Anche se sono lontano anni luce da quel genio di tremonti (meno male), per me hanno fatto solo bene
…finchè nessuno ci spiega IN ITALIANO e non in POLITICHESE, cosa cambia per i francesi….
Da secoli, a torto o a ragione, scendere in piazza o dire dei no, è qualcosa che LORO fanno.
Molti giornali americani hanno riso del NO francese. Alcuni hanno rilevato che mettendo in difficoltà l’Unione Europea i francesi (e quelli che li seguiranno) si sono dati la classica zappata sui piedi. Una zappata dura, di quelle che ci vorranno anni per riprendersi.
Ora l’EU è politicamente più debole. Debole nei confronti degli USA, della Cina, dell’India. Debole nel difendere la sua economia nel mercato globale, e il suo costosissimo stato sociale.
Temo che abbiamo ragione. E non mi fa ridere per niente.
Io non ho davvero capito la Francia cosa ci abbia guadagnato da questa scelta.
Penso che neanche loro lo sappiano bene. Anche perché raramente si sono visti schieramenti più trasversali: nel campo del NO quelli di estrema sinistra che vedono in pericolo il pachidermico stato sociale, quelli di estrema destra che inorridiscono all’ingresso della Turchia e che disprezzano gli ultimi arrivati dell’Est, tutti e due accomunati dal rimpianto per l’epoca d’oro della grandezza francese e da un antiamericaniscmo viscerale.
Nel campo del SI una brodaglia indistinta di vecchie cariatidi, centristi screditati, europportunisti impresentabili di destra e di sinistra. Su tutti, Jacques Chirac, eletto con l’80% delle preferenze grazie alla sinistra messa alle corde da Le Pen, e talmente accecato da questo risultato da dimenticare che al primo turno aveva avuto il 22% delle preferenze. Come dire: sarebbe stato più efficace per il OUI che lui si fosse messo a fare campagna per il NON.
Comunque i Francesi hanno parlato, ed alla fine è tutto quello che conta.
Che forse forse vogliano un’Europa più ‘eguale’?
A proposito di ridere: infatti non c’è niente di scandaloso se una carta che regolerà le nostre vite, come quelle dei nostri figli e nipoti, è sottoposta al vaglio popolare e quindi respinta. Significa che era una cazzata, perchè è impossibile che tutti i votanti francesi fossero degli sbandati incoscienti e disinformati…
Cmq il sito di Attac Italia riporta che..
“Siamo per il NO, perché:
• Una costituzione dovrebbe essere un documento che definisce come si devono sviluppare le relazioni tra le istituzioni, mentre questo trattato determina il contenuto delle politiche.
• Questo trattato è la sintesi delle politiche neoliberiste condotte in Italia, in Europa e nel mondo, siamo di fronte non alla costruzione dell’Europa ma all’adozione del neoliberismo come “religione ufficiale”.
• La Costituzione Europea contiene al suo interno i principi fondamentali del neoliberismo con misure di tipo ideologico: stabilisce come norma il principio dell’economia di mercato aperta dove la concorrenza è libera (III-177 e 178), l’economia di mercato è imposta anche ai servizi di intessere economico generale (detti una volta pubblici) (III-166), afferma l’obiettivo di liberalizzare questi servizi (III-147), consacra l’indipendenza della Banca Centrale (I-30), pone fine a ogni restrizione o barriera agli scambi internazionali e agli investimenti stranieri diretti (III-314), proclama la totale libertà di circolazione dei capitali (III-156).
• Mentre in principio l’Unione europea ha per scopo di promuovere la pace (I-3), la Costituzione afferma che gli Stati si impegnano a migliorare progressivamente le loro capacità militari (I-41), la politica dell’Unione europea rispetta gli obblighi derivanti dal trattato NATO (I-41) che, per gli Stati che ne sono membri, è il fondamento della loro difesa collettiva (I-41 e III-310), mettendo quindi l’Unione europea in stato di sottomissione rispetto alla NATO e dunque agli USA.
• La Costituzione riconosce il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza (II-62, 66, 74), all’educazione, vieta il lavoro forzato (art. II-65), il lavoro dei minori, salvo deroga (II-92), ma gli Stati membri non sono tenuti a applicarli (II-111).
• Sul fronte dei diritti sociali la Costituzione nulla dice in concreto, solo affermazioni di principio: libertà di lavorare, libertà di cercare lavoro (II-75), la limitazione del tempo di lavoro giornaliero diventa durata massima del lavoro (II-91) che potrebbe essere stabilita su base annua.
