Sof(R)ismi

Il caso Fuffa, porta alla luce un astio (non nascosto in verità) tra blogger e giornalisti (vedi Luca Sofri e la lettera aperta a lui indirizzata). Lo sport preferito dei blogger è quello di attaccare i giornalisti (soprattutto di incompetenza). Il motivo dell’astio? I giornalisti raccontano i fatti, dicono la loro sui giornali e in tv, possono influenzare l’opinione pubblica (anche se è un po’ una visione da “Prima Pagina”). Questo ai blogger non piace, come non piace alle persone comuni (quali i blogger sono). Ma nel breve tempo che frequento blog mi sto formando un’idea precisa: che i blogger si comportano come i giornalisti. Pubblicano solo quello che gli pare o gli conviene, distorcono i fatti, sono faziosi (più o meno dichiaratamente). L’unica differenza e che loro non hanno un “padrone” (e non è un’attenuante). Si ritengono migliori dei giornalisti e convinti che al posto loro farebbero molto meglio. In realtà si comporterebbero allo stesso modo. Perchè anche i giornalisti sono persone comuni (solo che i loro blog sono un po’ più movimentati)

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21 Commenti

  1. Non hai considerato che anche Luca Sofri può dire qualche stronzata, esattamente come te qui sopra. Succede, io ogni tanto dico persino cose intelligenti. Non vi criminalizzeremo per questo :) Dobbiamo continuare a farci del male o si può passare ad altro?

  2. A questo punto sento il bisogno di dire che io, in quanto bloggatore-non-giornalista o mancato-giornalista, non mi sento per nulla migliore dei giornalisti. “E chissenefrega”, direte voi, giustamente, ma all’improvviso mi sentivo tirato in causa.
    Quando un giornalista mi cita, io mi sento onorato, anche se non condivido il suo stile o le sue idee. Ogni tanto, se trovo un giornalista che dice una stronzata, lo prendo in giro: però cerco sempre di documentare la stronzata, altrimenti sarebbe solo invidia che gira a vuoto. Libero chiunque – giornalista o no – di dimostrare che anch’io dico stronzate e sbeffeggiarmi.
    Infine, può darsi che tra bloggatori ci si copra, come tra giornalisti, ma una cosa è la solidarietà spontanea, un’altra è l’Albo dell’Ordine, con privilegi annessi.

  3. Io non ho capito bene quello che ha scritto Leonardo, però cerco di documentare (per l’ultima volta)perchè ritengo che Uiallalla dica una stronzata.
    Secondo me, il “blogger” è uno che si fa una paginetta web e, quando ha 5 minuti di tempo da buttare, ci scrive quello che gli pare e piace. Libero lui di scrivere, liberi gli altri di leggere. Ora qualcuno mi deve spiegare cosa cazzo c’entra questo con il “comportarsi come giornalisti”. Fare il giornalista è un lavoro, il che comporta seguire delle regole, essere retribuiti, cercare di farlo bene (come tutti i lavori). Scrivere su un blog è un passatempo e, per quelli che non usano i servizi gratuiti, pure a pagamento.

    Passiamo alla fase due: un “blogger”, mentre sta perdendo 5 minuti del suo tempo, usando lo spazio web che si è pagato, critica un giornalista. Avrebbe potuto criticare l’idraulico perchè ha riparato male il rubinetto di casa, oppure la moglie perchè russa la notte. Invece no, critica diciamo Formenti, oppure critica il famoso articolo su repubblica. A questo punto scatta l’apoteosi: come si è permesso? Ovviamente ha criticato perchè è un frustrato rancoroso, perchè voleva fare il giornalista e non ci è riuscito, perchè aspira alla notorietà, perchè vuole dialogare con qualche stella irraggiungibile del firmamento giornalistico italiano. A nessuno viene in mente che il poveraccio, che magari ha 76 anni e non coltiva furori giornalistici o letterari, ha letto una stronzata su un giornale e gli è venuto in mente di commentarla sul suo weblog. Leggiamo un passo di Formenti: “…con i peones che, mentre insultano i giornali, offrono loro nuova materia per continuare il gioco (non senza speranza di ottenere in tal modo un minuto di notorietà)… “. Capito l’antifona? Mi critichi perchè cerchi la notorietà. Leggiamo ora un passo di Genna: “Io conosco bene la psicologia di questi signori qua sopra. C’è gente, qui, che se volesse pubblicare un libro, mi tempesterebbe di manoscritti, profferte, tentativi di entrare in confidenza. Ah, che bello parlare con Luca Sofri! Ah, che bello chattare con Gianluca Neri!” E certo, lui la conosce bene la psicologia di questi signori, stanno tutti qui ad aspettare di pubblicare un libro, o chattare con le celebrità.

    Passiamo oltre, tanto per dimostrare che è un riflesso condizionato e colpisce anche persone che stimo e apprezzo.

