Riuscì a farsi espellere per mafia dal partito fascista. Poi, grazie ai camerati importanti, fu riammesso e fece carriera fino a diventare l’ultimo segretario di Salò. E ora al suo paese gli vogliono fare una piazza
Fascisti. Alfredo Cucco, ultimo segretario del partito fascista, proveniva da un paesino siciliano, Castelbuono, che ebbe negli anni Trenta l’indesiderato onore di varie e non preannunciate visite del “prefetto di ferro”, il famoso Mori. Costui, mandato da Mussolini in Sicilia con l’ordine tassativo di “estirpare la maffia”, aveva messo su un’eccellente rete di spie nelle province: ogni volta che aveva raccolto abbastanza nomi circondava il paesino incriminato con un doppio cordone di guardie a cavallo, lo occupava militarmente e procedeva a rastrellare tutti i “maffiosi”, tutti i sospetti o possibili tali, e per buona misura le rispettive famiglie. Lunghe corvees di ammanettati lasciavano al tramonto il paese, mentre sulla piazza principale il prefetto a cavallo intimava ai superstiti il giuramento di fedeltà al re e al duce. Le isole si riempivano di picciotti, e la scrivania prefettizia di encomi ministeriali.
La sua carriera finì quando si mise in mente di perseguire anche l’alta mafia, quella che oggi chiameremmo “terzo livello”. I primi due o tre notabili proposti per il confino, dal ministero non arrivarono più encomi ma richieste di chiarimenti. I “camerati di Sicilia”, allora come oggi, contavano dentro al Partito più dei prefetti. Infine fu richiamato a Roma, lodato, giubilato, e assegnato a un incarico onorifico ma indifferente. Scrisse le sue memorie, mentre la mafia palermitana, digeritolo, si preparava serenamente a passare dalla protezione del fascismo a quella degli americani.
Il prefetto, prima che i camerati palermitani si rivolgessero a Mussolini, era riuscito tuttavia a ottenere la “sospensione dal fascio per motivi d’indegnità morale” d’un paio di gerarchi-notabili palermitani. Poca roba, d’accordo, e solo per i casi più manifestamente gravi; e anche qui, d’altra parte, solo per qualche mese, prima del trionfale reintegro e nel grado littorio e nel notabilato. Fra questi, quel tale Alfredo Cucco, console della milizia e gloria di Castelbuono: la cui carriera riprese rapidamente le ali, fino a portarlo – come abbiamo visto – ai vertici del partito, in tempo per le ultime persecuzioni di ebrei (in cui si distinse) e stragi di partigiani.
Adesso, nell’anno 2004, il sindaco di Castelbuono prevede d’intitolargli una piazza: Piazza Alfredo Cucco, uomo politico e patriota. Di piazze ad aguzzini fascisti (come il co-assassino dei Rosselli, Anfuso) la Sicilia contemporanea non è avara; come di pubbliche celebrazioni (memorabile quella a Di Cristina) in lode di boss passati a miglior vita. Però è la prima volta, se non erriamo, che nello stesso individuo si glorifica insieme, con fiero orgoglio, e il fascista e il mafioso. Io ne ho notizia di una lettera, inviata dai compagni di quel paese e indirizzata “per conoscenza” ai componenti del “centrosinistra delle Madonie”. Dalla lettera non si evince se il sindaco fascio-mafioso, che propone la piazza, sia di destra. Spero che qualche lettore di Castelbuono voglia al più al più presto precisarmi che trattasi di esponente di Forza Italia o dell’Udc o di An. Lo prego di scrivermi in fretta, perché non riesco a dormirci su la notte.
Elezioni. Io mi ricordo del campo nomadi di Milano in fondo a via Cambini, una volta ci ho portato i lupetti del mio gruppo scout per regalare agli immigrati il cibo che era avanzato dal nostro campeggio estivo. Poi sono passate le ruspe e quegli immigrati sono andati via. Le aveva chiamate il sindaco di Milano, il leghista Marco Formentini.
