2/6/1994
Mio caro Algernon,
ho letto con attenzione e (non lo nego) qualche difficoltà la tua dissertazione in cui azzardi una sintesi di Horkheimer e Debord nel tentativo di offrire una chiave interpretativa filosofico-sociologica alla recente vittoria elettorale di Silvio Berlusconi. Come sempre il tuo pensiero è solido e articolato, forse troppo articolato, al punto che mi sorprendo talvolta a chiedermi se tanta complessità sia realmente utile alla decostruzione dell’avvento al potere di una plutocrazia mediatica nel vuoto creato dall’esaurimento della guerra fredda. Concordo sul fatto che siamo di fronte a un’involuzione culturale prima che politica, di fronte alla quale dobbiamo fare appello a tutte le nostre risorse intellettuali: ma ho la sensazione che la discussione non possa, e non debba, rimanere confinata in un ambito precipuamente accademico. Perdonami la fretta, ma mi riprometto di tornare su questi argomenti assai presto in futuro.
15/9/1996
Caro Algernon,
Ho ritrovato proprio oggi tra le mie carte la bozza di un vecchio biglietto di due anni fa in cui velatamente ti rimproveravo di un linguaggio troppo accademico e usavo, credo per la prima volta, il termine “involuzione culturale”. Come vedi la nostra discussione prosegue ancora intorno allo stesso problema, che credo di poter sintetizzare così: in questi anni di volgarizzazione indotta delle masse pilotata dallo strapotere mass-mediatico, in che misura noi intellettuali possiamo rompere il “guscio” accademico e tornare a parlare a quelli che non si sentono coinvolti dai nostri discorsi, la cosiddetta (perdonami il termine vago), “gente”? E non rischiamo coi nostri tentativi, di rimanere intrappolati proprio in quella involuzione che stigmatizziamo? È come se scattasse una vera e propria trappola socio-mediatica – un concetto che avremo l’opportunità di approfondire nel convegno in gennaio.
22/10/1998
Caro Algernon,
non credevo che la caduta di Prodi mi avrebbe tanto turbato. Sento che la mia profonda avversione per Berlusconi e per tutto ciò che rappresenta nella storia d’Italia – chiamiamolo pure “berlusconismo” – mi trasforma talvolta in un vero e proprio tifoso, impedendomi di analizzare i fatti con la razionalità necessaria. A volte ho l’impressione di essere il soggetto di un vero e proprio esperimento di mutazione: guardo la televisione e mi sorprendo a definire Bertinotti un “traditore” – una parola che non faceva parte del mio lessico, decisamente, e a evitare il mio verduraio di fiducia, noto forzista, unicamente perché temo i suoi sfottò, proprio come se si trattasse di una contesa sportiva, e non di un lento processo storico che avrà ripercussioni sul futuro dei nostri figli. E d’altro canto, se in quattro anni di critica a Berlusconi non sono nemmeno riuscito a convincere il mio verduraio, la responsabilità non è forse mia? Rileggo le lettere che ci scambiamo tre o quattro anni fa, e scopro nei nostri discorsi un eccesso di astrazione che mi fa vergognare. Citavamo Horkheimer e Debord, e nel frattempo Lui si faceva le leggi su misura – quanto siamo stati stupidi.
Da: gcharlie69@altavista.com
Inviato il: 10/12/2000 14:36
A: algernon71@yahoo.com
Ciao Algernon
Totalmente d’accordo con quanto scrivi. Rutelli o chi per lui non hanno la minima speranza: Berlusconi ha già vinto. E però anche stavolta mi sembra il caso di fare un’autocritica: cosa abbiamo fatto noi cosiddetti “intellettuali” in questi anni per convincere la gente che Berl era il male?
Quanto tempo abbiamo perso in discussioni astratte e oziose invece di uscire nelle piazze e denunciare a gran voce il monopolio televisivo-editoriale, le collusioni con la mafia, la corruzione dei giudici, ecc. ecc.? E allora è inutile che ci lamentiamo adesso. Alla prossima.
