Io stra-simpatizzo per Obama, ma la frase di Fini ha un senso che non ha niente di razzistico. E’ sfiducia negli Usa, forse accesso di realismo. Anch’io penso che l’Italia non sia ancora pronta per la presidenza di una donna, allora.
Gli USA non son pronti alla presidenza di una donna, per di più con le caldane. “Pur di non”, son capaci perfino di far vincere uno nero e un pò musulmano.
McCain non ce la fa, in tv non funziona: ha una faccia troppo da Alzheimer.
Secondo me, la frase di Fini è infelice, e molto, anche se è ovvio che non è la sua, la contrarietà al Presidente di colore, ma (a suo giudizio) è una contrarietà dell’elettorato USA.
Ma anche questa è una forma, sottile ma che marchia a fuoco, di razzismo. Equivale a dire che gli Americano sono troppo rancheros texani con cappuccio bianco torcia fiammeggiante, per poter andare al di là delle barriere e dei pregiudizi razziali. E detto da un leader politico di primo piano è comunque molto grave e quantomeno poco diplomatico.
Siccome lo dice Fini dovrebbe suonare razzista, ma la razza e il sesso sono state da subito gli ingredienti principali di questa sfida Clinton-Obama. Se non fosse nero, il mondo non avrebbe tutta questa attenzione nel seguire queste nomination, anzi in genere non se ne presta altrettanta neppure per lo scontro finale. Apparentemente multiculturali, gli Stati Uniti sono ancora in mano ai bianchi, e le posizioni di potere vengono date alle minoranze come da noi si vorrebbero le “quote rosa”. In effetti solo il fatto di essere nero può tenere Obama fuori dalla stanza ovale, contro un’avversaria che sà di già visto e un anziano signore.
Vorrei vincesse Hillary Rodham Clinton. L’odio e i pregiudizi striscianti che sta sfidando sono superiori a quelli diretti verso il suo avversario di partito. Obama è nuovo e perfetto, guardi una sua foto e senti profumo di talco, farebbe vendere tanti giornali più della sessantenne moglie sfatta dell’ex presidente degli Stati Uniti. Hillary è antipatica e personaggio bruciatissimo dai media, ma possiede due attributi così.
Oddìo, data la presenza sulla scena pubblica di Hillary come first lady del due volte presidente Bill rende il concetto di pregiudizio un po’ fuori luogo. Il pregiudizio si ha verso chi non è conosciuto, e tutto si può dire della signora Clinton fuori che sia una novità.
Sarebbe un po come dire di me che ho un pregiudizio nei confronti di Berlusconi o di Mastella, per diire. Dopo quindici anni si tratta di un giudizio senza pre, evidentemente.
Condivido il giudizio di Facci. Nemmeno uno di Forza Nuova oserebbe dire pubblicamente che uno di pelle nera non può salire al potere. Figuriamoci uno come Fini che aspira a cariche istituzionali (non più solo di governo). E’ la descrizione di quel che pensano molti opinionisti americani, consapevoli che i voti di molti democrats del Sud sono a rischio.
è anche vero che se venisse eletto, una buona percentuale di motivi sarebbero individuabili proprio nel suo essere nero.
Negarlo sarebbe altrettanto sbagliato.
In fondo le regole elettorali da sempre sono queste.
Noi, in scala, abbiamo l’operaio della Thyssen.
Abbiamo poco da fare i superiori, voglio dire.
Esprimiamo molta più pochezza sociale quando mostriamo chi candidiamo da noi, piuttosto che quando diciamo chi non potrà vincere altrove.
E lo dico da elettore di sinistra, eh.
Fini, sei alle comiche finali.
A tutti quelli che si sono sforzati di spiegare una frase del genere (tu quoque Filippo!), volevo solo dire che l’ho già scritto nel titolo: Destra Italiana, A.D. 2008. E mica mi riferivo solo ai suoi rappresentanti parlamentari, eh. Quelli mica ci vanno da soli al parlamento.
Lo so benissimo che la destra Italiana di oggi è fatta così. Mi dispiace un po’.
Senti, il tuo post è una cazzata e basta.
il post cita una frase di Gianfranco Fini, videoregistrata
=> quindi la cazzata l’ha detta Fini
(credo non sia nemmeno la prima e ahimè nemmeno l’ultima).
