I punti MilleMiglia dei Bin Laden

Sostenuto da Steven Spielberg, che già gli assegna arbitrariamente un Oscar, e da mezza Hollywood, il 25 giugno scorso, con in saccoccia la Palma D’oro vinta al Festival di Cannes, ha debuttato nelle sale “Fahrenheit 9/11“, il nuovo documentario di Michael Moore.

Macchianera vi propone il trailer di “Fahrenheit 9/11” e l’intervista di David Letterman a Michael Moore, ospite del “Late Show“.

A chi, nel frattempo, volesse portarsi avanti con i compiti, è consigliata la lettura del “Fahrenheit 9/11 Facts“.

QuicktimeScarica il trailer di “Fahrenheit 9/11”
Formato Quicktime
Connessioni veloci
Connessioni Adsl
Connessioni modem
La locandina di Fahrenheit 9/11 Windows Media PlayerScarica il trailer di “Fahrenheit 9/11”
Formato Windows Media Player
Connessioni veloci
Connessioni Adsl
Connessioni modem

Late Show - with David LettermanDavid Letterman: Il nostro primo ospite è un cineasta vincitore di un Oscar il cui nuovo documentario intitolato ‘Fahrenheit 9/11’ esce il 25 giugno. Signore e signori, ecco Michael Moore! Voglio farti subito un paio di domande e poi passiamo a parlare del documentario…

Michael Moore: Va bene.

L’Oscar… hai vinto l’Oscar per “Bowling a Columbine“. Quando hai vinto sarai rimasto sorpreso.

Molto sorpreso.

Sei salito sul palco, hai ricevuto il premio e hai iniziato a prendertela col presidente. Lo avevi programmato?

No, volevo ringraziare il mio agente e la mia parrucchiera e andarmene subito. Ma mentre mi dirigevo sul palco, mi sentivo come Gollum del “Signore degli anelli“. Nella testa una voce mi diceva: “Manda un bacio a tutti e lascia il palco”. Un’altra voce diceva: “no, c’è una guerra in corso, devi dire qualcosa!”, e io “no, non voglio dire niente, è la mia serata agli Oscar! Sii gentile e congedati”, ma ha vinto l’altra voce…

Già, il tuo discorso non è stato accolto molto bene, vero? sei stato più o meno contestato…

Qualcuno mi ha acclamato, altri facevano “buu” e poi ancora “buu”.

Ti avrà fatto una strana sensazione, avevi appena ricevuto uno splendido premio e tutti ti acclamavano e si congratulavano e un attimo dopo ti hanno contestato. Rimpiangi di averlo fatto o no?

No, ormai non più perché… io ho detto che ci portavano in guerra per motivi fittizi e in realtà non sapevo se fosse vero all’epoca. Eravamo in guerra solo da 5 giorni, sai…

Allora che ti è preso?

Mi sembrava giusto farlo…

Hai improvvisato…

Voglio riferirti una curiosità sulla serata degli Oscar: le prime parole che ti senti dire quando lasci il palco… ci sono due stagiste in quinta, in abito da sera e una ti dice “Champagne?” e l’altra “Mentina?” Queste sono le prime parole che senti da premio Oscar e nel frattempo sai che è in corso una rivolta in sala. “Sì, ho bisogno di una mentina”…

Quindi appena ricevi l’Oscar ti insegnano i primi rudimenti su come si maschera una sbornia…

Esatto…

In seguito, di recente, sei stato premiato per “Fahrenheit 9/11” al Festival di Cannes, dove è stato proiettato e ha ricevuto una grande accoglienza con tanto di standing ovation, vero?

Sì…

Anche lì hai avuto una grossa sorpresa vincendo addirittura la Palme d’Or, la palma d’oro, che tipo di esperienza è stata per te?

Ecco, è stato… sono rimasto molto sorpreso perché mi pare sia capitato solo a due documentari a Cannes da 50 anni a questa parte e anche l’altro era mio, “Bowling a Columbine“, quindi sono rimasto sconcertato e poi, sai, non so.. quella è la Francia, Dave…

Anche con quel premio hai ottenuto una mentina?

No, niente mentine, niente profumi, niente. È una palma…

Il tuo primo film, aiutami a collocarli nel tempo, era “Roger and Me” o non è quello il primo?

Sì…

Anche quello ebbe un’accoglienza straordinaria, vero?

Sì…

Quindi in tutto nei hai realizzati tre?

4, un altro s’intitola “The Big One” e poi ho girato un film intitolato “Canadian Bacon“…

Quest’ultimo “Fahrenheit 9/11”, riprende il titolo di un libro di Ray Bradbury, “Fahrenheit 451”, è così?

Sì, è la temperatura a cui bruciano i libri. Era la storia ambientata in futuro in cui la censura e il controllo della polizia erano schiaccianti. Però il titolo del film, in realtà l’ho ripreso da una e-mail speditami da un ammiratore la sera dell’11 settembre, in cui scrisse solo “Fahrenheit 9/11“. Mi colpì questo interessante accostamento di quella parola e quel numero e qualche settimana dopo, iniziai a pensare di ricavarne qualcosa. Comunque, l’idea di realizzare questo film, mi venne leggendo un articolo del “New Yorker”. All’interno del servizio c’era un paragrafo su come la Casa Bianca avesse aiutato 24 membri della famiglia Bin Laden a volare sugli Stati Uniti a bordo di aerei privati in un momento in cui i voli privati erano ancora vietati. I Bin Laden e l’ambasciatore saudita chiamarono Bush alla Casa Bianca chiedendo aiuto e lui acconsentì subito. La Casa Bianca si mise a fare l’agenzia di viaggi per i Bin Laden mentre io ero bloccato a Los Angeles l’11 settembre mentre mia figlia era qui a New York e noi eravamo in preda al panico senza poter lasciare Los Angeles, gli aerei non partivano. Così abbiamo noleggiato un’auto e abbiamo percorso 3000 miglia e quando ho letto questa storia sulla rivista mi sono detto che se mi fossi chiamato Bin Laden avrei potuto volare gratis quel giorno. Trovai molto strana la vicenda e così iniziai a pensare a questo film.