• I diritti enunciati nella Costituzione sono condizionati e limitati da tutte le altre disposizioni della Costituzione stessa che organizzano la concorrenza libera e non falsata e un’economia di mercato altamente competitiva (I-3), le persone sono messe allo stesso livello dei servizi, delle merci e dei capitali.
• Nelle relazioni con il resto del mondo l’Unione europea contribuisce, nell’interesse comune, allo sviluppo armonioso del commercio mondiale, alla soppressione progressiva delle restrizioni negli scambi internazionali e degli investimenti stranieri diretti (III-314), sottomettendosi alle e sostenendo allo stesso tempo le politiche dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, prima imputata della povertà del sud del mondo con il risultato di: aumento della povertà del mondo, delocalizzazioni, crescita della disoccupazione, crescita della delinquenza finanziaria, privatizzazione progressiva dei servizi pubblici, diminuzione dei diritti sul lavoro, smantellamento del sistema delle pensioni.
• In democrazia ogni Costituzione deve permettere l’alternanza delle scelte, la Costituzione Europea blocca invece ogni politica diversa in quanto stabilisce (IV-443) che ogni modifica non potrà entrare in vigore che dopo la ratifica di tutti i suoi Stati membri, ciò che significa scoraggiare qualsiasi revisione.”
fermo restando che il trattato non è (era?) un capolavoro, non vedo in che modo il no francese possa far avanzare il processo di costruzione europea. L’unico risultato possibile è l’indebolimento di tutti coloro che difendono un’europa politica e unita => si rafforzano le posizioni liberali alla blair => l’europa sociale sognata dai francesi resta una bellissima idea buona solo per la masturbazione mentale.
E’ più che legittimo votare no, ma è falso affermare, come i leader della “gauche du non”, che un rifiuto francese comporterà necessariamente una rinegoziazione o che il no non bloccherà la dinamica europea. l’europa si è effettivamente bloccata, il trattato verrà cestinato e rimaniamo fermi a nizza.
non ci voleva un genio per prevederlo, e i socialisti francesi ne erano perfettamente coscienti.
Personalmente avrei preferito la vittoria del “Sì”, sarebbe stato un passo avanti dell’Europa, che significa anche abbattimento dei confini e impegno alla risoluzione pacifica delle crisi tra gli stati.
Il voto dei francesi, questo NO deciso, questo 70% di votanti, mi ha come prima cosa messo di fronte all’evidenza che io della Costituzione Europea non sapevo (e ancora no so) un beneamatissimo cazzo. Prometto che mi informerò.
Onore ai francesi che dicono quello che pensano. La posizione “Sì all’Europa ma non come la vedete voi”, mi sembra ovviamente degna di tutto il mio rispetto.
Auguriamoci che anzichè una tremenda battuta d’arresto, col tempo il voto francese diventi un bivio che ha portato a cosa migliori.
E ora arrivera’ un bel no anche dall’Olanda, altro paese fondatore.
Come diceva la canzone?
“Se prima ero da solo a ballare l’Hully-Gully, adesso siamo in due a ballare l’Hully-Gully.
Se prima eravamo in due a ballare l’Hully-Gully….. etc etc”
il problema è che il voto francese, espressione delle “tripes” più che del raziocinio, non ha e non può avere nessun “domani” politico, è un’opzione che non apre nessuno spazio, distrugge e basta…
peccato.
Girgo, il tuo mi pare fatalismo. Visto che l’omicidio politico è considerato un reato che cosa deve fare una persona dabbene per esprimere il suo dissenso contro un documento che probabilmente interferirà con molti aspetti della sua vita futura?
Naturalmente il mondo non cambierà domani col NO, e anche se oggi alcuni pagliacci di destra esultano e alcuni pagliacci di sinistra si accaparrano la paternità della vittoria del SI, in realtà sono preoccupati che da un probabile effetto domino ed eventuali altre vittorie del fronte NO che li rimetterà in condizione di dover almeno rivedere alcuni dei paragrafi più scandalosi di ciò che hanno partorito: sono sicuro che dei bimbi capricciosi come loro non sono affatto abituati a farlo.
La situazione, in certi paesi appena entrati nella UE, sta già cominciando ad assumere connotati vergognosi.
