Proprio adesso, pubblicità?

The others l’ho visto almeno già due volte e, benché io non sia una fanciullina impressionabile, ogni volta che lo vedo la tensione si avverte eccome. Siamo alla fine del film oramai, ed io ho combattuto la mia storica riluttanza a guardare l’obbrobrio-televisione per vedermi questo film; Nicole Kidman sta salendo le scale al buio, i suoi figli urlano dal piano di sopra, lei corre piangendo e pregando e stringendo il rosario, sta per aprire la porta e

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salumi, simona ventura, tette al vento.

Quando il film riparte mi sento come se mi avessero interrotto un secondo prima dell’orgasmo a bastonate ed ora mi incitassero a ripartire. Ennò che non riparto, cazzo. Non mi frega di sapere ora qual è il finale del film, grazie (no, niente spoilers, tranquilli). So che avete rotto l’atmosfera in maniera definitiva, avete rovinato il film.
La cosa brutta è che siamo su una televisione che si supporrebbe pubblica, e solo parzialmente asservita al profitto. Allora viene da porsi una domanda: le persone che controllano il pubblico sono talmente grette da sfruttare ogni occasione per fare soldi, o, peggio ancora, è proprio la nostra mentalità che è talmente cambiata da consentire che lo spot valga più del film stesso? Un po’ come le persone che stanno parlando con te, ed interrompono la conversazione per rispondere e parlare al telefonino. Hey, IO SONO QUI!

Qui la mia modesta proposta, che avevo già iniziato a seguire anni fa durante le partite di coppa: mi segno i nomi degli spot che appaiono a rompere i coglioni così e NON LI COMPRO. È un piccolo segnale, ma visto che a tanta gente pesa il culo di rivolgersi alle associazioni di consumatori, forse me compreso, è importante. Io non invito nessuno a farlo, lo farò da me. Se vi piacerà l’idea, sentitevi liberi di fare ciò che preferite.
Non sono un capopopolo, voglio solo uscire dal recinto del bestiame.

Questa cosa non l’ho detta io, l’ha detta Fu, su una message board che frequentiamo entrambi.

La riprendo per due motivi: uno, perché ieri sera ho sganciato un moccolone precisamente nello stesso momento. Due, perché credo nel valore simbolico del non comprare i prodotti pubblicizzati all’interno di un programma che considero spazzatura, di un film tagliato con la vanga, di una serie animata censurata ad uso e consumo dei seienni figli del Moige, di un telefilm monco di diverse puntate sempre causa Moige.

Certo, posso spegnere la televisione. Non c’è problema. Ma non la spegneranno quelle famiglie che tengono un apparecchio in ogni stanza, tutti accesi contemporaneamente, per la gioia dell’Auditel. E “spegnere la televisione” è una soluzione semplicistica e acritica quanto guardarla senza giudicarne la qualità.

È solo un’idea. Basta un foglietto di carta, una piccola lista di nomi: i marchi pubblicizzati sono sempre quelli. Eliminarli, laddove possibile, risparmiando: il costo dei prodotti di marca deriva principalmente dal ricarico legato ai costi della pubblicità. E laddove non è possibile, cambiare canale ogni volta che viene trasmesso lo spot. Come piccolo gesto di ribellione.

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49 Commenti

  1. non serve a nulla, non cambia le cose, tanto in generale continuiamo tutti a farci i fattacci nostri qui nel tempio del bieco capitalismo instupidente però, in attesa di una futura prossima mia emigrazione nel sud del mondo, è un’idea carina! Carina ma inutile, come lottare x i diritti propri e degli altri, credere nei valori della collettività, tifare inter…ma in fondo, che bello indignarsi! almeno ti senti meno morto dentro…
    (PS: come se non bastasse questa valle di lacrime, è anche iniziato l’inverno, ‘azz…)

  2. ecco, bene

    poi quelle aziende magari falliscono, cosi’ ci scappa pure il picnic in piazza per protestare contro i licenziamenti

    che figata!

  3. Ogni invito ad uscire dal recinto del bestiame è segnale di buona salute. Lo accolgo con gioia con l’eccezione degli ovetti di cioccolata, a quelli non posso rinunciare, un pò per la sorpresa, un pò per il gusto di rompere l’ovetto col martello, chiaro che il cioccolato è migliore se amaro. Io il film l’ho rivisto per ribadire a me stessa e a tutti i cinefili quanto la Kidman sia sopravvalutata. In vista del Natale (credo) esce il suo spot firmato Baz Luhrmann. E lì, a malincuore, la smetto con certi profumi francesi.

