Proviamo a portare la questione ai minimi termini:
Io sono per la pace, tu ritieni che la guerra sia inevitabile. Estrapolando i concetti principali otteniamo: tu = guerra, io = pace.
Guerra = morti.
Pace = vivi e morti per cause naturali.
Forse è troppo sintetico, proviamo a sviluppare il concetto.
Pierino dice: “Sono contro la guerra”.
Analizzando l’affermazione si può dedurre che Pierino vorrebbe essere un highlander. Non potendo, preferirebbe vedere morire la gente soltanto per raggiunti limiti di età o per inesorabile sfiga. Se nonostante l’autorevole opinione di Pierino una buona parte dei suoi simili decide che una guerra è dolorosamente inevitabile, per la proprietà transitiva un sacco di gente morirà prima di vedere il proprio cedimento strutturale.
Ciò che invece viene spesso attribuito a Pierino, ma che non si evince dalla suddetta affermazione è: “mi incazzo solo se muoiono quelli alti” o “mi fanno pena solo i morti scapoli”.
Pierino invece è ben conscio che questa volta non si tratta di scegliere tra Coppi e Bartali, Baggio o Del Piero, destra e sinistra e sa di trovarsi davanti a un dualismo molto più banale: vivi o morti.
Mi immedesimo in Pierino.
Se c’è una guerra ci sono dei soldati che vengono mandati a combattere. Per una sua bizzarra peculiarietà la guerra può essere letale per i soldati.
Conclusioni:
Io non volevo che i soldati andassero in guerra. Voi si.
Io non sono responsabile. Voi si.
Senti, questa guerra non andava fatta: ma non è che si può dire quasiasi banalità priva di senso per questo. Della tua schematizzazione potrei spiegarti diffusamente i limiti: ma penso che per capirli ti basti una battuta spiccia. Vallo a dire agli iracheni che pace significa vivi e morti per cause naturali. Vallo dire ai kosovari. Vallo a dire ai cileni del 1973. Eccetera. Ciao, L.
Certo che è banale, mi sembrava di averlo dichiarato in apertura: “Proviamo a portare la questione ai minimi termini”. In ogni caso, se ne avrò l’opportunità, raccoglierò il tuo invito e andrò a esporre il mio concetto agli iracheni ai kosovari e ai cileni. Possibilmente con un aereo di linea.
Spiacente, ma devo accodarmi. Il sillogismo, messo così, non vale un cazzo. Varrebbe altrettanto la schematizzazione opposta:
tu = guerra (per fermare dittatore cattivo che fa altre guerre e fa infelici i vivi e – assicuro – anche i morti che ammazza).
io = pace (che non cambia un cazzo perchè il cattivo ogni strategia pacifica l’ha sempre aggirata).
Guerra Usa = morti per salvare vivi e rimanerlo.
Pace Saddam= vivi e morti per cause ìer niente naturali.
Citazione da Emile Boutroux: “C’è qualcosa di più terribile della guerra. E’ la pace comprata con la totale rinuncia alla vita e alla legge”.
Citazione di Luca Sofri: “Questa guerra non andava fatta”.
Mi associo.
Mamma mia. Il livello è davvero sublime. Post come questi fanno capire perchè chi accetta questa guerra ha almeno delle buone ragioni mentre chi la rifiuta purtroppo non ne ha.
Mi accodo agli esercizi di alta arte sillogistica:
Le locomotive fischiano.
Gianmarco Neri fischia.
Gianmarco Neri è una locomotiva.
il problema è che non si può ridurre ai minimi termini tutto….esistono i numeri irriducibili e anche le questioni irriducibili: la guerra lo è….
sono d’accordo con Luca e Facci: sono contro questa guerra, perchè è sbagliata, inutile e ingiusta (ingiusta nei confronti degli iracheni, non di Saddam).
D’altra parte pare che il dibattito verta su quale sia il sistema migliore per evitare morti (cioè raggiungere la pace): discutiamo di questo….
Lo slogan “Io pace, tu guerra” è bello ed intelligente, perché riporta tutto ad altezza umana. E se l’esordio “da questa parte della tastiera” di Gianmarco ci aiuta a semplificare ed a guardare le cose per quello che sono, mi pare un gran successo.
Non sarà che comincia a serpeggiare un po’ di senso di colpa tra le truppe, per via delle mani sporche di sangue?
Gurdate, non c’è molto da dire su un post come questo ed è svilente anche commentarlo (mi sto svilendo). Peraltro dimostra solo una cosa: il distacco del pacifismo dalla realtà. Questi signori non hanno imparato nulla e non tengono conto di nulla. Tutto è un dogma. La realtà non interessa. Il trionfo dell’ideologia nel nome della pace. E’ triste, davvero triste.
