… e fu sera e fu mattina. E un’altro pride è andato. E direi che è andato egregiamente: 500mila in piazza e tra questi cittadini e cittadine, omosessuali ed eterosessuali, organizzati in pullman o per i fatti loro. Nessun partito (tranne qualche gruppetto autonomo), nessun sindacato (tranne la cara e vecchia CGIL), nessun noglobal, nessun black block. Niente morti, feriti, malori e, tanto per cavalcare la polemica del momento, nessuna tromba d’aria a portar via il palco (che poi era un bus a due piani).
Peccato che se ne siano accorti solo quei 500mila: in giacca e cravatta, jeans e maglietta, qualcuno vestito da prelato, qualcuno travestito, seminudo, nudo. C’era anche un prete (vero), mammi con bambini e famiglie (cosiddette) omosessuali (rappresentate da ben due associazioni). Eppure quei 500mila non erano li solo per loro stessi.
..
Il tutto un po’ sui generis, ma era la perfetta emanazione di quello che il movimento omosessuale è. A guardare Studio Aperto il giorno dopo pareva ci fossero quattro travestiti dietro i loro cartelli e nulla più. Qualcuno ha ritenuto superfluo anche darne notizia. Dio benedica Sky News, non a caso miglior Tg 2007.
Certo gli eccessi ci son stati, e l’evento non è esente da critiche. Ma stiamo parlando di mezzo milione di persone, che non sono certo un corpo unico e compatto ma pressochè altrettante teste pensanti (e quest’anno il pride era “unitario”, nessuno ve lo ha mai spiegato, organizzato e “partecipato” da tutte le associazioni gay presenti sul territorio… se sapeste la litigiosità di questo “movimento” capireste anche lo sforzo titanico).
D’altronde nemmeno gli etero son tutti uguali, ci sono i machi e ci sono i mici… certo non arriveranno mai al livello di variegatezza degli omosessuali… ed è il “bello” delle minoranze.
Eccolo qui: il popolo omosessuale, quest’anno tanto trasgressivo che qualche tg ha dovuto pescare immagini di repertorio da vecchie parate, giudicando questa troppo morigerata. Il popolo omosessuale, che non si capisce perchè deve sbandierare la propria sessualità invece che tenersela per se (provateci voi a tenervi la vostra intimità per voi), che non si capisce di cosa è orgogliosa, che pensa di essere meglio degli etero che vorrebbe omosessualizzare l’Italia e portare il genere umano all’estinzione…
Ora, io sono disposto ad accettare qualsiasi tipo di critica purchè il livello della discussione spicchi il volo e si alzi da terra-terra.
Se il mio amico si sente realizzato vestito da donna e truccatissimo è giusto che sbandieri il suo orgoglio (orgoglio di accettarsi per quello che è) piuttosto che bardarsi a lutto. Non toglie nulla e non offende nessuno tranne l’innocenza dei cretini. Perchè l’essere umano non è il frutto di una dogma, ma qualcosa di più complesso, è un corpo con le sue esigenze, carne e sangue.
Il mio amico è una persona capace di amare e non si capisce bene perchè il suo affetto dovrebbe tenerselo in tasca mentre qualcun’altro lo può anche ufficializzare con tanto di carta bollata. Ma, anche ad accontentarsi, non dovrebbe (a sentire qualche acefalo parlante) nemmeno camminare con la sua manina in quella del suo compagno.
Il mio amico non si ritiene meglio di un etero, anche se forse apprezza più cose di quante un etero possa apprezzare (le sfumature soprattutto), il mio amico nemmeno sta li a chiedersi se chi gli sta di fronte sia etero o gay (al massimo in alcuni casi spera con tutto il cuore che quel belloccio sia dannatamente gay).
Il mio amico, figlio di un uomo e di una donna che lo hanno cresciuto nel rispetto dei valori cristiani, domenica in chiesa, comunione, cresima. Il mio amico, capacissimo di avere una relazione stabile, ma incapace di farsi una doppia vita per far contenta la società etero pare richiedere ai suoi appartenenti.
Quest’anno ho deciso di tuffarmi in questo fiume di umanità (viva e reale, comunque la si giudichi) invece che stare a guardare e pensare che non c’era bisogno di tutto questo.
Voi state pure a ragionare di esseri ideali e stereotipi che passeggiano nella vostra testa….