Tenderei a, grossomodo, quotare il punto di vista di FF ,
Tra l’ altro quello di Fini è un pensiero che ha afflitto sovente anche me negli ultimi tempi.
Se metteste in bocca le stesse parole a uno di sinistra però, incredibilmente assumerebbero altro significato, cioè che la critica è rivolta alla società statunitense. Il senso non era di dire: . Sarete anche fieri militanti di sinistra, ma non potete davvero supporre che Fini sia un idiota o che al contrario di Berlusconi, non rifletta bene prima di pronunciare una simile frase. Fini si è smarcato da anni dalla vecchia cultura fascista, perdendo anche consenso e collaboratori lungo la strada, quindi prendere quella frase fuori contesto è solo un modo meschino per far abboccare gli ingenui. Detto questo, io che non sono di sinistra, ma neanche tanto a destra e convinto ateo, appoggio in pieno Obama perché credo sia qualcosa di nuovo, quantomeno da provare, dopo quel disastro di Bush.
Parte della frase non è stata pubblicata. Il senso non era di dire: “Per fortuna un negro non verrà mai eletto e noi ariani dormiremo sonno tranquilli”.
Piti, Hillary non è mai stata presidente degli Stati Uniti, anzi nessuna donna lo è mai stata, quindi sarebbe una bella novità. E lei sarebbe preparata nel farlo.
Io invece credo che gli americani siano pronti, è solo Fini a non essere pronto, perchè lui e quelli del ‘popolo delle libertà’ sono indietro di 20 anni almeno. I politici sono abituati a parlare per nome della gente di cose che pensano nel loro cervello ristretto. Quando Obama sarà presidente, verrò qui a ridere una volta di più di Fini. Saluti
PS: Ritengo anche l’Italia e gli italiani prontissimi per un presidente donna, per cui tornerò qui a ridere anche di chi non percepisce questa elementare ovvietà. Ri-saluti
L’italia al limite è prontissima per un presidente Nonna.
barynia, credo che tu non abbia risposto a tono alla mia obiezione sul tuo primo commento, ma fa lo stesso
comunque prima parlavi di pregiudizi striscianti nei confronti di Hillary e io ho detto che su Hillary sono possibili giudizi e non pregiudizi, visto che è sulla scena da oltre 15 anni.
Se tu replichi dicendo che nessuna donna è mai stata eletta presidente degli USA, non mi pare una replica centrata.
Parli dei presunti pregiudizi su Hillary o fai una constatazione storica sulla presenza delle donne alla guida della Casa Bianca?
Perché, qualcuno vuole bersi la storia secondo cui già si sa come lei governerebbe perché il marito l’ha già fatto? E questo non sarebbe comunque un pregiudizio? O Rodham Clinton ha già guidato il paese e nessuno se ne è accorto? Hillary i pregiudizi li catalizza tutti in ogni caso: è donna, è donna poco commerciale per tutta una serie di motivi, è sposata a un due volte presidente, non è giovane né fresca. È molto di più: è forte e preparata. Più che il suo passato da First Lady dovrebbe essere semmai quello da senatore a testimoniare la bontà della sua candidatura o meglio ancora il suo programma politico. Ma soprattutto: questa è una vera lottatrice, sta sopportando una campagna il cui andamento annienterebbe chiunque, ma lei è ancora lì attaccata con unghie, denti e gomiti, senza neanche il pieno sostegno di tante femmine emancipate probabilmente atterrite da quello che una donna riesce a fare quando decide di rimboccarsi le maniche.
Barynia, stai scivolando nel delirio filo-muliebre.
In breve: esclusi quei pochi presidenti eletti due volte, è ovvio per chiunque che di tutti si può dire che un giudizio negativo è un pregiudizio: anche Obama e McCain non hanno mai governato gli USA e si potrebbe dire che chi non li vota lo fa per pregiudizio, perchè non li ha mai visti all’opera a Washington…
Capita per la tua amata Hillary che lei sia un po’ (un bel po’) meno nuova di Casa Bianca degli altri: non era una presenza puramente ornamentale come altre first ladies, ma la prima consigliera di Bill. Cioè, è stata otto anni a Washington, e non per fare shopping e giocare a canasta.
