Freccero Addiction

CLARENCE INTERVISTA CARLO FRECCERO: «IL TRIBUNALE HA SANCITO CHE SANTORO È UN GIORNALISTA, NON UN CRIMINALE DEL VIDEO».

Carlo FrecceroCarlo Freccero, il geniale e funambolico demiurgo della televisione creativa e ribelle di Raidue, sostiene il punto di vista libertario di una televisione “addizionata” e antiautoritaria, che mescola Socci e Santoro, che accanto alla fiction pone il realismo estremo. Freccero spinge il punto di vista berlusconiano fino alle estreme conseguenze, mostrandoci la contraddizione profonda tra il Berlusconi imprenditore audace e vincente e il Berlusconi politico prigioniero delle paure e delle vocazioni censorie. Clarence ha intervistato Freccero in un botta e risposta scatenato e a ruota libera…

Qual è il senso della sentenza di oggi su Santoro?

Mi sembra che esistano tre tipi di conseguenze che devono essere tratte da questa sentenza. La prima è che essa stabilisce che Santoro è un giornalista, non un criminale. Berlusconi aveva dichiarato che Santoro faceva un uso criminale della televisione. Invece adesso bisogna riconoscere che lo statuto di Santoro è di essere un giornalista, non un terrorista dell’informazione. La seconda cosa da rilevare è di tipo più mediatico. Santoro non fa docu-dramma o info-fiction, cioè non è, come molti protagonisti della televisione attuale, uno che crea o inventa delle storie, raccontandole con stile giornalistico. Santoro racconta la realtà. Ecco allora la terza conseguenza fondamentale: Santoro può riportare il giornalismo alla sua funzione sociale. Di questo devono rallegrarsi per primi i suoi colleghi come Vespa e Costanzo. Dopo i calendari di padre Pio, i nani e le ballerine, si può ripartire dalla realtà…

Cosa succederà adesso?

La Rai farà probabilmente ricorso, ma la sostanza della sentenza di oggi non può essere mutata. Lo status professionale di Santoro non potrà essere messo in discussione. Questo mi sembra essenziale…

Cosa provi mentre vedi trasmissioni come Excalibur messe in onda sulla Raidue che tu hai diretto fino a un anno fa?

In realtà mi diverte moltissimo vedere la televisione. Excalibur non mi disturba, anzi trovo che la proposta di un fondamentalismo cattolico sia originale e, quindi, interessante. Il problema è un altro. Innanzitutto non ci sono altre voci messe a confronto con quelle rappresentate da Socci. Inoltre ci sarebbe da chiedersi come mai una trasmissione come Excalibur occupi il primetime destinato al massimo di audience? Il vero problema è che ci troviamo di fronte a un uso errato e scolastico della televisione. Berlusconi ci ha insegnato che la televisione si fonda sull’addizione, sul massimo dell’offerta possibile. Oggi, al contrario, con tutta questa voglia di limitare l’espressione libera e plurale, ci troviamo di fronte a continue sottrazioni. Come nel caso di Santoro appunto.

Quali sono i tuoi programmi più immediati, in questa difficile situazione dell’etere?

Sono vivo e vegeto come non mai. Non sono stato mai più in forma come in questo periodo…

Cosa ne pensi del fenomeno attuale delle televisioni di strada e del tentativo di abbattere il duopolio televisivo?

Si tratta di una domanda complicata che sottende una complessità di situazioni. In effetti si può dire che qui è in gioco un modello di Rete che si contrappone all’impostazione generalista del mezzo televisivo. Berlusconi creò la televisione commerciale mettendo assieme dapprima un network di televisioni private e poi costruendo su di esso il proprio modello generalista. Il problema è come tradurre il modello di comunicazione del Net nell’ambito del mezzo televisivo. Esistono però aspetti più generali da prendere in considerazione nella situazione attuale. Stiamo per assistere ai primi tentativi di diffusione di massa della pay tv e del digitale. Ma soprattutto constato un fenomeno nuovo e interessante, su cui sto riflettendo parecchio: la ribellione all’audience profonda, massiva e quantitativa. La gente, in modo spontaneista, sembra distaccarsi, in modo scomposto e imprevedibile, dalla dittatura dell’audience, dal modello statale e autoritario di televisione!

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3 Commenti

  1. Vorrei ricordare che a Fraccero dobbiamo anche la D’Eusanio, la Panicucci,quel programma sugli sms e le trasmissioni di Boncompagni. Preferivo la raitre di dieci anni fa.

  2. Freccero è come tutti gli altri, solo che la da’ da bere molto facilmente e alla fine ti sembra un bel rivoluzionario dell’etere. In realtà è come tutti gli altri programmatori e direttori di rete.

  3. Freccero è come tutti gli altri, solo che la da’ da bere molto facilmente e alla fine ti sembra un bel rivoluzionario dell’etere. In realtà è come tutti gli altri programmatori e direttori di rete.

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