Fatevi rispettare

E’ più di un decennio che mi occupo professionalmente di televisione – una televisione di prima serata, diretta al maggior numero di persone possibile. Quella che “è bella se fa tanto ascolto”, e che se va male, invece, è “brutta senza appello” o, peggio, “sbagliata”.

Bene.
Quella di Mad Men non è una televisione per tutti, e nemmeno per molti.

Quella di Mad Men è una televisione per pochi.
Il che parrebbe una contraddizione, o anzi un errore, considerato che il mezzo tramite cui viene diffusa vive non sulla qualità dell’offerta, ma sui tabulati. I quali, com’è noto, non testimoniano di emozioni, bensì di cifre.

Eppure, assistendo ai primi episodi della seconda serie, in onda negli USA in queste settimane, un pensiero nasce spontaneo: giorno verrà in cui Mad Men sarà riconosciuta come una vera, grandiosa opera d’arte metamediale, nella quale ogni singola soluzione di ogni singolo episodio (dalla sceneggiatura al production designing, dal cast alla regia, eccetera) rivela una raffinatezza senza pari, ai limiti dello stupore.

Un lavoro la cui rarefatta eleganza porta la narrazione a vertici estetici, comunicativi, emotivi, che prescindono e trascendono tanto il mezzo sul quale viene proposta quanto la sua tradizione.
Un’opera di grande profondità che arricchisce e, soprattutto, rispetta profondamente il pubblico cui si rivolge.

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6 Commenti

  1. Mad Men è a un livello superiore; non sono appassionato di poesia e non conoscevo Frank O’Hara, ma il finale del primo episodio della seconda stagione mi ha fatto venire i brividi.

  2. Mi sono fatto di recente un’indigestione della prima serie e delle prime due puntate della seconda.

    Sono davvero pochi i punti che non mi convincono, ogni puntata ha qualche raro pregio di sceneggiatura e azzeccati approfondimenti nella caratterizzazione dei personaggi (tutti).

    C’è poi la forte impressione che dietro ci sia un lavoro della madonna, è come essere buttati direttamente in veri uffici di veri pubblicitari degli anni ’60 neyworkesi.

  3. Ecco, volevo dirlo io: ottima cosa i Soprano, anzi: un prodotto eccellente.
    Tuttavia, la differenza con Mad Men è che quest’ultima serie, pur essendo “un prodotto”, non si limita ad essere tale.
    Va oltre. Trascende, appunto.

  4. Oltre o non oltre, la fucina di talenti dei Soprano ha fatto scuola.
    Da quando è finito, do sempre un occhip a cosa fanno i suoi ex show runner.
    Mentre Matthew Weiner scriveva Mad Men, i fratelli Glenn e Todd Kessler (altri due che vengono da lì) hanno creato Damages, con Glenn Close. Altra serie consigliatissima.

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