Poi, se devi difenderla perchè donna e in quanto tale, lo trovo un un atteggiamento questo sì’ pregiudiziale.
E quanto ai lottatori, non mi pare che alla CAsa Bianca abbiano mai aspirato delle mammolette, e mi fa un o’ ridere che tu po ne parli come di un outsider, una che ha come spin doctor principale mister Bill Clinton.
Dai…
Concordo in gran parte con piti: anche se ha ragione Alexandro Rocca quando dice che “Apparentemente multiculturali, gli Stati Uniti sono ancora in mano ai bianchi, e le posizioni di potere vengono date alle minoranze come da noi si vorrebbero le “quote rosa” ”
A Barynia: stigazzi, facile candidarsi, quando ci si chiama Clinton di cognome e si è state la prima consigliera di un Presidente!! Prova un po’ a farlo se ti chiami – tanto per dire – “Smith” o “di Salvo”…
Fili’, è talmente una cazzata che ieri il Fini si è dovuto scusare. Ma tant’è: becera era e becera rimane.
Uno si aspetta che le persone migliorino, e invece niente.
Ovvio che si è scusato, Fini è più paraculo di Berlusconi e Veltroni messi insieme.
E poi, fosse stato un vero fascista, avrebbe profferito un irrevocabile “Me ne frego!” al posto delle scuse.
Hillary Clinton non è mai stata candidata alla Casa Bianca prima, e quanto al marito Bill, non credo che questo l’abbia avvantaggiata, semmai il contrario. Se fosse lei ad avere la meglio nel confronto con Obama, qualche chance contro McCain i democratici ce l’avrebbero, viceversa vinceranno i repubblicani per i timori di cui al maldestro commento di Fini, opinatamente equivocato, perché in quanto ad ipocrisia non abbiamo niente da invidiare neanche agli States.
Siamo ovviamente di fronte a un caso di costatazione-desiderio rimosso.
Perché tra tutte le cose possibili da dire, dici proprio quella…
Barynia, scusa, ma visto che le tue osservazioni non sono minimamente pertinenti rispetto alle obiezioni che ho sollevato, riferendomi ovviamente scambio di opinioni che abbiamo su Hillary, chiudo qui. Non si può parlare con chi non vuole capire per partito preso.
Tu insisti a dire che su Hillary c’è un pregiudizio. Io dico che fra tutti i candidati possibili lei è la meno pre-giudicata, per i motivi noti (moglie ecc). Tu dici che non ha mai corso per la Casa Bianca. Ripeto: e Obama invece sì? O è mai stato coniuge di una presidentessa? E allora, eventualmente, i pregiudizi -in termini di logica formale, e positivi o negativi che siano- saranno pur più ampi nei confronti di Obama, che 15 anni fa non era nessuno piuttosto che verso Hillary che 15 anni fa era già la moglie non decorativa del presidente?
Poi, se una vuole puntare i piedini perchè presa da furore para femminista, fai pure. Per me, passo e chiudo, sei di un’ostinazione a prova di logica.
E per dire lo svantaggio di essere la moglie di Bil, pensa che se dovessero diventare decisivi per la nomination i voti dei suoper delegati non eletti, quelli che sono super delegati nei democratici perchè sì, credi che la storia di Bill, il suo essere dentro il partito da decenni non influisca? E se alla fine Hillary verrà nominata in forza della scelta decisiva di persone messe lì senza il sostegno di un voto popolare, non ti pare questo il massimo pregiudizio? Obama avrà più superdelegati elettivi: ovvero il popolo pie democratici avrà votato in maggioranza per lui. Dei mandarini di partito potrebbero però far pendere la bilancia dalla parte di Hillary.
Se questo lo chiami svantaggio…
Comunque, per me, davvero, basta, perchè parlare con chi non risponde al punto è la cosa più dolorosa che io conosca, dopo la carie ai premolari.