Lorenzo, ti piacerebbe. In realtà io do dell’ottuso e omofobo a te e solo a te, non a tutti i maschi commentatori di questo blog o ai maschi italiani in generale.
Se paragonare una grave mancanza di rispetto a una semplice effusione non è omofobia, e se difendere chi molesta gli omosessuali sulla base della “libertà di pensiero” non non è omofobia, dai, suvvia, spiegami cosa lo è. Di grazia, secondo la tua illuminata visione, cos’è che fa di una persona un omofobo?
Lorenzo, sempre più imbarazzante e tragicomico. Ti ricordo che nei lager ci sono finiti non i razzisti ma gli ebrei e gli omosessuali..per mano appunto dei razzisti, dei quali tu ora ti vuoi ergere a “paladino” della loro libertà d’espressione. Patetico davvero non so che dire.. ma dopotutto di che stupirsi? E’ la solita storiella di quei bigotti clericali che pretendono la libertà per se..ma la negano agli altri. Denunciano il relativismo morale e poi non riconoscono i diritti civili delle persone, che in quanto tali dovrebbero essere diritti universali.
A Virginia, scusa se sono irriverente: se qualcuno ti dicesse che sei una troia perché vai in giro in mini gonna e truccata, e lo afferma continuamente in pubblico dicendo “che troia quella là”, e lo fa continuamente, tu non lo denunceresti? Oppure saresti una “modernista” se lo fai? Ma come cacchio ragioni? Perché è questo che affermi: giustifichi chi dice che una persona non può andare in giro come gli pare, in minigonna in quel caso. Ecco, gli omosessuali vorrebbero avere il tuo stesso diritto a denunciare chi fa contro di loro mobbing e violenza verbale, morale e psicologica. Ora se per affermare questo diritto rispondono con un po’ più di “orgoglio”, con tanta allegria e simpatia..è tale e quale ad un gruppo di donne che si presentano ultra truccate per difendere il loro diritto ad essere come meglio credono.
E non è vittimismo, non è essere unici detentori della sofferenza umana..ma solamente viverlo sulla propria pelle da tutta una vita, così come una donna lo vivrebbe se sentisse alle spalle che la gente le dà continuamente della troia. E se questo diritto deve essere rivendicato con le cosiddette “carnevalate”, che in realtà se le vedi dal vivo non creano nessun disagio ma tanta gioia che contagia anche anziani, singoli e coppie etero, famiglie con bambini(come ho visto a Roma personalmente), e tanti tantissimi “gay normali”, BEN VENGANO! E se davvero ci fosse stato tale “favore mediatico e perbenistico” di cui parli oggi non parleresti così del Pride con tanta saccente ignoranza, dato che la RAI l’ha perfino censurato(pur superando in numero il family day!!!). E’ diverso il caso delle “veline”, che VENDONO il loro corpo per un posto in tv. Il Pride è solo una festa gratuita a cui tutti partecipano, non vi sono motivi di lucro o per diventare famosi..al contrario vuol dire “giocare la propria faccia” quando molti altri non lo farebbero mai. un consiglio: invece di stare incollata alla tv come altre “casalinghe” chiacchierone scendi in piazza anche tu, e aprirai gli occhi di fronte alla realtà.
” Ci sono Minoranze/Categorie, la cui causa è oggi sposata universalmente, che si possono permettere mille esibizioni, anche senza alcuna sostanza. Ma ve ne sono altre al momento meno popolari (i cattolici, ad esempio), che non sollevano alcuno sdegno umanitario.”
Virginia, chissà perchè credevo vivessi in Italia. Dove vivi, invece?
Benché non condivida quello che scrivo, sono al 70% d’accordo con Virginia.
Cara Giulia. I maschi commentatori di questo blog? Ma che c’entrano? Hai detto o no che sono “ottuso e omofobo”? Sì, l’hai detto.
E’ vero o no che quella degli ottusi e omofobi è una “categoria umana” (magari composta solo da me)? Sì, è vero.
E’ vero o no che ti stai comportando da anti-omofobica? Sì, è vero.
E’ vero o no che tu stessa hai scritto che “il razzismo, l’antisemitismo, la misoginia e tutte le manifestazioni di odio nei confronti di una “categoria” umana sono sbagliate”? Sì, l’hai scritto.
