Ma poi bisogna riflettere: chi l’ha organizzato? Come si sono comportati i politici? Perché siamo ancora in Iraq? Qualcuno sta ancora reclutando guardie private in Italia? Cos’è successo, “politicamente”, nella testa della gente in queste settimane?
Ora si ride, ora si respira e ora – fra l’altro – si può ricominciare a parlare senza timore di mettere in pericolo nessuno. Così, disordinatamente e liberamente.
1. Per prima cosa, visto che è quella più scocciante, bisogna riconoscere il buon comportamento – stavolta – di Berlusconi. Non ha dato aria alla lingua, non fatto dichiarazioni che potessero creare problemi, ha chiesto – cosa per lui assai difficile – l’aiuto dell’opposizione. Tutto il contrario dell’altra volta, quando ha perso platealmente la testa offrendo di sè un’immagine poco bella. Nelle prossime ore, probabilmente, non mancherà di esagerare il suo ruolo, di attribuirsi meriti, di “far politica” sulla liberazione. Ma è un politico. Stavolta s’è comportato bene, e – quel ch’è giusto è giusto – gliene si dà atto.
2. Pessimo invece il comportamento di Fini. Costui, nell’immaginario della destra, sarebbe il capo freddo e responsabile, quello che non perde la testa. E’ stato invece l’unico politico italiano di una certa consistenza a mettere concretamente in pericolo la liberazione, con la sua sciocca polemica sul coraggio dei pacifisti e il conseguente possibile acuirsi della tensione. La verità è che Fini non è uno statista. Non è un leader, non è un democratico, non è un fascista – è semplicemente un ragazzo precocemente politico, beniamino della signora maestra – prima Assunta Almirante, poi Cossiga – che, da banale primo della classe, s’è sentito autorizzato alle più strane ambizioni. Con tutte le sue buffe e complicate manovre, egli non sostituirà mai Berlusconi. La ragione è che gli mancano le palle (usiamo appropriatamente un linguaggio fascista) e questo lo porta, sistematicamente, a scegliere ogni volta la soluzione più facile e meno dolorosa. In questo caso aveva dei problemi di credibilità col partito e prendersela coi pacifisti era la maniera più semplice per fare l’uomo duro. Di essere anche un ministro italiano, non l’ha neanche sfiorato il sospetto. Fossimo fascisti, consiglieremmo ai camerati di sostituirlo o con un fascista come Tremaglia (che di coraggio non ne parla mai perché è stato soldato) con un democratico come Grillini (che oltre al resto è pure lui bolognese). Ma sono affari loro. Noi vorremmo semplicemente non trovarcelo mai più fra le scatole nei momenti pericolosi.
3. Chi ha rapito le due Simone? Ipotesi ne sono state fatte tante, tutte sono possibili e nessuna – proprio nessuna – è esclusa. Di certo, c’è che sono nemici nostri, che hanno fatto del male a delle nostre compagne e che prima o poi la devono pagare. Se tu che leggi fra quindici anni sarai al governo (e non ridere: statisticamente, un pacifista cane sciolto è il probabile leader della prossima generazione) ricordati che hai un debito da pagare. I rapitori delle Simone, gli assassini di Enzo, prima o poi debbono arrivare in Italia, a costo di pagarli a peso d’oro. E siccome là tutti vendono tutti, non è escluso che prima o poi ci si riesca. Questo è uno degli obiettivi della sinistra, adesso. Bisogna pensarci sempre e non dimenticarlo mai.
4. L’Italia deve andarsene dall’Iraq, ora, subito, finchè non ci sono altri ostaggi. Non si perde la faccia andandosene non costretti, come possiamo fare ora. Ai terroristi è giusto non rispondere, per dignità e per buon senso; ma ora non c’è nessuno a costringerci, e dunque possiamo prendere liberamente la decisione migliore. “Ma così incoraggerete i terroristi!”. Balle. L’unica cosa che incoraggia i terroristi sono le dichiarazioni di Runsfeld (“Ce ne potremmo andare anche prima della pacificazione”), fatte per ragioni elettorali interne ma militarmente irresponsabili, eliminando l’effetto di deterrenza che l’occupazione militare vorrebbe avere. Non vogliono fare la pace, non sanno fare la guerra. Tutto quel che concludono è di barcamenarsi qua e là, cercando di spostar la catastrofe a dopo le elezioni. In queste condizioni, i marines sono freddamente usati come carne da cannone, e identicamente lo sono i loro alleati. Fra cui, i soldati nostri: è *vile* esporli, dalle comode poltrone di Roma, per mettere una pezza a una politica che tutti ormai sanno sbagliata.
