I 10 da non votare. Decide il cittadino.

Tanto per abbaiareUna vecchia tradizione dei “Siciliani” – il giornale antimafioso di Giuseppe Fava – era di indicare agli elettori quei candidati che, pur non avendo commesso reati, venivano tuttavia considerati dalla redazione non coerenti con gli ideali democratici e antimafiosi della società civile siciliana. Suscitando naturalmente proteste

Milena Mosci, Direzione Operativa Lista Unitaria, wrote:

Leggo sul vostro sito che il nostro candidato Luigi Cocilovo è stato inserito nella lista dei 10 da non votare perchè coinvolto in una vicenda giudiziaria inerente una tangente di 350.000.000 di lire. Il vostro redattore scrive che il candidato è stato assolto grazie alla legge sul giusto processo, in questo modo ingenerando il dubbio che l’esito del processo sia dovuto ad un mero cavillo legale e non all’assenza di colpevolezza dell’imputato. Questa ricostruzione è inesatta, poichè il sig. Cocilovo è stato assolto con formula piena: le indagini svolte hanno dimostrato l’assenza di qualsiasi riscontro contabile o documentale delle accuse a lui rivolte, accuse che non sono state neppure confermate nel corso del dibattimento da chi le aveva mosse. La sentenza, chiara sul punto, non è stata appellata dalla Procura ed è ormai passata in giudicato. Il candidato messo alla gogna è assolutamente innocente e non per un cavillo.
Vi invito pertanto a togliere il nominativo di Luigi Cocilovo dalla vostra lista dei 10 candidati da non votare. Distinti saluti.

I “dieci da non votare” sono una vecchia tradizione de “I Siciliani“, il giornale dell’antimafia fondato da Giuseppe Fava, che dura da una ventina di anni. I nomi sono stati sempre scelti sulla base di valutazioni etiche e non politiche, relativamente in particolare al maggiore o minore impegno dei candidati in esame nella lotta contro la mafia. Queste valutazioni non hanno mai dato luogo a querele o azioni legali – ai “dieci da non votare” non venivano e non vengono contestate azioni illegali, ma semplicemente modi di operare non conformi all’etica democratica e antimafiosa comunemente riconosciuta dalla società civile isolana.
Sia io che il collega Gulisano, autore del pezzo in questione, siamo stati dall’inizio alla fine redattori dei Siciliani. Quest’anno, fra i nominativi che giudichiamo non congrui per gli elettori antimafiosi, compare in signor Cocilovo. E’ un nostro giudizio: morale e non politico, e ovviamente non giudiziario. Abbiamo tutto il diritto – e il dovere giornalistico – di darlo, come a suo tempo l’ha avuto, su “MicroMega“, Marco Travaglio.


Sia noi che Travaglio infatti non diciamo affatto che il signor Cocilovo debba essere perseguito ai sensi di legge per reati che volentieri riconosciamo non aver egli commesso. Diciamo semplicemente che il signor Cocilovo dev’essere liberamente e serenamente valutato, nella loro totale e insindacabile facoltà di scelta, dagli elettori. E che questa valutazione dev’essere – a nostro avviso – negativa, non per ragioni giuridiche – che sono di competenza della Magistratura – ma proprio per ragioni etico-politiche, che in un regime democratico sono esattamente quelle su cui sono chiamati a giudicare i cittadini.
Resta politicamente significativo che in questa lista, dopo due decenni di esponenti di partiti dalla storia ben diversa, compaia un esponente autorevole dell’Ulivo. Su questo i dirigenti del centrosinistra isolano, reduci da una lunga serie di terrificanti sconfitte (l’attuale governo si regge con i 61 parlamentari siciliani del centrodestra) farebbero forse bene a interrogarsi. In questo momento, per bocca della “Direzione Operativa”, essi si schierano contro una tradizione ventennale di giornalismo libero e antimafioso, rappresentata qui e ora da me e da Gulisano. Immagino che questo sia “di sinistra”.

