“Mentre si cammina per quelle vie e si abitano quelle case si è assaliti da una devastante offesa intima e personale: si soffoca nelle proprie scorie”. Non è solamente il cattivo odore che ti non ti lascia respirare o il panorama terrificante di cumuli di rifiuti che si estendono a perdita d’occhio. C’è perfino di più: c’è l’umiliazione di sentirsi sotterrati dagli scarti della propria vita.
Francesco De Filippo, scrittore e giornalista, mette in evidenza tutto il simbolismo che si nasconde dietro l’emergenza rifiuti. “Un’emergenza che è iniziata nel 1994 – spiega – e da allora non se ne è più andata”. De Filippo è nato a Napoli, vive a Roma, ma è torna nella sua regione dove ha visto un territorio assediato dalla Monnezza, per usare il titolo del suo ultimo libro. Ma che significa essere sotto assedio dei rifiuti?
“Vuol dire che apro il giornale francese Le Figaro – ci dice mentre si trova a Strasburgo per lavoro – e leggo che sulle strade della Campania ci sono tremila tonnellate di immondizia. Essere assediati significa passare per le vie di Quarto, in provincia di Napoli, ed essere costretti a fare uno slalom tra montagne di rifiuti. Essere assediati significa abitare in un appartamento al secondo piano a Monteruscello, un quartiere costruito ex novo all’indomani del bradisismo quando bisognava lasciare Pozzuoli, e non potersi affacciare perché il cumulo di sacchetti e di rifiuti è diventato tanto alto da coprire la finestra. Essere assediati vuol dire dover camminare con una benda davanti al naso e alla bocca per evitare di ingoiare polveri e pulviscoli tossici che volano nell’aria”.
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