€ nella patente,perchè costretto a violare le ore di guida,se arrestano lo sfruttatore di prostitute ed il giorno dopo è ancora al bar a scaldare una sedia con il suo culo,se le auto ritrovate dopo i furti,vengono affidate dal carabiniere,poliziotto,vigile di turno all’officina del suo “amico” con il quale hanno accordi,e non a quella più vicina,magari comunale…
Bisognerebbe prima pulire all’interno e poi…
Io viaggio con il biglietto da visita di un graduato dei carabinieri nella patente. Porca miseria mi hanno tolto anche due punti e non è servito ad una mazza.
Poi se inviare la Folgore o meno cito quello che ha detto un grande stratega della guerra.. no, non Sun Tzu o come cavolo si scrive, ma Saddam.
Guando fai la guerra da lontano ti serve la tecnologia e le armi intelligenti.
Quando la guerra la fai in una cabina telefonica, tutta la tecnologia va a farsi benedire e contano solo i muscoli.
Conclusione:
Non fare la guerra se non sei pronto a sentirne anche la puzza. ( che per inciso ha lo stesso odore di un cane morto da una settimana d’estate )
Oggesù!
çJohn Charles
Uh… non è mica vero. Rileggiti la storia del prefetto Mori. Ha avuto effetto, innegabile questo, nel breve periodo, nel lungo un niente di fatto; il prefetto lo fecero addirittura fuori a dimostrazione di tutto. La testa della gente non la cambi a randellate.
Non c’è molto coraggio intellettuale a pronunciare la parola repressione, ci vuole troppo poco; al bar sotto casa dopo il cicchetto la repressione è anche contro “sti calciatori de mmerda”.
Ma che ce voi fa, so radicall scik.
Se non è sufficiente non è necessario. logica elementare.
@ Adr: Mori é stato sostituito dal GCdF perché finita la fase militare della sua opera (con successo) aveva cominciato una nuova fase di indagine sui rapporti mafiosi con la politica. Nel lungo periodo la sua opera non ha avuto effetto perché non ha potuto perpetrarla.
Non ha avuto effetto perché quando è andato al sodo della questione mafiosa, (e serviva un lavoro d’investigazione più che di repressione), non c’era la base culturale e politica, (va bè che c’era pure una dittatura) per combattere davvero il problema. Ahivoja a essere di ferro.
Io ho appena finito di leggere “Dispacci”, guarda caso prefazione di Saviano.
Governare gli italiani non è difficile, è inutile. (B.M.)
AdR, da molto tempo non incontravo qualcuno che sapesse così poco di quello che dice.
Primo, la logica: “se non è sufficiente non è necessario”. Per scrivere le baloccaggini che scrivi tu è necessario essere disinformati. Ma non è sufficiente: occorre anche un bel coraggio (se, come credo, il controesempio alla tua affermazione ti rimanesse oscuro basta dirlo).
Secondo, la storia: il problema di Mori non fu l’inefficacia della repressione, che anzi ancora oggi la storiografia riconosce come l’unica vera campagna contro la mafia fino al 1992, ma il fatto che il prefetto stava salendo verso quello che Falcone avrebbe poi chiamato “terzo livello”: quello degli intrecci con la politica. Mori fece sciogliere il Fascio di Palermo (ripeto: di Palermo, non il consiglio comunale di Villabate) e mettere sotto processo Alfredo Cucco, esponente del Gran Consiglio del Fascismo. Il 23 giugno 1929 Mori ricevette l’italianissima rimozione per promozione, e tornò a Roma.
La repressione è necessaria, ma è solo il primo passo. Disconoscerne il ruolo, falsificando logica e storia, è segno di un vieto miscuglio di ideologia e ignoranza che personalmente ha anche smesso di farmi pena: mi annoia e basta.
Ieri mi ero preoccupato nel trovarmi, per una volta, d’accordo con Maroni. Oggi leggo che hai saputo spiegare un po’ come mi sento io. Grazie.
@ Marco Careddu Con un biglietto da visita non ti paghi il mutuo.
100€ aiutano.
l’unica cosa che capisco è che questi dovrebbero difendere i vigliacchi da altri vigliacchi. Tra i quali tu. E tu uomo del sud vorresti avere tutti i diritti del mondo senza conquistarteli? Prova a dire, quando uccidono qualcuno, chi hai visto sparare…. si comincia così, mica piagnucolando.
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