Io l’ho visto e non posso negare che susciti grande interesse per questo e per gli altri argomenti trattati, eppure non riuscivi a farlo distribuire qui da noi. Ora la questione è risolta, vero?

È stata risolta, sì. La Disney, che aveva dato i soldi alla Miramax per realizzarlo…

Ma perché la Disney o chi per loro, non voleva distribuirlo?

L’aveva visto…

Capisco. Dai filmati sui prigionieri iracheni, ho avuto l’impressione che subissero delle angherie più che degli abusi, è così o c’è dell’altro? Avevi dei filmati che non aveva nessun altro all’epoca, vero?

Sì, mettevano dei cappucci ai prigionieri e a turno i soldati passavano il braccio sulle loro spalle e si facevano fotografare. C’era anche un detenuto su una barella, era coperto con un lenzuolo e per qualche motivo stava avendo un’erezione. I soldati avevano iniziato a ridere e a turno glielo toccavano… è una scena che s’intravede nel film. Sembra quasi qualcosa di normale amministrazione ed ero in possesso di questi filmati prima che la storia diventasse di dominio pubblico…

E tu eri combattuto riguardo alla diffusione dei filmati all’epoca? Hai atteso prima di inserirli nel film?

Ero combattuto e credo che i mezzi d’informazione di questo Paese ci hanno reso un notevole disservizio, non facendo domande scomode prima che si entrasse in guerra e non mettendo in seria difficoltà il governo. È questo il loro compito ma hanno preferito fare da fanfara, questo non ha aiutato nessuno di noi, meno che meno quei poveri ragazzi che ora si trovano laggiù a combattere questa guerra. Come sai, vengo da una famiglia di militari. Mio padre era nei Marines, era nel Sud Pacifico durante la seconda guerra mondiale, altri membri della mia famiglia sono militari e come dico nel film, costoro fanno un dono immenso a noi, al popolo americano quando scelgono di arruolarsi nelle forze armate perché sono disposti a dare la propria vita per proteggerci. Tutto ciò che vogliono in cambio, da noi, è di non essere mai esposti al pericolo, a meno che non sia assolutamente necessario, e noi abbiamo violato la loro fiducia, abbiamo infranto il patto con loro…

Ed è questo il presupposto per il film…

Sì…

Hai già spiegato perché non ti sei fatto avanti prima, diffondendo i filmati in tuo possesso?

Non mi fidavo dei mezzi d’informazione che andavano a braccetto con questo governo, temevo che non li avrebbero diffusi in modo corretto e che non avrebbero fatto il loro mestiere…

Temevi che CBS News, NBC News o altri stravolgessero la notizia o aspettassero a diffonderla?

Sì, perché non volevo… innanzitutto, non volevo che la gente se la prendesse coi militari. Quel che dico nel film mostrando questi filmati è che l’immoralità ne genera altra e che il pesce puzza dalla testa. Quando un presidente conduce la nazione in guerra sulla base di una menzogna, non bisogna stupirsi che alcuni individui inviati laggiù abbiano dei comportamenti immorali perché questo è l’ambiente in cui si sono trovati immersi…

Voglio chiederti una cosa sul film. Io l’ho visto e suscita un grande interesse per molti versi. Cosa possiamo dedurre da quanto ci hai detto? C’è qualcosa che, se io fossi più in gamba, potrei confutare? Posso credere che tutto ciò che mostri significa esattamente quel che appare? I fatti esposti sono agghiaccianti, ma non potrebbe uno più in gamba di me venirti a dire: ‘Questo è successo ma non vuol dire nulla’, ma che i vari pezzi messi insieme costituiscono un quadro di indiscutibile interesse?

Tanto per cominciare, non c’è nessuno più in gamba di te, Dave, per quelli come me, tu sei il maestro e noi gli allievi. Sei stato tu quello che ha portato la cesta di frutta al nuovo presidente della GE dopo l’acquisto della rete tv. Ce lo ricordiamo tutti…

Grazie, però, hai capito cosa intendo?

Sì.

Insomma, il film ti lascia a bocca aperta perché ti chiedi “porca miseria, come facciamo a sistemare questa cosa?”

Non si può confutare ciò che viene detto nel film. È tutto lì, i fatti parlano da soli. I filmati ci sono, il dato fondamentale è questo: negli ultimi due o tre decenni, la famiglia reale saudita e i loro soci, la famiglia Bin Laden e soci, hanno dato alla famiglia Bush, ai loro amici e alle loro aziende 1,4 miliardi di dollari in investimenti nelle loro società. La domanda che pongo nel film è questa: “Dobbiamo sorprenderci che l’ambasciatore saudita telefoni alla Casa Bianca l’11 settembre chiedendo il favore di far uscire dal Paese 24 membri della famiglia Bin Laden e 140 membri della famiglia reale saudita che si trovano qui?”. Non dobbiamo essere ingiusti con Bush. Insomma, se io ti dessi 1,4 miliardi di dollari, accetteresti di parlarmi al telefono e mi procureresti qualche volo gratis che mi porti via da qui, no?

