…quelli che non sanno mai staccare. Tanto che non godono nemmeno dei risultati ottenuti e si perdono sempre in problemi da risolvere, quasi che senza qualcosa da fare non esistessero.
…quelli che invece devono staccare sempre. E lo ribadiscono ogni volta che gli chiedi come va. E di lavoro ne fanno uno normale, mica i minatori sull’Himalaya. Che spero si scriva così che non ho voglia di controllare.
…quelli che sono sicuri di avere un intuito formidabile e invece non ne azzeccano una. Ma la volta dopo ci riprovano di brutto subito. Non sanno che prudenza ha mai ucciso nessuno?
…quelli che non sono invece mai sicuri e non si buttano mai nella mischia. La vita scorre via come un treno e loro ormai vivono in stazione.
…quelli che quando devono raccontare qualcosa a qualcuno lo fittiscono di mistero, quasi che lavorassero per la Cia. E poi non hanno mai davvero nulla da svelare, se non quello che tutti sanno già da una vita.
…quelli che invece non sanno distinguere tra cosa si può dire e cosa è riservato e parlano di tutto con facilità, come fossero un magazine di bassa lega. Tipo quelli che raccontano di un giallo e non ce la fanno ad evitare il nome dell’assassino.
…quelli che si buttano in ogni iniziativa che gli capita sotto mano, anche se sono già incasinati all’inverosimile con la loro agenda e poi fanno impazzire anche quelle altrui.
…quelli che invece non si smuovono per nulla. Che non si entusiasmano per niente. Che ogni cosa la squadrano già con pessimismo e negativo giudizio. Ovviamente si parla delle cose pensate e organizzate da altri.
…quelli che sanno sempre dare un consiglio ad ogni cosa. Tuttologi del niente bisognerebbe chiamarli.
…quelli che invece non capiscono mai quando è il momento di scuotere un altro, di indicargli la strada, di una pacca sulla spalla.
Tutti gli altri li capisco. Ammesso che ci sia rimasto qualcuno fuori. Io no di certo.
Io non li capisco…
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