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7 Commenti

  1. Davvero Fava aveva preso un’iniziativa così assurda e tu, Orioles, addirittura ti fregi nel perpetuarla?

    Davvero credi di poter replicare bellamente alla – per te pesantissima – smentita di Cocilovo nel senso che si, è vero, come Travaglio avevo inserito nelle liste di proscrizione un povero cristo del tutto innocente, ma è che Orioles può rilasciare dieci patenti su chi adotta “modi di operare non conformi all’etica democratica e antimafiosa comunemente riconosciuta dalla società civile isolana”? E sull’undicesimo mafioso, per così dire fuori lista, che fai, dai l’imprimatur?

    Davvero scrivi questi articoli dalla terra di Leonardo Sciascia?

    Davvero credi che in ciò si risolva il “dovere giornalistico”?

    Mah!

    Francesco

  2. L’iniziativa di Fava era tutt’altro che assurda. E merita di essere perpetuata.

    Mi sono sempre chiesto cosa teme chi si preoccupa tanto delle cose che vengono scritte e dette, che se potenzialmente “lesive della dignità e dell’onorabilità della persona” devono essere censurate, epurate, smentite.

    Non bastano le quintalate di bugie, slogan rassicuranti che vanno contro l’evidenza e il buon senso, polemiche sterili contro chiunque dissenta e non si uniformi, o metta in dubbio la validità di quanto affermato dai vari telegiornali ormai spesso ridotti ad autentiche e squallide veline, ma guai a parlare di regime, al massimo regimetto?

    Il punto è che gli elettori sono soprattutto cittadini, non solo “consumatori” o “telespettatori” come qualificati in due celebri gaffes d’un famoso gaffeur professionista, e come tali capaci di pensare con la propria testa, di decidere e scegliere, di valutare criticamente quanto viene proposto, da qualunque parte venga.

    E il dovere di un buon giornalista, se politicamente schierato, è anche quello di esprimere, civilmente e pacatamente la propria opinione e il proprio personale giudizio, semplicemente evidenziando che di questo si tratta, da non confondere con l’esposizione di dati di fatto, e lasciando appunto al giudizio critico e consapevole del lettore, quale che sia, la valutazione.

    Immagino, Francesco, che anche una frase come “Non sono d’accordo con quello che dici, ma lotterò con tutte le mie forze perchè tu possa continuare a dirlo”, ti farebbe esclamare un perplesso “Mah!” e magari pure uno sconcertato “Boh!”

  3. GILGAMESH, Non sono d’accordo con quello che dici, ma lotterò con tutte le mie forze perchè tu possa continuare a dirlo, possibilmente in modo chiaro e diretto e senza menare il can per l’aia: lascia stare il giornalismo, l’impegno politico, la satira, la libertà di espressione, la tv, il giudizio critico dei lettori ecc. ecc. ecc.; possiamo stare qui a discutere fino a domani, ma alla fine rimane un fatto: è stato sputtanato una persona sulla base di un fatto inesistente o no? E se invece di Cocilovo ci fosse stato Gilgamesh od Orioles? Guarda che l’errore giudiziario è come la brutte malattia o l’incidente stradale, si pensa sempre che debba capitare agli altri, ma non è così.

    Non so se ricordi, durante Tangentopoli, uscì dal carcere il presidente della Lega Coop, e disse papale papale all’intervistatrice: “prima d’ora ho sempre pensato che chi veniva indagato era sicuramente colpevole, e bene facevano i magistrati a tenerlo in carcere anche prima del processo. Ora non la penso più così” Beh, nel mio piccolo c’ero arrivato prima.

    Orioles, in questo caso è indifendibile e nemmeno lui lo fà.
    Ha fatto come l’uomo nudo sulle vecchie 50 lire: ha messo le palle sull’incudine e si è dato una bella martellata. Contento lui…

  4. Cercherò di essere chiaro e diretto: nessuna intenzione di difendere Riccardo Orioles; è una persona che stimo e penso che se fosse necessario saprebbe benissimo difendersi da solo.

    Ci tenevo solo a dire che, contrariamente a Francesco, non trovo affatto assurda l’iniziativa presa a suo tempo da Giuseppe Fava.

