Beata l’ingenuità dei senatori Passigli e Bassanini, che si sono visti archiviare l’esposto contro Silvio Berlusconi e l’invio a mezza Italia del libro “Una storia italiana”. I due impulsivi denuncianti hanno candidamente pensato che i costi per la stampa e l’invio dell’opuscolo (23 miliardi) avrebbero dovuto essere conteggiati come spese elettorali. Non farlo, infatti, per quel che può valere al giorno d’oggi, significa violare una legge. Non ci è dato di sapere per quale motivo la denuncia non abbia avuto seguito e per quale assurdo motivo si sia meritata un bollino addirittura a pagina diciassette del Corriere. Dobbiamo desumere che il nostro beneamato minipremier, in un momento particolarmente felice che solo per caso cadeva durante una campagna elettorale, abbia voluto condividere con noi tutti amarezze, dolori e gioie della propria famiglia. Così, perché gli andava. Perché ci vuole bene. Perché c’è chi lo fa sfoderando dal portafoglio il pieghevole con le foto dei figli ritratti anno dopo anno durante la crescita, e c’è chi invece è il padrone delle rotative della Mondadori, ha tredici milioni di francobolli che gli avanzano, e può permettersi di fare le cose un filo più in grande. E ringraziamo che ci ha almeno risparmiato una pallosissima proiezione delle diapositive delle vacanze.
Non ce lo dimostra, ma in fondo Silvio ci vuole bene
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