TheClassifica 60enne – Addio e grazie per tutto il maaaahreeeeh

Decadancing, il migliore antidoto per questi tempi”.

Così lo spot che sta passando in questi giorni su Radio Deejay – e a sentirlo mi stava partendo un mavaffanculo così radente che Ih Vah Noh Foh…  Ssaaaatihhh non avrebbe mai più avuto bisogno di sforbiciare la sua barbisa da cantautorpoetartista.

Eppure no, non si fa così. Bisogna rimanere composti, lucidi, non lasciarsi prendere dal furore belluino. C’è un tipo che ha scritto da qualche parte una recensione che inizia con “Mi fanno male i reni dalla voglia di pisciare in faccia ad Anthony Kiedis”. Beh, prova a farlo davvero, ciccio – ma conoscendo Kiedis ricordati che la minzione successiva ti farà malissimo. Io rimango basito da questi tipetti che vogliono attirare l’attenzione, e non sono contento di passare per un impallinatore: il mio motto è prima di sparare, pensa, come diceva Federica Moro. Guardate, prima di recensire l’ultimo Tom Waits ero lì che armavo il Winchester – è finita che gli ho dato 5 stelle. Ai Red Hot Chili Peppers e Lenny Kravitz ne ho date QUATTRO, Dio mi perdoni. Quindi sarò un fallito e invidioso come mi ricordano i più benevoli, però non parto coi preconcetti: un giorno potrei parlare bene persino di Massimo Moratti. Per fortuna lui non me ne dà occasione.

Ih Vah Noh Foh…  Ssaaaatihhh due settimane fa ha annunciato il proprio scioglimento, e su Facebook una buona porzione dei miei pur pochissimi amici ha risposto proprio come lui voleva, cioè piangendo accorate lagrime, tante che sembrava di essere dah…vah…nti al maah-reeeh, lagrime di deprivazione di cotanto intenso emozionatore. E proprio come lui voleva, l’antidoto per questi tempi è andato al n.1.

Io, sappiatelo!, non sono un esagitato. Ascolto musica a volume 3 o 4, così la vedo meglio, galleggia un po’ nella stanza (o nella testa) invece di rimbalzare contro i muri come Taz della Warner Bros. E ho anch’io i miei momentini di mesto languore, in cui mi illudo che cinque-sei parole messe giù bene mi aprano qualche porta della percezione. Mondo puttano, anch’io ho dei SENTIMENTI. Però c’è qualcosa in Ivano Fossati, nel suo mettersi lì, fissarmi da sopra la barbisa e intonare laqualunque con una smorfia di dolente intensità, che fa esplodere in me il punk che non sono mai stato. C’è anche in quest’ultimo album?, mi sono chiesto. Sì, mi sono risposto. E cos’è?, mi sono chiesto, incalzandomi e puntandomi contro delle lampade. Proverò a spiegarmi.

Nel 1976 Sex Pistols e soci spazzarono (per poco) tutto quello che c’era attorno perché troppa musica inglese era diventata barocca, pachidermica, melensa e compiaciuta: Bohemian Rhapsody, Shine On You Crazy Diamond, Fool to Cry dei Rolling Stones. Ed ecco servito al prog e al middle of the road un mavaffanculo!, da parte di chi non trovava nessun antidoto per quei tempi. Noi qui, da decenni, qualunque siano i tempi non riusciamo proprio a spazzarli via, i pachidermi. Neanche per un breve eccitante illusorio istante. Vecchioni, CapireBattiato, De Gregori, non sono che l’altra faccia di Berlusconi e Bossi. Non riusciamo a spazzarli via, non riusciamo a concepire un Paese che ne faccia a meno.

E quindi ci teniamo questo.