Questo ha complicato la caccia a Osama Bin Laden? In fondo non corre buon sangue tra i sauditi e Bin Laden…

Sì, Richard Clarke lo ha detto il giorno dopo l’11 settembre. Erano tutti decisi ad attaccare l’Iraq mentre i responsabili dell’antiterrorismo dicevano: “Ma è stata Al Qaeda la cui base è l’Afghanistan” e loro: “non vogliamo parlare di questo, andiamo in Iraq”. Hanno lasciato tutti sconcertati e non conosco la risposta a questa domanda ma è una domanda a cui Bush dovrà rispondere quest’anno, prima delle elezioni: perché i reali sauditi e la famiglia Bin Laden hanno ottenuto un trattamento di favore?

Possiamo credere senz’altro alle tue fonti?

Sì, sono il “New York Times”, il “Wall Street Journal”…

Ecco, sul Times… Dipende di che giorno… Il film esce il 25 giugno e mi chiedevo se potesse influire sulle elezioni, tu pensi che sposterà dei voti o che spinga a votare persone che non voterebbero?

È difficile dirlo da qui. So una cosa però, alle anteprime che abbiamo fatto nel Midwest abbiamo chiesto al pubblico da che parte stessero, se erano democratici, repubblicani o indecisi e chi diceva di essere neutrale su queste elezioni. All’uscita dal cinema nemmeno uno è rimasto neutrale. Si erano trovati col sedere per terra intorno al terzo rullo…

Ma ti rifaccio una domanda che mi assilla: possiamo crederti al 100% o è possibile che arrivi qualcuno a dirci, punto per punto: “sì, è vero, ma non è quel che sembra”?

Sono pronto al confronto con qualsiasi repubblicano, qualsiasi politico di destra su ciascun argomento del film, li sbaraglierò tutti…

È stato un piacere rivederti, Michael…

Grazie infinite, Dave…

Cerca di stare lontano dai guai, come dice il presidente…

Senz’altro…

(Visited 146 times, 1 visits today)

46 Commenti

  1. insomma, c’è chi occupa i binari e chi un commentario

    tra 5 giorni pisanu si accorgerà di noi e manderà la digos

  2. Maria, “Giocare con le parole” è mia espressione ricorrente… cliccami pure ‘ngoppa e dimmi di più, se vuoi.

  3. Ahem, qui devo confessare tutta la mia imbranataggine riguardo al mandare posta:).So farlo, ma faccio sempre confusione.
    Proverò ancora.Cmq: mai sentito parlare di Wikipedia?

  4. Sì, ma volevo evitare di tediare i commentatori con questioni a questo punto eminentemente (detto con una smorfia di dolore)personali.
    Mi viene in mente un mezzo alternativo alla posta: il post!!
    Se mi clicchi’ngoppa ora accedi al mio blog, lì predispongo tosto un post fatto appost pettè.
    Ti basterà scrivermi tutto nei commenti per rinnovare il miracolo della comunicazione.
    Ciao

  5. scusa, è colpa mia, avrei dovuto dirti che occorre registrarsi… basta indicare un nick (e a te non manca) ed un indirizzo e-mail e puoi sempre inventarne uno tipo 70%delleprovince@ciucciateilcalzino.it…
    Alla fine abbiamo comunque occupato lo spazio pubblico per interessi privati… ce ne scusiamo, ma siamo purtroppo mal influenzati dai nostri governanti…

  6. Mettiamola così: questo è l’indirizzo italiano.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
    Non è usurpazione di spazio pubblico per interesse privato dato che chiunque può partecipare, se vuole, è libero.Il mio era un invito soprattutto a te perchè “ti piace giocare” etc… vedete un pò voi.Ah…comportatevi bene, non facciamoci riconoscere:).

  7. Tu freccianera, potresti intervenire anche nella sezione comics, mi sembra che tu sia informato e interessato a queste cose.
    ( E adesso speriamo che non ci sbattano fuori da questo blog visto che tendiamo ad allargarci sempre) aehm…
    Ah…Freccianera, scusa, è free, spiacente, non saresti pagato:).

  8. Non ambivo a tanto ;) Gli darò n’occhiata e ti farò sapere… E l’invito a venire da me (virtulamente) è sempre valido e privo di rischi specifici…

  9. 1. Lavoro per Freccia, in attesa della pw? Bene, fai cose buone, ragazzo.

    2. Peste, ha ragione quel satanasso di Giordà, tre commentini e poi si passa al “chi sò io, chi sei tu”.

    3. Grazie Regina, si accomodi pure, sarebbe un onore per me! Quante coincidenze, è proprio vero…

    4. Ma lasciamo le coincidenze per tornare ai fatti che le contengono: non esiste una sentenza RAIOT, è solo che il P.M. ha chiesto l’archiviazione della querela. C’è l’opposizione Mediaset: ora vedremo cosa succede dal GIP (che può negare l’archiviazione e ordinare al PM di formulare l’imputazione), e con la Procura generale (che può avocare a sé l’inchiesta se il GIP non intenda archiviare subito).

    Per esempio: Priore ha querelato l’Ariosto, il P.M. ha chiesto l’archiviazione (come per RAIOT); il GIP ha disposto nuove indagini e la procura generale ha avocato l’inchiesta. Quel processo, forse, si farà.

    Quindi aspettiamo, non mi fate citare Mr. Wolf…

    Ciao

    Francesco

    P.S.: Ho letto solo alcuni passi della richiesta di archiviazione per RAIOT e mi pare balzana. Può un PM scrivere che è giusta l’affermazione per la quale la legge Gasparri l’ha fatta Confalonieri? Se così fosse, lo stesso P.M. dovrebbe aprire un procedimento nuovo a carico di Mediaset.