(“chiudo, chiudo” e ha scritto una cartella). Tu Piti evidentemente neghi che vi sia pregiudizio (i sinonimi non vanno bene, ci sta quel termine lì) nei confronti di questo candidato donna attribuendolo a furori e deliri femministi – molto bene, indietreggia ancora un po’, hop – per me invece esiste ed è maggiore di quello che va a detrimento del candidato nero. Questo è il primo della lista, il secondo è quello nei confronti della moglie di Clinton, perché essere stata la consorte non decorativa di Bill non ha comunque fatto di lei il presidente. Il voto popolare dipende come lo guardi: finora lei ha vinto negli stati più grandi ma ha meno delegati. Dovesse lei perdere sui numeri ma mantenere un vantaggio di questo tipo, bisognerebbe tenerlo in considerazione. Se la decisione dei super-delegati pendesse a suo favore? E sia. Magari. In quel caso tu già sai che ciò avverrebbe per il suo cognome da sposata e non perché ha le qualità per concorrere e vincere.
in compenso gli italiani sono pronti a rivedere al governo, un incoerente nato, un opportunista bugiardo, che, appena sentito l’odore di un possibile governo di centro destra, si è accucciato ai piedi di quello stesso Berlsuconi che fino a fine 2007 aveva attaccato veementemente per la costituzione del PDL…
chissà chi è messo peggio….
come direbbe Di Pietro, chi non sente non c’è peggior sordo
In Italia l’unica è astenersi, perché a forza di turarci il naso ci siamo giocati i turbinati.
a forza di turarsi il naso un amico mio e’ morto
Un mio cugino invece ha imparato a respirare con il culo. La fase di espirazione gli ha procurato alcune incomprensioni, però.
“Gianfranco Fini ha ragioni da vendere quando afferma che se a novembre dovesse essere Barack Obama il «nominato», per quanto nessuno osi dirlo pubblicamente otterrà molti meno consensi di quanti i sondaggi e i media gli attribuiscano. Come sempre dal dopoguerra, nei decisivi Stati del Sud – in particolare, del «profondo Sud» – saranno proprio i democratici conservatori a voltargli le spalle e a votare per il rivale, numerosissimi essendo tuttora (anche se, in qualche modo, sottotraccia) i «rednecks». Antico e colorito termine spregiativo, il vocabolo indicava all’origine i contadini bianchi e poveri del sud che, in conseguenza del loro lavoro, avevano il collo (neck) arrossato (red) dal sole e la cui caratteristica era di essere «provinciali, rozzi, gretti», dei veri «bifolchi reazionari e razzisti» (come riporta il Dizionario delle frasi idiomatiche, colloquiali e gergali americane edito da Zanichelli). In poche parole, i protagonisti di «Il piccolo campo» o «La via del tabacco» di Erskine Caldwell, dell’eccezionale «Furore» di John Steinbeck, di alcuni racconti di James Cain, del bellissimo «Sia lode ora a uomini di fama» di James Agee.
Figure dai più ritenute d’altri tempi, gli ancora numerosissimi «rednecks» sono pronti anche oggi a votare «contro» un qualsiasi candidato nero. Basti ricordare quanto occorso nel 1982 e nel 1986 al sindaco nero di Los Angeles Tom Bradley quando si candidò per il governatorato della California (uno Stato considerato molto «avanzato»). In testa di dieci punti nelle rilevazioni realizzate il giorno precedente il voto, Bradley perse entrambe le volte nettamente. Si eccepirà che Obama ha vinto le primarie battendo la rivale Hillary proprio nel «profondo sud», in Alabama, Georgia, Nord e Sud Carolina e Oklahoma. Ma si dimentica che alle urne si recò solo una parte dei democratici e che quelli rimasti a casa, uniti ai repubblicani, formano una maggioranza assolutamente imbattibile. Se è praticamente impossibile per un appartenente al partito che fu di Kennedy vincere la corsa alla Casa Bianca senza essere in grado di strappare ai «Gop» qualche Stato del Sud – che abitualmente vota repubblicano – per il senatore dell’Illinois la questione è ancora più ardua.
Mauro della Porta Raffo”
E’ proprio questo il punto: i rednecks democratici, quale tra i 2 mali minori “a nigger as a president”, “a sissy as a president” sceglieranno?
direi che il pezzo del Raffo chiarisce once and for all (qui tutti sono poliglotti, minchia) chi sia a rischiare di essere, eventulmente, la vittima di pregiudizi.