Un’amica mi riferisce dalla Lituania che aziende italiane del campo tessile (qui in patria massacrate dai cinesi) vanno là e, credendo i lituani bestie da soma incivili, li assumono per 200 euro al mese con scarsi diritti sindacali. E questa l’Europa che vogliamo? La Costituzione respinta in Francia escludeva simili comportamenti? Non mi pare (vedi provvedimento Bolkenstein)…
certo che no, la costituzione era imperfetta e certo non anti-capitalista, ma prevedeva gli strumenti per ovviare ai problemi e per (tentare di) dare una risposta politica, ad esempio andando verso l’armonizzazione della legislazione sul lavoro. era una possibilità in più anche per i lavoratori lituani, e non il contrario: con blair e l’ala liberista che si rafforzano che strumenti rimangono? che spazi di iniziativa politica restano?
in francia, fra le altre meschinità, il dibattito era connotato proprio dalla paura di un’improbabile invasione di lavoratori dall’est.
Girgo, mi dispiace di avere poco tempo e non poter discutere più a fondo.
Faccio un invito cmq a dare un’occhiata alla Direttiva Bolkestein qua:
E’ solo un episodio, certo, ma una simile direttiva – elaborata dopo la consultazione di 10.000 aziende europee e nessun sindacato e/o organizzazione della società civile – che legalizza di fatto il dumping sociale e svaluta molte conquiste faticose, io proprio non capisco come possa armonizzare il mercato del lavoro (a parte dal punto di vista imprenditoriale, ovviamente, non certo dei lavoratori lituani)…
Una costituzione anti-capitaista è un’utopia oltre che un ossimoro, ma un qualche segnale di malcontento e dissenso a chi occupa le poltrone in alto dovrà pure arrivare no?
Se viene ignorato poi sarà un ennesimo esempio di cretinismo politico e di scarsa considerazione della volontà popolare.
E poi una cosa elefantica come una costituzione per 24 paesi come si può pretendere che vada bene a tutti al primo colpo?
Moltissimi, sono sicuro, hanno votato (e voteranno) NO pur senza essere contrari alla UE in sè.
molto discutibile, è vero, ma non c’entra nulla con il trattato costituzionale (che fra l’altro prevedeva l’esistenza di “servizi di interesse generale”, leggi “servizio pubblico”).
Scusate la nota frivola, ma volevo dire che de Villepin è un gran figo.
Ih ih. Vive la France !
Anche se sono lontano anni luce da quel genio di tremonti (meno male), per me hanno fatto solo bene
…finchè nessuno ci spiega IN ITALIANO e non in POLITICHESE, cosa cambia per i francesi….
Da secoli, a torto o a ragione, scendere in piazza o dire dei no, è qualcosa che LORO fanno.
Molti giornali americani hanno riso del NO francese. Alcuni hanno rilevato che mettendo in difficoltà l’Unione Europea i francesi (e quelli che li seguiranno) si sono dati la classica zappata sui piedi. Una zappata dura, di quelle che ci vorranno anni per riprendersi.
Ora l’EU è politicamente più debole. Debole nei confronti degli USA, della Cina, dell’India. Debole nel difendere la sua economia nel mercato globale, e il suo costosissimo stato sociale.
Temo che abbiamo ragione. E non mi fa ridere per niente.
Io non ho davvero capito la Francia cosa ci abbia guadagnato da questa scelta.
Penso che neanche loro lo sappiano bene. Anche perché raramente si sono visti schieramenti più trasversali: nel campo del NO quelli di estrema sinistra che vedono in pericolo il pachidermico stato sociale, quelli di estrema destra che inorridiscono all’ingresso della Turchia e che disprezzano gli ultimi arrivati dell’Est, tutti e due accomunati dal rimpianto per l’epoca d’oro della grandezza francese e da un antiamericaniscmo viscerale.
Nel campo del SI una brodaglia indistinta di vecchie cariatidi, centristi screditati, europportunisti impresentabili di destra e di sinistra. Su tutti, Jacques Chirac, eletto con l’80% delle preferenze grazie alla sinistra messa alle corde da Le Pen, e talmente accecato da questo risultato da dimenticare che al primo turno aveva avuto il 22% delle preferenze. Come dire: sarebbe stato più efficace per il OUI che lui si fosse messo a fare campagna per il NON.
Comunque i Francesi hanno parlato, ed alla fine è tutto quello che conta.
Che forse forse vogliano un’Europa più ‘eguale’?
A proposito di ridere: infatti non c’è niente di scandaloso se una carta che regolerà le nostre vite, come quelle dei nostri figli e nipoti, è sottoposta al vaglio popolare e quindi respinta. Significa che era una cazzata, perchè è impossibile che tutti i votanti francesi fossero degli sbandati incoscienti e disinformati…
Cmq il sito di Attac Italia riporta che..