  4. L’effetto di cui parla la signorina Blasi è lo stesso che ho provato io alla decima riga del suo post, laddove ha scritto ‘qual è” con l’apostrofo.

  5. Grazie per la segnalazione, Mr Facci: avendo copiato e incollato (e smadonnato per un quarto d’ora con gli errori di caricamento di Macchianera), l’errore di ortografia non mio mi era sfuggito.

    Rimedio subito, e si riguardi.

  6. …..continuo a pensare a dove possa essere finito il moccolone che hai sganciato……su un fazzoletto della marca pubblicizzata in quel momento? Sarebbe il massimo!!
    Augh
    w i nativi americani abbasso gli altri

  7. giulia blasi nel tugurio! per leso apostrofo.
    E se spari una bella madonna avremo qlcs da commentare. visto che il massimo che il tuo post ha ispirato a “quelli della crusca” è il fallo grammaticale. a proposito di inutilità…

  8. “Io il film l’ho rivisto per ribadire a me stessa e a tutti i cinefili quanto la Kidman sia sopravvalutata.”
    io NON l’ho rivisto per lo stesso motivo.

  9. Quelli che guardano la televisione sono come i socialisti negli anni ’80 e come quelli di AN oggi: non ne trovi uno, in giro. Eppure, se è vero che in 10 milioni hanno seguito il consiglio del baffetto piduista (“se siete veramente contro la mafia, domani e dopodomani guardate la fiction su Borsellino. Anche se non vi piace”), allora almeno 1, dei 5 che in questo momento mi stanno intorno, dovrebbero averlo guardato. Anche di più di uno, escludendo dal conto neonati, moribondi ed intellettuali della sinistra radical-chic. Invece niente.
    E’ tutto un “io la televisione non la guardo. Mai”. Eppure sarebbe anche una figata, come mezzo, la televisione. Solo che l’hanno devastata.
    Per questo sono d’accordo con il boicottaggio delle merci pubblicizzate. Purtroppo rimane in piedi il solito discorso che, anche se io non bevo le mie 4 lattine di Heineken alla settimana, alla Heineken neanche se ne accorgono.
    Però l’altra sera, quando per mangiare la pizza ho tirato fuori dal frigo la Carlsberg invece dell’Heineken, gli amici mi hanno chiesto perché diavolo avessi comprato quella birra ed il discorso è finito proprio su questo argomento.
    E poi, da lì in avanti, su tutta un’altra serie di considerazioni collegate che, per lo meno, ci hanno riempito la serata senza bisogno di accendere la televisione.

    P.S.: ehm.. vorrei giustificare: ieri ho comprato due bottiglie di Pampero (il rum bevuto nei peggiori bar di Caracas, etc…). Ma solo perchè è meglio dell’Havana Club e di quell’altro che finanzia i colpi di stato in Sudamerica

  10. Ci ha provato pure Fellni a indignarsi per le interruzioni pubblicitarie durante i film. Non è servito a nulla.
    Magari gli italiani riuscissero una volta tanto a fare una protesta civile di una certa consistenza su qualcosa. Ma mi sembra che scioperi dei consumatori non abbiano mai dato esito positivo.

  11. Giulia, tutta la mia solidarietà. Provata la medesima frustrazione, non ieri ma in altre occasioni. Quanto ai segaioli che raggiungono l’orgasmo correggendo l’altrui ortografia, non dare importanza: è come se avessi fatto beneficenza.

  12. c’è ancora gente cje si meraviglia che la tv pubblica faccia certe cose…
    cmq quella ide anon è male, anzi io la metto già in pratica da un bel pò!

  13. filippo facci che corregge i miei medesimi errori di ortografia. Wow. La mia vita sarà forse noiosa, ma banale mai. :)

  14. io proprio non sopporto la Ventura vestita da Wonder Woman e il suo “hai finito di lasciare al verde noi italiani!”.
    Anche se la trasemttono durante una trasmissione di Vespa, proprio non ce la farei.
    Sarà grave?