E allora o ti comporti come dici si dovrebbe, oppure eviti di fare la morale che nemmeno tu segui. Questo per rispetto dell’interlocutore, che non è felice di avere a che fare con una che dice una cosa, e poi fa subito l’opposto. Sa molto di presa per i fondelli.
Come mai il mio semplice costume da bagno non vietato si è tramutato in “grave mancanza di rispetto”, mentre la semplice effusione pubblica non vietata è rimasta tale? Per volontà di chi? E, ripeto, quand’è che avrei difeso “chi molesta gli omosessuali”?
Ehi, Angelmk, leggi qua:
“razzisti, dei quali tu ora ti vuoi ergere a “paladino” della loro libertà d’espressione. Patetico davvero non so che dire.. ma dopotutto di che stupirsi? E’ la solita storiella di quei bigotti clericali che pretendono la libertà per se..ma la negano agli altri” (parole tue)
Hai notato che tu vuoi negare ai razzisti la libertà d’espressione? Proprio come quei bigotti clericali che pretendono la libertà per sé ma la negano agli altri…
Ragazzi, ho trovato la soluzione: stiamo tutti zitti.
se non c’è nessuna opinione, nessuno ha la possibilità di offendersi….mi chiedo non ci siamo arrivati prima!
D’ora in poi, Vuoto mentale, pneumatico e democratico, per tutti.
A proposito di parole in libertà, quale esempio migliore del commento di Angelmlk? Le battaglie per i diritti dei gay ridotte a trucco pesante e minigonna, fare casino in piazza e “giocare la propria faccia”.
Guarda che non basta dire “io c’ero”. Al Gay Pride.
Lorenzo, il tuo ragionamento è talmente formalistico da essere un non ragionamento, teso solo alla coerenza della logica. Fa un po’ il paio con quello dell’autore del post qui sotto sulla pedofilia. Formalmente ineccepibile, ma vuoto nella sostanza.
Ripeto, così non vai da nessuna parte. Mira ai contenuti prima di usare paradossi aberranti per perseguire la purezza della coerenza.
Sarà una cosa antica, ma esistono ancora i giudizi di valore, una certa dose di morale, le idee. Ognuno ne ha e li si può contestare o condividere soprattutto nel merito.
Virgina, certo che vorresti essere una bella rigiratrice di frittata.
Uno parla di una manifestazione e tu dici che no, ma insommma ci vuole decoro, perchè se no non vale. Ti si fa notare che la parte ” pittoresca ” della manifestazione era una minoranza, e comunque che anche questa piccola parte carnevalesca avrebbe il diritto di esprimersi come meglio crede e tu tiri fuori il poltically correct, e il decoro, etc…
Ti si obietta :” ma guarda che quella gente casciarona e chiassosa era ben vista da chi c’era e vedeva la manifestazione e ancora fai finta di niente, persa nei tuoi ” alti ” ragionamenti che volano sulla testa di noi troppo terra terra che ci facciamo ” incantare ” da qualche drag queen. Poi qualcuno ti fa notare che non sarebbe nemmeno bello essere sfottuti più di tanto su un aspetto fisico e tu dici :” ma dai, riduci tutto all’aspetto fisico” ?
E’ disaramante. Ma se volete essere VERAMENTE scorretti e conrocorrente contro i ” perbenisti “, perchè non avete il coraggio di dire apertamente che i gay vi stanno sul ca*** o che perlomeno non ve ne frega niente dei loro diritti ? Sarebbe più onesto e QUESTO sì, veramente e finalmente politicamente scorretto.
Maria Josè, dopo ciò non intendo più andare su questioni personali.
Rilevo solo che non posso far nulla finchè continui a manifestare un basso livello di comprensione di ciò che leggi.
Se sei soddisfatta del riassuntino che hai fatto del mio pensiero, siamo tutti felici.
Per quanto mi riguarda, posso addebitarmi la colpa di non saper scrivere in modo comprensibile.
Tra l’altro, non so neppure a chi ti stai rivolgendo quando parli con la seconda persona plurale.
