Così non possiamo farcela: DVDiamoci

Quale soddisfazione più grande di scoprire Guia Suncini, sul Foglio, al nostro fianco nel chiedere la testa di chi adatta dall’inglese all’italiano i dialoghi delle serie televisive provenienti dagli USA? Guia ne ha parlato per ben due giorni, nella sua rubrica “La deficiente”, arrivando alla nostra stessa conclusione: che su Amazon vendono comodi cofanetti di DVD in versione originale. GNU, invece, ha detto la sua al riguardo qui.

Il cofanetto della quarta stagione di “Sex and the city” è quello della proposta di matrimonio di Aidan e di Carrie che va a lavorare a Vogue con Candice Bergen che le fa da caporedattrice stronza, di Samantha che ha una storia lesbica con Sonia Braga (già reginetta delle telenovelas nonché fidanzata di Robert Redford) e di Miranda che partorisce e quando le si rompono le acque rovina le nuove Christian Louboutin di Carrie… Siamo donne felici: certi episodi non li avevamo visti (come descrivervi i nostri pianti allorché Big si trasferisce in California lasciando a Carrie il disco di “Moonriver”, “se dovessi sentirti sola”, e un biglietto open, “se dovessi sentirmi solo”?) e gli altri li rivediamo con piacere. Manca solo una cosa, nei tre splendidi splendenti dvd: il nome del colpevole. Di quello del quale, dopo aver finalmente ammirato i dialoghi originali, vogliamo la testa per lo scempio perpetuato in sede di doppiaggio. Sembrava strano che Samantha avesse preoccupazioni sociologiche circa lo stato di NY (“ieri un barbone stava morendo in mezzo alla strada”)? E infatti in originale raccontava che “ieri un barbone mi ha mostrato l’uccello in mezzo alla strada”. Capiamo le necessità censorie, ma allora, santo cielo, non avreste potuto trasmetterlo a un orario decente, invece di farci star sveglie fino a ore mannare per tutti questi anni?

D’accordo, ci sono delle cose che sono intraducibili. D’accordo, a volte non è colpa di chi di “Sex and the city” ha curato l’adattamento dialoghi (colui – o colei – di cui comunque continuiamo a volere la testa). Per dire: Samantha continua a negare di essere innamorata di Richard (il suo datore di lavoro, con cui per inciso si accoppia), dice che ciò che le interessa di lui è solo “his perfect dick”. Loro traducono “arnese”, ma anche se, meno codinamente, traducessero “uccello”, si perderebbe comunque il giochino fra nome e diminutivo e quindi il commento di Carrie in finale di puntata – quando Samantha finalmente cede a Richard che ha tentato a lungo di abbatterne la resistenza alle romanticherie e Carrie spiega che fin lì Samantha aveva tentato di dire che era solo un “perfect dick”, ma ora finalmente si era arresa al suo essere “the perfect Richard”. Non c’era modo di renderlo, o almeno a noi non viene in mente – d’altra parte mica siamo retribuite per farci venire in mente soluzioni brillanti per adattare i dialoghi, noi. Tuttavia ci sono cose che sono dolose, altroché se lo sono: ci sarà qualche donna che, parlando con le amiche, dica “arnese”, ma ne avete mai sentita una dire “vagina”? È così che gli – anonimi – sventurati hanno tradotto il ricorrentissimo “pussy”. Al prossimo giro, please, mandateli a tradurre Medicina 33.

di Guia Soncini(testi tratti da Il Foglio del 22 e 23/04/2003)
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5 Commenti

  1. Sia tu che la Soncini evidenziate un problema annoso e risaputo , ma considerato che l’Italia difficilmente riuscirà a svincolarsi in tempi brevi dal mondo-doppiatori, dobbiamo ingegnarci per dare delle soluzioni parziali. Ad esempio: come lo vogliamo tradurre ‘pussy’ ?
    Su http://www.emmebi.blogspot.com/
    potete dire la vostra…

  2. il problema esiste con tutta una serie di telefilm, dove il doppiaggio e’ (secondo me) un punto piu’ sensibile rispetto ai film (gli aficionados del telefilm impareranno – ad esempio – che tale personaggio ha un certo slang e di puntata in puntata si aspettaranno da lui solo quel modo di porsi): le punte di disperazione maggiore (senza dover andar a scomodare remore etiche e morali su termini che ancora qualcuno chiama “parolacce”) sono Friends (dove – nella prima serie – una splendida “Wake me up before you go-go” detta da Chandler e’ diventata “Ho avuto una notte pesante”), xFiles (dove Dana e Fox dialogano sul filo del rapporto lavoro-amore fin dalla prima puntata, ma in Italia nessuno se ne accorge) e Allie McBeal (dove hanno – meno male – fatto la scelta di non tradurre/sottotitolare i siparietti cantati, ma poi alcuni dialoghi fanno riferimento a quelli e l’italiano medio non ci capisce nulla). vabbe’, baci, Auro [mamma che commento lungo, scusate]

  3. Domanda cruciale.
    Ma chi se ne frega?
    Mille persone al giorno si collegano sul tuo sito per leggere ste scemenze? Poi ci chiediamo il perchè di molte cose…

  4. marco fammi capire, se non e’ scienza o politica allo stato puro o chessoiocosa non esiste? sarai mica uno di quelli che sul mio di sito ci e’ arrivato cercando “struttura DNA?”. btw, se tanto schifo ti fanno certe scemenze (che pur, ti piaccia o no, fanno parte della nostra vita quotidiana), come mai hai perso tempo a leggerle e financo commentarle? :)

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