  15. Penso che abbiamo tirato giu’ un santone all’unisono in tre: io mia sorella che era nell’altra stanza con tv e te. E ci ho pure pensato che ci sarebbe voluto un bel post su una siffatta nequizia moderna. E il bello è che secondo me la cosa è pure voluta: in un momento di tensione simile ti veicolano meglio il messaggio, perchè sei concentrato, fisso sullo schermo anima e, si potrebbe dire, corpo e non cambierai canale perchè non ti vuoi perdere il resto. Io seguirò il tuo suggerimento, come tra l’altro già faccio con marche ree di nefandezze omologhe. ES

  16. Fu: si starà vendicando perché gli abbiamo postato senza correggerlo un articolo in cui scriveva “un’amore” con l’apostrofo (ma solo perché per lui l’amore è femmina, dice) :D

  17. Non sono gli inserzionisti che decidono il momento in cui interrompere il film, mi spiace. Si dovrebbe boicottare la RAI, non chi cerca di promuovere il proprio prodotto. Ma chi è il signore che decide le interruzioni in RAI? E soprattutto chi è quel genio che ha pensato bene di mettere la sigletta della rai all’interruzione e all’inizio della pubblicità, ovvero due volte una dietro l’altra?

  18. La mia vita continuerà anche dopo questa correzione; più povera, più misera, bastonata come un cane rognoso, ma continuerà.. :D
    (filippo, si fa per scherzare, eh…)

  19. Salvio, le persone adulte che riescono a mantenere un’ingenuità fanciullesca mi commuovono sempre. Grazie mille per l’emozione che mi hai regalato.

  20. Mi sembra di aver notato, tra l’altro, che ultimamente le interruzioni pubblicitarie non sono nemmeno programmate nei punti piu’ naturali dei film, tipo dopo un cambio di scena, ma avvengono improvvisamente, come ieri con the Others.
    Penso che chiunque stesse vedendo il film abbia bestemmiato nello stesso istante. Un momento prima l’Italia era un paese di santi, un attimo dopo un pezzo dello stivale e’ sprofondato in un girone dell’inferno.

  21. Certamente non piacevole, spesso insopportabile, la pubblicità è pero’ la base del sistema econoimico e sociale che sostiene il nostro mondo. Troppo facile volere il boom economico ed il benessere ad esso connaturato senza pero’ accettare i compromessi necessari.
    Mi pare un poco l’atteggiamento di certi giovinastri figli di papa’ che all’universita’ organizzano le manifestazioni del gruppo leninista.
    Senza le brutture di questo (criticabilissimo)sistema non esisterebbero nemmeno i privilegi di cui godiamo.
    L’alternativa esiste: ci sono molti paesi sulla faccia delle terra in cui non esiste pubblicità, turno di lavoro notturno, merchandising o reality shows. Di solito sono i luoghi in cui si vive senza elettricità e acqua corrente.

  22. La pubblicità durante ER mi sta bene: vado in bagno, faccio pipì, faccio una telefonata, mi faccio una tazza di tisana. Le serie televisive americane sono strutturate apposta per contenere la pubblicità, anche se in Italia se ne fottono delle naturali interruzioni e piazzano la pubblicità dove capita.

    Ma mettere la pubblicità a metà del climax di un film è un’operazione di merda, è la televisione che interrompe la pubblicità.

    La pubblicità è l’anima del commercio, e va bene, ma non può diventare la raison d’etre di un canale per cui io, tra l’altro, pago tanto di canone annuale.

    Oltretutto, Nemesi, c’è una bella e larga via di mezzo fra la TV di merda e non avere la TV ma vivere dentro una capanna di fango.

  23. Non vi dico ieri notte su RETE4, quando hanno interrotto con gli spot i “Guerrieri della notte” durante l’inseguimento della banda dei giocatori di baseball (“baseball furies”)

    il momento di massima estetizzazione della violenza
    “ti infilo quel bastone su per il culo e ti sventolo come una bandiera”

    fortuna che il film l’avevo visto già quelle dodici volte che mi sono bastate a farmene un’idea

  24. Giulia, mi elencheresti i prodotti che potrai acquistare dopo aver eliminato quelli che si promuovono durante i film? Tanto per capire se dici sul serio…

  25. Ad esempio, tu guidi una macchina o vai a piedi? (non credo ci siano aziende automobilistiche che non pianificano spot nel prime-time televisivo).

  26. Sono pochi i prodotti che non si possono evitare. In generale, di tutti i prodotti per la casa o degli alimentari esistono equivalenti “marca discount” o simili, che non vengono pubblicizzati.