Io stra-simpatizzo per Obama, ma la frase di Fini ha un senso che non ha niente di razzistico. E’ sfiducia negli Usa, forse accesso di realismo. Anch’io penso che l’Italia non sia ancora pronta per la presidenza di una donna, allora.
Gli USA non son pronti alla presidenza di una donna, per di più con le caldane. “Pur di non”, son capaci perfino di far vincere uno nero e un pò musulmano.
McCain non ce la fa, in tv non funziona: ha una faccia troppo da Alzheimer.
Secondo me, la frase di Fini è infelice, e molto, anche se è ovvio che non è la sua, la contrarietà al Presidente di colore, ma (a suo giudizio) è una contrarietà dell’elettorato USA.
Ma anche questa è una forma, sottile ma che marchia a fuoco, di razzismo. Equivale a dire che gli Americano sono troppo rancheros texani con cappuccio bianco torcia fiammeggiante, per poter andare al di là delle barriere e dei pregiudizi razziali. E detto da un leader politico di primo piano è comunque molto grave e quantomeno poco diplomatico.
Siccome lo dice Fini dovrebbe suonare razzista, ma la razza e il sesso sono state da subito gli ingredienti principali di questa sfida Clinton-Obama. Se non fosse nero, il mondo non avrebbe tutta questa attenzione nel seguire queste nomination, anzi in genere non se ne presta altrettanta neppure per lo scontro finale. Apparentemente multiculturali, gli Stati Uniti sono ancora in mano ai bianchi, e le posizioni di potere vengono date alle minoranze come da noi si vorrebbero le “quote rosa”. In effetti solo il fatto di essere nero può tenere Obama fuori dalla stanza ovale, contro un’avversaria che sà di già visto e un anziano signore.
Vorrei vincesse Hillary Rodham Clinton. L’odio e i pregiudizi striscianti che sta sfidando sono superiori a quelli diretti verso il suo avversario di partito. Obama è nuovo e perfetto, guardi una sua foto e senti profumo di talco, farebbe vendere tanti giornali più della sessantenne moglie sfatta dell’ex presidente degli Stati Uniti. Hillary è antipatica e personaggio bruciatissimo dai media, ma possiede due attributi così.
Oddìo, data la presenza sulla scena pubblica di Hillary come first lady del due volte presidente Bill rende il concetto di pregiudizio un po’ fuori luogo. Il pregiudizio si ha verso chi non è conosciuto, e tutto si può dire della signora Clinton fuori che sia una novità.
Sarebbe un po come dire di me che ho un pregiudizio nei confronti di Berlusconi o di Mastella, per diire. Dopo quindici anni si tratta di un giudizio senza pre, evidentemente.
Condivido il giudizio di Facci. Nemmeno uno di Forza Nuova oserebbe dire pubblicamente che uno di pelle nera non può salire al potere. Figuriamoci uno come Fini che aspira a cariche istituzionali (non più solo di governo). E’ la descrizione di quel che pensano molti opinionisti americani, consapevoli che i voti di molti democrats del Sud sono a rischio.
è anche vero che se venisse eletto, una buona percentuale di motivi sarebbero individuabili proprio nel suo essere nero.
Negarlo sarebbe altrettanto sbagliato.
In fondo le regole elettorali da sempre sono queste.
Noi, in scala, abbiamo l’operaio della Thyssen.
Abbiamo poco da fare i superiori, voglio dire.
Esprimiamo molta più pochezza sociale quando mostriamo chi candidiamo da noi, piuttosto che quando diciamo chi non potrà vincere altrove.
E lo dico da elettore di sinistra, eh.
Fini, sei alle comiche finali.
A tutti quelli che si sono sforzati di spiegare una frase del genere (tu quoque Filippo!), volevo solo dire che l’ho già scritto nel titolo: Destra Italiana, A.D. 2008. E mica mi riferivo solo ai suoi rappresentanti parlamentari, eh. Quelli mica ci vanno da soli al parlamento.
Lo so benissimo che la destra Italiana di oggi è fatta così. Mi dispiace un po’.
Senti, il tuo post è una cazzata e basta.
il post cita una frase di Gianfranco Fini, videoregistrata
=> quindi la cazzata l’ha detta Fini
(credo non sia nemmeno la prima e ahimè nemmeno l’ultima).