    In ogni caso, il punto è un altro: la Guzzanti affermò che, con l’avvento del Berlusca alla Pres. del Cons., la raccolta pubblicitaria Mediaset era cresciuta, quella RAI diminuita.

    Poi disse che tra questi fatti c’era un nesso.

    Anche qui: o c’è il reato di Berlusca o c’è la diffamazione di Guzzanti, non mi pare si possa sfuggire. Ecco, su questo punto specifico non ho letto nulla nell’ordinanza.

  10. Complimenti a Francesco per le conoscenze procedurapenalistiche.
    Quello che dici, mi pare sia la più lampante dimostrazione di come il nostro sistema procedurale riservi la massima cura alla distizione tra le funzioni di giudicante e quelle di requirente, e che dunque tutta sta esigenza di separare carriere puzza tanto di volontà di controllo da parte dell’esecutivo.

    Riguardo al merito della questione RAIOT tu parli di valutazioni di un Magistrato fatte ad un testo teatrale, non credo si possa considerare un testo di contenuto satirico alla stregua di una notizia di reato. Altrimenti ogni volta che qualche comico riferiva ad Andreotti condotte mafiose, sarebbe dovuto partire un procedimento penale a carico dell’uno o dell’altro.

    Effettivamente Francesco, se ci pensi bene, in questo periodo in Italia la libertà di espressione è sovente messa in discussione per questioni che attengono a fatti di criminalità comune riconducibili ad esponenti del Governo. Questo non è un buon segnale caro Francesco.
    Se passa il principio che per paura di querele si possono mandare a casa operatori dell’informazione, succede che la cosa può estendersi ad ogni altro ambito della nostra vita e che la nostra libertà possa davvero assottigliarsi in maniera inaccettabile.

    Pensaci Francesco, una democrazia che non lo sia solo per modo di dire, Enzo Biagi lo fa lavorare.

  11. Già, Freccianera, la questione delle separazione delle carriere è diventata in questi ultimi anni “LA QUESTIONE ” quando si parla di giustizia, quella più importante. Come se la separazione delle carriere fosse le cosa più importante. Infatti quando un cittadino comune deve affrontare un qualsiasi banale processo che non riguardi i reati relativi ai politici (finanziari, di corruzione…)la prima cosa che gli viene da pensare è quella:” ma perchè non c’è la separazione delle carriere”? Non lo preoccupa la lentezza dei processi, la penuria di mezzi delle procure, la mancanza di personale per cui i processi possono durare anni, no. La cosa più importante che preoccupa il cittadino comune è la separazione delle carriere, giusto? E di quello si discute. E’ incredibilie come sia accettato da molte persone il fatto che ci si debba mobilitare per questioni che non sarebbero le più importanti, se non per un ristretto numero di persone. Vedi la tranquillità con cui si è accettata la discussione per mesi attorno a questioni che riguardavano i processi di poche persone. Riguardo alla Guzzanti io credo che sarebbe utile , per esempio, fissare un limite per legge alle richieste di risarcimento. Sparare una richiesta di risarcimento di qualche centinaio di miliardi potrebbe assumere un carattere troppo intimidatorio.Soprattutto in casi come questi in cui si fronteggiano un’ azienda ricchissima e un’attrice i cui mezzi economici non possono essere all’altezza dell’avversario. Questo dovrebbe valere per tutti. ancora riguardo alla guzzanti, è stata fermata con la motivazione dei possibili danni economici. Qualche tempo fa, però, c’è stata una questione riguardo a una trasmissione di Bruno Vespa . Io non ricordo chi ha querelato chi. Quello che so è che con la causa pendente NON si è fermata la trasmissione di Vespa.
    Per me, il vertice Rai aveva tutto il diritto di non far lavorare più Biagi, è una scelta legittima. Naturalmente io credo che lo abbia fatto per ragioni politiche ma ne aveva tutto il diritto.Per difendere questa scelta si dice che Battista ora fa gli stessi ascolti, e questo non è vero perchè a Battista sono stati concessi dei vantaggi che Biagi non aveva, quindi non si possono paragonare gli ascolti come fa il “furbissimo” Ferrara.
    Il caso di Santoro è diverso, lì c’era un contratto che è stato disatteso e la Rai per quello rischia di pagare una penale, ma mi sembra che in questo caso chi si preoccupa della possibilità che la Rai possa perdere dei soldi non sia molto impensierito.
    Cmq, vivaddio é stata fatta una legge che esclude il carcere per i reati di diffamazione; d’ora in poi si potrà dormire tranquilli, il popolo tutto aspettava con ansia l’approvazione di questa legge. Io che non ho MAI dubitato che Jannuzzi potesse finire in carcere, ora mi chiedo se e quando e con più efficacia si potrà cominciare ad occuparsi dei problemi reali della giustizia.
    Post scriptum per questa volta e valida per tutte le altre occasioni:le mie sono opininoni riguardo a fatti, cose, idee. Non sono diretti a persone precise, nè vogliono intendersi dirette in modo più o meno subdolo
    a qualcuno.Quando volevo fare riferimento a qualcuno l’ho specificato e sottolineato.

  12. 1. Freccia, se tu la piantassi con questa storia della democrazia per modo di dire…

    Democrazia è il responso delle urne, tutto qui (il prof. Canfora ne ha scritto un libro bellissimo, fresco di pubblicazione).

    Prenditela con gli elettori e lascia in pace la democrazia.

    2. Ciò detto, Berlusca l’ha fatta grossa a sparare quelle dichiarazioni dall’est Europa. (Ragioniamo però: non rivelare in pubblico la lista di proscrizione è la condizione essenziale per attuarla. Un disegno diabolico, non va rivelato alla prima occasione, quindi io propendo per la buona fede).

