Ho letto il tuo post sulla “vera” censura, quella commerciale e non politica. C’è anche il libro (non è l’unico, per fortuna) a portare testimonianze di quel che dici. Bello! E’ vero, come negarlo: non c’è cosa peggiore che parlar male di un prodotto su testate che devono l’ottanta-novanta per cento del proprio fatturato alle inserzioni pubblicitarie.
Tolta la foglia di fico, però, vogliamo anche mangiarla? Provo a cucinarla e condirla io. La censura politica non esiste, perché noi, caro Filippo, siamo giornalisti che lavorano facendo finta di non avere un’opinione. Ma l’abbiamo, e di solito lavoriamo là dove “l’idem sentire” è più forte. Il mio editore è di sinistra (variante rutelliana o prodiana)? Ecco che mi assume, ponendo a frutto anni di militanza semi-clandestina. Idem per la destra.
E se non c’è identità di vedute, se per avventura scriviamo su un giornale dell’altra parte, qualunque essa sia, stai tranquillo che di fronte alla pagnotta saremo i primi a metterci i guanti di velluto e a non disturbare lo skipper. Senza bisogno di occhiuti censori. Perché se censure vi sono, sono solo per eccesso di zelo o per involontaria omissione, mai per radicati dubbi di coscienza…
No, non farmi questo caro Antonio (anche se non ci conosciamo).
Il giornalista ha delle idee proprie: inutile nasconderlo, inutile negarlo con forza, inutile qualsiasi forma di “ho la coscienza candida”.
La censura interiore non ha questa grande forza che paventi. Se ci si trova (nefandezze dei casi della vita) a scrivere per un editore situato nel campo avverso, può anzi intervenire l’effetto opposto: il prototipo del kamikaze, il fantasma del dissidente, la figura del martire.
Ci si sforza di non cedere su nessun punto (magari senza estremizzarlo)pur di restare coerenti e di assurgere a vittima sacrificale sull’altare della censura politica.
Esemplare il caso Santoro: pur nelle avvisaglie della burrasca ha voluto procedere a vele spiegate verso un naufragio che gli ha regalato la fama di esilitato di lusso e che gli consentirà un trionfale re-ingresso nella televisione italiane in caso di vittoria dell’Unione. Entrerà a passo leggero, commosso (con gli occhi lucidi come in Real Politik), integerrimo nel suo completo grigio come la corona di capelli. Quanta saggezza, quanto onore, quanta miseria per aver forzato la mano quando non doveva.
Ma Antonio Dini chi? Quello che gli piace tanto il Mac e che scrive in ogni dove del Mac, sul Mac, per il Mac?
A me non sembra che tu ti faccia tante paranioe sulle sviolinate ad Apple. Quando scrivi ”Ci si sforza di non cedere su nessun punto” ammetti almeno che in questo sforzo, nel tuo caso, non sempre riesci a ”non cedere”…. su questioni legate all’informatica made in Cupertino.
Ma Antonio Dini chi? Quello che gli piace tanto il Mac e che scrive in ogni dove del Mac, sul Mac, per il Mac?
A me non sembra che tu ti faccia tante paranioe sulle sviolinate ad Apple. Quando scrivi ”Ci si sforza di non cedere su nessun punto” ammetti almeno che in questo sforzo, nel tuo caso, non sempre riesci a ”non cedere”…. su questioni legate all’informatica made in Cupertino.
Santo cielo. Il nick Win98.
Dove arriveremo.
Ci siamo già.
Antonio Dini, te lo dico con gentilezza autentica: parla per te.
Mi avete stufato!
Facci, per una volta, ti bacio!
Parla per te, scrivi per te, fai il conto sulla tua di coscienza e non tirare gli altri dentro. Io dopo aver girato una decina di redazioni mi trovo benissimo dove sto, dove l’unico richiamo ricevuto in sei anni dall’editore è stato per un paio di errori di battitura in un pezzo che gli era piaciuto molto. Richiamo, mo’…
Se parti con la convinzione che in nome della pagnotta sei capace di mettere i guanti di velluto, fallo, e fallo per gli strafatti tuoi. Io non sono come te. E uno!
La sindrome del kamikaze? Come no! In Italia poi, giornalisti kamikaze in ogni dove…peggio dell’IRAQ!
Per un Santoro (che l’ha pagata e la sta pagando tuttora) ci sono 1000 più realisti del re, ma forse io vivo in un altro Paese, evidentemente.
Straquoto Ubikindred,
ma dove vive F.F. (al Giornale suppongo) dove li avete visti tutti questi giornalisti dalla schiena dritta, che tengono alla propria opinione, e scrivono sempre quello che pensano senza pressioni interne o esterne ?
Ma li leggete i giornali o guardate i TG ? Stessi titoli e stessi argomenti dalla stessa parte l’una o l’altra che sia. Se nessuno vi ha mai fatto un richiamo è solo perchè avete scritto quello che il vostro capo voleva.
Straquoto Ubikindred,
ma dove vive F.F. (al Giornale suppongo) dove li avete visti tutti questi giornalisti dalla schiena dritta, che tengono alla propria opinione, e scrivono sempre quello che pensano senza pressioni interne o esterne ?
Ma li leggete i giornali o guardate i TG ? Stessi titoli e stessi argomenti dalla stessa parte l’una o l’altra che sia. Se nessuno vi ha mai fatto un richiamo è solo perchè avete scritto quello che il vostro capo voleva.