5. Nel tempo, speriamo poco, che l’Italia resterà ancora in Iraq bisognerà reprimere durissimamente ogni tentativo di arruolare italiani per le milizie private che in Iraq comprendono ormai una parte notevole dei combattenti. Questo meccanismo è emerso platealmente nella prima vicenda degli ostaggi, ed è stato tenuto sottotono solo per un senso di umanità legato alla presenza degli ostaggi stessi. Adesso però va affrontato radicalmente e a fondo (il codice penale lo classifica fra i reati gravi), erogando le pene previste dal codice e chiedendone conto a tutti i soggetti – italiani ed esteri – implicati.
6. Le due Simone, in queste settimane, sono state il baricentro civile della nazione. Qualcosa che va molto al di là del caso personale. Qualcosa di largamente *politico*, oltre le ideologie. Quando cominceremo a riflettere seriamente su questo? Entrambe le due sinistre, finché non lo faranno, resteranno obsolete.
Scrivo da un vecchio iMac, in Sicilia, che era (me lo fece avere mesi fa, sapendo che ero senza) di un amico pubblicitario, uno che nel tempo libero se ne andava in giro a raccontare il mondo ed era, fra le altre cose, fra i nostri primissimi lettori. Come siamo felici, stasera, amici miei! Tanta è la gioia, che persino il signor B. per una volta ci appare meno odioso. Si affaccia, non malinconico nè debole ma sereno, un senso di struggimento per chi avrebbe potuto essere qui a ridere con gli altri e invece è rimasto là, sulla via dell’umanità e dell’impegno. Vorremmo che la gioia collettiva di queste ore, la solidarietà, la forza che genera, viaggiassero fino a raggiungere coloro che ne hanno più bisogno e più merito adesso, i figli di Enzo Baldoni.
Ragazze. Atefeh Rajabi, sedici anni, provincia di Mazandaran, Iraq, è morta il giorno di Ferragosto per aver commesso “atti incompatibili con la castità”. Il ragazzo che era con lei è stato frustato a sangue e mandato via. Lei è stata impiccata a una gru. Il “giudice”, il mullah Haji Reza, ha voluto metterle la corda al collo con le sue mani. Poi ha dato ordine di sollevare il braccio della gru. La ragazza, durante il “processo”, s’è difesa con rabbia, senza paura, svergognando i suoi giudici e accusandoli a gran voce. “Un coraggio inaudito” dice un testimone, rintracciato da Amnesty. La sentenza è stata approvata non solo dal tribunale islamico del Mazandaran, ma dalla corte suprema di Teheran e dal ministro della giustizia in persona.
Su un muro di Catania. “Cosa nostra / voi siete / il potere / lo stato è nulla / trovate / la piccola Denise”.
Vietnam. “Non tutto è perfetto nella vita” dice il ministro della difesa Rumsfeld: perciò le elezioni in Iraq potranno anche essere delle mezze-elezioni, e soprattutto gli americani potranno anche ritirarsi prima di aver “pacificato” completamente il paese. Traduzione: la guerra è fallita, andiamocene finché ce ne possiamo andare, sbrighiamoci a trovare qualche generale sudvietnamita a cui sbolognare la patata bollente visto che l’Onu o l’Europa, che non sono nate ieri, difficilmente muoveranno le chiappe per levarci dai guai.
Cronaca. Palermo. Un po’ alticcio, un invitato rompe una vetrata del ristorante in cui si festeggia il matrimonio: arriva il padrone e vuol essere risarcito. Ma da chi? “L’avete invitato voi!” urla al consuocero il padre dello sposo. “E dovremmo pagare pure per gli ubriachi?”. Scoppia una megarissa, cinque invitati e una poliziotta all’ospedale, denunce per lesioni, interrogatori. Gli sposi (che erano appena partiti per il viaggio di nozze) ancora non lo sanno.
Cronaca. Palermo. Insultato e poi aggredito – del tutto a freddo – da un passante un anziano zingaro che chiedeva l’elemosina in via Ruggero Settimo. Il vecchio è stato salvato da un poliziotto richiamato dalle grida disperate della nipotina.
