Quello che si doveva dire.

Tratto da ‘Quello che non si doveva dire’ di Enzo Biagi, Rizzoli, ottobre 2006, pagina 221, capitolo «Conclusioni»:

“Molti mesi sono passati da quando Loris (Mazzetti,ndr) e io abbiamo cominciato a scrivere questo libro e molti fatti sono successi. Il più importante, non per me ma per il Paese, è stato lo sfratto, con il voto popolare, di Silvio Berlusconi da Palazzo Chigi.
Nella mia grande presunzione ho pensato che qualcosa sarebbe cambiato anche nella mia vita e, sono sincero, mi aspettavo una telefonata da viale Mazzini, se non altro come segnale di ritrovata indipendenza dal Cavaliere. Nel frattempo è tornato al vertice dell’azienda Claudio Cappon, di cui conservo un buon ricordo».

Ma Cappon evidentemente non si fa vivo, visto che Biagi scrive:

«Sicuramente, il nuovo direttore generale, ha altri problemi, ben più complicati del mio, da risolvere».
«Sin dall’inizio ho avuto la consapevolezza che, anche con il centrosinistra al governo, io rimango fuori dai giochi. In poche parole, sono convinto che nessuno mi farà più fare Il Fatto. C’è un grande alibi, la mia età, ma non né che ottantasei anni vogliano dire per forza che uno è rincoglionito. E poi, se il mio nome, la mia faccia e i miei appelli funzionano per le campagne elettorali, non capisco come mai non vadano bene per un programma televisivo».

Rileggete bene.
Il libro è delll’ottobre 2006, e nella primavera 2007 Biagi in Rai c’è poi tornato: ma è tornato su Raitre in tarda serata, ossia alla stesse condizioni che gli erano state offerte dal centrodestra nel 2002 e che lui non aveva accettato.

Biagi, nel suo libro, riportato sopra, dice chiaramente che voleva il ritorno de Il Fatto, Raiuno, prima serata. E Il Fatto non è tornato. E lui, come scrive, in compenso è stato usato per una campagna elettorale dalla sinistra, scrive. La stessa che ora colpevolizza altri per la sua morte.

Il 24 aprile scorso, Berlusconi disse pubblicamente: «Ho assistito alla prima delle due puntate che sono andate in onda e l’ho trovata veramente avvincente, quindi complimenti al dottor Biagi per questa nuova trasmissione. (…) Io non ho mai detto che Biagi e gli altri non dovessero continuare in Rai, ho detto soltanto che non avrebbero dovuto utilizzare il servizio pubblico per delle trasmissioni di parte, faziose e, forse ho calcato un pò la mano, dissi allora non deve essere permesso nel servizio pubblico un uso criminoso della tv».

Biagi rispose: «Ringrazio tutti quelli che hanno pubblicamente e privatamente apprezzato il nostro lavoro, e in particolare Silvio Berlusconi per il giudizio lusinghiero espresso».

Né ad Annozero né altrove, pur nel profluvio di ricordi e ricostruzioni degli scorsi giorni, ho visto ricordare le suddette e semplici e fondamentali cose: soprattutto le ultime parole di Biagi medesimo nel suo ultimo libro.

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26 Commenti

  1. Non sembra che in Rai ci sia stata la rivoluzione d’Ottobre!Infatti Rai 2 é sempre inguardabile!
    la tua “sembra” la giustificazione della Mamma!
    Forse non ti sei accorto di una cosa?
    E’ MORTO!

  2. IRONIA, s.f. particolare modo di esprimersi che conferisce alle parole un significato opposto o diverso da quello letterale, lasciando però intravedere la realtà, che si usa per criticare, deridere, rimproverare e sim. (fonte: Dizionario De Mauro – Paravia).
    E mia nonna chiosava: non c’è peggiore sordo di chi non vuole sentire.

  3. Ma no, Angelica, siamo noi che non abbiamo capito l’intelligenza di F.F, che ha ironizzato sull’ironia di Biagi! Non può essere che un colto ed illuminato personaggio come F.F., unico vero rappresentante della cultura italiana contemporanea non abbia capito una cippa di quello che ha scritto Biagi!!

  4. Ad anno zero hanno spiegato la storia in maniera ben più dettagliata della tua, e quello che racconti nel vano tentativo di infangare biagi è semplicemente una logica conseguenza dell’antagonismo, mai nascosto, tra il giornalista e la monarchia del centrodestra che lo ha fatto cacciare.