“Siamo per il NO, perché:
• Una costituzione dovrebbe essere un documento che definisce come si devono sviluppare le relazioni tra le istituzioni, mentre questo trattato determina il contenuto delle politiche.
• Questo trattato è la sintesi delle politiche neoliberiste condotte in Italia, in Europa e nel mondo, siamo di fronte non alla costruzione dell’Europa ma all’adozione del neoliberismo come “religione ufficiale”.
• La Costituzione Europea contiene al suo interno i principi fondamentali del neoliberismo con misure di tipo ideologico: stabilisce come norma il principio dell’economia di mercato aperta dove la concorrenza è libera (III-177 e 178), l’economia di mercato è imposta anche ai servizi di intessere economico generale (detti una volta pubblici) (III-166), afferma l’obiettivo di liberalizzare questi servizi (III-147), consacra l’indipendenza della Banca Centrale (I-30), pone fine a ogni restrizione o barriera agli scambi internazionali e agli investimenti stranieri diretti (III-314), proclama la totale libertà di circolazione dei capitali (III-156).
• Mentre in principio l’Unione europea ha per scopo di promuovere la pace (I-3), la Costituzione afferma che gli Stati si impegnano a migliorare progressivamente le loro capacità militari (I-41), la politica dell’Unione europea rispetta gli obblighi derivanti dal trattato NATO (I-41) che, per gli Stati che ne sono membri, è il fondamento della loro difesa collettiva (I-41 e III-310), mettendo quindi l’Unione europea in stato di sottomissione rispetto alla NATO e dunque agli USA.
• La Costituzione riconosce il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza (II-62, 66, 74), all’educazione, vieta il lavoro forzato (art. II-65), il lavoro dei minori, salvo deroga (II-92), ma gli Stati membri non sono tenuti a applicarli (II-111).
• Sul fronte dei diritti sociali la Costituzione nulla dice in concreto, solo affermazioni di principio: libertà di lavorare, libertà di cercare lavoro (II-75), la limitazione del tempo di lavoro giornaliero diventa durata massima del lavoro (II-91) che potrebbe essere stabilita su base annua.
• I diritti enunciati nella Costituzione sono condizionati e limitati da tutte le altre disposizioni della Costituzione stessa che organizzano la concorrenza libera e non falsata e un’economia di mercato altamente competitiva (I-3), le persone sono messe allo stesso livello dei servizi, delle merci e dei capitali.
• Nelle relazioni con il resto del mondo l’Unione europea contribuisce, nell’interesse comune, allo sviluppo armonioso del commercio mondiale, alla soppressione progressiva delle restrizioni negli scambi internazionali e degli investimenti stranieri diretti (III-314), sottomettendosi alle e sostenendo allo stesso tempo le politiche dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, prima imputata della povertà del sud del mondo con il risultato di: aumento della povertà del mondo, delocalizzazioni, crescita della disoccupazione, crescita della delinquenza finanziaria, privatizzazione progressiva dei servizi pubblici, diminuzione dei diritti sul lavoro, smantellamento del sistema delle pensioni.
• In democrazia ogni Costituzione deve permettere l’alternanza delle scelte, la Costituzione Europea blocca invece ogni politica diversa in quanto stabilisce (IV-443) che ogni modifica non potrà entrare in vigore che dopo la ratifica di tutti i suoi Stati membri, ciò che significa scoraggiare qualsiasi revisione.”
fermo restando che il trattato non è (era?) un capolavoro, non vedo in che modo il no francese possa far avanzare il processo di costruzione europea. L’unico risultato possibile è l’indebolimento di tutti coloro che difendono un’europa politica e unita => si rafforzano le posizioni liberali alla blair => l’europa sociale sognata dai francesi resta una bellissima idea buona solo per la masturbazione mentale.
E’ più che legittimo votare no, ma è falso affermare, come i leader della “gauche du non”, che un rifiuto francese comporterà necessariamente una rinegoziazione o che il no non bloccherà la dinamica europea. l’europa si è effettivamente bloccata, il trattato verrà cestinato e rimaniamo fermi a nizza.
non ci voleva un genio per prevederlo, e i socialisti francesi ne erano perfettamente coscienti.
Personalmente avrei preferito la vittoria del “Sì”, sarebbe stato un passo avanti dell’Europa, che significa anche abbattimento dei confini e impegno alla risoluzione pacifica delle crisi tra gli stati.