    Del resto, non so se tu cambi automobile ogni settimana, ma io potrei tranquillamente evitare di comprarmi una Toyota, una Hyundai, una Rover o qualsiasi macchina che non sia la Punto che ho già.

    Sono “obbligata” solo al’acquisto delle ricariche telefoniche, al pagamento del canone ADSL e all’acquisto della benzina, in un certo senso. Del resto (tipo toglietemi tutto ma non il mio Breil, tipo patatine Pringles, tipo Heineken, tipo qualsiasi altro prodotto di consumo) si può fare ampiamente a meno.

    Per il resto, lo suggerisco nel post: cambiate canale.

  27. Quelli del commercio Equo e Solidale, ad esempio (si può dire? Spero di si). Oppure quelli del Lidl (si può dire? Spero di si).
    Per Arianeve: la Kidman è sopravvalutata, ma Eccleston (solo un cameo) e la Flanaghan no.
    Raison d’être (Alt + 136, è più forte di me, trascende ogni mio controllo).

  28. Ciò significa che sarai costretta a: non sostituire più la tua Punto, bere solo l’acqua del rubinetto, non frequentare supermercati che non siano discount (ti ricordo, però, che anche quest’ultimi stanno passando al prime-time, guarda bene), non comprare assorbenti, ecc… E’ meglio che adotti la soluzione del cambio canale durante gli spot, sennò resti a piedi prima o poi.

  29. Marco, io non so chi tu sia, nè francamente mi interessa. Mi indispone un pò tuttavia il tono pedantello (senza offesa) del tuo commento. Io so, tu sai, Giulia sa che NON è possibile fare i santi francescani in un mondo oramai immerdato fino alle orecchie col business, laddove tra dieci anni di questo passo mi aspetto di vedere non pubblicità CON le tette al vento ma pubblicità SULLE tette al vento; non è possibile, è ridicolmente utopistico pensare di evitare TUTTO quanto è capitalismo. Da qui a fare i saputelli stile “ah ma tanto blateri e poi fai lo stesso colazione col mulino bianco” ce ne corre ECCOME.
    Lo stesso vale per quelli che fanno considerazioni assolutamente magiche come “si, facciamo chiudere queste fabbriche così la gente poi finisce per strada”. Avanti, signori, avanti un’altro. Troviamo un’altra scusa finto-plausibile, finto-intelligente, finto-“io ne so tanto” per lasciare andare le cose come stanno andando, cioè in MERDA. Il mio post, che non sognava nemmeno di finire qui sugli allori di macchianera (ancora grazie, giu) era una semplice considerazione PRATICA, che non si sognava nemmeno di essere un modo di vita antagonista o un esempio; lo dicevo CHIARAMENTE nell’ultima riga del post.
    Da qui a tirare indietro il culo ad ogni possibile avviso a chi dal marketing ci dice che la merda è buona (e tutti via col tovagliolo!) però ce ne corre. Ce ne corre davvero.
    Se crediamo, se vogliamo sperare in un mondo migliore, in un mondo in cui il denaro, già ampiamente padrone del nostro tempo, della nostra vita e dei nostri affetti non sia l’unica religione della nostra vita futura, bisogna DARCI DENTRO. Darsi da fare, e far capire a “chi ci sta sopra” che siamo tutt’altro che una massa bovina. Ed alla prevedibile e trita obiezione che io faccio parte di semplicemente un’ALTRA massa bovina, codificata e prevista dal sistema, rispondo forte e chiaro: CHIACCHERE.
    Avrò trentatre anni ed avrò magari imparato poco dalla vita, ma di una cosa sono certo: il primo passo per cambiare il mondo è PROVARCI.

  30. “Chiacchiere” si scrive con la i.
    Per quanto riguarda il “provarci” e “darci dentro” con “chi ci sta sopra”, eh. D’accordo.

  31. (cmq ho verificato – è di uso comune in entrambe le maniere, anche se forse la tua è più giusta…)

  32. Caro Fu, cosa posso dirti? Provaci e dacci dentro! chissà, qualcosa cambierà… Per quanto mi riguarda, la TV mi annoia (tranne quando c’è Facci) e la guardo sempre più raramente. Sono un pubblicitario e gli spot che interrompono i film non mi sono MAI piaciuti perchè amo il cinema più di ogni altra cosa. Comprendo la rabbia di Giulia ma i boicottaggi servono a fare danni solo alla povera gente che lavora. Le centinaia di migliaia di scarpe da tennis Nike vendute in meno a causa dei movimenti no-global, hanno prodotto solo qualche migliaio di licenziamenti e un rafforzamento della produzione nei paesi dell’Est per ridurre i costi. All’Azienda gli hanno fatto cico-cico.