    Alla rai non ti hanno voluto perchè non sei bravo, non per la denuncia o quello che dici.

    A facci, molto brevemente “get a life”,.
    Un merito lo hai avuto però, quello di far invocare la libertà di espressione ai tirapiedi giornalisti del boss, il che, effettivamente, fa più ridere di Luttazzi.

  5. Difendi l’indifendibile Facci. E riporti dichiarazioni striminzite che non vogliono dire niente di niente.
    Se terminavi con la chiosa della sinistra che l’ha usato a mo’ di campagna promozionale sarebbe andato benissimo.

  6. Come sappiamo Facci è timido. Ed è in virtù di questa timidezza che non ha avuto la faccia di andare da Biagi o da Mazzatti a chiedere loro personamente come stessero le cose.Perchè, fateci caso, da grande giornalista quale è, Facci non riporta mai le cose che gli dice Biagi personalmente, sempre notizie indirette.
    Non è vero che le condizioni poste dalla Rai ai tempi di Saccà fossero le ” stesse” poste ai tempi di Cappon. E inoltre, dice Biagi che dopo avergli proposto RAiTre i vertici RAi non si fecero più sentire per concretizzare le loro offerte. Ovvero, gli chiesero disponibilità, lui disse di sì, ma poi non si fecero sentire per mesi. Ed è per questo che ad un certo punto decise di mandarli giustamente affa…e rifiutò.

    Perchè, sapete, Facci è timido anche nell’andare a sentire l’altra campana per riportarne la posizione. Fedele alla linea del suo Giornale.

  7. MJ, come al solito non sei corretta.

    Non hai riportato la versione scomoda di Daniele Interrante, che ebbe un colloquio franco e diretto con lo stesso Biagi nel corso di una controversa televendita di materassi.

    Non si fa cosi’.

  8. Vabbè, la controversa televendita giustifica questo post, ma quand’è che si cambia argomento?

  9. Elfi, attenta, occhio alle querele di Facci.

    Tu non sai che come avvocati ha Taormina, il Cangurone e Ciccio del Grande Fratello 4.

    Sei avvisata.

  10. C’è gente che sembra conoscere perfettamente qualsiasi aspetto, del passato e del presente, della trasmissione Buona Domenica.

  11. Ti riferisci a te stesso, visto che qui Buona Domenica non e’ stata nominata, ma solo alcuni personaggi.

    Complimenti, preparatissimo.

  12. Filippo è duro di capoccia. Non vuol capire o non è in grado di capire. Scegliete voi.
    Facci, a noi di Biagi, di Fede, di Santoro, di Luttazzi, di Facci frega un cazzo di niente. A noi interessa il principio che vale anche per te. Nessuno deve essere emarginato perchè dice delle cose scomode. HAI CAPITO FACCI? Vale anche per te.

  13. “Perchè, sapete, Facci è timido anche nell’andare a sentire l’altra campana per riportarne la posizione. Fedele alla linea del suo Giornale.”

    Hai proprio ragione. Per fortuna ci sono invece giornali intellettualmente onesti come L’Unità, Liberazione e il Manifesto. Come faremmo senza?

  14. Io sono ignorante e in quanto tale non capisco: perchè tutti i commentatori avversi criticano l’uso fazioso di fonti ma non ne citano mai una?

    @Albionese: “Alla rai non ti hanno voluto perchè non sei bravo, non per la denuncia o quello che dici”
    purtroppo non è quello che hanno detto e Santoro difatti in trasmissione il Facci lo voleva.

    @MarcoB: “unico vero rappresentante della cultura italiana contemporanea non abbia capito una cippa di quello che ha scritto Biagi”
    perchè invece di attaccare la persona non ci spieghi meglio cosa hai capito tu degli scritti di Biagi: mi aiuterebbe a farmi un’idea

    @Mj: “Facci è timido anche nell’andare a sentire l’altra campana per riportarne la posizione. Fedele alla linea del suo Giornale.”
    Ok, ma quello che scrivi che fonti ha? accenna almeno alla testata…

    Insomma: se non ci si mette d’accordo sul parlare di fatti (citando le fonti), allora il dibattito è sì quello di Buona Domenica e l’idea che ci si può fare non puo’ che essere faziosa, di una o dall’altra campana.

