Premetto che non ho la più pallida idea di chi sia Charung Gollar, e, qualora esista, ha un nome e un cognome da hobbit. Da quel che si dice in giro — la storia circola da diversi giorni su Internet e a me è arrivata oggi per posta elettronica — pare che Gollar sia un diplomatico norvegese
cui è stato chiesto di presentare alle Nazioni Unite un grafico che mostrasse i principali problemi nel mondo nel 2004. Pare che Pollar
abbia presentato un set composto da 8 slide intitolato “Il potere delle stelle” e che sia stato applaudito per la semplicità e, aggiungerei, per l’efficacia della sua idea.
Ammesso che Gollar esista, complimenti. Altrimenti: complimenti uguale.
Il potere delle stelle | |||
io le trovo veramente appropriate. ho letto il servizio su Vanity Fair di questa settimana.
In effetti Charung Gollar non esiste e anche la storia è inventata. Le bandiere sono opera di una rivista portoghese per una campagna intitolata “Meet the World”.
Esatto Lordroc. La storia completa, per chi voglia capirne un po’ di più, è qui: http://socialdesignzine.aiap.it/sdz/ nel post “Discernere il falso dal vero”
Comunque complimenti….. che sia una rivista portoghese o meno (Grande reportagem?)
Bel lavoro, credo però ci sia un errore sulla bandiera americana.
Blu e stelline, pro e contro la guerra.
Bianco e rosso, Iraq a chi!?!?!?!.
Bye!
azz…ce l’avevo li’ tra i draft e adesso io cosa posto? uffa :)
ordem e progreso chissà per chi poi…
Non certo per noi poveri ricconi sempre più vecchi e sempre più energeticamente dipendenti dal terzo mondo,non mi stupirei di vedere un domani i miei figli fare le colf a seoul.
Quello che non puo’ la disinformazione puo’ l’indolenza
la storia è esattamente come l’hai descritta.
un grafico brasiliano mi ha inviato la mail originale con il racconto dello stesso Gollar ai suoi amici.
Una curiosa email sta girando, in questi giorni, nelle caselle di posta di tutto il mondo. Vi si afferma che un tale diplomatico norvegese, dal curioso nome di Charung Gollar, avrebbe recentemente presentato all’Assemblea dell’Onu un progetto grafico per evidenziare i principali elementi di criticità del nostro pianeta.
L’idea, semplice ma quantomai efficace, è basata sulla realizzazione di otto bandiere in cui una legenda dà un significato particolare e disorientante ai colori che le formano. La mail conclude dicendo che il successo riscosso dal progetto, intitolato “The power of stars”, ha portato alla sua candidatura per il Premio Nobel per il Marketing Politico (sic!).
Ovviamente non esiste alcun diplomatico norvegese con tale nome così come non esiste il sopracitato Nobel. Tutto falso, dunque?
Non esattamente, perché esiste, ed è stata più volte premiata, la campagna delle otto bandiere.
Si tratta della campagna promozionale della rivista portoghese Grande Reportagem, realizzata dall’agenzia FCB Portugal (Direttore creativo Luis Silva Dias, Art direction e illustrazioni di João Roque).
Tutti i dati utilizzati nelle legende si basano sui dati reali forniti dall’Onu e da Amnesty International.
Si tratta senza dubbio di una campagna ben riuscita (qui pubblichiamo le bandiere della Cina, del Burkina Faso, della Colombia e dell’Unione Europea) che merita un plauso per l’idea e la realizzazione.
Merita una riflessione, che invece ci preoccupa, la crescente incertezza sull’attendibilità delle informazioni che ci arrivano o che reperiamo attraverso la rete.
(http://socialdesignzine.aiap.it/sdz/)
Per chi non conosce le bandiere (quelle meno note oviamente):
1) Angola
2) Brasile
3) Burkina Faso
4) Cina
5) Colombia
6) UE
7) Somalia
8) USA
Scusate ma le bandiere sono una mia passione fin da bambino e non ho resistito:-) Comunque questo lavoro grafico è fantastico.
Grande Reportagem
Bellissimo lavoro dell’agenzia pubblicitaria Foote Cone & Belding Portugal: vedi qui e qui. vedi qui, soprattutto: le immagini e le…