Ecco perché non si deve mai buttar via niente

Francesco De GregoriCome riabilitare uno che da una quindicina d’anni almeno non aveva più una beata fava da dire (a parte Bellamore o Il cuoco di Salò [audio]) e, quando comunque decideva di provarci, la storpiava in un ennesimo inutile disco live:

Non mi è mai venuto in mente di scrivere qualcosa di diverso. Poesie no, perché mi viene naturale scrivere versi in forma di canzone, e neanche un romanzo. Mi piacerebbe pensare tra dieci anni o più, quando andrò in pensione e non riuscirò più a salire e scendere le scale che qualcuno mi dica: senti, scrivi un romanzo su, che so, Alassio, e io che non so niente di Alassio vado lì per un anno, in una bella casa sul mare, e solo in cambio del fatto che per un anno sto ad Alassio, scrivo un bellissimo romanzo, oppure un bruttissimo romanzo su Alassio che nessuno comprerà.

(Francesco de Gregori, la Repubblica, 23/3/2005)
Ho voluto evidenziare la banalità del male. Rileggendo la storia del processo ad Eichmann, che riduceva il suo lavoro a un problema di smistamento di vagoni ferroviari, viene davvero il dubbio che sia morto impiccato senza capire, convinto di non aver fatto torto a nessuno.

(Francesco de Gregori, Corriere della Sera, 23/3/2005)
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1 Commento

  1. Credo che magari a lui il paragone non piacerebbe, ma credo che De Gregori sia un po’ come D’Annunzio, tira fuori un sacco di roba di ordinaria amministrazione, ma ogni tanto in mezzo alla confusione si possono trovare perle di bellezza da sindrome di Stendhal.
    Ad esempio, penso che “La valigia dell’attore” sia una delle più belle canzoni italiane di sempre, e non dico “la più bella” solo perchè la più bella non esiste.
    Ascolteremo cosa è uscito fuori questa volta.

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