(a questo punto, mi pregio di sottoporvi la recensione di Decadancing che un noto mensile ha preferito non pubblicare, e non lo biasimo) (scritta prima che Ih Vah Noh annunciasse il proprio scioglimento)

Non ci siamo mai riusciti, a liberarci dei vecchi cantautori. Non solo li abbiamo tenuti quando non avevano più oggettivamente niente da poetare, ma abbiamo fatto di peggio: abbiamo lasciato che sostituissero gli intellettuali organici. E tornati da Panama e Samarcanda, Atlantide e Tozeur, guardassero l’Italia, e tristamente assisi sui loro miliardi concordassero che qualcuno (non LORO, ah, no: altri) l’ha rovinata. E noi tutti dovremmo andarcene (vedi Laura e l’avvenire, o Quello che manca al mondo). Beh, senti Ivano, dì un po’: ti piace il mare, vero? E allora vaffanbagno. Perché a parte il solito mare in copertina, veramente giran le palle a sentirti lagnare – con testi e musiche straordinariamente ordinarie – di questi brutti anni, cercando il redditizio target dei politicamente depressi. Salvano l’album i frammenti di sentimento (Natale borghese, 4 settembre) sparsi nelle odierne distruzioni di un amore. In quelle Fossati si muove meglio che in qualsiasi danza.

(finita) (noterete che il mavaffanculo è satiricamente diventato vaffanbagno) (a riprova che sono linguisticamente un energumeno, ma con una certa varietà di colpi)

Detto del disco, davanti al ritiro di uno che ha scritto 1) Non sono una signora, per la quale Loredana Bertè si sta ancora chiedendo cos’è una carretera, e 2) La mia banda suona il rock (che Ih Vah Noh ha snobisticamente ripudiato, e questo mi dà parecchio fastidio), io mi posso anche togliere il cappello. Ma poi malauguratamente mi torna in mente Lah Can zoh neh Poh poh laaah reeeh… Non esattamente Anarchy in the UK, vero Ih Vah Noh? No, io non voglio dire che tu sia la causa dello scoglionamento della sinistra. Però ne sei un sintomo. E l’unica cosa che ammiro in come ti sei mosso in questi anni è la capacità di farti le ville al maah reeh rimanendo lucido e composto: non ti sei fatto prendere dal furore belluino e hai munto le pecore rosse. Devo impararla anch’io, questa cosa. Questa, e poi stare per anni con una biondona che tutta Italia ci sbavava, e fare le canzoni che spezzano le vene delle mani, zio cantante.

Nel resto della classifica: n.2 Adele, n.3 Giorgia, n.4 Emma. O dell’avversione per i cognomi.

La precedente capoclassifica, Marco Mengoni, è n.5; seguono i Moccià, Jovanotti, Red Hot Chili Peppers, Stadio e MiticoVasco. Escono subito dalla top ten The Dark Side of the Moon (n.11, ma anche n.46, con il cofanetto) e Marco Masini (n.17) (il suo disco si intitola Niente di importante) (ehm) (…sapete quando venite a rete dopo che l’avversario vi ha lasciato tutto il campo e dovete solo appoggiare la palla? Ecco, questo titolo mi fa quell’effetto lì. Potrei persino buttarla in rete, McEnroe lo avrebbe fatto).

Nevermind è n.24. The Wall n.29. La raccolta di Zèsare Cremonini esce dalla top 100 dopo mesi e mesi. My Life in the Bush of Ghosts di Brianìno e una persona che la FIMI non riesce a identificare riguadagna due posizioni, ed è al n.57. E vi avviso, se rimane in classifica un anno intero, alle prossime elezioni come antidoto per questi tempi io voto Fiorella Ceccacci. Intensa emozionatrice.

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34 Commenti

  1. condivido il tag,e pure il resto gia che ci siamo.Oltre che i pistols qui mancano pure gli hayes e i zappa.Mentre eravamo tutti iscritti al cepu delle emozioni in zona scilipoti siamo stati devitalizzati senza che nemmeno qualcuno ci avesse fatto l’anestesia(ma su fossati vale il vecchio discorso fatto per i grateful dead.Se ne riparlerà)

    http://bell1388.narod.ru/MamboItaliano.mp3

  2. se fossi Jax denucerei Fossati per plagio di titolo… e il bello è che era meglio il pezzo di J-ax.. azz!!!

  3. Doveva fermarsi a Discanto, dopo è solo fuffa. Però Decadensing come antidoto funziona: tu lo senti e perdi la brocca, ti incazzi e hai tanta voglia di menare le mani: è proprio la reazione che deve generare un antidoto per questi tempi di pecorismo bovino senza ritorno.