    Fase 3, o del “furore antigiornalistico”. Il riflesso condizionato della corporazione ha la meglio, e inizia a diffondersi la tesi del furore antigiornalistico. Siccome siete degli straccioni peones scorreggioni, e non siete bravi e fichi come noi, scrivete dei post carichi di rancore. Questa teoria diviene improvvisamente “innegabile”. Ed è altrettanto innegabile che ci cascano almeno un paio di persone che io personalmente stimo.

    Morale della favola (credo di aver documentato abbastanza, ma volendo posso offrire un estratto cronologico), è difficile per un giornalista ammettere di aver scritto una stronzata, ed è ancora più difficile digerire una critica portata da un qualsiasi peone della rete. Corollario: è invece molto facile zittire il peone con la vecchia favola della volpe e l’uva, oppure sommergendolo di dotte citazioni che, sicuramente, renderanno il peone conscio di essere una merdaccia e lo porteranno a dubitare di se stesso, degli altri, del mondo intero, con conseguenze nefaste anche sulle sue future erezioni.

    Concludo con una nota: anche io sono iscritto all’ordine di qualcosa, eppure se sento dire che il tizio X, mio collega, è un coglione per il tal motivo, non mi ergo immediatamente a difensore dell’ordine costituito. Se è un coglione, l’iscrizione all’ordine tal dei tali non lo rende improvvisamente un genio, nè sminuisce il sottoscritto, che se ne frega altamente. Ed ora vado a completare il manoscritto che ho in serbo per Genna (scherzavo, che hai capito? Dai, non fare così…)

  4. Visto che si parla della mia lettera intervengo. Non odio il giornalisti. Non l’ho mai detto. Leggi bene. Quindi il tuo intervento non dovrebbe riferirsi alla mia lettera. Mai accusato i giornalisti di incompetenza. L’idea che ti sei fatta sui blogger e’ deviante e generalizzata. Scrivi che i blogger ‘’Si ritengono migliori dei giornalisti e convinti che al posto loro farebbero molto meglio’’. Sono una blogger e non mi ritengo migliore di nessuno, giornalista o non giornalista. Il mestiere di giornalista e’ difficile e non si improvvisa. E lo rispetto. La mia lettera nasceva da riflessioni libere sull’attacco incondizionato contro i blog. Sì, siamo ‘’fuffa’’. Sì, non sappiamo scrivere come Enzo Biagi. Ma ci piace scrivere, avere uno spazio nostro sul Web. E commentare. Sì, siamo gente comune. Lo sei anche tu e comunemente generalizzi.
    Laura Bogliolo

  5. Caro Uiallalla hai toppato alla grande con questo post. E tieni presente che sono stati i giornalisti ad attaccare i blog comuni. E tieni presente che, come dice la Bogliolo, “l’elite” continua a fare post del tipo “Mario dice questo”,”Pino dice la sua”, “Non sono d’accordo con Mario”. Anzi, quasi quasi adesso ci faccio un post:”dalla fuffa all’uffa”.

  6. A livello deontologico chiunque metta la propria opinione a disposizione di un pubblico attraverso dei media può essere considerato un giornalista.
    Come in tutte le professioni c’è chi è più o meno bravo, ma nessuno di loro ha la verità in tasca. Spetta all’intelligenza del lettore mettere in discussione il loro punto di vista e le loro argomentazioni.
    Un’opinione, per il semplice motivo che le viene data visibilità attraverso i media, non significa che sia LA VERITA’, essa potrà essere condivisa più o meno generalmente, ma rimane sempre un’opinione.

  7. Anch’io ce l’ho coi giornalisti. La maggior parte delle volte che leggo un giornalista che si occupa di cose che so o di fatti che ho vissuto, mi accorgo che e’ fatuo, superficiale, disinformato, irriflessivo. Insomma, mi sono fatto la convinzione che la tessera di giornalista sia solo la licenza del sparare cazzate.

  8. Beh, io non ce l’ho con i giornalisti, poverini… anche loro devono portare a casa la pagnotta. Oltretutto, se non contano un cazzo, i loro articoli vengono sbesso bellamente tagliati e rimontati, per cui non sempre è colpa loro.
    Però (c’è un però!), è vero che se uno conosce l’argomento trattato in un articolo l’80% delle volte si leggono vaccate spaventose (percentuale che sale al 98% nel caso del giornalismo televisivo dove ignoranza e superficialità sembrano essere richiesti nel curriculum vitae).
    Quanto alla difesa di casta, a volte è un pò assurda. Io sono Architetto, e non ho problemi a sostenere che buona parte degli architetti (probabilmente me compreso) starebbe meglio con un rastrello in mano che con un CAD…

  9. rileggendo il mio commento qui sopra mi accorgo che l’italiano è un opinione… ma del resto non sono un giornalista e posso farne a meno!