    Quantomeno complimenti a Facci che ci mette sempre la facci(a).

    P.S. l’unico modo di far capire che un argomento non interessa è il non commentare

  15. Dice ora Berlusconi: “Io non ho mai detto che Biagi e gli altri non dovessero continuare in Rai”.

    Ma è talmente palese che si tratta del solito giochetto di Berlusconi di interpretare letteralmente un messaggio che nella sostanza letterale non era (analogamente al “coglione chi vota contro i propri interessi”, cioè a sinistra).

    Se uno crede davvero alla buonafede delle parole sopra riportate, mi sembra che su questo argomento non ci siano margini di discussione: che Facci si tenga la sua opinione.

  16. Mi sembra che Lunar abbia sintetizzato alla perfezione.

    Facci, molti ti hanno dato la loro solidarieta’, pure io, a nessuno deve essere impedito di parlare.

    Ma mo’ l’hai capita la lezione? La prossima volta che a qualcuno verra’ impedito di parlare, magari per dire cose che non ti piacciono, scriverai due righe per dare la tua solidarieta’ o scriverai che se la sono cercata perche’ godono nel fare le vittime?

    L’hai capita o no, testa di minchia?

  17. uno si chiede: perché un giornalista con il suo spazio sulla stampa va a scrivere anche su un blog?

    ho pensato: forse sul blog può scrivere tutte le balle e le cazzate che nemmeno il giornale più cialtrone e fazioso gli farebbe pubblicare.

    ma Facci, ahimé, demolisce la mia ipotesi: le medesime falsità le propina infatti sia sulla carta che sui monitor macchianerati.
    mah. forse sta solo applicando il “repetita juvant”. motto che domina l’attività politica del suo padrone.

  18. Quanto mi sarebbe piaciuto che fossi andato ad Anno Zero. Travaglio (lui si un vero GIORNALISTA) ti avrebbe demolito.

  19. Alessandro, io le mie fonti le ho citate, ma sotto altro post. Stavo per farlo anche qui, ma poi ho pensato che non era il caso di farlo sempre.
    Comunque, riporto:

    ” Per Biagi (ma anche per Santoro) si fa sotto il Tg3. Il 18 settembre il direttore Antonio Di Bella, dopo vari contatti informali, va a trovare Mazzetti e butta lì: «E se portassimo Enzo da noi? Pensavo a una coproduzione fra la rete e il telegiornale. Che ne dici?». Qualche giorno dopo il direttore di rete Paolo Ruffini sale a Milano per incontrare Biagi. Si discute di uno spazio fisso dentro il Tg3 e, in alternativa, di una striscia quotidiana sul tipo del Fatto alla fine del tg e dei notiziari regionali, fra le 19,55 e le 20. Biagi preferirebbe la seconda proposta. Ma ecco subito un nuovo fuoco di sbarramento…

    I vertici Rai escogitano prontamente nuovi pretesti e bugie per bloccare la trattativa. Anzitutto puntano sui costi veri o presunti del programma di Biagi, argomento demagogico, ma di sicuro effetto. Saccà sostiene che il budget di Rai3 non può permettersi Biagi e il suo staff, anche se poi scrive a Biagi una lettera piena di complimenti. Baldassarre gli va dietro e, incontrando Ruffini e Di Bella il 19 settembre, li avverte: «Non chiedeteci un euro in più rispetto alle disponibilità di bilancio». Poi ammette che per il nuovo contratto di Biagi c’è stato «un colpevole ritardo» di Del Noce che ha indispettito il giornalista. Ma alla fine dichiara: «Il direttore Ruffini ci ha esposto il palinsesto e noi abbiamo ribadito che può fare quello che vuole, ma che non sono possibili integrazioni sul budget». Ma il vecchio Enzo, il 20 settembre, rimuove l’ostacolo con una lettera a Saccà che è un capolavoro di ironia. Offre di lavorare praticamente gratis:

