Proliferano sulla rete tanto quanto le bandiere della pace sui balconi d’Italia gli identikit (realizzati online grazie a Ultimate Flash Face) di Mery Terry, l’involontaria protagonista del blog Lo scopriremo solo vivendo, magistralmente scritto e gestito da Ilenia. Nella ricostruzione grafica della cuoca di verze cotte potentina si sono per il momento cimentati Macchianera, Full(o)bloG, MU Blog e Clutcher.
A Mantellini, che guida la cordata della coalizione “Mery Terry Libera“, l’idea del concorso è piaciuta punto e, secondo me, esagera. Mery Terry esistere, esiste. Ma potrebbe non chiamarsi Mery Terry. E, credo, ormai vive in parte nel mondo reale e in parte nella fervida fantasia di Ilenia che, da inconsapevole umorista, ha sicuramente accentuato difetti, limato pregi, isolato e agitato all’interno di una cassa di risonanza le caratteristiche del personaggio che ha creato. L’idea della foto credo sia solo una boutade: primo perché se Ilenia scrive come scrive sprovveduta non è; secondo perché a nessuno – in fondo – interessa sapere com’è davvero la coinquilina dell’autrice. Mery Terry deve rimanere parola scritta ed è patrimonio dell’immaginazione. Perché solo in questo modo esiste davvero.
poi me ne vergognerò … però il motto di tutta questa storia, che vede molti convinti che mery terry sia solo il frutto della fervida e geniale mente di ilenia, è il seguente : esistere, esistere, esistere
Spero per voi che Mary Terry non abbia un fratello molto cattivo. ;)
Tra le migliaia di blog che esistono, ci sono quelli che parlano di cinema, altri di politica, altri di ricette di cucina ecc. Ora; il blog di Ilenia, che si è rivelata davvero autrice geniale di tutto rispetto, è diventato una sorta di “sit-comedy” che potrebbe intitolarsi “Le avventure di Merry Terry” (poteva anche chiamarla Petronilla o Giuditta, che importa?). Ilenia, che scrive molto bene (forse un po’ troppe parolacce, ma io sono una vecchia signora d’altri tempi ;-) ha creato un “personaggio” umoristico per nulla diverso, che so, da Jeeves o dalle svampite padrone di casa di Jerome o dal commissario Clouseau. E tutti i “personaggi” creati in letteratura o nei fumetti, si ispirano sempre a personaggi reali: è proprio per questo che hanno tanto successo, perché sono di base veri, ossia credibili. Giustissimo quindi quello che dice Gianluca.
Ma come diavolo si fa a salvare la faccia? (nel senso di Ultimate Flash etc) Se salvo salva non si sa dove, non sul mio hd.
dico solo questo: hai capito.
e io ne dico un’altra sola, ilèeeeee: sollevi l’anima con quello che scrivi, purgandola con le risate e i sorrisi
posso dire una cosa molto da profano (perché ho scoperto mery terry solo oggi grazie a questo post) e molto da nemico della fuffa? bé eccola: non capisco cosa ci sia di divertente. silvia ballestra prende per il culo gli studenti abruzzesi a bologna e tutto il mondo vorrebbe strozzarla (dopo il primo libro), e questo già 8-9 anni fa. e ora arriva ilenia, che fa la stessa operazione ma anche con meno autoironia (non essendo, pare, lei stessa potentina), e l’anfiteatro globale (che bella espressione anni ’90, nevvero?) viene giú dalle risate. ah, e posso solo dire che il dialetto potentino rifatto da ilenia sta a quello vero come il dialetto barese fatto da pippo franco nei film di franco e ciccio sta all’originale.
PERSONAGGI. ti sta antipatico sherlock holmes? robinson crusoe era razzista? emma bovary una depressa? il barone troppo rampante? non sopporti malaussène? phileas fogg è uno snob? penelope una tessitrice senza talento? cenerentola una sopravvalutata? biancaneve una pedofila? PERSONAGGI. umberto eco ha ricevuto accuse perchè il suo baudolino non parla il dialetto di alessandria. io posso anche accettare di parafrasare il dialetto potentino. sbagliando si impara, dice mia mamma. e ha veramente ragione, dico io. eccheccazzo.
;-) vai, ilèeeee. gancio al mento e uppercùt (proprio “uppercùt”, come diceva mio nonno)
Cumpà Delio (o forse Zù Delio ballestrato), ovvero del furore filologico e dell’approssimazione critica.