Tenderei a, grossomodo, quotare il punto di vista di FF ,
Tra l’ altro quello di Fini è un pensiero che ha afflitto sovente anche me negli ultimi tempi.
Se metteste in bocca le stesse parole a uno di sinistra però, incredibilmente assumerebbero altro significato, cioè che la critica è rivolta alla società statunitense. Il senso non era di dire: . Sarete anche fieri militanti di sinistra, ma non potete davvero supporre che Fini sia un idiota o che al contrario di Berlusconi, non rifletta bene prima di pronunciare una simile frase. Fini si è smarcato da anni dalla vecchia cultura fascista, perdendo anche consenso e collaboratori lungo la strada, quindi prendere quella frase fuori contesto è solo un modo meschino per far abboccare gli ingenui. Detto questo, io che non sono di sinistra, ma neanche tanto a destra e convinto ateo, appoggio in pieno Obama perché credo sia qualcosa di nuovo, quantomeno da provare, dopo quel disastro di Bush.
Parte della frase non è stata pubblicata. Il senso non era di dire: “Per fortuna un negro non verrà mai eletto e noi ariani dormiremo sonno tranquilli”.
Piti, Hillary non è mai stata presidente degli Stati Uniti, anzi nessuna donna lo è mai stata, quindi sarebbe una bella novità. E lei sarebbe preparata nel farlo.
Io invece credo che gli americani siano pronti, è solo Fini a non essere pronto, perchè lui e quelli del ‘popolo delle libertà’ sono indietro di 20 anni almeno. I politici sono abituati a parlare per nome della gente di cose che pensano nel loro cervello ristretto. Quando Obama sarà presidente, verrò qui a ridere una volta di più di Fini. Saluti
PS: Ritengo anche l’Italia e gli italiani prontissimi per un presidente donna, per cui tornerò qui a ridere anche di chi non percepisce questa elementare ovvietà. Ri-saluti
L’italia al limite è prontissima per un presidente Nonna.
barynia, credo che tu non abbia risposto a tono alla mia obiezione sul tuo primo commento, ma fa lo stesso
comunque prima parlavi di pregiudizi striscianti nei confronti di Hillary e io ho detto che su Hillary sono possibili giudizi e non pregiudizi, visto che è sulla scena da oltre 15 anni.
Se tu replichi dicendo che nessuna donna è mai stata eletta presidente degli USA, non mi pare una replica centrata.
Parli dei presunti pregiudizi su Hillary o fai una constatazione storica sulla presenza delle donne alla guida della Casa Bianca?
Perché, qualcuno vuole bersi la storia secondo cui già si sa come lei governerebbe perché il marito l’ha già fatto? E questo non sarebbe comunque un pregiudizio? O Rodham Clinton ha già guidato il paese e nessuno se ne è accorto? Hillary i pregiudizi li catalizza tutti in ogni caso: è donna, è donna poco commerciale per tutta una serie di motivi, è sposata a un due volte presidente, non è giovane né fresca. È molto di più: è forte e preparata. Più che il suo passato da First Lady dovrebbe essere semmai quello da senatore a testimoniare la bontà della sua candidatura o meglio ancora il suo programma politico. Ma soprattutto: questa è una vera lottatrice, sta sopportando una campagna il cui andamento annienterebbe chiunque, ma lei è ancora lì attaccata con unghie, denti e gomiti, senza neanche il pieno sostegno di tante femmine emancipate probabilmente atterrite da quello che una donna riesce a fare quando decide di rimboccarsi le maniche.
Barynia, stai scivolando nel delirio filo-muliebre.
In breve: esclusi quei pochi presidenti eletti due volte, è ovvio per chiunque che di tutti si può dire che un giudizio negativo è un pregiudizio: anche Obama e McCain non hanno mai governato gli USA e si potrebbe dire che chi non li vota lo fa per pregiudizio, perchè non li ha mai visti all’opera a Washington…
Capita per la tua amata Hillary che lei sia un po’ (un bel po’) meno nuova di Casa Bianca degli altri: non era una presenza puramente ornamentale come altre first ladies, ma la prima consigliera di Bill. Cioè, è stata otto anni a Washington, e non per fare shopping e giocare a canasta.
