The girl with the mousy hair

Da un paio di giorni si rincorrono voci incontrollate su una scoperta sensazionale fatta dal rover Curiosity su Marte. Le bocche sono cucite, ma a giorni annunceranno una conferenza stampa con tanto di Presidente, Vice e stato maggiore della NASA. E sarà la scoperta del secolo.
Visto che su Macchianera noi le cose le sappiamo sempre un po’ prima, sveliamo un po’ di dettagli, direttamente dalla fonte.
Cosa non è: non hanno trovato UFO, navicelle, uomini verdi, ragnetti e lucertoloni. Niente da dare in pasto ad una serie TV per i prossimi anni. Dispiace per gli appassionati delle Aree 51 e delle stupidaggini simili.
Cosa è: il rover ha un piccolo laboratorio chimico pensato per svelare tracce di vita biologica, almeno come la conosciamo noi. L’idea è quella di rivelare le tracce del metabolismo, tutta una serie di gas che si sviluppano in seguito all’alimentazione. Quello che è stato trovato è compatibile con la vita primordiale terrestre, forme batteriche. Compatibile al ciento pe’ ciento.
Sarebbe la conferma spettacolare della ipotesi secondo la quale la vita è stata seminata a tutto spiano dalle comete durante periodo di formazione del sistema solare. Varrebbe la pena mandare lo stesso laboratorio su un altro paio di lune del sistema solare e poi tirare le somme.

(Visited 115 times, 1 visits today)

4 Commenti

  1. Può essere la scoperta del secolo solo per chi ignori l’equazione di Drake. Ok, in effetti significa il 99% della popolazione. Ma credo si capisca cosa intendo. E pure l’inseminazione, se non certa, era già una teoria abbastanza probabile. Oltretutto forme batteriche su Marte non la dimostrano comunque oltre ogni ragionevole dubbio. Potrebbe essere stata una contaminazione planetaria tra i due.

    Ciò per dire che alla fine, insomma, sono batteri. E dubito potremmo beneficiarne in alcun campo. Ecco, magari sarebbe interessante mettersi a guardare la loro evoluzione, avendo qualche milione di anni a disposizione.

  2. Tanto per iniziare, l’equazione di Drake fornisce una stima di quante civiltà sufficientemente evolute per comunicare fra loro esistano nella nostra galassia. Non si capisce perciò cosa c’entrino i batteri.

    In seconda istanza, con tutto il rispetto per Drake che è un grande scienziato, la formula è poco più precisa di un tiro di dadi nel determinare questo numero. Il risultato è il prodotto di sette fattori quasi tutti totalmente arbitrari (eccetto forse il tasso di formazione stellare) o nella migliore delle ipotesi solo grossolanamente stimabili “a sentimento” senza alcuna possibilità di riscontro sperimentale, perciò l’equazione può fornire come esito un numero che va da zero a molte migliaia a seconda dell’ottimismo o del pessimismo di chi decide il valore dei diversi fattori. Si tratta più di un grossolano vaglio concettuale che di un vero strumento scientifico.

    Carl Sagan (un altro gigante che ci manca da morire e non sarà mai compianto abbastanza) ha usato spesso l’equazione di Drake per le sue opere di divulgazione ma questo non vuol dire che la si possa equiparare ad una ricerca sperimentale scientificamente rigorosa.

    Quanto ai tuoi dubbi sull’utilità dell’eventuale scoperta di semplici forme di vita su Marte, mi sembra una posizione sensata e lungimirante quanto quella di coloro che negli anni ’60 si opponevano alle missioni Mercury, Gemini ed Apollo. Quanti inutili sprechi di denaro, eh?

1 Trackback / Pingback

  1. Sciura Pina » Cosa c’è su Marte?

I commenti sono bloccati.