  33. E’ vero, si dice anche chiacchere. Però si mangiano a carnevale a Roma le chiamano frappe.

  34. La maiuscola per Carnevale sarebbe più indicata e dopo Roma, una bella virgola.
    Buone le sfrappole con lo zucchero velato e il liquore Alkermes.

  35. Insomma, ora vien fuori che io che non ho mai acquistato Nike in vita mia (perchè mi fanno esteticamente cagare – mi auguro si possa dire “esteticamente”) sono colpevole di qualche centinaio di licenziamenti giusti giusti… certo che ti giri un attimo, e zac…

  36. Noi le chiacchere le chiamiamo cenci e stanno al maschile.
    I cenci li chiamiamo strofinacci e quando chiacchieriamo di strofinacci si dice che si fanno due ciane su puttanate varie.
    Mangiando cenci e bevendo spuma.
    Qualche volta si beve anche un cocha ma raramente perchè la coca-cola interrompe spesso la De Filippi, soprattutto verso Natale, e io alle lacrime trattenute dei concorrenti non so resistere.
    Anzi no, le lacrime della De Filippi non le interrompono mai, si vede che è per questo che ci piango su.

  37. un’idea’simile’la ebbe’alcuni’mesi’orsono’Umberto’Eco. Intendo’dire’l’idea’di’boicottare’gli’spot’che’rompono. uno’di’questi’accenti’è’giusto.

  38. Ma non fate gli ipocriti. Nessun’azienda è mai andata in crisi per un boicottaggio. Al massimo le aziende prendono come pretesto fantomatici boicottaggi per giustificare tagli al personale.

    Tipo le manovre sporche fatte da Sky con la sua auto-pirateria. Per intenderci.

  39. Va bene, dottori. La prossima volta che trombate vengo li’ e vi interrompo sul piu’ bello (ammesso che esista nelle vostre copulazioni) pubblicizzando delle Nike.
    E se dopo, invece di fumarvi una sigaretta, non correte a comprare un paio di scarpe Nike, sarete responsabili dei miliardi di poveri del terzo mondo.
    Capito?

  40. A Natale posso farti un bel dono? Anche se non ti conosco? Dai, ti mando un bel dono. Sì, il dono della sintesi!

  41. M.B., i commenti come il tuo, atti a offendere una persona senza portare nessun argomento, sono inutili e irritanti. Io invece ti ripondo, immaginando cosa volessi dire ma che non hai detto: ovvero secondo te, immagino, l’inserzionista spera proprio che la sua pubblicità interrompa il malo modo il film: certo, sai che guadagni con tutti quei vaffanculo? Non penso che sia così: decidono certamente in quale fascia oraria, in quale film andrà la loro pubblicità, attorno a che ora, ma di certo decidono in quale scena del film! Non far terminare una scena, interromperla a metà, o con sfumini improvvisati è opera di chi sta ai comandi, ovvero in rai.
    In questo canale5 con i film in prima visione sono certamente più rispettosi. E comunque se uno vuole vedersi un film in santa pace che vada al cinema o che se lo affitti.

  42. Come dice Salvio, le agenzie di distribuzione degli spot pattuiscono con le reti televisive orari, numero di passaggi per giornata e programmi televisivi in cui mandare i loro spot. La sensibilità della collocazione è lasciata all’emittente televisiva che crede di far del bene all’azienda che vuole sponsorizzare, invece dati alla mano vi posso assicurare che c’è un grandissimo calo grazie ai Vaffa che ne scaturiscono!

    Le siglette prima e dopo gli spot sono state realizzate dallo studio romano di AReA, lo stesso che ha fatto il restyling di tutta la comunicazione della RAI… un grandissimo studio!!

    P.s. scusate l’ortografia, sintassi, grammattica e tutto quanto fa italiano!

  43. Tempo fa hanno fatto di peggio su Rete 4. Trasmettevano 2001: Odissea nello spazio (ovviamente alle 3 del mattino) è hanno staccato nella scena iniziale quando l’osso (l’arma) viene lanciato in aria dalla scimmia per “trasformarsi” in missile nello spazio. Hanno tolto la scena che da il senso all’intero film, e ho rimpianto di non essere andato a dormire alle 23.

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