    Anzi, rilancio, non sarebbe male se ad ogni candidato che si presenta per la rielezione fosse possibile chieder pubblicamente conto delle promesse fatte nella precedente campagna elettorale, e confrontarle col suo operato.

    Qua (ma anche altrove in Italia) c’è gente che ha il coraggio di presentarsi con slogan come “La Forza dei Fatti” dopo quattro anni disastrosi, in assoluto il peggior governo regionale visto a memoria d’uomo in Sardegna, ma prendendo esempio dal suo mentore estrae dal cilindro uno spot elettorale dove riesce a inanallare in 30″ una dozzina di balle clamorose e altrettante cifre palesemente inventate o mistificate sui presunti “successi” della sua giunta (anzi delle sue giunte, il governo è caduto ed è stato riformato ben sette volte in tre anni) in materia di opere pubbliche, mentre sono sotto gli occhi di tutti incompiute, sprechi, appalti clientelari, per non parlare di legittima suspicione su interessi privati in atti d’ufficio, visto che l’individuo in questione ha pensato bene, appena eletto all’alta carica, di intestare alla mamma un’impresina edile che guarda caso s’è aggiudicata parecchie interessanti commesse nell’Iglesiente. Senatus hoc intellegit, consul videt..

  5. Caro Gilgamesh, spero che lo scambio epistolare polemico ci induca, infine, a fraternizzare, io novello ENKIDU.

    Citi male Voltaire che è il mio filosofo preferito (scusa la cavillosa durezza, ma è come se io avessi scritto che cala Mariolu fa schifo) e poi osservi, giustamente, che i politici dovrebbero rendere conto delle promesse elargite in campagna elettorale. Dici infine che non siamo telespettatori berlusconiani, bensì esseri pensanti.

    Si, ma che cazzo c’entra con Orioles che pretende di distribuire dieci patenti a presunti scarti della società civile?

    La giustificazione offerta nell’articolo è di gran lunga peggiore del male: indicare soltanto dieci politici siciliani non antimafiosi è propriamente una stronzata, vista se non altro la nutrita schiera dei politici siciliani non sufficientemente antimafiosi che, esclusi dalla lista dell’ineffabile Orioles, ne trarrebbero vantaggio diretto.

    Del tutto inutile, anzi dannosa, come ho appena dimostrato, nel contrastare la mafia, la classifica Oriolesca è un vero e proprio mostro giuridico e civile per i dieci malcapitati, esposti al pubblico linciaggio sulla scorta di un giudizio “morale”, non basato su fatti precisi, per carità, men che mai su fatti accertati in sede penale: solo sensazioni, magari scarti putrefatti di inchieste giudiziarie fallite, contegni ritenuti poco antimafiosi dall’autoinvestita autorità morale di nostra conoscenza.

    Pensa a Cocilovo, accusato di aver intascato una tangente (cosa assai rara in Italia e soprattuto in Sicilia, vero?), sputtanato a vita ed irreparabilmente dai giornali per poi essere assolto. Una vita spezzata, un uomo colpito, certamente più debole e indifeso. Ma l’oggetto della tua stima prima colpisce, poi incassa la smentita nuovamente colpendo. Chiedere scusa no?
    Forte con i deboli e debole con i forti?

    Di Travaglio, Adriano Sofri scrive che è un essere vile e repellente. Lo scrive sulla sua pelle, per esperienza diretta, come immagino saprai.
    Io sommessamente penso che questo nuovo “eroe civile” si occupa molto di affari giudiziari, pur essendo refrattario al diritto, come ha dimostrato pubblicando atti processuali clamorosi, rivelatisi tuttavia, al primo vaglio di un giudice imparziale, carta straccia.

    Mostra di dimenticare Travaglio che gli inquirenti, gli stessi giudici, spesso sbagliano, prendendo proprio delle cantonate, come dimostrano le statistiche processuali; talvolta anche in modo irreparabile, come dimostra la sentenza Previti c/ Travaglio.