Non c’è un ragionamento alle spalle. Solo il rifiuto di un mondo che ci si rifiuta di comprendere. L’utopia allo stato puro. Come tutte le utopie, inutile e pericolosa per l’uomo, la giustizia e la libertà. Luca Sofri e Facci lo hanno detto bene. Vedere la guerra come il male per eccellenza impedisce di riconoscere il male dove c’è.
Come Enzo, trovo veramente svilente il “concetto” di equivalenza espresso in modo così semplicistico e distorto.
Gianmarco, scusa, ma “pace” nel senso di NON FARE NIENTE per l’Iraq significa “vivi e morti per cause naturali?” Proveresti a ripetere l’affermazione davanti a uno degli iracheni scappati a Londra anni fa che ha perso mezza famiglia torturata dai neonazisti del regime iracheno? La “pace” con Hitler l’avresti considerata allo stesso modo un lavaggio di coscienza?
Si stanno esagerando vittime “normali” – spiace dirlo, ma la guerra fa vittime, i miei genitori a cinque anni scappavano dalle bombe americane a Milano, eppure già allora non colpivano indiscriminatamente i civili, e già allora a liberazione avvenuta nessuno di quelli che scappava stava a urlare contro il famigerato “imperialismo americano” – tranne i fedeli del nostro caro vecchio Benito del “complotto pluto-giudaico-massonico” e della “perfida albione” e altre belle accuse scarica-barile di cui oggi i pacifisti accaniti sono gli eredi. Oggi basta che 14 persone muoiano in un incidente che forse – ma figuriamoci, sarà sicuramente propaganda americana – non sono stati colpiti dagli USA ma dalla contraerea irachena, e oooh “strage”. E allora quelli uccisi “normalmente” durante la “pace” del regime? E’ quella la pace? Basta che non ci sia l’America che interviene, si chiama “pace” anche quando è di fatto guerra. La responsabilità di sostenere, involontariamente ma sempre sostenere, la propaganda di un regime fascista come quello di Saddam, quella non pesa? State a dire le stesse cose di gente come Le Pen, Haider, e ovviamente il Ministro della DisInformazione di regime iracheno, Saddam, bin Laden (sì, i proclami contro l’america sono gli stessi) e non vi pesa manco un po’?
Caro “Enzo”,
grazie per il tuo svilimento, che tutti noi apprezziamo molto.
La prossima volta però, un nome vero ed indirizzo di posta elettronica vero aggiungeranno alle tue opinioni un tocco di serietà, che non guasterebbe in questi casi.
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From : ivoforni@katamail.com
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Caro Ivo più che l’indirizzo email è importante tentare di esprimere un ragionamento che abbia un minimo di consistenza. Chi ha scritto questo post avrà pure un indirizzo email ma di testa ne ha dimostrata poca. D’altronde siamo sul sito del contatore…con tutto il rispetto la serietà è altra cosa. Ah, e non sono Monica. Mi spiace per il tuo istinto da segugio.
caro Enzo, tu puoi esprimere i concetti che credi e le idee che sostieni giuste dove vuoi, ma per farlo QUI (dato che questo non e’ il salotto privato di casa tua) dovresti per lo meno seguire le regole del padrone di casa, belle scritte in calce. Cito:”Secondo: per commentare bisogna per lo meno avere le palle. Ergo: ci si firma, con nome e e-mail.”
Per quanto riguarda il resto, non mi stanco mai di ripetere che definire i pacifisti utopici mi pare quanto meno offensivo. Cosi’ come reputo offensivo (e difatti evito di commettere la leggerezza) definire quelli che, per motivi che possono essere i piu’ disparati, questa guerra la reputano “necessaria” dei crudeli guerrafondai. Se noi pacifisti siamo dogmatici, voi “necessaristi” siete quanto meno abitueè di una noiosa generalizzazione.
Che sillosgismo…
Incredibile amisci!
ma davvero c’e’ gente che pensa che questa guerra serva a portare la democrazia in Iraq?
e che cosa vi ha portato Babbo Natale quest’anno?
Oppure.
Conclusioni:
Tu scrivi delle cose per cui sembri scemo
Io no
Che la Guerra/pace sia con te
Oppure.
Conclusioni:
Tu scrivi delle cose per cui sembri scemo
Io no
Che la Guerra/pace sia con te
The superior man loves his soul, the inferior man loves his property.