Virginia , dopo che uno ti fa notare che la parte cdd più pittoresca della manifestazione era una minoranza che altro deve fare ? Stabilito che SOLO una piccola parte della manifestazione era composta da esibizionisti ,si poteva allora passare a discutere dei contenuti. D’altra parte, se uno ti fa notare che non tutti erano disturbati dall’aspetto più carnevalesco della manifestazione tu gli dici che è da ipocriti, falsamente progressisti, condiscendenti, etc…Ti sembra così impossibile che al riguardo ci sia qualcuno che DAVVERO non la pensa come te? Qualcuno cui non diano fastidio le carnevalate? Tra l’altro, hanno scritto anche il motivo della carnevalate ” : Ora se per affermare questo diritto rispondono con un po’ più di “orgoglio”, con tanta allegria e simpatia..è tale e quale ad un gruppo di donne che si presentano ultra truccate per difendere il loro diritto ad essere come meglio credono.”
Dopo tutto questo, posso dire che i tuoi ragionamenti volano forse così tanto sulla testa delle persone che si sono scordate di avere un contenuto ?
( che ca** c ‘entra la ” questione personale ” ? Io commento il post e le affermazioni degli altri , non sto parlando di te come persona, e tu fai altrettanto)
Guarda, Virginia, ripubblico il mio primo commento al post:
“Ma perché, c’è qualcuno che vuole impedire a chi lo vuole di girare, uomo, vestito da donna o viceversa? Qualcuno vuole impedire a chi lo vuole di girare mano nella mano con chi meglio crede?
A me tutto questo non risulta. Ognuno può fare quello che vuole, oggi (e non risultano proposte per il fututo in senso contrario), nello Stato italiano. Anche andare a un funerale in costume da bagno e ciabatte”.
Contro questa affermazione insmentibile, si è deciso di negare l’evidenza dipingendo gli omosessuali italiani come novelli carbonari (il che è massimamente ridicolo) e cercando di stabilire quali opinioni si possono esprimere e quali non (il che è massimamente inaccettabile).
Se pertanto il discorso è virato sulla libertà di opinione, libertà qui sconosciuta al punto che ho dovuto perfino specificare che le aggressioni fisiche e gli insulti non rientrano in essa, non è colpa mia. Mi sono solo adeguato.
E continuo ad essere quasi in tutto d’accordo con quello che scrivi.
Vorrei portare la testimonianza di chi come me ha avuto ed ha cari amici omosessuali. Sono tanquilli, si vestono normalmente,non si lasciano andare ad effusioni sulla strada, del resto come fanno anche i miei amici etero e inserisco anche me stessa. Questione di buon gusto e anche di rispetto per tutti i nostri immigrati (non è una questione secondaria quella della convivenza con culture diverse). Non vanno in Spagna o in Danimarca perchè hanno scelto di convivere (come i miei amici etero e me stessa) prendendomi in carico tutte le responsabilità che comporta questa scelta, fra l’altro anche l’esclusione da certi privilegi economici.
Non voglio ripetere qui ciò che Anvedichijede e Virginia hanno detto con proprietà di linguaggio, concordo su tutto.
Domanda: perchè si chiama Gay Pride? E di che cosa bisogna essere orgogliosi?
Forse, bisogna essere orgogliosi per non ritrovarsi a vivere un’ esperienza come questa
http://powerofnarrative.blogspot.com/2007/06/gay-history-some-personal-notes.html
Forse si usa la parola “orgoglio” perché da anni, lustri, decenni, cercano di far passare il concetto che sia una cosa da nascondere.
Se si considera la parola Pride come scelta iniziale la domanda di Alexandra ha un senso, se la si guarda come risposta, un po’ meno.
Se tu per prima mi dicessi “Sono orgogliosa di essere una panettiera” io potrei risponderti “E chi ti ha detto nulla? Fai bene, è un lavoro come tutti, che senso ha che tu me lo dica?”.
Se io per anni ti suggerissi di non dire a nessuno che sei panettiera perché è una cosa da tenere nascosta e tu mi rispondessi “Perché? Sono orgogliosa di esserlo” io avrei avuto la risposta che meritavo.
Non esiste un’atmosfera omofoba crescente, qualcuno dice? Che problema c’è a camminare mano per mano tra due uomini, qualcuno dice?
Ecco la risposta:
http://www.equilibrioincerto.splinder.com/post/128110094
La spiegazione è convincente e anche chiara.
Allora forse ha ragione quel blogger che diceva che c’è bisogno di una strategia di Marketing per rifare tutto, a partire dal nome della manifestazione, perchè…porta a confuse idee sul perchè e sul percome.