Cronaca. Gela. Le imprese che, per paura della mafia, si rifiuteranno di demolire gli edifici abusivi verranno escluse per tre anni da ogni rapporto di lavoro col comune. Lo ha deciso il sindaco Crocetto, lo stesso che l’altra volta ha ordinato tutte le gare d’appalto si svolgano in presenza dei carabinieri.
Girotondi per la democrazia wrote:
Claudio wrote:
Mi inchino Orioles
Aggiungo, se è vero che B. una volta tanto si è comportato quasi bene, stesso discorso vale per il buon Fausto
Aggiungo però per i futuri pacifisti, no Global, compagni al potere dico: non comportatevi come quelli che vi hanno preceduto, e quando sarete nella stanza dei bottoni, combattetela la mafia, fateli arrivare in oraio i treni, non fate le bicamerali, impegnatevi davvero per il sud, non equiparate le scuole pubbliche e private, non fatevi sposare dal papa, non guardate troppi film americani e non prendetevi a modello John Kerry o Mr Blair ecc ecc
Ultima cosa Oriole: Volevi dire Iran, non Iraq vero??
Le due simone hanno ringraziato gli iracheni, sorridono, dicono che le hanno trattate bene, con rispetto…
e noi che ci preoccupavamo…
(suvvia qui abbiamo a che fare con gente malata…)
Caro Ganf, devo rivelarti un terribile segreto: c’è gente che ci crede in quello che fa
e soprattutto caro Arcangelo, lo fa gratis !!
Solo che ormai viviamo in un mondo in cui ci si muove solo a pagamento…
quindi i 4 vigilantes, eroi
le 2 simone, cretinette
che mondo schifoso
Se è per questo anche i Kamikaze credono in quello che fanno…
quindi le due simone equivalgono ai kamikaze ??
beh… per qlcn di destra sicuramente si visto che le ritengono loro amici…
le simone equivalgono ai kamikaze? direi proprio di no. resta tuttavia un problema irrisolto: come si fanno a giudicare le azioni di fondo che ci muovono?
il valore ultimo a cui si ispira il nostro agire? è comunque sempre essere un atto di fede alla fine
ognuno ha il suo demone (max weber)
Trovo questo articolo assolutamente concreto. Difficilmente commentabile perchè lo condivido punto per punto.
Wally lo insegnano anche in prima liceo che il tuo è un falso sillogismo.
“I cigni sono bianchi” – “La neve è bianca” –> “I cigni sono fatti di neve”.
Zero in matematica e zero in filosofia.
La mia era una battuta (infelice lo ammetto) a cui è stato attribuito subito il significato di Simone = Kamikaze.
Semplicemente non sono d’accordo con la santificazione delle 2 di cui sopra.
Inutile aggiungere ulteriori commenti a un argomento che è già stato approfondito anche negli altri post.
x Balthazar: Non ho capito perchè “quelli di destra le ritengono loro amici”? Ma se lo dici tu avrai le tue fonti.
x Raccoss: Non ho fatto il liceo e ahimè la filosofia mi manca, per la matematica ci vediamo a settembre…..azz hanno tolto anche gli esami di riparazione.
Grazie comunque per la lezione.
Wally.. va’… beh!… Visto che ti impegni cambio il voto e ti do 6–!
I credenti mi spaventano, non ragionano, la fede onnubila, i kamikaze credono che andranno in paradiso (a f*****e le vergini…)
Le due simone vogliono tornare in iraq? ma il rapimento c’è stato o no? e il sequestro di persona? Allora ditelo: Club Med Bagdad, (un po’ caro 1.000.000 $ 20 giorni la doppia, ma… grandi emozioni, poi torni e un paese intero ti fa festa! Ciampi che parla coi tuoi, son soddisfazioni dai..)
per wally:
il fatto che le due simone abbiano profuso a iosa ringraziamenti alle comunità islamiche del mondo, al popolo irakeno, ai terroristi stessi per averle “trattate con rispetto” ed omaggiate, alla liberazione, di tanto di dolcetti del luogo, prima ancora del governo italiano può fare pensare a questo.
D’altronde lo si è detto di Baldoni, che era stato ucciso dai suoi amici terroristi.
A questo mi riferivo…e non sono cose dette per radio/tv e scritte sui giornali (Libero in primis…)
correggo :
A questo mi riferivo…e sono cose dette per radio/tv e scritte sui giornali (Libero in primis…)