Leggo su “Andrea’s Version“, dal Foglio di due-tre giorni fa: “È andata che l’onorevole Bertucci, di Forza Italia, e l’onorevole Scaltritti, di Forza Italia, si sono menati a Montecitorio. E’ andata che l’onorevole Scaltritti s’è beccato un cazzottone sul labbrone, s’è dato una medicatina in infermeria e ha fatto pace. Alcuni colleghi di Forza Italia hanno subito spiegato che si era trattato di “normale dialettica correntizia”. Cosa che a noi, pur facendo la fronda, era sembrata evidente da subito. Ma adesso ci aspettiamo il solito pandemonio di mediocri strumentalizzazioni, di sorrisini arroganti e di sfottò da parte di un’opposizione che, non sapendo proporre, si attacca a tutto pur di denigrare. Diranno che qua, che là, ma che vergogna, che figura, ma che bella classe dirigente, insomma le solite cose che solo chi sotto sotto mai ha smesso di essere comunista può dire. Si vorrebbe far notare allora, primo, che Bertucci e Scaltritti hanno avuto la sensibilità politica di menarsi lontano da Firenze, la città d’arte che ci tiene in ansia. E, secondo, a riprova che tra i dirigenti di Forza Italia la dialettica rimane civilissima, che nessuno dei due aveva la pistola.”
Eh, beh, si: perché uno dovrebbe negarsi il piacere di strumentalizzare – biecamente – cose di questo genere? È un diritto. Eccheccazzo.
Certo, difendo un amico: ma proprio per quello vedo con certezza che c’era dell’ironia in quella battuta sulla strumentalizzazione. Il seguito della rubrica satirica di Marcenaro – che tu hai bloccato a metà – oltre a eccedere in formule trite abbastanza per far capire l’ironia, è infatti una presa in giro di quella gazzarra e dei tentativi di normalizzarla, più efficace di qualsiasi strumentalizzazione dell’opposizione: “Diranno che qua, che là, ma che vergogna, che figura, ma che bella classe dirigente, insomma le solite cose che solo chi sotto sotto mai ha smesso di essere comunista può dire. Si vorrebbe far notare allora, primo, che Bertucci e Scaltritti hanno avuto la sensibilità politica di menarsi lontano da Firenze, la città d’arte che ci tiene in ansia. E, secondo, a riprova che tra i dirigenti di Forza Italia la dialettica rimane civilissima, che nessuno dei due aveva la pistola. ”
Ciao, Luca.
Basta, non vale, il prode Luca mi precede sempre. Gianluca abbi pazienza ma l’articolo in questione andava letto e quindi citato dall’inizio alla fine diversamente il senso viene stravolto.
Grazie Luca: aggiunto il pezzo che mancava (stralciato più per problemi di spazio che per la volontà di stravolgere il significato della rubrica). Sono sicuro che la rubrica di Marcenaro avesse l’intento opposto: il finale – è vero – lo dimostra. Anche la Santacroce dell’ultimo “Quarantadue”, del resto, voleva essere finta, e invece vedo apparire commenti di congratulazioni rispetto alla presa di posizione “anti-fallaciana” della dark writer tascabile. Non so: forse quella Santacroce non era poi così tanto finta. Forse chi aveva l’intenzione di mettere le mani avanti non si è sentito poi così preso per i fondelli da Marcenaro. Tant’è che io, anche sui blog, ne ho viste parecchie…