Poi, se devi difenderla perchè donna e in quanto tale, lo trovo un un atteggiamento questo sì’ pregiudiziale.
E quanto ai lottatori, non mi pare che alla CAsa Bianca abbiano mai aspirato delle mammolette, e mi fa un o’ ridere che tu po ne parli come di un outsider, una che ha come spin doctor principale mister Bill Clinton.
Dai…
Concordo in gran parte con piti: anche se ha ragione Alexandro Rocca quando dice che “Apparentemente multiculturali, gli Stati Uniti sono ancora in mano ai bianchi, e le posizioni di potere vengono date alle minoranze come da noi si vorrebbero le “quote rosa” ”
A Barynia: stigazzi, facile candidarsi, quando ci si chiama Clinton di cognome e si è state la prima consigliera di un Presidente!! Prova un po’ a farlo se ti chiami – tanto per dire – “Smith” o “di Salvo”…
Fili’, è talmente una cazzata che ieri il Fini si è dovuto scusare. Ma tant’è: becera era e becera rimane.
Uno si aspetta che le persone migliorino, e invece niente.
Ovvio che si è scusato, Fini è più paraculo di Berlusconi e Veltroni messi insieme.
E poi, fosse stato un vero fascista, avrebbe profferito un irrevocabile “Me ne frego!” al posto delle scuse.
Hillary Clinton non è mai stata candidata alla Casa Bianca prima, e quanto al marito Bill, non credo che questo l’abbia avvantaggiata, semmai il contrario. Se fosse lei ad avere la meglio nel confronto con Obama, qualche chance contro McCain i democratici ce l’avrebbero, viceversa vinceranno i repubblicani per i timori di cui al maldestro commento di Fini, opinatamente equivocato, perché in quanto ad ipocrisia non abbiamo niente da invidiare neanche agli States.
Siamo ovviamente di fronte a un caso di costatazione-desiderio rimosso.
Perché tra tutte le cose possibili da dire, dici proprio quella…
Barynia, scusa, ma visto che le tue osservazioni non sono minimamente pertinenti rispetto alle obiezioni che ho sollevato, riferendomi ovviamente scambio di opinioni che abbiamo su Hillary, chiudo qui. Non si può parlare con chi non vuole capire per partito preso.
Tu insisti a dire che su Hillary c’è un pregiudizio. Io dico che fra tutti i candidati possibili lei è la meno pre-giudicata, per i motivi noti (moglie ecc). Tu dici che non ha mai corso per la Casa Bianca. Ripeto: e Obama invece sì? O è mai stato coniuge di una presidentessa? E allora, eventualmente, i pregiudizi -in termini di logica formale, e positivi o negativi che siano- saranno pur più ampi nei confronti di Obama, che 15 anni fa non era nessuno piuttosto che verso Hillary che 15 anni fa era già la moglie non decorativa del presidente?
Poi, se una vuole puntare i piedini perchè presa da furore para femminista, fai pure. Per me, passo e chiudo, sei di un’ostinazione a prova di logica.
E per dire lo svantaggio di essere la moglie di Bil, pensa che se dovessero diventare decisivi per la nomination i voti dei suoper delegati non eletti, quelli che sono super delegati nei democratici perchè sì, credi che la storia di Bill, il suo essere dentro il partito da decenni non influisca? E se alla fine Hillary verrà nominata in forza della scelta decisiva di persone messe lì senza il sostegno di un voto popolare, non ti pare questo il massimo pregiudizio? Obama avrà più superdelegati elettivi: ovvero il popolo pie democratici avrà votato in maggioranza per lui. Dei mandarini di partito potrebbero però far pendere la bilancia dalla parte di Hillary.
Se questo lo chiami svantaggio…
Comunque, per me, davvero, basta, perchè parlare con chi non risponde al punto è la cosa più dolorosa che io conosca, dopo la carie ai premolari.