  10. lo so, adesso mi becco gli insulti ma fa parte del gioco
    una cosa devo dirla: sembrava una discussione seria, era una discussione seria …poi arrivano i vari andrea (anonimo) e mi accorgo che purtroppo e’ meglio smettere qui: lui e’ quello serio, informato, responsabile… grazie della lezione, ne avevamo bisogno, che parliamo a fare? io non ho mai detto, ne’ pensato, che tutti quelli che si chiamano andrea sono cretini, per fortuna ci sono tanti andrea, mi scelgo quelli giusti

  11. lo so, adesso mi becco gli insulti ma fa parte del gioco
    una cosa devo dirla: sembrava una discussione seria, era una discussione seria …
    poi arrivano i vari andrea (anonimo) e mi accorgo che purtroppo e’ meglio smettere qui: lui e’ quello serio, informato, responsabile… grazie della lezione, ne avevamo bisogno, che parliamo a fare?
    io non ho mai detto, ne’ pensato, che tutti quelli che si chiamano andrea sono cretini, per fortuna ci sono tanti andrea, mi scelgo quelli giusti

  12. Io sono nell’ordine: fumettista (mancato), architetto (mancato), giornalista (mancato). Dovrei prendere meglio la mira, in effetti.

    Comunque: in ben oltre due lustri di telematica varia, ho assistito spesso alla sindrome collettiva del “dalli al giornalista!”; non a caso il povero Paolo Frajese si attaccava al modem sotto falso nome. Capita, penso sia fisiologica, se ne è già scritto e discettato fin troppo.

    Quel che voglio dire è che non si tratta certo di un fenomeno legato ai blog, se non considerandoli come ultima incarnazione del muretto telematico (“community” per chi paga): bbs, chat, newsgroup, forum, eccetera. Si ritorna al tema della forumizzazione, ma è tutto lì.

  13. La risposta di Pino, giornalista che stimo (non ho resistito alla tentazione della rima baciata terrificante!), da adito a una domanda: se tutti gli Andrea di questo mondo sono cretini è un problema che riguarda chi si chiama Andrea. Io, che mi chiamo Stefano, il problema non me lo pongo (oltretutto, con il mio rastrello in mano, ho ben altro per la testa!).
    Se invece mi succede di sentire in tv o leggere su un gornale cose fuori luogo o, a volte capita, palesemente false, il problema della qualità dell’informazione che ricevo me lo pongo.
    Se leggo un blog “non professionale” (qualunque cosa significhi), uno di quelli “fuffa”, mi aspetto solo di essere intrattenuto. Se mi annoio vado a leggere altro.
    Ma se leggo un giornale, guardo un tg o leggo un blog di un giornalista, mi aspetto di essere INFORMATO, mi aspetto di sapere cosa è successo, dove è successo, quando è successo e come è successo.
    Poi mi piace anche sapere l’opinione del giornalista sul fatto e, se il giornalista è bravo, spesso ne vale la pena, anche se non la pensa come me.
    Ma se mi rendo conto che il giornalista sta dicendo cose sbagliate, abborracciate in qualche modo, superficiali, mi da fastidio.
    Perchè i giornali che leggo li pago, i tg pure (via acquisto di prodotti pubblicizzati sulla rete).
    I blog di giornalisti non li pago, almeno per ora, e nonostante ciò hanno mediamente un livello qualitativo più alto dell’informazione tradizionale.
    Ma informare bene è un dovere del giornalista, come calciare bene è un dovere del calciatore, fare un impianto elettrico bene è il dovere dell’elettricista e fare un sistema operativo che funzioni è il dovere di win, mac, linux, ecc.
    Sembra assurdo, ma è così…
    Un blog “fuffa” questi doveri non li ha, nemmeno quello di essere grammaticamente corretto. Forse solo quello di non essere noioso. Per chi legge e per chi lo fa.

  14. Mi ero ripromesso di tirarmi fuori perche’ appunto (caro vic) lo sparare al giornalista e’ uno sport antico, ma la discussione e’ tornata interessante e non scappo. Vandalo ha molte ragioni e non le nego. L’esempio del nome era solo per far capire che non tutti i giornalisti sono uguali (e come potrebbe?): non si puo’ generalizzare, e’ semplicemente stupido oltre che ingiusto. Per cui certo che tutti dovrebbero essere e informati, certo che in Italia l’informazione non funziona ma questo e’ un altro dibattito (serissimo). Io dico solo che quando sto sul blog sono un blogger. Quando sto al Tg1 ne rispondo professionalmente. Qui, cavolo, fatemi divertire. A costo, anch’io, di fare fuffa. E questo lo lascio giudicare a chi mi segue. In piena liberta’. Come io, del resto, mi diverto alla fuffa degli altri, se sono sono stimolanti.

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