Io mi ricordo di Jonathan, un bambino peruviano che era entrato nel nostro gruppo scout, e che abitava a pochi metri da quel campo nomadi nelle case di ringhiera di via Clitumno. In quelle case, oltre alla famiglia di Jonathan, vivevano tanti altri immigrati del Perù. Un giorno Jonathan non è più venuto alle riunioni degli scout, e abbiamo scoperto che in quelle case c’era stata una retata. Lui e altri bambini del palazzo erano stati portati in questura e sottratti ai loro genitori, trascorrendo una notte di terrore senza sapere cosa era successo ai loro cari. Jonathan frequentava regolarmente la scuola elementare del parco Trotter in via Padova, ma da quella notte non ne abbiamo saputo più nulla. Quell’anno il sindaco di Milano era il leghista Marco Formentini.
Io mi ricordo di un uomo che ha basato la sua campagna elettorale sullo sgombero del centro sociale Leoncavallo, ingannando Milano con la paura dei “diversi” per vincere le elezioni contro un candidato sindaco onesto. Quell’uomo era il leghista Marco Formentini, e il suo avversario onesto si chiamava Nando Dalla Chiesa, figlio di un Carabiniere ucciso dalla mafia e fondatore del movimento chiamato “Società Civile“, basato su una regola ferrea: i politici di professione non erano ammessi.
Stanotte camminavo per le vie della città che mi ha adottato, e guardando un manifesto ho scoperto che l’Ulivo mi chiede di dare il mio voto all’ex-leghista Marco Formentini, per mandarlo al Parlamento Europeo a decidere anche di immigrazione. Ho guardato a lungo quel manifesto, e sono rimasto imbambolato per molti minuti di fronte al sorriso di quella foto, mentre dentro di me la rabbia e il terrore danzavano un tragico valzer.
Ho ripensato a Jonathan, e alla dignità con cui ripiegava ogni mattina i vestiti che gli avevamo dato per partecipare all’unico campeggio scout della sua vita, e di fronte all’antitesi della dignità che mostrava il suo ghigno da un manifesto elettorale ho pensato dentro di me “stai tranquillo, Jonathan. Ovunque tu sia, sappi che io mi ricordo”. (gubi)
Scritte sui muri. “Oggi mi alzo, e sciopero” (Bologna, via dell’Inferno).
Imperi. Improvvisamente al posto della regina Vittoria ci siamo ritrovati un Gei Dabbliù.
Pasqui wrote:
Il segretario dell’Udc siciliana, on. Raffaele Lombardo, said:
blasios wrote:
federico alcaro wrote:
Fabrizio Rossi wrote:
Bookmark: www.cronologia.it/storia/anno618.htm
massy wrote:
Caro Massi, gli assassini irakeni sono assassini. Gli assassini americani sono assassini. Fare classifiche e distinzioni equivale a difendere gli uni o gli altri. Quanto allo “sbeffeggiare”, “umiliare”, ecc.: in quelle carceri sono state uccise (non solo “sbeffeggiate”) diverse persone; la maggior parte di loro col terrorismo non c’entrava niente. Ma anche se fossero stati tutti terroristi, e fossero stati “soltanto” torturati, tu ed io non siamo, grazie a Dio, nè americani nè irakeni: siamo italiani, europei e persone civili; la tortura, da noi, fa solo rabbia e schifo e non la paragoniamo a niente altro. Speriamo che la nostra civiltà sopravviva a quest’ondata di bestialità animalesca, e speriamo che i giovani come te abbiano il coraggio di difenderla sempre davanti a tutti, senza giustificare mai nemmeno per un attimo nè l’uno nè l’altro assassino col pretesto della “guerra santa” o della “difesa della democrazia”.
sono almeno due anni che Nando e Formentini sono fianco a fianco nei banchi dell’europarlamento nel gruppo dove sta la Margherita.
Ehm, stando al sito web del comune
parrebbe appartenere allo schieramento dell’ulivo…
Dell’Ulivo? Ma pensa. Chissà se adesso Orioles dorme, o cambia opinione su Cucco.
Ah, comunque mooolto interessante tutto quanto.
solo per dovere di cronaca vi comunico che la piazza ad alfredo cucco non sarà intitolata. Il sindaco è sempre lo stesso ma la sua idea è stata bloccata..
saluti “rossi”
fc