    E ha sbagliato gravemente nel non difendere a spada tratta il posto di Biagi e co., perchè ha contribuito a preparare il terreno di coltura per la loro cacciata che, tuttavia, ha un’altra matrice.

    Infatti, la logica dei palinsesti TV è molto diversa da quella propagandata da Repubblica (che, beninteso, sa bene come stanno le cose nella realtà).

    Ogni anno c’è lotta furibonda per conservare il posto o per l’avvicendamento, perchè tutti hanno il loro pupazzo da piazzare (“bravo bravo e che potrebbe fare meglio di”).

    L’indice di ascolto è solo una base, se vai bene resti in discussione, se hai già fatto flop, sei con un piede nella fossa.

    Biagi ha mietuto conferme a iosa perche mooooolto sponsorizzato, a dx e sx. Ma ogni anno,
    faceva fuori tutti, e quelli si incazzavano, sempre più.

    Quindi le parole del Berlusca sono state usate dai quaquaraquà per liberarsi di un nemico, esattamente com’è accaduto per Santoro, odiato soprattutto a six, in quanto membro della trimurti (con Mannoni e Berlinguer).

    A quel punto il Cavaliere avrebbe dovuto difenderli, (anche) per riparare al danno che aveva provocato e chiudere ogni strada alla strumentalizzazione dilagante.

    Non l’ha fatto per grave, imperdonabile, miopia.

    3. Sulla separazione delle carriere ci sono pagine bellissime del prof. Cordero di Montezemolo, nel manuale di diritto penale (contrario alla separazione e a qualsiasi forma di controllo dell’esecutivo sul P.M.: anche se, aggiunge, controllo è anche “protezione”, sicchè il procuratore di Canicattì potrebbe agire contro il capomafia o il politicone con minore “timidezza”).

    La riforma Castelli, tuttavia, non prevede controllo dell’esecutivo, a quanto è dato sapere.

    Viceversa la ricerca di una forma di separazione è, secondo me, sacrosanta. Per evitare che giudice e PM vadano a braccetto e si scambino i ruoli in danno dell’imputato e della giustizia, come talvolta accade.

    4. Corrado fa satira (babbo minchia), cioè crea un testo artistico, giocoso e triste, da ridere e da piangere, per rivelare, nel fondo, il suo pensiero.
    La satira è mediazione: un’iperbole, per far passare un concetto.

    Sabrina ha fatto un comizietto con le lavagne accusando direttamente – senza alcuna mediazione satirica – Berlusca di fare incetta di pubblicità perchè a capo del Governo. Ha esposto (presunti) fatti. Tutta qui la differenza.

    Nè, come dici, le querele dei politici sono in aumento negli ultimi tempi: chiedi a CSF notizie in proposito.

    BY

    Francesco

  13. Cordero di Montezemolo?!?!
    Ho studiato sul Cordero e non sapevo si chiamasse anche di Montezemolo. Comunque, continuo a seguire il suo pensiero, ti assicuro che hai scelto il peggior cliente a difesa delle tue opinioni. A tal riguardo ti consiglio il libro: “le strane regole del signor B.” autore Franco Cordero.

    Una notizia: la Corte Costituzionale ha bocciato la riforma Castelli perché incostituzionale. Non mi dirai mica che la Corte Costituzionale è un organo Comunista dello Stato?

    Quello che abbiamo sotto gli occhi da tre anni, Francè, è una Patria in dissoluzione, nella quale nessuna regola è più buona.
    La riforma della Giustiza esprime purtroppo volontà altre rispetto alla tutela del bene comune, e se proprio doveva farsi, avrebbe dovuto avere ad oggetto l’amministrazione della burocrazia giudiziaria e non certo le convinzioni politiche dei Giudici. Questo sì che servirebbe a migliorare la vita dei cittadini. Ma quando trovi scritto su di un atto, che vorrebbe ambire ad esser legge dello Stato, che è fatto divieto a cittadini italiani di iscriversi a partiti politici, allora ti accorgi che questa cosiddetta riforma altro non è che un atto politico dal carattere esclusivamente prevaricatorio.
    Stiamo attenti a non alterare gli equilibri della separazione dei poteri Francè, che quando il potere giudiziario viene esautorato allora iniziano le dittature (storia tedesca post weimar: Hitler scrive nel suo delirio impaginato che la prima cosa che farà sarà sottomettere a sé i Giudici) ecco perché mi ostino a dire che oggi viviamo in una pericolosa fase di “democrazia per modo di dire”, nella quale l’arroganza ed il gridoppiùio la fanno da padroni.

    Chiunque abbia a cuore le sorti della Nazione non può chiudere gli occhi dinanzi al saccheggio che delle Istituzioni stanno compiendo quattro ceffi interessati unicamente ai loro porci sederi.

    Non darmi del moralista, pergiunta sterile, non parlo di principi etici, ma di norme di legge, non è morale, è Giustizia.

  14. Vedi, Freccia la risposta giusta sarebbe paraponziponzipò.

    Però ci provo lo stesso.

    Si, Cordero è anche di Montezemolo, è zio di Luca.

    L’ultimo libro non l’ho preso perchè ho letto i suoi articoli, quello essendo una raccolta di questi.

    Il manuale di diritto penale è una specie di giallo, coltissimo, chiaro, sciasciano: una sorpresa per gli studenti (vero?), per i lettori.

    E’ un omino piccolo piccolo, magro magro, spiritato e malvestito. E’ un genio.

    Non ho citato Cordero a difesa delle mie opinioni: semmai ho dato conto del più autorevole esponente contrario alla separazione delle carriere e al controllo dell’esecutivo sul P.M. (non sul giudice, non confondere, non c’entra nulla il tuo pistolotto!).