Il voto dei francesi, questo NO deciso, questo 70% di votanti, mi ha come prima cosa messo di fronte all’evidenza che io della Costituzione Europea non sapevo (e ancora no so) un beneamatissimo cazzo. Prometto che mi informerò.
Onore ai francesi che dicono quello che pensano. La posizione “Sì all’Europa ma non come la vedete voi”, mi sembra ovviamente degna di tutto il mio rispetto.
Auguriamoci che anzichè una tremenda battuta d’arresto, col tempo il voto francese diventi un bivio che ha portato a cosa migliori.
E ora arrivera’ un bel no anche dall’Olanda, altro paese fondatore.
Come diceva la canzone?
“Se prima ero da solo a ballare l’Hully-Gully, adesso siamo in due a ballare l’Hully-Gully.
Se prima eravamo in due a ballare l’Hully-Gully….. etc etc”
il problema è che il voto francese, espressione delle “tripes” più che del raziocinio, non ha e non può avere nessun “domani” politico, è un’opzione che non apre nessuno spazio, distrugge e basta…
peccato.
Girgo, il tuo mi pare fatalismo. Visto che l’omicidio politico è considerato un reato che cosa deve fare una persona dabbene per esprimere il suo dissenso contro un documento che probabilmente interferirà con molti aspetti della sua vita futura?
Naturalmente il mondo non cambierà domani col NO, e anche se oggi alcuni pagliacci di destra esultano e alcuni pagliacci di sinistra si accaparrano la paternità della vittoria del SI, in realtà sono preoccupati che da un probabile effetto domino ed eventuali altre vittorie del fronte NO che li rimetterà in condizione di dover almeno rivedere alcuni dei paragrafi più scandalosi di ciò che hanno partorito: sono sicuro che dei bimbi capricciosi come loro non sono affatto abituati a farlo.
La situazione, in certi paesi appena entrati nella UE, sta già cominciando ad assumere connotati vergognosi.
Un’amica mi riferisce dalla Lituania che aziende italiane del campo tessile (qui in patria massacrate dai cinesi) vanno là e, credendo i lituani bestie da soma incivili, li assumono per 200 euro al mese con scarsi diritti sindacali. E questa l’Europa che vogliamo? La Costituzione respinta in Francia escludeva simili comportamenti? Non mi pare (vedi provvedimento Bolkenstein)…
certo che no, la costituzione era imperfetta e certo non anti-capitalista, ma prevedeva gli strumenti per ovviare ai problemi e per (tentare di) dare una risposta politica, ad esempio andando verso l’armonizzazione della legislazione sul lavoro. era una possibilità in più anche per i lavoratori lituani, e non il contrario: con blair e l’ala liberista che si rafforzano che strumenti rimangono? che spazi di iniziativa politica restano?
in francia, fra le altre meschinità, il dibattito era connotato proprio dalla paura di un’improbabile invasione di lavoratori dall’est.
Girgo, mi dispiace di avere poco tempo e non poter discutere più a fondo.
Faccio un invito cmq a dare un’occhiata alla Direttiva Bolkestein qua:
http://italia.attac.org/spip/article.php3?id_article=436
E’ solo un episodio, certo, ma una simile direttiva – elaborata dopo la consultazione di 10.000 aziende europee e nessun sindacato e/o organizzazione della società civile – che legalizza di fatto il dumping sociale e svaluta molte conquiste faticose, io proprio non capisco come possa armonizzare il mercato del lavoro (a parte dal punto di vista imprenditoriale, ovviamente, non certo dei lavoratori lituani)…
Una costituzione anti-capitaista è un’utopia oltre che un ossimoro, ma un qualche segnale di malcontento e dissenso a chi occupa le poltrone in alto dovrà pure arrivare no?
Se viene ignorato poi sarà un ennesimo esempio di cretinismo politico e di scarsa considerazione della volontà popolare.
E poi una cosa elefantica come una costituzione per 24 paesi come si può pretendere che vada bene a tutti al primo colpo?
Moltissimi, sono sicuro, hanno votato (e voteranno) NO pur senza essere contrari alla UE in sè.
molto discutibile, è vero, ma non c’entra nulla con il trattato costituzionale (che fra l’altro prevedeva l’esistenza di “servizi di interesse generale”, leggi “servizio pubblico”).
Scusate la nota frivola, ma volevo dire che de Villepin è un gran figo.
http://www.carmillaonline.com/archives/2005/06/001398.html