Così mi spiego anche perchè avere vicino un amico omosessuale è il massimo che si possa desiderare ma quando sono tutti insieme, sono insopportabili.
Con rispetto parlando.
Sul fatto che andrebbe rivista tutta la “comunicazione” credo pochi potrebbero dissentire.
Sabato ero al bar e sono tornate dalla manifestazione (Milano) due amiche che stanno insieme, tutte contente per com’era andata, una festa, nessun incidente, un sacco di etero (ai bordi) a fare il tifo, tutto bello insomma.
Poi tra i vari racconti ci ha infilato un divertito “E avessi sentito i cori contro il papa! Mamma quante glie ne abbiamo dette!”
Ecco, io in quel momento ho pensato che stanno sbagliando tutto.
(e io tutto sono tranne che un simpatizzante del tedesco a Roma, chiarisco, anzi)
Stanno sbagliando tutto perché il loro “nemico” non è certo il papa ma tutta quella parte di società civile, laica, atea, ci si metta ciò che a ognuno pare, che semplicemente non accetta che esistano gli omosessuali.
E non c’entra la religione, in questo, è una questione culturale, non religiosa.
Aggrava, certo, ci aggiunge il suo bel carico di oscurantismo, certo, ma non è che se oggi non ci fosse la chiesa, gli omosessuali sarebbero liberi di girare mano nella mano.
Ecco, pensare che in una manifestazione che rivendica l’orgoglio, legittimo, di essere omosessuale si attacchi il papa come se risolto quel problema si risolvesse IL problema, mi ha fatto pensare che ne passeranno ancora tanti, di anni, prima che riusciranno ad essere davvero liberi di essere…liberi.
Ma principalmente perché al loro interno c’è ancora chi per conquistare quella libertà scende sullo stesso piano di chi glie la nega, in una guerra assurda a chi insulta di più l’altro “Tu mi dai della checca? Io ti rispondo che il papa è cicciobombo!” e così facendo, invece che portare dalla loro parte quelli, anche cattolici, che avrebbero anche voglia di concederglieli quei diritti, si ritrovano a fare in modo che da quella parte si serrino le fila perché tra un gay e il papa un cattolico difenderà sempre e comunque il papa, soprattutto quando a offenderlo sarà un trans che già di per sé ha il suo bel da fare per farsi accettare come immagine “normale” figuriamoci a farsi ascoltare.
Ecco, io non dico che sia giusto trattenere un po’ la sana voglia di sfogarsi contro una chiesa che fa di tutto per rendere la vita impossibile a chiunque, gay o etero che sia se solo non si è pronti a inginocchiarsi alla verità, ma dico che se io etero posso permettermi di manifestare in piazza contro la chiesa perché non mi porto in dote “immagine” una serie di altre cose che la gente ancora non ha accettato, credo che agli omosessuali sarebbe utile che qualcuno facesse un corso di strategia nel quale spieghi loro che i loro diritti sono talmente giusti che se la loro lotta venisse privata della parte sfogo, per quanto legittimo, oggi forse dalla loro parte si ritroverebbero molta più gente di quella che, scendendo in piazza a truccare col rossetto le foto del papa (è una metafora, non ne ho viste, ma si capisce cosa intendo) costringono “moralmente” a diventare loro oppositori.
Parlo di strategia, di furbizia, di opportunità.
Non è giusto, lo so, dovrebbero poter combattere come tutti compreso con la libertà di sfottere.
Ma loro non sono tutti, non in Italia, non ancora, e o lo capiscono, o saranno manifestazioni di piazza bellissime e musicalissime e gaissime ancora per chissà quanti anni, ché mica è vietato manifestare in Italia, ma di avere dalla loro parte la quantità di attuali oppositori necessaria per vincere davvero la loro battaglia, non se ne parlerà ancora per molto, molto tempo.
Si, qualcuno dovrebbe far loro un corso di marketing per ripartire da zero.
Mi verrebbe da dire che avrebbero bisogno che qualcuno gli rifacesse il trucco, non fosse che magari qualcuno penserebbe che li sto sfottendo, ma il senso è quello.
Con rispetto parlando anch’io, naturalmente.
Molto, rispetto.
Ma anche molta (rispettosa) critica.
