Dibattito: i bambini sono di destra o di sinistra? Fermi, sappiate che non esistono dibattiti scemi: esistono solo dibattiti che abbiano trovato un pretesto per dilagare impuniti. Il nostro pretesto è che dei bambini di destra o di sinistra ha parlato il Corriere della Sera dell’altro ieri, una grandiosa apertura a otto colonne con affianco due trafiletti su una bambina sepolta viva a Miami e sul piano Blair per i mutui dimezzati, e il pretesto del Corriere è che ne parlato l’Espresso di questa settimana, e il pretesto dell’Espresso è che ne aveva parlato il comico Claudio Bisio durante i suoi spettacoli. Nel complesso ci è sufficiente: non cerchiamo che una scusa per parlare e scrivere di spettacolari cazzate, agogniamo pulpiti molto alti per temi molto bassi, è il declino dell’Occidente, bellezza.
Dunque eccoci, pronti via: secondo noi ha ragione Mauro Covacich, lo scrittore che sull’Espresso ha contraddetto Claudio Bisio dicendo che no, non è vero, i bambini sono di destra. Il comico viceversa aveva detto che “sono di sinistra perché amano senza preconcetti, senza distinzioni, qualsiasi cosa tu gli dica che assomigli vagamente a un ordine fanno resistenza, ora e sempre”. Covacich si è limitato ad osservare che i bambini sono semmai egocentrici ed egoisti, “non fanno la resistenza, fanno i capricci”, spesso sono tiranni in miniatura e fanciulli impietosi che hanno disgusto per le anomalie e le diversità, “credono nella legge del più forte”. E forse non era neppure necessario che la regista Cristina Comencini precisasse sul Corriere il dibattito, ecco – che “ogni bambino si percepisce come l’assoluto, come il piccolo imperatore di Bertolucci”, e non c’era bisogno che l’altra regista Lina Wertmuller ammettesse che “i bambini provano piacere nel difendere i deboli ma possono diventare delle carogne tremende”, neppure che la sociologa Chiara Saraceno dicesse parole forse definitive: “I bambini per crescere hanno bisogno di una forte dose di egoismo; non sono naturalmente buoni e generosi, hanno anche un forte senso del possesso, hanno bisogno di certezze, si spaventano un po’ del nuovo. Ma sono modi di essere che dipendono dallo stadio evolutivo, e nel passaggio da un livello all’altro vanno aiutati a riconoscere errori e rigidità”.
Brava. Aggiungiamo noi – che tra le prime parole che i bambini pronunciano c’è “mio”, e aggiungiamo che il senso della proprietà privata e degli spazi personali la cameretta, i giocattoli, la mia matita, il mio astuccio li trasformano talvolta in piccoli e inconsapevoli tirchietti; aggiungiamo poi che il lanciarsi in bicicletta senza freni, e lo sfracellarsi senza fare tante storie come facevano i bambini prima che inventassero i videogiochi, ne facevano talora dei modelli nicciani di superbambino, dei piccoli soldati che magari ci si picchia ma con la mamma zitti, dei piccoli boia che tagliano la coda alle lucertole e incendiano i formicai, dei rigidi conservatori interessati a che la tradizione di Gesù Bambino possa reggere il più a lungo possibile, ciascuno coi suoi regali acquisiti con mero regime meritocratico. Noi aggiungiamo questo, ma il punto è: credete che stiamo dicendo sul serio?
Fossimo dei comici come Claudio Bisio, potreste farlo: lui in fondo è l’incolpevole iniziatore di questo dibattito demenziale che ha reso comico solo chi l’ha recepito, ha reso cioè ridicolo chi sulle pagine del primo quotidiano italiano e noi, complici, a riprenderlo – ha trovato una qualsiasi scusa per nobilitare giochi di schieramento che forse non dovrebbero fuoriuscire dai salotti e dai tinelli e presto dalle spiagge e naturalmente dagli spettacolini di Claudio Bisio, che è di sinistra e che cosa volete che dica. “C’è un retropensiero per cui tutto ciò che è di sinistra è buonissimo – diceva Lina Wertmuller sul Corriere – mentre tutto ciò che di destra è pessimo”. E alla fine credeteci siamo sempre qui. Siamo al gioco sessantottino delle Clarke che sono di sinistra e delle Church che sono di destra: ancora e solo ieri, sul sito Dagospia che perlomeno è luogo appropriato, Fausto Bertinotti diceva così: “Tutti i piatti di sapore intenso con un forte legame con la terra sono di sinistra: lardo, trippa, amatriciana”. Si sono presi anche l’amatriciana. Trent’anni fa si presero Paperino che era di sinistra (disoccupato) mentre Topolino (legge e ordine) era ovviamente di destra. Di sinistra era la doccia, perchè il bagno era compiaciuto e opulento. E via così, slip contro boxer, panettone contro pandoro, maccheroni contro spaghetti, ti volti un attimo e sei a pace contro guerra, Occidente contro Islam, Israele contro Palestina, America contro Afghanistan, Ferilli contro Arcuri, cani contro gatti, bionde contro more, bene contro male. E noi qui a leggere.
http://www.paologardinali.com/scrap/archives/2005_05.html#001528
Che la vita sia di destra? â–º Macchianera Certo, la partecipazione e la solidarieta’ sono valori appresi, cosa che distingue l’uomo da Bush…