Da: gcharlie69@altavista.com
Inviato il: 10/5/2002 00:41
A: algernon71@yahoo.com
E no, Algernon, mi spiace, ma non puoi trattare il movimento no-global o no-war o come vuoi chiamarlo alla stregua di una massa di ignoranti. La loro critica all’apparato industriale-bellico-mediatico, per quanto rozza, è sacrosanta, ed è nata dal basso, finalmente. E gli stessi girotondini, con il loro culto sicuramente un po’ acritico della Costituzione, esprimono una voglia di legalità e di giustizia che non puoi liquidare. Questa è finalmente un’Italia che protesta, che reagisce, cazzo. Sì, ho proprio scritto cazzo, hai letto bene. Scusa, ma questa discussione mi sta infervorando.
Da: gcharlie69@gmail.com
Inviato il: 10/5/2004 23:26
A: algernon71@yahoo.com
Il fatto, Algernon, è che in questi ultimi anni io mi sento sopraffatto dallo schifo. Schifo per la Guerra del signorino Bush, schifo per il nostro regime da operetta, per il Nano e per le Ballerine, e non ho tempo, e se avessi il tempo non avrei voglia, per produrre analisi articolati, lunghi discorsoni e quella roba lì. Cioè, di fronte a una come la Fallaci che bercia, secondo me l’unica analisi che mi sento di fare è “Taci stronza”: davvero, c’è altro da aggiungere? Del resto perché lei può usare le parolacce e io no?
Da: gcharlie69@gmail.com
Inviato il: 23/9/2006 12:34
A: algernon71@yahoo.com
Sai cosa c’è, Alge? C’è che il mortadella è una grossa delusione… neanche per colpa sua, poverino…
lui ci prova a governare, ma deve dare un contentino al cinghialone Mastella… un altro a Di Pietro… che è un po’ come la botte piena e la moglie ubriaca, no? E poi ci sono i rifondaroli, i comunisti italiani, i verdi coi loro no-tav e no-qui e no-là, i gay, le lesbiche, il trans… insomma, più che è un governo è il carnevale… e dietro l’angolo c’è il Nano che è già pronto a mettercela in culo… cosa che evidentemente ci piace… e allora un intellettuale cosa deve fare? A me certe volte la sera vien voglia di uscire in terrazzo e gridare… Gridare cosa? Non so, probabilmente… probabilmente un gran vaffanculo… che non risolve i problemi, però…. ti sfoghi…
Da: gcharlie69@gmail.com
Inviato il: 9/7/2008 12:34
A: algernon71@yahoo.com
E allora VAFFANCULO anche a te, Alge, VAFFANCULO. Non ti è piaciuto l’otto luglio? E allora lasciati pure governare da un NANO PELATO CHE PIPPA e manda al governo le POMPINARE, hai capito bene, le POMPINARE, e tutta la corte di STRONZI, compresa l’opposizione ombra di TOPO GIGIO, che è da trent’anni che studia politica e NON HA ANCORA CAPITO UN CAZZO, come te del resto. Vaffanculo, va’.
(Continua? Può continuare?)
chapeau :)
a quando le considerazioni del prof. Nemur?
Ha ecco!… Hum!…Si,TOCK! TOCK!…Si va bene ed ora?Passami la pala che scavo!
non ho capito se l’autore vuole giustificare chi è arrivato all’insulto oppure lo sta mettendo alla berlina.
è senz’altro un mio limite.
com’era la battuta?
abbiamo toccato il fondo, e sono arrivate le vanghe della protezione civile
Caro Algernon, sebbene questo sistema corrotto mi faccia schifo, ho finalmente l’occasione di guadagnare qualche soldino anch’io, senza neppure sporcarmi le mani. In fondo è il modo meno doloroso per gettare nel cesso tutto quello che credevo di essere fino all’altroieri. E poi, per tornare a una domanda sempre attuale, la gente, sì, ma che cose ce ne frega, a noi, dei bisogni della gente?
No, direi che non si può continuare… Oh poi arrivati al fondo del barile si gratta, per carità.
più che scavare, direi che chi ne sente il bisogno dovrebbe trovarsi un Virgilio che lo guidi nella discesa, nella speranza che la via più sensata per il paradiso passi attraverso l’inferno. ma questo vale per chi ci crede, nell’inferno e nel paradiso.
@alberto: credo piuttosto che l’unica speranza stia nel fatto che, a forza di scavare, usciamo dalla parte opposta…
beh, intanto che me lo leggo con calma faccio i complimenti all’autore per la citazione di uno dei piu’ bei racconti in assoluto della sf
Mica male. I miei rispetti.