    Quest’ultima è anche la mia opinione, niente controllo, anche se perdiamo qualcosa (la “protezione” del piccolo p.m. contro i grossi delinquenti, lo dice anche Cordero).

    La separazione delle carriere è una necessità che forse colgono solo gli “addetti ai lavori” (magistrati esclusi, per ovvie ragioni). Una questione tecnica, lasciamo perdere. Anche perchè non ha nulla a che vedere con la politica e chi sostiene il contrario lo fa arrampicandosi sugli specchi.

    Dalle prime notizie circa il nuovo progetto di legge, emerge che Castelli (nella sua antipatia e atecnicità assolute) sta approvando una riforma che, come dire, pungola assai i giudici.

    Pretende risultati, aggiornamento e obbiettività di giudizio (oltre alla separazione delle carriere, in forma molto attenuata, tra l’altro: altro non so, se mi sbaglio farò ammenda).

    Non sono questi i mali più importanti della giustizia, dice bene la Regina: è comunque un passo, magari a zig zag, ma è il primo passo.

    L’hanno concepita per Berlusca?

    Ciccia: servirà tanto anche a noi.

    Giudici non politici (nè massoni) è un obbligo già sancito dalla legge cent’anni fa, Freccia, che minchia dici?

    Ancora sulla disinformazione: la riforma Castelli, nella sua versione attuale e a seguito delle indicazioni della Corte Cost., non è ancora legge dello Stato, sicchè non potrebbe mai essere stata dichiarata incostituzionale.

    Attendiamo, comunque, di leggerla (ti pare?).

  15. ok! ma il pm è un giudice, ancora vigendo l’attuale ordinamento, quando l’ingegnere avrà finito colla sua riforma padana forse sarà altro, ma per adesso è un giudice.

    Riguardo alla riforma incostituzionale, confermo che è stata già indicata come tale nelle sue linee guida, figuriamoci alla lettura.

    Riguardo a paraponziponzipò niente da dire.

  16. Ahi, errore di grammatica: il p.m. non è un giudice è un magistrato. Da sempre è così.
    Ma non lo dico al prof. Cordero…..

  17. Puoi anche dirlo a Cordero, è una sottigliezza.
    Si intende il pm giudice in quanto appartenente alla medesima giurisdizione del magistrato giudicante. E comunque il giudice cui mi riferivo nel post che origina la presente diatriba è il giudicante che non potrebbe iscriversi a partiti politici quindi il Giudice non il PM.

    Riguardo alla necessità di separare le carriere, visto che sono anch’io addetto, sappi che non tutti gli addetti la pensano come te, poiché la separazione delle carriere è già in atto e comunque una cosa è separare carriere, altra è acquisire all’esecutivo un pezzo di giudiziario.

  18. Lei è sveglio, ma non ha approfondito. Torni a settembre. Prof. Cordero

    Il p.m. è un magistrato requirente, il giudice giudicante. A me che ti chiedevo di non confondere il controllo dell’esecutivo sui giudici (che non esiste nè mai esisterà) con quello sui p.m. (che non esiste, non esisterà nella riforma Castelli, ma che un giorno potrebbe essere introdotto come già accade in Francia e in tanti altri Paesi), hai risposto che anche il p.m. è un giudice.

    Incasinando tutto alla grande.

    Freccia, scusa se insisto: la riforma Castelli non prevede il controllo dell’esecutivo sul p.m. (né sul giudice, ca va sans dire). Chiaro?

    Oggi le carriere sono separate come culo e camicia: se vinci il concorso per la magitratura, puoi scegliere tra requirente e giudicante, poi passi da una all’altra e viceversa, come ti aggrada, finchè c’è un posto libero.

    Perchè il mondo di Freccianera funziona all’incontrario?

  19. Perchè paraponziponzipò.(perdonatemi,oggi non c’avevo tempo di partecipare alla discussione:sono stato un po’ stringato,ma credo di aver comunque colto il punto qualificante del sermoncino di Freccia.)

  20. Scusate se mi intrometto in questa discussione con questioni personali, ma: freccianera ,PERCHé devo avere queste difficoltà a inserire i commenti nel tuo sito?Non potevi rendere le cose più semplici? Nooo?

  21. Perchè paraponziponzipò.(perdonatemi,oggi non c’avevo tempo di partecipare alla discussione:sono stato un po’ stringato,ma credo di aver comunque colto il punto qualificante del sermoncino di Freccia.)

  22. Francesco, permettimi di citarmi: “Quello che dici, mi pare sia la più lampante dimostrazione di come il nostro sistema procedurale riservi la massima cura alla distizione tra le funzioni di giudicante e quelle di requirente, e che dunque tutta sta esigenza di separare carriere puzza tanto di volontà di controllo da parte dell’esecutivo.”
    Questo 13 post fa. Per sentirmi qui ribadire la medesima distinzione come fosse una novità.

    A prescindere dalle sottigliezze semantiche sull’uso del termine Giudice, genericamente nel senso di soggetto che esercita la giurisdizione (essendo unica la giurisdizione, il termine, nella pratica, riguarda requirenti e giudicanti).

    Quello che volevo dirti è semplicemente che, il nostro sistema contiene già in sé gli strumenti per attuare la cosiddetta separazione delle carriere, e, in ogni caso, ciò che la riforma Castelli realizzerebbe attraverso il controllo delle scuole di formazione dei magistrati (tutti, requirenti e giudicanti) ed attraverso altre improrogabili misure quali il divieto di espressione della libertà politica per i magistrati (tutti, requirenti e giudicanti) tutto sembra tranne che una lucida riforma sulla burocrazia amministrativa della Giustizia.