  4. Fossati piace poco anche ame, ma una serie di solenni stronzate come in questo post era da un pezzo che non le leggevo. O stelle

  5. uhmm… Madeddu, d’accordo, i CapireBattiato, gli Zero ed i tanti Vecchioni sono perfettamente analoghi ai vegliardi della politica; sono anni che continuo a sostenere che dopo il cavalier pompetta il maggiore problema italiano è miticoVasco

    però, mi spieghi perchè te la prendi con l’unico tra questi che, papale papale ha dichiarato: sono anni che mi ripeto, questo è il mio ultimo disco, mi tolgo dalle palle?

  6. Sottoscrivo ogni singola parola. A me sto tipo ha sempre fatto incazzare, come quando ha fatto uno degli album peggiori di De Andrè, l’ultimo, o forse l’unico brutto non lo so. Sta di fatto che se ascoltate anime salve potete a occhi e orecchie chiusi individuare le parti in cui De Andrè è andato al gabinetto lasciando Fossati a scrivere le sue cose.

  7. Speriamo solo che Fossati non passi la sua pensione a rompere il cazzo su Nonciclopedia.

    C’è un giro di tangenti nel programma di Carlo Conti in “Migliori Anni” ?

    Ma Tania Sachs è la Binetti?

  8. intervengo solo per dire che anime salve e di gran lunga il miglior disco di de andre insieme a creuza de ma e per dire che il punk e nato a new york e non a londra, come in molti pensano.
    e anche per dire che non ho gli accenti sulla tastiera.

  9. E dopo un bel po’ di tempo, essendo tornato consistente il numero dei commenti, egli tornò a rispondere. Volendo proprio chiamarle risposte.
    (come state?) (tutto bene?)

    @Diamonds: il CEPU delle emozioni è per caso il mitico CET di Mogol? Chissà se un giorno qualcuno che lo ha frequentato diverrà universalmente noto. Lui intanto sta lì in tv con i bimbetti di zio Gerry Scotti. E’ una delle cose più melanconiche che io abbia visto negli ultimi tempi.

    @conte Marx: c’era stata anche Decadance dei Duran Duran. Però non vedo come qualcuno dei clienti di Fossati possa saperlo.

    @Pietro: caspita, avevi ragione: Fossati va da Fazio e subito a Roma la gente mena le mani. Certo non è un alibi, però c’è una palese connessione.

    @Randolph Carter: CINQUE? Disco irrinunciabile??? Gosh. Deve avermi preso di sorpresa.

    @Francesco: sei sicuro? Posso fidarmi della tua esperienza di solenni stronzate? Di una vita passata a valutarle, a soppesarle, a viverle, a esperirle, portarle dentro i profondi recessi della tua anima? Per me sarebbe importantissimo.

    @chartitalia: forse perché lo fa come se fosse il giorno dell’Ascensione? Preceduto ovviamente da biografia (critica, s’intende – come no) e tour e apparizioni pontificanti in tv?

    @trecool: non MI capisco? non TI capisco? non VI capisco? non LI capisco? non CI capisco? non PI capisco?

    @DestrosioAlMagnesio: è Sachs, non Sucks. Ahaha.

    @Fake: si, puo anche darsi che sia nato a New York, ma ti diro, credo che senza i Sex Pistols – e senza Londra, perche no – non saremmo qui a parlarne ancor oggi, cinquecento anni dopo. Spero apprezzerai la mancanza di accenti, per solidarieta.

  10. per Paolo: pero senza i Ramones (e i Neu! va) non staremmo qui a parlare dei Sex Pistols. Infatti parliamo di Fossati.

  11. Sulla genesi del punk opterei (con Filippo1) per Detroit.
    I Ramones (Dio li abbia in gloria) facevano Surf mascherata da punk melodico.
    I Sex Pistols sono stati una delle prime boy band d’Inghilterra, con le spille nelle guance e con le dita a scaccolarsi il naso magari non proprio educati a Eton, però sempre boy band rimane, anche nel pilotaggio che c’era dietro.
    Stooges e MC5 sono stati l’origine.

