300, 1200, 2400, 9600, 14.4, 28.8, 33.6, 57.6, 128, 256…

Franco Carlini

Una cosa sacrosanta su Franco Carlini l’ha detta chi ha scritto che “lui c’era”.
Quando io ho iniziato ad occuparmi di internet, lui c’era.
E c’era anche quando questo universo che oggi chiamiamo internet aveva l’orrendo nome di “telematica”.

Franco Carlini su ClarenceC’era ai tempi delle BBS, di FidoNet, di Itapac. E c’è ancora oggi, in ognuno di questi byte che prendono forma sui nostri schermi e che lui ha visto viaggiare sempre più veloci, dai 300 baud del suo primo modem fino ai megabit dell’attuale banda larga.

Per quanto mi riguarda – malgrado non potessimo definirci più che “conoscenti”, e ci fossimo incrociati solo nel 2001 nel corso di un convegno che avevo organizzato e che, guarda un po’, si intitolava “Internet 2.0” – non posso dimenticare che fu lui, il 1° novembre del 1996, a scrivere su l’Espresso il primo articolo in assoluto dedicato a Clarence, il portale che io, Roberto Grassilli e un altro gruppo di dissennati avevamo inaugurato appena quindici giorni prima. Disse che era “uno dei siti più ambiziosi e divertenti del panorama italiano di internet”, e quell’avventura – assieme a tanti impegni, soddisfazioni, problemi e fortune – iniziò proprio da lì, anche grazie a lui.


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