    Per Giordanobruno: sì devo dire che hai proprio il dono della sintesi.

    Marì che accade? Ho visto che hai risolto… altri problemi? Devi loggarti, lo so è una rottura, ma è il software di gestione che è fatto così, proverò a vedere se si può modificare il settaggio.

  23. Ho stronzeggiato sul p.m. non giudice, solo perchè avevi scritto due volte che il p.m. è un giudice, quindi non può essere controllato dal’esecutivo: “potere giudiziario esautorato vale dittatura” (e non è vero, perchè il p.m., non giudice, potrebbe essere controllato senza incidere sulla distinzione dei poteri politico e giudiziario, come accade in Francia e non accade e non accadrà in Italia).

    Poi hai detto che le carriere sono già separate (e non è vero).

    Poi ho letto l’articolo di Davanzo di giovedì sul tema e ho capito.

    Non mi loggare la Regina, maniaco!

    BY

    Francesco

  24. Il fatto è che in questi anni ci si è focalizzati solo su un “protagonista” dell’ordinamento giudiziario, il PM.Si potrebbe rispondere che è stato cosi perchè sono stati i PM che si sono imposti troppo all’attenzione, ed io non sono d’accordo, però naturalmente accetto che qualcuno la pensi diversamente.Cmq, non è questo il punto.Il punto è che questa riforma si occupa quasi soltanto di magistarti(giudici e PM), svelando il suo carattere pretestuso.In seguito ci dobbiamo aspettare riforme che riguardino anche gli avvocati, tanto per fare un esempio? Io credo di no. Qualcuno crede il contrario? Auguri. Ad occhio io direi che l’ansia riformatrice di questo governo in materia di giustizia la dobbiamo considerare eusarita.

  25. Intanto la opportuna sottolineatura del paraponziponzipò ha come per miracolo eliminato quel tono pugnace a metà tra il signor “Non ci sto” ed Enzo “noncisonopiulemezzestagioni” Biagi.Magari,la prossima volta,potremmo citare Bombolo nel chiosare un’altra vibrante arringa…

  26. Giordà, basta a travagliare, dicci come la pensi…

    Regina e Freccia, cerchiamo un testo della riforma, lo scarichiamo nel post e ne parliamo quieti?

    E’ morto Marlon Brando, vado a raccogliere le amarene.

    A dopo

    Francesco

  27. I miracoli non esistono. Il tono va e viene.
    La passione, questa invece esiste, e pervade l’agire. Ci sono momenti in cui ci s’infiamma, altri in cui si prende fiato per lucidare le idee. Il monotono è grigiume intellettuale, decadenza, infertilità. Il progresso è contaminazione di sangue e pensiero, i due elementi, da soli, muoiono.

    O, se vuoi, più sinteticamente: Trallallerotrallallà!

  28. Allora,posto che non sono del ramo e che le mie scarne conoscenze in materia si devono al solo esame di diritto pubblico(Rescigno):
    1-La riforma Castelli prevede purtroppo solo una separazione delle funzioni.Una vera separazione delle carriere esiste negli ordinamenti anglosassoni,che io avrei copiato,fin dove possibile,a mani basse.In Gran Bretagna,il P.M. è sottoposto al potere politico,cosa che in Italia nessuno si è sognato di proporre.
    2-Sul succitato libro di testo,lessi che la norma che impediva ai magistrati di iscriversi a partiti politici esisteva nell’Italia repubblicana,e fu poi abrogata.Adesso si ripristina.Bene.E’ una garanzia per gli imputati.Non si parla,Freccia,di non potersi iscrivere a partiti di sinistra,ma a partiti e basta.Ciò è cosa buona visto che il magistrato,per il ruolo delicatissimo che ricopre,deve essere assolutamente come la moglie di Cesare.
    3-Riformare gli avvocati?A me pare che,in Italia,ci sia un certo sbilanciamento di potere dalla parte opposta…

  29. Allora,posto che non sono del ramo e che le mie scarne conoscenze in materia si devono al solo esame di diritto pubblico(Rescigno):
    1-La riforma Castelli prevede purtroppo solo una separazione delle funzioni.Una vera separazione delle carriere esiste negli ordinamenti anglosassoni,che io avrei copiato,fin dove possibile,a mani basse.In Gran Bretagna,il P.M. è sottoposto al potere politico,cosa che in Italia nessuno si è sognato di proporre.
    2-Sul succitato libro di testo,lessi che la norma che impediva ai magistrati di iscriversi a partiti politici esisteva nell’Italia repubblicana,e fu poi abrogata.Adesso si ripristina.Bene.E’ una garanzia per gli imputati.Non si parla,Freccia,di non potersi iscrivere a partiti di sinistra,ma a partiti e basta.Ciò è cosa buona visto che il magistrato,per il ruolo delicatissimo che ricopre,deve essere assolutamente come la moglie di Cesare.
    3-Riformare gli avvocati?A me pare che,in Italia,ci sia un certo sbilanciamento di potere dalla parte opposta…Mo’ vado al mare,alla prox.

  30. Freccia, che bel post. Io lo voto questo ragazzo, se non lo tradisse l’ideologia…sarebbe perfetto!

    Giordà, mò mi hai messo in crisi: ma ora i giudici possono iscriversi a partiti politici? Penso no, ma controllerò.
    Prof. Rescigno, 100 anni fa, insegnava civile (privato). Un cyborg?

    Metti la crema che il sole non è fasista.

    Regina: magistrati, legulei e intelletualoni non si rassegnano acchè una riforma del sistema giudiziario – rimandata per decenni – sia promossa da un livido ingenere di molta spocchia e poco ingegno (secondo loro).