Broono, alcune osservazioni: il Pride ha BATTUTO il Family day 300mila contro 200mila persone, nonostante l’FD avesse dalla sua parte enormi risorse finanziarie e il sostegno di migliaia di parrocchie. ora sono i dati delle forze dell’ordine, non ce li inventiamo noi. eppure è avvenuta la censura dei mass media, che riportano solo la solita trans seminuda per dare la solita immagine “oscena” che dal vivo NON esiste, non è la realtà che vive la gente lì presente..tale e quale a quella che riportano alcune bigotte come Virginia e Alexandra. E credimi a me rattrista molto, perché anch’io la pensavo come loro. Ma ho visto che non è assolutamente così!!!
Quindi pur condividendo ciò che dici, è vero bisogna rivalutare moltissimo il marketing e la comunicazione, bisogna evitare certi eccessi inutili e comunicare di più sulla sostanza, l’immagine esterna che viene data in Italia ad una famiglia media che guarda la tv..perché l’Italia purtroppo non è la Francia o la Spagna..ricordo che in Italia c’è anche un problema di censura. Bisogna lottare per la libertà piena d’informazione. in ogni caso ricordo che anche le femministe protestavano contro quello “stronzo fallocrate” di Paolo VI, eppure le loro leggi sono passate tutte, forse grazie all’ondata sessantottina..ma non negherai che donne così erano viste male in giro dalla gran parte perbenista degli italiani.. sarebbe bello casomai se in Italia, oltre a quel restyling di marketing, nascesse un movimento d’ispirazione cristiana sui diritti civili, contrapposto al vaticano. le possibilità ci sono grazie ai gay credenti.
in più ti ricordo che la battaglia per i diritti civili non è per i soli gay ma PER TUTTI, anche per te. TUTTI siamo minoranza in qualcosa, il movimento glbt insieme ai loro alleati etero vuole rivendicare la laicità dello stato, il diritto ad esprimere il proprio modo di essere, unico e irripetibile, il diritto ad essere persone. E’ un diritto umano, anche voi dovreste scendere in piazza.
Lorenzo, ti ha ricordato qualcuno che anche Hitler andrò al potere in modo assolutamente democratico, si è visto il seguito.. il tuo problema è che non comprendi come mobbing sul lavoro, sulla strada o dovunque ti trovi, violenza verbale, stigma sociale e pressione continua nei confronti di una categoria di persone(glbt) non è paragonabile alle cazzatelle sportive(a meno che non parli di violenza negli stadi, e ti darei ragione) o alle baracconate durante il funerale. su un po’ di buon senso.. La violenza morale non rientra nella libertà d’espressione E’ VIOLENZA, e come tale dovrebbe essere anche punita. istigare all’odio e al disprezzo in modo continuo nel tempo crea danni alla psiche di tante persone, elimina l’autostima e crea frustrazioni. viola la libertà altrui, il suo diritto a vivere in modo degno e sereno, quindi ciò che difendi tu non è libertà ma la sua negazione. non dico che non puoi pensare ciò che si vuole, anche che lo sterminio degli ebrei fosse giusto, ma certe cose è meglio tenersele per se.
Virginia che dirti? io ho solo risposto con leggero sarcasmo al tuo sarcasmo nei confronti di coloro che secondo te erano solo una massa di vittime piagnone o travestiti osceni. Ma NON E’ COSI’, tu dovevi guardare dal vivo il corteo, una festa che magari per il colore e la musica avresti detto è comunque una “carnevalata”, ma non c’era nessuna oscenità. E nessun ipocrisia di chi vi partecipava e guardava, perfino un’anziana con i bigodini che salutava la gente dalla finestra. Per paradosso quell’anziana è più mentalmente aperta di te. chi parla di carnevalate si mette allo stesso livello di bigotti repressi come Giovanardi che vorrebbero le disco chiuse a mezzanotte.
Alexandra: desiderare diritti quando già ti assumi delle responsabilità(pur non essendo sposata) non vuol dire avere “privilegi” ma è una questione di giustizia. a maggior ragione per chi non può ora accedere a nessun istituto(coppie gay). E anche a te: siamo insopportabili tutti insieme??? non la pensavano così i tanti, tantissimi etero che hanno partecipato. ripeto: partecipare DAL VIVO prima di commentare le cazzatelle della tv.
Facciamo così: se qualcuno intende rispondere ai miei commenti, prima li legga.
