Tecniche di silenziamento

Tanto per abbaiareUna: mandare l’Fbi (all’estero) a chiudere Indymedia. Due: diffondere la voce che i giornalisti “sono spie nostre”. Tre: tirargli direttamente una missilata in faccia mentre ti stanno riprendendo. L’importante è tappargli la bocca

• Beh, poteva andar peggio. A quelli di Indymedia, voglio dire: hanno scritto della cose veramente antipatiche su Bush per cui quello ha mandato l’Fbi in Inghilterra a sequestrargli il sito (dopo un po’, quando la gente ha cominciato a chiedersi che cavolo ci facesse l’Fbi in Inghilterra, è spuntata una chiamata al 113 fatta dalla Nestlè e dal signor B.).

Cmq, tutto ok: di questi tempi, parlar male di Bush è più o meno come scrivere un libro di scoop su Maometto e chiedere la prefazione all’ayatollah Khomeini, gente che s’incazza facilmente.

“Professa il giornalismo” hanno detto di un un giornalista i terroristi col turbante, per i quali evidentemente tutto è religione. Quelli senza turbante sono altrettanto sbrigativi, prima lasciano partire il proiettile (sulla redazione di Al Jazeera, sull’hotel dei giornalisti europei a Bagdad) e poi allargano le braccia: “Toh: m’è scappato un colpo mentre pulivo il cannone”.

Insomma, poteva benissimo capitare che un carro armato dei marines, per le vie di Londra, lasciasse accidentalmente partire una cannonata verso la sede di Indymedia. Questo non è avvenuto, ed ecco uno dei vantaggi della civiltà.

Poteva anche capitare un’altra cosa, che – non volendo sprecare una cannonata – gli incaricati del silenziamento si limitassero a spedire una lettera circolare così concepita: “A tutti i Gruppi Terroristici Islamici e non, Loro Sedi – Si comunica alle Signorie Loro che i segg. giornalisti (seguono nomi) sono in realtà delle spie occidentali et imperialiste at nostro servizio stop Pregasi pertanto prendere oppurtuni provvedimenti stop Distinti saluti stop”. Questo metodo è altrettanto efficace e comporta solo la spesa del francobollo: dicono che sia stato adoperato, con successo, di recente. L’unico suo limite è che non è spettacolare.

Lo è invece il metodo usato appena un mese fa – ma sui giornali è uscito solo un trafiletto, e solo una volta – per silenziare il reporter di Al Arabya che, nel corso di un intervento di pace su una folla incazzata, si ostinava a riprendere gli elicotteri che bombardavano la folla.

La telecamera ha trasmesso un campo lungo della folla, poi un altro campo lungo di cielo con elicotteri, poi zoom su un elicottero in particolare, poi quell’elicottero ha virato verso la camera presentandole il muso coi cannoni – bellissima inquadratura – poi l’elicottero ha cominciato ad avvicinarsi – dai, dai, gira! – poi s’è visto il lampo e il missile che partiva. Infine le macchie di sangue sul vetro della telecamera e dello schermo – il sangue del giornalista non-embedded centrato dalla missilata.

Ecco: è molto più elegante così, piuttosto che sequestrarlo, legarlo, farlo inginocchiare con la bandiera sullo sfondo e tagliargli la testa. Il risultato però è lo stesso, e cioè un testimone in meno in grado di riferire.


Caro Presidente… “Caro Presidente degli Stati Uniti d’America, nonostante Lei guidi il paese del “Primo emendamento”, quello che proclama che tutti sono liberi di parlare, è da un pezzo che abbiamo notato che Lei ha qualche problema con la Democrazia. Adesso alcuni dei Suoi agenti hanno fatto irruzione a Londra e hanno portato via gli hard disk di Indymedia. Siamo sicuri che Lei, e molti altri cittadini, si rende conto che Indymedia è il percorso del ventunesimo secolo al Primo emendamento. Così cos’è successo quel pomeriggio? Era una cosa americana o fascista?”

Ci domandiamo:
– Pensa davvero che chiudere la stampa libera e i media indipendenti migliorerà la Democrazia nel Suo paese?
– Poiché la Sua rapina ha coinvolto diversi media indipendenti da molti paesi, pensa davvero che Lei possa decidere da solo cosa è bene che la gente legga in Italia, Austria, Belgio, Francia, ecc.?
Michel Moore verrà ucciso la prossima settimana?
Signor Bush, vede, c’è urgenza di legalità e libertà in tutto il mondo. Ci dispiace, ma pensiamo che Lei non è così bravo in questo quanto possono esserlo i ragazzi a cui ha rubato i computer. Restituisca gli hard disk subito e si goda la pensione al più presto possibile”
.

Liberatori 1. “Abbiamo decapitato l’ostaggio inglese, solo perché era inglese, dopo averlo umiliato e fatto soffrire per settimane. Un infedele di meno. Viva Allah!”.

