A causa della contrazione del “virus Santacroce” , il responsabile della rubrica non è al momento in grado di intendere e di volere. Per questo motivo il presente spazio verrà utilizzato per proporvi, piuttosto che una copia, l’originale. Riguardo all’invito ai negozianti fiorentini a serrare le saracinesche lanciato da Oriana Fallaci sulle colonne del Corriere della Sera, riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo al dibattito:
Anime (s)perse vagano, zainetto del mondo a spalla. La vegliarda spia dall’alto del grattacielo di cristallo imbottito. Tasta la ferita mai cicatrizzata da cui zampillò sangue e pianto. Oggi vomita rabbia e orgoglio. Perde il colore di iodio per tingersi d’odio. Dice che sevizieranno David. Brama che lo facciano. Dice che tanto, se si chiama così, è per forza ebreo. In culo alla vecchia, David ha disseminato sosia e se ne fotte. Arrivo. Aspettatemi. Ci sarò, in-my-place. L’azzimata borghese agogna sepolcri imbiancati, nuove lapidi. Balistica ridefinita: gli estintori volanti sono capaci di cambiare il corso del destino. Not today, not in-my-place. Fanculo Park Avenue. Amo questa città lacerata dal fiume di vuoti e parole. Lungo la sponda, distesa sulla sabbia, ascolto gorgogliare rapita il flusso ancestrale di dubbi e rancore. La sabbia e il gorgoglio. Arrivo. Aspettatemi. Ci sarò. L’incubatrice d’invidia ignorata dalla toponomastica mi odia. Fanculo Park Avenue: la vecchia se la sogna una Piazza Santa Croce.
Riuscita nell’impresa di farmi sorridere. Era ora.