  12. Paolo, hai visto che avevo ragione, neh? Dovrebbero farlo suonare a Montecitorio.
    Diamonds la tua tastiera gli accenti ce li ha.

  13. che Stooges e MC5 siano stati l’origine di tutto non c’e dubbio (ma aggiungerei almeno i New York Dolls e i Dictators poco dopo loro), ma a definire il genere, anche concettualmente, e ad esportarlo (tramite Malcolm McLaren che frequentava il loro giro e la scena del CBGB e Max’s Kansas City) sono stati i cari estinti Ramones.
    Lettura consigliata: Please Kill Me

  14. Io idolatro i Ramones (anche latro e basta, tipo cane).
    Però la loro “versione del punk”, per quanto esportata in ogni dove, ne rappresenta solo un lato: quello melodico.
    Che poi anni dopo sarebbe sfociato nella Epitaph dei Bad Religion (la parte migliore) e nel neomelodic di Rancid, Green Day, Offspring ecc. (la parte peggiore).
    Il Punk inglese ha sempre avuto una matrice “sonora” diversa.

  15. Oh, quanto siete commentari, a ‘sto giro. Addirittura la doppia decina. Che implica doppia, ancorché oziosa, controreplica.

    @diamondog: boy-band. Eh, non l’avevo mai pensata in questi termini. Però ci starebbe. Mi viene in mente una volta che i Duran Duran vennero a Milano, e stante il rapporto morboso che l’Italia ha coi Duran Duran, un ebete, oppure un giornalista – oh, è così difficile distinguerli, no? – chiese “Voi siete stati la prima boy-band?”, e Simon Le Bon rispose “Veramente noi ci siamo conosciuti a Birmingham, John e Nick erano compagni di scuola, e mi hanno chiesto se volevo entrare nel loro gruppo. Ma cos’è una boy-band? Un gruppo di ragazzi cui un manager dice come vestirsi e tagliarsi i capelli? Ah, allora ne conosco una: i Beatles”. E cosa voglio dire con questo? Che boyband è chi la boyband fa. Non credo che l’autoproclamato genio McLaren sia mai riuscito a dire a Steve Jones come suonare o a Johnny Rotten che parole mettere nei pezzi.

    @Fake: sì, letto. Un po’ aberrante, come lettura, no? Questa epopea del “chi c’era”, del “come è andata VERAMENTE”. Interessante a livello di gossip, ma la conclusione che ne ho tratto è stata che davvero, bastava raggiungere le 100 persone giuste a New York, e questi avrebbero favoleggiato della tua seminalità seminale anche se le New York Dolls (ma anche i Dictators, e quant’altri) non vendevano un disco. Se ne parliamo ancor oggi, è perché siamo degli squilibrati.

    @Jordi: Aldograsso ha una autonomia di stroncatura che nel suo marchettoso giornaletto (ma anche a Repubblica, effettivamente) non viene concessa a nessuno. La cosa mi lascia sempre un po’ basito. Ditemi se c’è qualcun altro che va giù così con la clava e scriva per i marchettosi.

    @diamonddog: ma poi è così importante stabilire chi è venuto prima e chi deve qualcosa a chi? Io posso anche avere una simpatia per i Damned, o un debole per i dimenticati, joydivisioneschi Ruts D.C., e naturalmente chi non ha amato un po’ i Clash. Però non nascondiamoci dietro un dito (medio): c’è un solo gruppo che rappresenta l’apice dell’esplosione, il lampo che per un fugace, illusorio istante ha illuminato il mondo, la fiammata che brucia ogni cosa e poi brucia se stessa.
    (…ok, forse sono di parte. La sola cosa che mi spiace dei Sex Pistols è quel fesso di Sid Vicious)

  16. no, non è così importante, anch’io amo never mind the bollocks e lo sconquasso che ne è seguito, solo che a volte mi pare interessante andare alla genesi di un genere, e poi oh mica ho cominciato io, dillo anche a fake e filippo1…:-)
    sul concetto forrestgumpiano di boyband mi trovi d’accordo, solo che io tendo a dare percentualmente un pò più peso a mclaren di quello che gli dai te.

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