Postulato. L’Italia (verdo-bianco-rosso, presente?) è un paese manovrato da singolarità quantomeno sinistre. Banale ed ovvio come qualsiasi postulato.
L’adagio popolare del nuovo millennio secondo il quale un “ricercato ha più opportunità di lavoro di un ricercatore” ne racchiude il cuore, compiendo una sintesi azzeccata. Only in Italy (coppola-pizza-mandolino, presente?).
Poi vengono le note a margine, i dettagli: mafie, piccole e grandi corruzioni, tangenti; ci sarebbe pure quella storiella della classe politica che, anziché combattere mafia e corruzione, finisce per essere indagata in «partecipazione all’associazione mafiosa Cosa Nostra». E, ancora, la polizia parallela massonica-fascista, «Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera!».
Teorema di Berric. Riconosciuto che la brillantezza è foriera d’idee e conoscenze – nulla a che vedere con l’attitudine a vendere le dottrine degli altri o le proprie basiche reminiscenze – se non sei un tipo brillante e non hai nulla da offrire all’infuori della tua faccia e del tuo nome, in Italia arriverai dove vuoi: i “torrioni” della società moderna (finanza, politica e grande industria) saranno cosa tua ed ottenere le gratificazioni che desideri non sarà mai stato così facile.
Da piccolo sognavi la poltrona di un Dicastero? Alle Riforme. Quando avevi otto anni avresti voluto essere come quel presidente che comprava Charles e faceva vincere scudetti alla tua squadra del cuore? Avrai la tua occasione. Da bambino non sapevi cosa fare ma di certo avevi in mente qualcosa di grande? «Le vie del mondo ti sono aperte, tanto hai le spalle sempre coperte.»
Dimostrazione del teorema di B.. I teoremi, diversamente dai postulati, necessitano di dimostrazione. Prendi l’esserino sopra, perché è a lui che volevo arrivare.
Chi sia lo sapete meglio di me: Stefano Ricucci (Dottor. Ricucci Stefano per gli amici di San Marino), lo stesso che oggi avrebbe dovuto sposare una Anna Falchi dal look ispirato alla Primavera del Botticelli. Gente normale.
Quello che si sa sul palazzinaro da’Roma (e se permettete dei palazzinari son solito–diffidare) si deve a “Il Sole 24 ore“, senza il quale sarebbe stato plausibile dubitare perfino delle generalità dell’odontotecnico di Zagarolo, come nella peggiore tradizione dei gialli scritti male.
Un passato come uomo immagine dell’Unione sportiva Zagarolo nonché d’odontotecnico, professione alla quale lo indirizzò il papà democristiano. Poi arrivarono le due denuncie (datate 1986 e 1989), una delle quali a causa di un’iniezione cui fece da corollario una semi-paresi dell’occhio sinistro, del collo e della guancia.
Storie da dimenticare alle quali lo stesso Ricucci non ha mai fatto riferimento dacché quella che sarebbe seguita era la parte più brillante di una trama che lo avrebbe visto in pochi anni entrare nel mondo della finanza italiana: un miracolo all’italiana, la favoletta del rospo che tramuta in principe (principessa munito).
Una storia – in realtà – fatta d’immobili sovrastimati, intrecci finanziari e put, banche ed azioni, anagrammi e domicili in Lussemburgo: Claudio Gatti serba memoria del fatto che «Ricucci ambiva a fare un ingresso alla grande nel mondo della finanza, senza però tirar fuori soldi che non aveva. Il problema era che neppure il suo pacchetto immobiliare aveva un grande valore. Oltre a garage, appartamenti e una palazzina abbandonata da anni, includeva addirittura immobili il cui acquisto era «da perfezionare» […] Il ritratto emerso non è certamente quello di un finanziere con gli strumenti per conquistare quasi il 20% di Rcs Media Group».
Ma in Italia – libertà sovrana – anche Ricucci ce la può fare, anche un palazzinaro de Roma può entrare nella finanza che conta e giocare a fare raid su Capitalia. È bastevole star simpatico – per quell’aspetto un po’ così – a qualche istituto di credito o alla Fingruppo di Gnutti.
In Italia le idee e le conoscenze possono contare meno di una “laurea” alla Clayton, mezzuccio (simpatico, simpatico…) con il quale Ricucci ha acquisito il titolo di dottore a quarant’anni: paghi 7.640 euro, fai qualche esame inviando per e-mail una tesina a piacere ed il dente è tolto.
Only in Italy, monarchia assoluta della furbizia che assurge a valore.
Sentii dire fuggi via. Fatto.
Dalle mie parti i Ricucci li chiamano rabazzieri. Ma chissà chi è il suo pigmalione.
Diego, complimenti per l’analisi. Ma, senza offesa, ti è sfuggito il vero senso di questa storia, nuova nel panorama italiano.
Prima, quando si presentavano i vari palazzinari e teste di legno, tipo il ciarra o il silvio, avevano dietro ben precisi finanziatori italiani. Oggi invece dietro c’è la filiale londinese di una banca tedesca.
Se ti è sfuggito il senso, è cominciata l’ultima fase della deriva argentina che sta colpendo l’Italia: la svendita. Arrivano (ed arriveranno) da tutt’Europa, e vi compreranno tutto. La Fiat, la distribuzione, le televisioni, i telefoni, evvia evvia.
Rimarrà solo la possibilità di diventare una Florida d’Europa, se si avrà la lungimiranza di mantenere le coste in modo accettabile.
Fabrizio: tutto ciò é rassicurante, io temevo ci fosse dietro la mafia cinese °_°
No. Mia sorella in carriola. La yakuza. Cuccia in videoconferenza dall’aldilà.
No le coste sono andate.
Ha già provveduto la mafia locale.
Fabrizio, secondo me è una storia in due parti, Diego ci ha raccontato la prima, che mi è piaciuta, quella che riguarda la Deutsche Bank è la prossima puntata. (io continuo a pensare che i tedeschi vadano volentieri a farsi le vacanze in Italia, anche lunghe, ma viverci no, come me e te d’altronde; quindi dubito molto della possibilità di diventare la Florida d’Europa)
R.C.S. – Ri*ucci Chi Sei?
Chi c’è dietro Ricucci? Il giallo dell’estate avrà tante di quelle puntate da fare invidia a una soap-opera. Certo è che l’importanza di RCS va ben al di là della quotazione raggiunta dalle sue azioni, così come vedono giusto coloro che collega…
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