Per capire che per Internet non fosse più tempo di vacche grasse bastavano gli andamenti del Nasdaq e del Nuovo mercato.
Napster è morto, i siti di e-commerce chiudono, e neanche i portali si sentono ormai tanto bene. È a questo punto, in genere, a cadavere ancora caldo, che iniziano a svolazzare gli avvoltoi. Nel caso di Internet, sono quelli che vi hanno sempre ignorato come utenti perchè non capivano la rete, o ne avevano paura. Ora che l’elefante, ai loro occhi, si è rivelato un topolino, hanno deciso che siete degli smidollati, scansafatiche, parassiti della società e mangiapane a tradimento. E che da oggi in poi pagherete, cash, tutto quello che, a loro dire, in passato avete rubato.
L’ultimo degli obiettivi dei professionisti nella raschiatura del barattolo sono gli SMS. In particolare quelli inviati da Internet, gratis. Non sia mai che possa esistere qualcosa di gratuito: gli analisti “esperti” di rete hanno in sostanza sentenziato che, in fondo, si può guadagnare anche da servizi che vengono forniti senza alcun costo. Basta iniziare a farli pagare. Mica sono lì e hanno studiato economia per niente, cribbio.
Ha dato il via all’offensiva la S.I.A.E., richiedendo ai portali un importo minimo di 194 lire per ogni messaggio inviato contenente una suoneria. Chi forniva il servizio ha sostanzialmente fatto spallucce e sostituito le suonerie “d’autore” con melodie “royalty free”. Questione parzialmente risolta.
Il vero e ben più grave problema sta invece in un accordo di “interconnessione” sul servizio SMS tra gli operatori telefonici che dovrebbe partire il 1° giugno 2001 e che in questo momento è sottoposto all’approvazione dell’Authority.
Tradotto in parole povere vuol dire: quando un SMS transita dall’utente di un’operatore all’utente di un altro, il primo versa una somma al secondo. E viceversa. Nel frattempo si fa in modo che gli SMS inviati da altre compagnie o dall’estero (in pratica quelli che arrivano da Internet) non giungano a destinazione.
In pratica, non sono riusciti a farvi pagare gli SMS che ricevete (anche se ci hanno provato), e hanno risolto così la situazione. Nel frattempo la concorrenza viene decimata, il servizio sarà gestito da un cartello di aziende in regime di monopolio, e dai pochi che pagheranno (soprattutto operatori esteri) si riuscirà a raccattare qualche lira in più, che non è mai male. Quel che è sicuro è che i portali (che non navigano in buone acque) non potranno sostenere un costo per messaggio così alto, il che significa una sola cosa: la fine degli SMS gratuiti via Internet.
Clarence, riguardo all’applicazione di questo accordo, lancia una campagna di protesta e boicottaggio che prevederà la presentazione di un esposto (firmato da tutti i siti e gli utenti che hanno già aderito e aderiranno) all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e al Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. In più, dal 2 maggio, verrà lanciato l'”SMStrike“, sull’onda dei gloriosi “NetStrike”, gli scioperi virtuali attraverso i quali in passato è stato possibile il boicottaggio (attuato in maniera assolutamente legale) di svariati siti.
Al momento della stesura di queste righe non sappiamo ancora se tutti e quattro gli operatori aderiranno al progetto di “interconnessione”. Fonti bene informate ci confermano le intenzioni di Tim, Omnitel e Wind. Verificheremo. Per quanto riguarda Blu, abbiamo a disposizione solo le dichiarazioni del dott. Marco Pavanello, responsabile per la comunicazione, il quale, nel corso di un’intervista rilasciata a Smau Duemila, alla domanda “Alcuni operatori italiani hanno lanciato l’idea di far pagare l’interconnessione anche per gli SMS. Il costo di ogni messaggio è così destinato a raddoppiare. Come si posiziona Blu nei confronti di questa iniziativa? È commercialmente utile aderire ad una proposta così impopolare?” ha così risposto: «Ovviamente no, noi siamo orientati a rendere sempre più popolari i servizi di telefonia cellulare. Questa è una sorta di risposta a quegli operatori che non hanno ancora acquisito una mentalità orientata al servizio al proprio pubblico.».
Il Dott. Pavanello di Blu ha una faccia, e siamo sicuri che vorrà mantenerla presentabile confermando questa dichiarazione. In ogni caso è pacifico che se uno solo uno dei quattro operatori decidesse di non aderire al progetto di “interconnessione” (o al “cartello”, come lo chiamiamo noi che amiamo le spiegazioni più semplici) guadagnerà la fiducia di tutto il popolo della rete. Milioni di persone che transitano da un’operatore all’altro. Un’operazione più fruttuosa di una qualsiasi campagna pubblicitaria.
nessuno
Mamica sunt eu Dima.
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