Liberatori 2. “Loro dicono che era una festa di nozze, noi invece siamo convinti che erano terroristi riuniti. Undici morti bombardati. Viva la libertà!”.

Occidente. Dopo Putin (Kgb) anche Gheddafi (terrorismo islamico) è diventato un grande amico e modello del signor B. “Leader della libertà”, per la precisione. Chissà che cosa lo attira tanto nei dittatori.

Cuba. Il fantasma dell’ex leader rivoluzionario cubano Fidel Castro ha proibito una manifestazione di familiari dei dissidenti incarcerati. “E’ arrivata la polizia e ci ha fatto sgomberare. Mio marito è malato, chiedevo solo che lo spostassero dal carcere all’ospedale”.

Afganistan. Alle elezioni, proteste dell’opposizione: “Le matite non sono indelebili, i voti si possono falsificare, qua a momenti pare di essere in Florida”.

rudycolongo@libero.it wrote:

Il vero problema degli immigrati a Roma, in Italia, è il permesso di soggiorno. Per rinnovarlo ormai ci vuole un anno, mentre per legge è stabilito in venti giorni. Ormai sono due anni che il questore di Roma Cavaliere e il prefetto Serra periodicamente incontrano l’associazionismo coi manifestanti di turno e… con promesse varie evadono senza rimedi concreti il problema, rispecchiando col loro operato l’andazzo nazionale. Perchè il grande sogno dell’italiano medio, borghese,ingrassato da anni di buona tavola e cattive letture, è quello di avere un’immigrato non fastidioso. Sfortunatamente non è cosi che funziona. Gli immigrati non sono utensili da riporre. Sono persone che hanno voglie, bisogni, sogni, provano tristezza e collera, paura e disperazione. Quello che questo paese non consente loro di provare è allegria, tranquillità. Dignità.

E’ comodo ritagliarsi un alibi che dica sostanzialmente: è a causa dell’esistenza dei clandestini che le persone che si sono affidate alla nostra burocrazia dovranno continuare ad essere quotidianamente umiliate. Perchè di umiliazione si tratta. Il semplice fatto che si debba attendere fino a 10 mesi per poter ritirare il proprio soggiorno rinnovato è umiliante. Il fatto di non poter accedere ai servizi bancari è umiliante. Il fatto di non poter accedere ai concorsi, di solito riservati ai soli cittadini è umiliante. Il fatto di essere costretti al prelievo fiscale senza poter votare è umiliante. Il fatto di dover mentire (es. facendosi mandare un telegramma dal paese d’origine che annuncia morti non augurabili per impietosire il funzionario e avere il soggiorno rinnovato) per poter ottenere ciò che è di diritto è umiliante.

Oggi avere un soggiorno rende gli immigrati dei semplici clandestini, solo più rintracciabili, e con dei doveri rispetto alla pubblica amministrazione. Così come i coloni americani si ribellarono al grido di “no alle tasse senza rappresentanza” ponendo di fatto le basi della democrazia moderna, anche la colonia interna dovrebbe continuare la strada interrotta dai Frisullo e dai Di Liegro con nuovi capitani di ventura non visibili all’orizzonte.

Alessandro wrote:

Mercoledì eravamo al parco dell’Acquasola a dare volantini contro il progetto di farci un parcheggio dentro. La Digos genovese era presente, professionale e discreta come sempre. Avendo io partecipato a molte manifestazioni sui temi ai quali sono sensibile – guerra, scuola pubblica, lavoro, diritti degli immigrati – ne conosco ormai i visi, quasi familiari, in quanto sempre presenti alle suddette manifestazioni.

I casi sono due. O noi manifestanti diamo fastidio a qualcuno e siamo in pericolo, e la Digos è lì per proteggerci. In tal caso mi piacerebbe sapere chi potrebbe minacciarci. Nello specifico, forse, la maggioranza comunale di centrosinistra che ha approvato il progetto, o la ditta appaltatrice Sistema Parcheggi srl? Oppure siamo noi il pericolo pubblico, da controllare, per impedire che facciamo reati o lediamo persone e/o cose.

Se questo fosse il caso, ricordo ai suddetti che non abbiamo commesso alcun reato, anzi, stiamo impiegando tempo e risorse nostre per difendere un bene comune. A mio parere ci sono reati, gravi e GIA’ commessi, che meritano invece più attenzione e risorse dalle forze dell’ordine; in particolare quelli legati a mafia e riciclaggio, violenze sulla persona, spaccio, sfruttamento del lavoro nero, discarische abusive, furti.

Mike Godwin www.eff.org wrote:

Ho una figlia piccola e sono preoccupato per il suo rapporto con l’internet, anche se non ha mai avuto occasione di connettersi, per ora. Cio’ di cui ho paura e’ che mia figlia venga da me tra 10 o 15 anni e mi dica “Papa’, ma dov’eri tu quando hanno rimosso la liberta’ di stampa dall’internet?”.

Franco Gialdinelli, con gli amici, wrote:

Buon Compleanno Enzo.
(“Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. È un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto… “).
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