    Lascia stare gli avvocati, quasi irrilevanti in questo discorso (la selezione degli avvocati la fa il mercato, ed è durissima), perchè due sono le cose che non funzionano: il numero dei magistati e la loro “dotazione” (collaboratori, mezzi, strutture); poi, il fatto che alcuni di loro, teniamoci stretti, lavoricchia poco e male.

    L’ideale sarebbe un bel maxiconcorso all’anno per 10 anni, selettivo, proficuo; poi aule, computer, libri, cancellieri e uditori per tutti. In attesa della grana, che ne servirebbe tanta, non è male strigere un pò le maglie per i meno “grintosi”.

    E separare le funzioni, perchè ciò dà maggiori garanzie a tutti. Senza controllo dell’esecutivo, visto che il Pres. del Cons. è un cliente fisso dei tribunali, e non per colpa dei giudici, beninteso.

    Al posto tuo non mi eserciterei in pronostici sul fututo: l’ingenerino, secondo me, servo di Berlusca quanto vuoi, ha la scorza dura e vuole lasciare il segno (in bene: qui l’ironia è facile facile).

    Nel frattempo quegli asini dei soci di Berlusca (come li ha definiti Merlo), hanno ottenuto la testa di Tremonti: tanto meglio tanto peggio vale pure a destra.

    L’espatrio?

    BY
    Francesco

  31. France’,il Rescigno è il libro di testo su cui ho studiato.Che ora i magistrati possano iscriversi a partiti politici lo lessi non mi ricordo su quale testo,ma controlla,mi fido di te che sei del ramo.Tra l’altro,ho letto che la riforma mette finalmente termine allo scandalo dell’avanzamento automatico di carriera.Dunque,un po’ di benedetta meritocrazia anche là(Poi dici,perchè scioperano?).
    Stanotte,sentito di Tremonti,quasi svenivo.Hanno vinto i laidi guerriglieri del passato che non passa.
    E mo’ doccia e(tanto)doposole.

  32. Lo scandalo dell’avanzamento automatico di carriera?!? Giordanobruno, è la prima volta che mi capita di sentire che l’avanzamento automatico di carrierea sarebbe uno scandalo. Stiamo parlando di settore pubblico, e questo tipo di soluzione è l’unica che possa garantire un minimo di equità. Poi, nel caso specifico, ti immagini quanto possa essere pericoloso legare la carriera di un giudice a valutazioni di terzi, quindi sottoporre di fatto il Giudice alla soggezione di organismi di controllo?
    Stiamo parlando di un potere dello Stato, Giordà! Non dell’azienda pippo che esporta rasoi in Cina, dove la segretaria bona c’ha le labbra giuste per diventare qualcuno. Stiamo parlando di uno dei tre pilastri della ddemocrazia (per dirla alla Gian Maria Volontè in quel mitico film), e tu consideri uno scandalo un songegno automatico di carriera, tipico di tutto l’apparato pubblico. Mi spieghi cosa c’entri il sottoporre i magistrati a valutazioni di merito sulla propria professionalità, con l’esigenza sbandierata di separare le carriere? Non pensi che se un Magistrato sapesse che qualcuno al ministero può legittimamente influenzarne la carriera, magari ci penserebbe due volte prima di prendere decisioni che possano scontentare poteri o gruppi vicini ai propri valutatori? Non credi che la Giustizia debba essere tenuta ben lontana dal concetto di Azienda?

  33. Sì Freccia,bando alla retorica e all’ipocrisia,è scandalo.A parte che non credo proprio che l’avanzamento di carriera dipenderà dal ministro,a parte che il settore specifico è pieno di fancazzisti,è ora che,anche fra quelli che vengono pagati da tutti noi,vada avanti chi merita.Equità?No,adesso si tratta di stipendi alti per tutti,validi o meno,solerti o lavativi.Quanto al fatto che il settore pubblico vada avanti secondo regole diverse dal privato,è una delle cause del disastro dei conti pubblici,in quanto,come saprai,la retribuzione è l’altra faccia della produttività,e questo,nel pubblico impiego,è spesso un miraggio.

  34. Giordà, vabbene che hai studiato diritto pubblico su di un manuale di diritto privato (il Rescigno), ma pensare di privatizzare la Giustizia non ti sembra una trovata di spirito?

  35. Sì Freccia,ho studiato pubblico su un manuale di privato,e voglio privatizzare la giustizia,però è ora che anche quelli di sinistra capiscano che per prendere lo stipendio bisogna lavorare…

  36. Pazzesco!!! Quindi secondo te l’elettorato di sinistra è composto da persone che vorrebbero prendere lo stipendio senza lavorare.
    A meno che tu non abbia studiato la storia sull’atlante geografico, ti sarà noto un dato: le lotte operaie, che hanno fornito la maggior parte del l’elettorato alla sinistra, sono state condotte da gente che per prendere uno sputo di stipendio si è spezzata la schiena di lavoro, altro che lavativi.

    Mi fa proprio ridere, l’etica del lavoro da chi difende l’operato di un tizio che negli anni ’70 ha beccato un finanziamento pari al pil di qualche stato afrincano, rifiutandosi sempre di svelarne le fonti e costruendo su quello un impero fatto d’aria: la pubblicità.

  37. vorrei,tramite email,accumolati sino ad ora.non conosco l’indirizzo blog

  38. Moving in Florence to study abroad? mr wolf handle the details! We will offer you all the assistance you need to transition your new life in Florence housing, school, visa, insurances, night-life, restaurant, bar, cafe’,…

1 Trackback / Pingback

  1. my url

I commenti sono bloccati.