Non vorrei trovarmi a dover ripetere sempre le stesse cose: ad esempio, per parlare con Angelo adesso mi toccherebbe per l’ennesima volta copiaincollare tutte le mie frasi con le quali dicevo (e ripetevo…) che la violenza fisica e l’insulto non rientrano nella libertà d’espressione. Ma mi sono scocciato.
Angelo, guarda che in fondo abbiamo detto la stessa cosa.
Il bisogno che hai avuto tu di specificare che non siamo in Francia o Spagna è esattamente quel “Ma loro non sono tutti, non in Italia, non ancora” che ho scritto io e questa differenza è il cuore del problema.
In Italia prima di arrivare ai contenuti c’è tutto uno strato solidissimo che fa da schermatura e impedisce alla gente di sapere, di ascoltare, di valutare e quello strato è fatto da quella censura ma anche da una cultura difficile da scardinare che porta una grossa fetta di popolazione a vedere nel gay un carnevalesco figuro che vuole solo ballare in piazza con le piume di struzzo, i cui diritti continuano per questo a essere considerati solo suoi e di conseguenza non meritevoli di appoggio a meno di non provare a propria volta il desiderio di mettersi il rossetto.
E qui non è solo un problema di censura, ma proprio di cultura di un paese che non sa che il gay non è “diverso”.
Voglio dire, ancora c’è chi dice che ci si può curare, non si può ignorare questo problema solo perché lo si considera frutto di propaganda, perché questo problema, purtroppo, è maggioranza.
Le strade sono due: si può considerare anche questa discriminazione che fa da ombrello a tutte le altre un’ingiustizia, lo è, nessuno potrebbe negarlo e prenderlo di petto, oppure ci si può sedere intorno a un tavolo e rendersi conto che è così, oggi in italia è così, se tra 300 mila persone c’è un solo trans con le piume di struzzo la tv quello farà vedere e dirà che quello è tutto quello che c’era.
Allora forse vista la situazione, a meno di non andare a manifestare in spagna, è indispensabile capire che almeno nella fase iniziale bisogna “adeguare” il linguaggio a quel problema là che è primario perché finché ci sarà renderà inefficace qualsiasi altro messaggio, anche se non è giusto che sia così, anche se questo significa cedere all’ennesima discriminazione.
Ho parlato di opportunità non a caso.
Si può discutere un secolo sull’essere giusto o meno che un trans possa scendere in piazza a ballare il samba, avresti ragione tutto il secolo, ma il problema è: sarebbe utile alla “causa”?
Quando hai a che fare con una casalinga che crede che essere gay sia una malattia, andare a ballarle davanti, anche uno solo su 300 mila ma per lei saranno tutti perché il sistema informativo italiano quello le farà arrivare, è una scelta “strategica” furba?
Non sei in america, dove quasi è il NON essere gay a essere considerato anomalo (iperbole), questa è la realtà italiana, le armi le hanno in mano loro, è inutile star lì a dire che è sbagliato e farne oggetto di ulteriore battaglia.
E’ così e puoi solo prenderne atto e attrezzarti per aggirare l’ostacolo.
Conviene a te.
Il problema è questo, credo, in Italia.
All’obiettivo della libertà e dei pari diritti si vuole sommare quello della libertà di girare vestiti come più ti pare, di baciarti nei locali come qualsiasi etero senza esser guardato con schifo, ecc…
Sono tutti diritti giusti, tutti, dal primo all’ultimo, ma il raggiungimento dell’accettazione totale è un percorso culturale talmente lungo che è paragonabile alla democrazia in medio oriente e la battaglia fatta di petto per ottenerli tutti insieme in un colpo solo solo perché sono tutti egualmente giusti, in un paese come l’italia, equivale a esportare quella democrazia in Iraq a colpi di esercito.
Ce la porterai, la gente andrà anche a votare, ma la radice culturale della gente non avrà fatto in tempo a capire di che stai parlando e per questo alla prima crepa il castello ricrolla.
E’ come se il solo fatto di essere vittime di discriminazione concedesse un lasciapassare per qualsiasi battaglia, condotta in qualsiasi modo, perché è giusto che sia così.
No, non è così.
Lo è nell’ideale di molti, non lo è in piazza, non lo è in Italia.
Secondo me forzare una direzione diversa da quella che ti dovrebbe convincere che conviene prima di tutto a te adeguare quella piazza a quel nemico censura che ogni volta te la rende inefficace, sarà anche legittimo, ma è totalmente inutile ai fini di ciò che vorresti ottenere.
