Bambini scorreggianti che gridano “Italiaunooooooooo”, crash-test dummies che ricevono la bolletta di Tele2, l’ex velina in collegamenti sempre più improbabili per il dr. Stranamore (su un canotto dall’Albania…). Striscia che s’è ridotta agli indovinelli da scuola elementare tra un fuori programma e uno scarto cine-televisivo che nei mitici anni 80 nessuno si sarebbe sognato di dare in pasto all’audience. Le iene scoprono l’acqua calda. Sarabanda, trasmissione-promo di Papirazzo. La sit-com con protagonista inconsapevole (a me pare una comune candid-camera). Maurizio smonta le poltrone (non si chiamava Amici?, Ah no, adesso così si chiama Saranno famosi). Nebbia in casa Dalla Chiesa per la campagna anti-fumo. Andrea Pezzi naviga a scrocco, Augias continua a rifare Telefono giallo, la Venier continua rifare Domenica In (ah no, è proprio Domenica in!). Marzullo non si sa che fa (ma alle due di notte lascialo fare…). Bollini gialli, farfalle rosse, fasce protette, studi aperti. Toh! ridanno per l’ottantaduesima volta quell’episodio del Tenente Colombo che gia dall’inizio sai chi è l’assassino. Sono salvo!
Come si chiamava quel giornalista inglese?
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Io mi soffermerei sulla comicità. Nel mio blog l’ho definita comicità del Ceto Medio Canzonante.
Per chi non volesse venire a vedere il sito (perché?) metto qui sotto il testo:
ZELIG E IL CETO MEDIO CANZONANTE
Zelig è un fenomeno, un’anomalia
Sì, perché una delle reti del Berlusca fa un programmino niente male quasi tutto per la gggente della sinistra. Quella stessa ciurma rosso-rosa che ama tanto la snob Serena Dandini, che ride con Albanese, che esige un ritorno di Fazio, che osanna l’allure stralunato di Gene Gnocchi.
Ma, a ben vedere, non si tratta – visti gli ascolti – soltanto del popolo della sinistra classica, bensì di una categoria che definiremo “ceto medio canzonante”.
Provate a dare una scorsa al parterre di Zelig.
Ci sono nell’ordine: il giovane brillante ex scout, la cinquantenne dallo sguardo vispo ancora taaanto giovane, il padre dal baffo brizzolato che ride per stare al passo con i figli, i parrocchiani liberati che hanno da poco scoperto che ci si può anche divertire, i professori, i professionisti della comunicazione, il management illuminato, gli amanti di cinema, i lettori di libri sudamericani, i marcusiani.
L’Italia è diventata una tribù che sghignazza, che deride, che destruttura dai tendoni dei circhi, che smantella il logos occidentale, che smaterializza la prosopopea della cultura.
Nietzsche – che di smantellamenti se ne intendeva veramente – diceva che un’epoca decadente “cade nel pericoloso stato d’animo dell’ironia su se stessa, e da esso in quello ancora più pericoloso del cinismo”. Da tutto ciò nasce una “prassi furba ed egoistica”.
Sogno un ceto medio riflessivo che rifletta su questa frase.
Tutto vero, hanno ragione sia Uiallalla che Libero Gilera. Epperò siamo proprio sicuri che sia colpa di Berlusconi? E se fossimo noi telespettatori gli incommensurabili pirla?
Così mi risponde Brontolo dal suo blog
Scrive tale Libero Gilera nel suo blog: “L’Italia è diventata una tribù che sghignazza, che deride, che destruttura dai tendoni dei circhi, che smantella il logos occidentale, che smaterializza la prosopopea della cultura. Nietzsche – che di smantellamenti se ne intendeva veramente – diceva che un’epoca decadente “cade nel pericoloso stato d’animo dell’ironia su se stessa, e da esso in quello ancora più pericoloso del cinismo”.
Gilera, ci hai destrutturato, smantellato, smaterializzato la mazza.
che non abbia ragione lui?
Parliamone.
Lg
Io mi ricordo solo di Mario Gilera, che veniva citato nelle gag di Faletti al Drive-In ;)
E chi era?
Era un teppistello che faceva infuriare Faletti (travestito da Suor Daliso).
Beh, io di sinistra non sono e mi piacciono alcuni programmi (Iene, Stricia, Zelig) citati da Uiallalla. D’altronde quelli di destra i programmi non li fanno, o meglio, se li volessero fare è meglio che dicano di essere di destra a meno che non siano il produttore.
Ps.: Gilera era partito bene (prime tre righe), ma alla fine, mi sono schierato con Brontolo
Rettifico: “meglio che dicano di essere di destra” con “meglio che dicano di essere di sinistra”. Destra, sinistra io mi confondo anche con le mani.
Secondo me la chiusura non piace perché si cita Nietzsche. Non riesco a capire perchè se uno cita Marcuse è figo se invece cita Nietzsche è di destra.
Il problema è che Brontolo nasconde la sua ignoranza dietro un dadaismo d’accatto.
Lg