Benchè CE ne fosse bisogno

Caro Sofri, quello anziano. Tu lo hai fatto il ’68, io ci sono nato. Io sono cresciuto in quella Roma presidiata dalla polizia. Tu hai intelletualmente lottato contro quel modo di essere Stato e quel modello economico; io l’ho vissuto così intensamente che l’ho lasciato.
Io abitavo vicino a dove si riunirono per decidere della morte di Moro. Io mi sono subito tutti blocchi di polizia, e mi sono visto il mitra spianato controllare la macchina di una famiglia con le paperelle che va al mare ad Ostia; a nove anni e mezzo. Quelli della banda della Magliana e quel baretto di Via Chiabrera non me li dimentico. E non mi dimentico il funerale della scorta degli agenti di Moro.
Non ti sto accusando di nulla, ti sto solo chiedendo un favore, a te e a chi magari sa qualcosa, accomunandoti solo per filone generazionale a Curcio, a Moretti, a Fioravanti: diteci come è andata, non dite “Ho ricordato, benchè non ce ne fosse bisogno, che lo Stato di quegli anni ’60 e ’70 aveva uomini e organi capaci di ogni illegalità e di veri crimini.”. Ce ne è bisogno, eccome.
La generazione dei vostri figli vuole adesso andarci al potere. Senza casini e senza farsi male. Saremmo contenti di sapere qualcosa delle nostre radici, prima che la vita vi porti via a tutti.
Penso che ce lo dovete, no?
PS: grazie per averne fatto un nome di quelle persone dello Stato che decidevano a tavolino della sorte di tante persone.

(Visited 97 times, 1 visits today)

16 Commenti

  1. A margine, resto perlomeno sorpreso dal concetto di rilevanza che Sofri, quello giovane(relativamente), evidenzia nel suo augusto blog.

    Con il solito fare da intelligentone scocciato dalla cagnara dei nullatenenti della materia grigia (ovvero tutti fuorchè lui, il padre e altre tre o quattro persone al massimo, base di riferimento: tutta la galassia), sottolinea come ci sia stata sovreccitazione su due righe su mille scritte nel pezzo di Sofri, quello anziano, sul Foglio.

    Per dire, il referto di un esame clinico può essere anche abbastanza prolisso. Poi, in fondo, c’è una parola, una sola, che può essere “Negativo”. Oppure, anche, “Positivo”. Chissà, se quando a lui capita di compulsare questi referti, si dilunga nel leggerli per esteso, compreso il numero di telefono della Ausl, gli orari di ricevimento e il logo dell’ospedale. Oppure si sovreccita nel leggere una sola parola, in mezzo a tante altre.

  2. s’offrì?

    Come ricorda Daniele Luttazzi nel suo ultimo spettacolo, Daria Bignardi l’ha recentemente invitato alle “Invasioni barbariche” su La7 e ha subito premesso: “Non parliamo dei suoi processi”. Dell’Utri, comprensibilmente, non ha avuto nulla da obiettare. Anzi, ha aggiunto che il suo giornalista preferito è Luca Sofri. Che, guardacaso, è il marito della Bignardi. Ecco, dei processi di Dell’Utri è meglio non parlare mai. Il senatore ha uomini e mezzi per convincere.”
    Marco Travaglio

  3. Non ti illudere Carletto. I loro segretucci se li tengono ben stretti apposta perchè, se qualche implume si permette di invadere le stanze dei bottoni di loro esclusiva pertinenza, lo possano all’occorrenza stroncare con la forza di un ricatto, un dossier, un format…

  4. I tre che hanno commentato qui sopra – è ufficiale – sono dei deficienti.

  5. e il quarto vien da sè

    comunque, una patente da deficiente da un giornalista del giornale, che suppongo poco amato da piccolo, rappresenta una medaglia della quale mi vanterò a lungo,

  6. più FF mi conta come deficiente più mi onora

    comunque, Luca, ti invito a rifare i calcoli: sono uno dei tre dificienti che aspettavano il quarto per il pokerino

    attesa premiata

  7. “Saremmo contenti di sapere qualcosa delle nostre radici, prima che la vita vi porti via a tutti.”

    Da uomo di sinistra, coetaneo di lor signori, spero che il trapasso avvenga senza ulteriori traumi per questo martoriato paese. amen
    Scusate la brutalità ma quando si toccano certe ferite, mai rimarginate, mi sale il sangue alla testa. Hanno fatto più danni loro a questo paese che mille D’Amato messi assieme. Anche e soprattutto quando si facevano manipolare come coglionazzi.

    P.S.
    @Piti
    Non te la prendere con Sofri, quello anziano. Lui di materia grigia ne ha da vendere per davvero.
    Non facciamo di tutta l’erba un fascio.

  8. Boh, a me l’uscita di oggi con il nome di D’Amato è sembrato un passo notevole. Sono passati 30 e passa anni da quegli avvenimenti, quasi 40 da Piazza Fontana. È caduto il muro di Berlino da quasi un ventennio.
    Io continuo a pensare che potrebbero raccontarci tutto, così, solo per amore di verità.

