Il fenomeno si era già verificato in occasione del terremoto in Molise, e si è ripetuto con Telethon: la carità in regime di concorrenza. Novità: da quest’anno si poteva partecipare anche allegando un euro virtuale inviando un SMS ad un determinato numero. Le raccolte, nel caso del terremoto, sono state due: una gestita dai telegiornali Rai, un’altra dal Tg5 in collaborazione con il Corriere della Sera (iniziativa, quest’ultima, già collaudata con successo in altre sciagurate occasioni, al punto da avere un marchio tutto suo: “Un aiuto subito”). Tim, Vodafone Omnitel e Wind, in un raro impeto di munificenza, si sono aggregate ai due carrozzoni: i numeri a cui spedire i caritetavoli messaggini erano diversi sia da una compagnia telefonica ad un’altra ma anche per la stessa compagnia, a seconda del fatto che la raccolta fosse quella della Rai, o quella della cordata Mediaset–Rcs. Sei numeri diversi in tutto e, in qualche caso, persino modalità di invio differenti. Nell’era dell’interconnessione, quando c’è da fare del bene, le aziende non sono capaci di parlare tra loro. E i “Super Messaggi Solidali” diventano loro stessi un marchio riconducibile ad un interesse. Non esiste niente in sostanza – un’inondazione, un terremoto, l’Aids, il cancro – che sia in grado di violare la sacralità del brand. La carità pelosa e disgiunta con allegato marchio registrato rende: ci si guadagna in visibilità, in scritte in sovraimpressione, in citazioni da parte del bravo presentatore, in apparizioni gratuite del marchio all’interno dei telegionali. Quindi va bene così: tu pensa ai tuoi terremotati, ai tuoi malati, che io penso ai miei.
La tragedia non è uguale per tutti
(Visited 36 times, 1 visits today)
Mi pare francamente un modo di ragionare un po’ vecchio il tuo. Ormai la pubblicità, i loghi e i claim fanno parte della nostra vita e io non ci vedo niente di male che le suddette aziende si adoperino a questo tipo di operazioni, anzi. Molte persone che conosco che, fondamentalmente per prigrizia, non sono solite far beneficenza, in questo caso hanno mandato una decina di SMS.
Il discorso dei numeri credo che dipenda da motivi tecnici per non generare confusioni nella spartizione finale. Poi che questi soldi vadano veramente a buon fine, questo è un altro discorso e che mette in discussione un fenomeno molto più vasto.
assolutamente giusto emmebi! la penso come te.
Vorrei solo segnalare una “stranezza”: tutte queste raccolte di fondi sono state fatte esclusivamente per i terremotati del Molise. In qualche modo la gigantesca macchina racimola soldi di Tg5/Corriere (poi è venuto Costanzo,etc..) hanno dimenticato che solo pochi giorni prima della tragedia un altro tremendo terremoto aveva devastato la vita di migliaia di persone in Sicilia. Scuole e chiese inagibili, centinaia di sfollati, case distrutte, danni ingenti. Proprio come nel Molise, ma (per fortuna) niente morti: un terremoto di serie “B”, chi darebbe dei soldi a dei terun che non hanno neanche perso i figli?