Dotato di una pur encomiabile piattaforma critica “trash”, il nostro si riduce al puntiglio pedante (che dire allora della “Freccia Salentina”: transita forse da Potenza ?). Così con piglio rizelante perde di vista il pregio inestimabile dell’operazione (pregio latente al lettore comune, ma lampante per l’osservatore “radicato”, diciamo pure terrone).
MeriTerri (ma diciamo senza scandalo MeriTerrona) non è solo una implacabile macchina narrativa – sempre ridanciana, spesso geniale – ma soprattutto una folgorante rappresentazione di un archetipo [bù!]: la neozitella sospesa tra tradizione (gastro-sentimentale) e modernità (la metropoli disinibita e un pò escludente). La vera arte non è nello “‘nzu”o nell’armamentario linguistico (giustamente volgarizzato per l’odiens), ma nella descrizione stupita e divertita, un pò carica, ma mai spocchiosa di quel patrimonio di comportamenti (alimentari e amorosi) aberranti e esagerati. Tutto quanto noi abbiamo così presente per esposizione diretta o remota; e che inconscia e velata rimozione ci rende incapaci di raccontare con il gaio distacco di una carpigiana (o piacentina ? ‘e ddonne sì, Ilè ?). Don Delio, questa non è esibizione di panni sporchi (dal campanile?), nè facile ghigno politically uncorrect. Questa è fenomenologia (gesùgiuseppesantannaemaria).
caro delio, mery terry potrebbe essere anche bolzanina, la solfa non cambierebbe.
il vero nocciolo è o sei mery terry o sei il resto del mondo.
e, di solito, mery terry non capisce le battute :)))
vai ilèèè
uhm.. io sono potentino -P .. mo’ vi meno :-P
cari gonio e simona, il mio problema non è che, da barese, mi scoccia per la terrunciella in questione. tantomeno apprezzo il genere umano – e ne ho conosciute, purtroppo, di mery terry’s. il problema è un altro: lo stile di quel blog non mi strappa neanche un sorrisino che sia uno. non mi diverte l’operazione (insopportabile, tra l’altro, il fatto che l’io narrante sia sempre lì con la risposta – acida – pronta, di fronte ad un fenomeno di ottusità senza pari), ma soprattutto non mi diverte il genere stilistico del tormentone – e per lo stesso motivo odio striscia la notizia. la mia sensazione è che sui blog è facile perdere i freni inibitori stilistici: critichiamo con cognizione un film, analizziamo acutamente un libro, ma andiamo in brodo di giuggiole per un blog sui peti.
[in tema di outing… uhm… io sono un irpino espiantato… e se il signor Giuseppe mi mena…. lo dico a zio Ciriaco ;-p ]. Prolungo la tenzone (ma non pretendendo di avere l’ultima parola, mi autolimito: a questo sarà il mio ultimo commento pubblico) con le seguenti considerazioni.. due punti e a capo. 1. il tuo “sgradimento” del tormentone resta un giudizio legittimo, personale (almeno quanto il mio diletto) e tendenzialmente superficiale; 2. sì, perchè dubitando fortemente che tu abbia avuto la pazienza (per me fu piacere) di leggere l’intero tormentone, intuisco che tu non abbia colto nella prospettiva di Ilenia (e ammettiamo pure che sia solo sfottente e etnocentrica) una visione inedita e non condizionata delle tante meriterri che abbiamo conosciuto; 3. l’autrice non specula su uno stereotipo (una MT potrebbe essere atesina o brembana, ma sarebbe altra), ma riconosce una maschera e la osserva interagendovi; 4. il peto fa muover le ganasce, ma a differenza di questo blog non stimola le sinapsi; 4 bis. vabbè, il mio è solo onanismo intellettuale e manolismo critico…
A me sembra un po’ spocchiosa lo sembra…
Caro Effedipi, noi analogici (o solo io) finiamo sempre negli stessi pantani. Anch’io ho usato il programma gentilmente indicato in questo sito ma ho dovuto stampare la faccia e fare a mano certe correzioni (brufoli e occhiaie) perchè non riuscivo a salvare l’immagine sul mio hd. Un’altra cosa, si potrebbe fare una sottoscrizione per un mazzo di fiori anonimi per MT, eccheccavolo mi ci sono affezionata.