    Cari saluti

    Francesco

  6. Caro Gilgamesh, spero che lo scambio epistolare polemico ci induca, infine, a fraternizzare, io novello ENKIDU.

    Citi male Voltaire che è il mio filosofo preferito (scusa la cavillosa durezza, ma è come se io avessi scritto che cala Mariolu fa schifo) e poi osservi, giustamente, che i politici dovrebbero rendere conto delle promesse elargite in campagna elettorale. Dici infine che non siamo telespettatori berlusconiani, bensì esseri pensanti.

    Si, ma che cazzo c’entra con Orioles che pretende di distribuire dieci patenti a presunti scarti della società civile?

    La giustificazione offerta nell’articolo è di gran lunga peggiore del male: indicare soltanto dieci politici siciliani non antimafiosi è propriamente una stronzata, vista se non altro la nutrita schiera dei politici siciliani non sufficientemente antimafiosi che, esclusi dalla lista dell’ineffabile Orioles, ne trarrebbero vantaggio diretto.

    Del tutto inutile, anzi dannosa, come ho appena dimostrato, nel contrastare la mafia, la classifica Oriolesca è un vero e proprio mostro giuridico e civile per i dieci malcapitati, esposti al pubblico linciaggio sulla scorta di un giudizio “morale”, non basato su fatti precisi, per carità, men che mai su fatti accertati in sede penale: solo sensazioni, magari scarti putrefatti di inchieste giudiziarie fallite, contegni ritenuti poco antimafiosi dall’autoinvestita autorità morale di nostra conoscenza.

    Pensa a Cocilovo, accusato di aver intascato una tangente (cosa assai rara in Italia e soprattuto in Sicilia, vero?), sputtanato a vita ed irreparabilmente dai giornali per poi essere assolto. Una vita spezzata, un uomo colpito, certamente più debole e indifeso. Ma l’oggetto della tua stima prima colpisce, poi incassa la smentita nuovamente colpendo. Chiedere scusa no?
    Forte con i deboli e debole con i forti?

    Di Travaglio, Adriano Sofri scrive che è un essere vile e repellente. Lo scrive sulla sua pelle, per esperienza diretta, come immagino saprai.
    Io sommessamente penso che questo nuovo “eroe civile” si occupa molto di affari giudiziari, pur essendo refrattario al diritto, come ha dimostrato pubblicando atti processuali clamorosi, rivelatisi tuttavia, al primo vaglio di un giudice imparziale, carta straccia.

    Mostra di dimenticare Travaglio che gli inquirenti, gli stessi giudici, spesso sbagliano, prendendo proprio delle cantonate, come dimostrano le statistiche processuali; talvolta anche in modo irreparabile, come dimostra la sentenza Previti c/ Travaglio.

    Cari saluti

    Francesco

  7. Scoprire con cinque anni e mezzo di ritardo, per caso, smanettando in rete, che qui si discuteva di un aspetto di un mio articolo, in conseguenza di una richiesta di rettifica, mi fa scappare da ridere. Anche perché, a differenza di Orioles – che ha fatto una difesa incentrata sul fatto che noi siamo antimafiosi e, comunque, l’ha scritto anche Travaglio, dunque tutto ci sarebbe consentito – io so il perché di quel nome in quell’elenco. E ribadisco che Cocilovo fu assolto grazie alla modifica costituzionale del cosiddetto giusto processo (art. 111), che impone di ripetere in aula le accuse fatte durante le indagini preliminari.
    L’imprenditore Mollica – il corruttore accusatore – fu infatti condannato per quella mazzetta, ma si rifiutò di ribadire in aula le proprie accuse e Cocilovo fu assolto.

    Per chi ne avesse voglia, la sentenza si trova qui:
    http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:2ko290xWvu8J:www.societacivile.it/memoria/articoli_memoria/cocilovo_sentenza.pdf+mollica+cocilovo+tangente&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESiLxDDiBaCUTuaU75XWqdVZeys-w1xZkcb26ELAOcqTmtHPgrWjjycOkyAyDzkCVNG103dTCiyS-4o6z6a_UuBRvbhVtCqqhXJHy4YLGYg4blnLWeoWC7ZTjoRwVvvtsszPmBF6&sig=AHIEtbSKi6lyU9iNh3ehPOtAslxTQLCpPw

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