    Caro direttore, ti ringrazio della lettera e dei pensieri affettuosi che contraccambio, ma devo rinnovarti il senso del mio disagio. Da 41 anni faccio il giornalista in Rai: ho cominciato come direttore del tg e ho continuato con programmi annuali; l’ultimo – Il fatto – è stato trasmesso per 8 stagioni di seguito. Confermo che mi sento legato profondamente alla Rai, anche per motivi di gratitudine, ma sempre nel rispetto della mia dignità professionale e umana. L’ultima edizione del Fatto, dati incontrovertibili, su 168 puntate per 111 sere è stato il programma più visto delle 3 reti. Riconosco al direttore di Rai1 il diritto di cambiare il palinsesto con l’intenzione di battere Striscia la notizia, ma in quell’incontro – che ormai è diventato famoso – mi fu prospettato il proposito aziendale di una trasmissione unica e omogenea che avrebbe riempito lo spazio tra Tg1 e prima serata. Mi risulta invece che ieri sera sono andati in onda ben 4 spezzoni diversi. Ho letto che Rai3 è disponibile a programmare Il fatto, ma viste le dichiarazioni del presidente Baldassarre si opporrebbero problemi economici. Glieli risolvo subito: io sono pronto a rinunciare alle clausole finanziarie del mio contratto, che non risulta certo tra i più onerosi (anche nel mio settore) e desidero che diate anche a me il compenso che tocca all’ultimo giornalista assunto (senza raccomandazioni), da spedire però ogni mese a don Giacomo Stagni, parroco di Vidiciatico (Bo) che in un istituto ricovera i vecchi delle mie parti che non hanno nessuno. Sono a disposizione se il mio lavoro può ancora servire. Auguri e molti cordiali saluti da Enzo Biagi.

    …” La palla torna nelle mani della Rai. Ma qui, morto un alibi, se ne fa subito un altro: il dopo-Tg3 – sostiene Saccà – sarebbe una collocazione «suicida», con al massimo uno share del 5%. E comunque quella fascia è già stata promessa ad Angela Buttiglione, nuovo direttore dei notiziari regionali, per uno «sportello federalista…”

    il resto, se vuoi, leggitelo tu

    http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1675272

  20. Non perdo la pazienza perchè voi non esistete se non come dato sociologico, l’unico per cui vi concedo di commentare.
    Però non esagerate, sennò vi faccio strisciare in tribunale. Moderate il linguaggio. Essendo io personaggio pubblico, con i vostri ‘servo’ e ‘testa di minchia’ mi potrei rifare la macchina. Sono cose che non sapete appunto perchè non esistete, non conoscete le regole della società e della vita vera, epperò siete canonici: diverreste quasi tutti striscianti, di fronte alle responsabilità che il vostro nomignolo vi illudete celi.
    Uh: oltre a brutto, bocca storta, problemi da piccolo, balbetti, non sai parlare eccetera mi era sfuggito il fenomenale ‘non sei bravo’.
    Comunque: io la vittima non l’ho fatta mai. Proprio mai. Sempre riso e fornito fatti e documenti, su tutta questa vicenda: e date, virgolettati, materiali. Poi vabbeh, voi siete in cattiva fede e forse non sapete leggere. Nemmeno quello che scrive Biagi. Ma chi se ne frega. Mica le posto qui, le cose, perchè penso seriamente di poter convincere dei sottosviluppati. E poi ce ne sono anche due o tre dotati di autonomia intellettuale e non accecati dal livore e dall’invidia sociale. Le metto qui, le cose, perchè così la roba circola in rete, è sempre disponibile, fa schizzare verso l’alto gli accessi a questo blog (a proposito: perchè non m’ignorate?) e altre cose che sono cazzi miei.
    Là fuori c’è un mondo – dico spesso – di gente a cui non sono necessariamente simpatico, ma che ha ormai passato in cavalleria le cose che ho detto e non quelle che non ho detto, i fatti che ho dimostrato e non i processi alle intenzioni, insomma quelli che un tempo chiamavano fatti.
    A meno di pensare che Giampaolo Pansa, il presidente della Rai, Capezzoni vari, l’amico Luca Sofri (un signore che con me non ha mai indulgenze) e Gramellini e insomma, tutta ‘sta parte del mondo reale appartenga tutta e inevitabilmente alla casta.
    Ciao, e ai pochi che ne hanno una: pensate con la vostra testa.
    A proposito: io di padroni non ne ho. E’ il mio problema. Vorrei tanto averne uno, in un certo senso. ho l’animo del soldato, ma da anni non trovo un generale. L’unico è stato Craxi dal 1993 al 2001, anche se purtroppo litigavo anche con lui.
    Ciao merde.

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