(“chiudo, chiudo” e ha scritto una cartella). Tu Piti evidentemente neghi che vi sia pregiudizio (i sinonimi non vanno bene, ci sta quel termine lì) nei confronti di questo candidato donna attribuendolo a furori e deliri femministi – molto bene, indietreggia ancora un po’, hop – per me invece esiste ed è maggiore di quello che va a detrimento del candidato nero. Questo è il primo della lista, il secondo è quello nei confronti della moglie di Clinton, perché essere stata la consorte non decorativa di Bill non ha comunque fatto di lei il presidente. Il voto popolare dipende come lo guardi: finora lei ha vinto negli stati più grandi ma ha meno delegati. Dovesse lei perdere sui numeri ma mantenere un vantaggio di questo tipo, bisognerebbe tenerlo in considerazione. Se la decisione dei super-delegati pendesse a suo favore? E sia. Magari. In quel caso tu già sai che ciò avverrebbe per il suo cognome da sposata e non perché ha le qualità per concorrere e vincere.
in compenso gli italiani sono pronti a rivedere al governo, un incoerente nato, un opportunista bugiardo, che, appena sentito l’odore di un possibile governo di centro destra, si è accucciato ai piedi di quello stesso Berlsuconi che fino a fine 2007 aveva attaccato veementemente per la costituzione del PDL…
chissà chi è messo peggio….
come direbbe Di Pietro, chi non sente non c’è peggior sordo
In Italia l’unica è astenersi, perché a forza di turarci il naso ci siamo giocati i turbinati.
a forza di turarsi il naso un amico mio e’ morto
Un mio cugino invece ha imparato a respirare con il culo. La fase di espirazione gli ha procurato alcune incomprensioni, però.
“Gianfranco Fini ha ragioni da vendere quando afferma che se a novembre dovesse essere Barack Obama il «nominato», per quanto nessuno osi dirlo pubblicamente otterrà molti meno consensi di quanti i sondaggi e i media gli attribuiscano. Come sempre dal dopoguerra, nei decisivi Stati del Sud – in particolare, del «profondo Sud» – saranno proprio i democratici conservatori a voltargli le spalle e a votare per il rivale, numerosissimi essendo tuttora (anche se, in qualche modo, sottotraccia) i «rednecks». Antico e colorito termine spregiativo, il vocabolo indicava all’origine i contadini bianchi e poveri del sud che, in conseguenza del loro lavoro, avevano il collo (neck) arrossato (red) dal sole e la cui caratteristica era di essere «provinciali, rozzi, gretti», dei veri «bifolchi reazionari e razzisti» (come riporta il Dizionario delle frasi idiomatiche, colloquiali e gergali americane edito da Zanichelli). In poche parole, i protagonisti di «Il piccolo campo» o «La via del tabacco» di Erskine Caldwell, dell’eccezionale «Furore» di John Steinbeck, di alcuni racconti di James Cain, del bellissimo «Sia lode ora a uomini di fama» di James Agee.
Figure dai più ritenute d’altri tempi, gli ancora numerosissimi «rednecks» sono pronti anche oggi a votare «contro» un qualsiasi candidato nero. Basti ricordare quanto occorso nel 1982 e nel 1986 al sindaco nero di Los Angeles Tom Bradley quando si candidò per il governatorato della California (uno Stato considerato molto «avanzato»). In testa di dieci punti nelle rilevazioni realizzate il giorno precedente il voto, Bradley perse entrambe le volte nettamente. Si eccepirà che Obama ha vinto le primarie battendo la rivale Hillary proprio nel «profondo sud», in Alabama, Georgia, Nord e Sud Carolina e Oklahoma. Ma si dimentica che alle urne si recò solo una parte dei democratici e che quelli rimasti a casa, uniti ai repubblicani, formano una maggioranza assolutamente imbattibile. Se è praticamente impossibile per un appartenente al partito che fu di Kennedy vincere la corsa alla Casa Bianca senza essere in grado di strappare ai «Gop» qualche Stato del Sud – che abitualmente vota repubblicano – per il senatore dell’Illinois la questione è ancora più ardua.
Mauro della Porta Raffo”
E’ proprio questo il punto: i rednecks democratici, quale tra i 2 mali minori “a nigger as a president”, “a sissy as a president” sceglieranno?
direi che il pezzo del Raffo chiarisce once and for all (qui tutti sono poliglotti, minchia) chi sia a rischiare di essere, eventulmente, la vittima di pregiudizi.