  9. “Io continuo a pensare che potrebbero raccontarci tutto, così, solo per amore di verità”.

    … o per dimostrare quell’onestà intellettuale che nei salotti è stato il salvacondotto per giustificare la loro presenza, per riempire gli scaffali delle accorsate librerie di loro scritti, che nelle sentenze garantiva enormi, smisurati e indegni sconti di pena.

  10. Gli sconti di pena si sono ottenuti in base ad una legislazione emergenziale che premiava il pentitismo ovvero per la Gozzini. Leggi dello stato.
    Però se torniamo sul fronte giudiziario non se ne esce. La verità uscita dalle aule di giustizia, malgrado l’enorme sforzo della magistratura, purtroppo non copre tanti e tali eventi.
    Ci vorrebbe uno scatto di orgoglio. Io credo che ce lo devono.

  11. e se invece non avessero davvero niente da dire?
    Magari sono veramente dei coglioni che hanno agito solo perchè travolti da quegli ormoni giovanili che di cazzate te ne fanno fare tante. Come gli ulltras dello stadio che fanno comunque meno danni. Provate a pensare come da trentanni degli emeriti deficienti campino e a volte anche bene, sulla rendita di quelle cazzate i cui non sanno neanche il perchè o gli effetti. Un regazzo a ventanni si trova a capo di altri solo perchè urla più forte ed ha letto uno o due libri di quelli importanti che quando citi gli altri ti ascoltano perchè è difficile e quindi dev’essere intelligente, e dopo un po’ qualuno istigato da quelle parole e da altre urlate nei cortei, picchia e magari uccide ed allora questo ragazzo si ritrova leader (?) di un gruppo di terroristi che poi sarebbero le teste di cazzo di cui sopra.
    Quest’uomo dopo quarantanni ha letto più libri, avolte nella biblioteca del carcere, a volte in parlamento, ed ha trovato a posteriori una giustificazione intellettuale alle sue cazzate. Scrive sui giornali, è considerato un intellettuale perchè parla bene e sa scrivere e soprattutto perchè nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo che alla fine sempre di cazzate si parla.
    p.s. mi ci posso mettere da solo tra i deficienti però nessuno mi dà mai ascolto, nemmeno mia figlia, quindi eviterò che qualcuno faccia cazzate in nome mio mentre.

  12. @ lunar: concordo sull materia grigia di sofri, quello anziano.

    Quello giovane, presumo, quello che mi dice di contarmi fra i deficienti, confonde (tende a confondere) la sussiegosità con l’intelligenza. Non gli mancano nè l’una nè l’altra, ma il cocktail non è ben bilanciato.

    E’ la differenza più evidente tra quanto e come scrive l’uno e quanto e come scrive l’altro.

  13. Non ho capito una cosa (questa è veramente irrilevante, ma tant’è. Portate pazienza), invece: nell’intervento di Sofri riportato su Wittgenstein “Federico Umberto d’Amato, già responsabile dell’Ufficio Affari Riservati” è detto e ripetuto più volte.
    Negli articoli ai quali si arriva attraverso il link “sovreccitazioni” del post stesso, fanno invece pensare che Sofri (quello anziano) non abbia fatto nomi (per esempio, sul sito Nuova Agenzia Radicale, ipotizzando che la proposta “indecente” provenisse da D’Amato, si dice: “Fu lui, dunque, a proporre il patto scellerato? Impossibile chiederlo a Sofri, che non si fa trovare”. Altri articoli, in altri siti, manifestano più o meno gli stessi dubbi).
    Come stanno le cose, in realtà? Nel senso: l’articolo del Foglio era una versione diversa rispetto a quella riportata su Witt.?

  14. @Tommaso, si parla di due articoli diversi. In uno accennava di settimana scorsa accennava al fatto che gli fu proposto da un alto ufficiale dello stato di uccidere. In quest’ultimo ha fatto il nome.
    @Janky: a dire la verità è venuto spesso da parte brigatista l’allusione che ci sarebbe una zona di contiguità molto vasta, composta da persone che ancora stanno al potere. E poi c’è la questione detta e ripetuta degli infiltrati di Dalla Chiesa.
    Insomma, io un po’ di nomi li sentirei volentieri. Poi, come dice Moretti, probabilmente la storia non cambierebbe. Ma io penso che ce lo debbano.

  15. Janky, che siano dei coglioni, tutti, è fuor di dubbio. Solo dei coglioni potevano pensare di fare la rivoluzione in Italia. Magari qualcuno più intelligente l’ha capito presto. Altri hanno impiegato dieci e più anni. Poi ci sono i coglioni irriducibili che ancora ci provano. Questi sono casi disperati, da manicomio. La cosa triste di questo paese che molti di loro sono stati premiati. Occupano posizioni di potere. Un paese serio li avrebbe scaricati in un isola deserta senza viveri ne acqua. Invece…

I commenti sono bloccati.