E’ come aver perso la capacità di capire se si sia scesi in piazza per il diritto di avere i diritti o per il diritto di scendere in piazza.
Non so se mi sono spiegato.
Poi, i diritti che si vogliono ottenere riguardano tutti, anche me.
Oh quanto hai ragione.
Ma ragione ragione, eh.
Ora però ti chiedo una cosa: allora perché lo chiano gay pride?
All Pride, non sarebbe più adatto?
Son mica diritti di tutti?
“EvribadiPràid” non dovrebbe vincere il concorso “come lo chiamiamo?” scavalcando “gay pride” di almeno venti posizioni?
Se tu quella giornata la definisci la Giornata dell’orgoglio gay, io posso anche venirci in piazza con te, anche solo per approfittare dell’occasione per rivedere un discreto numero di cari amici che non vedo da un bel po’, ma io in quella piazza ci verrò da appoggio alla tua, di causa, non alla mia, perché io al momento non sono gay e tu, non io, la parola gay ce l’hai messa nel titolo.
Allora puoi dire quanto ti pare che i diritti sono anche miei, ma finché ti approprierai di quella manifestazione ti sarai appropriato anche di quei diritti e a scendere in piazza con te ci saranno si anche gli etero ma solo quella parte che non ha paura di sfilare accanto ai gay e saranno anche molti, ma di sicuro con quella scelta te ne sarai perso una bella fetta di quelli che davanti alle telecamere al gay pride, da etero, non ci vanno.
E quella bella fetta è esattamente quella differenza numerica che ti consentirebbe di faticare molto meno per vincere.
Da qui il discorso sul rifare tutta la strategia.
Da qui il discorso sull’opportunità.
Quando io leggo “Gay Pride” do tutto il mio appoggio perché credo sia giusto.
Ma non la considero una manifestazione che combatte anche per i miei, di diritti, perché a me di poter baciare un uomo in un locale non me ne frega nulla.
Mi interessa che tu possa farlo, certo, e infatti se scendo in piazza lo faccio per darti una mano, ma quella manifestazione non mi riguarda, non combatte per me e non lo dico io lo dice la manifestazione stessa e quelli che organizzandola hanno deciso di specificare che è Gay.
E se tu mi dici che anche se si chiama Gay Pride, i Pacs, i DiCo e tutto quello che vuoi riguardano anche me, io ti dico che hai ancora, di nuovo, ragione, ragionissima, ma tu mi stai mettendo in minoranza perché mi dici “Scendi in piazza con noi, quando noi avremo ottenuto la nostra libertà tu ne beneficerai tanto quanto noi”.
Mi hai strumentalizzato, mi hai chiesto di far numero in quei 300.000 per attaccare ai miei diritti di cittadino che paga le tasse pure un discreto numero di tuoi di cittadino gay, che paga le tasse.
Non siamo pari, quel giorno.
Sono io etero che scendo in piazza con te gay, alla TUA manifestazione.
E’ un po’ come fregarmi.
Mi dici che combatti per i Pacs, che riguardano anche me, mi convinci a scendere in piazza con te e poi quando ci arrivo scopro che di Gay Pride si parlava e quindi alla richiesta dei pacs se ne sono aggiunte una serie di altre che non mi riguardano se non nel senso assoluto di libertà per tutti.
Una manifestazione che combatte per i diritti di tutti non si chiama gay pride.
Oppure sì, ma per un percorso lessicale talmente sofisticato, che se metà della popolazione non lo capisce e non ti segue non puoi certo lamentarti di aver subìto l’ennesima ingiustizia.
Sei tu che da gay vuoi fare il sofistico.
Hai ragione, fai bene, è un tuo diritto, ma non ti assumerei mai al reparto pianificazione di un’agenzia di comunicazione.
Ma non perché sei gay, proprio perché non sei capace.
Broono, il Giuliano Ferrara de’ sinistra.
Hai anche voglia di espanderla e spiegarmela o volevi solo essere TREMENDAMENTE offensivo?
Scherzi? Ti invidio, magari avessi io la strabordante, inattaccabile dialetticità dell’elefantino.
Beh…messa così è meno TREMENDAMENTE offensiva, lo ammetto.
(grazie)