India Africa Brasile. Forza Terra!

Tanto per abbaiareCon l’India sono tre i Paesi maggiori del terzo Mondo che si sono schierati, ognuno a proprio modo, “a sinistra”. Niente integralismo, niente impero: una specie di nuovi “non allineati”

Pianeta. India, Sudafrica e Brasile, i tre stati-chiave (con la Cina) del Terzo Mondo sono adesso tutt’e tre democratici e, ciascuno a suo modo, “di sinistra”. Ciascuno di essi è lo stato egemone di un continente (il Brasile in Sudamerica, il Sudafrica in Africa, l’India nell’Asia meridionale). Ciascuno di essi ha caratteristiche uniche e gigantesche: l’India ha una delle massime comunità informatiche del mondo; il Brasile è uno dei 3-4 luoghi del pianeta più ricchi di materie prime; il Sudafrica di Mandela, è l’unico stato africano ad aver ottenuto, nel lungo periodo, dei successi. Sono tutt’e tre in crescita, più della media dei rispettivi continenti. Nessuno dei tre è fanatico, e nessuno fa parte dell’impero. Sono, dopo cinquant’anni, i nuovi “non allineati”: ma stavolta con un peso molto maggiore, e che tende a diventare decisivo. Loro tre, più noi Europa: chissà, insieme, dove mai potremmo – e probabilmente potremo – arrivare.

Titoli. “La Brianza diventa provincia. Una vittoria della Lega” (La Padania)
“Vittoria di Sonia Gandhi in India. 700 milioni di elettori nella più grande democrazia del mondo” (tutti gli altri giornali).

Informazione 1.

Sono Antonio del Collectif Bellaciao di Parigi. Il nostro sito è censurato da stamattina dall’host amen.fr, senza la comunicazione della ragione et senza risposte alle nostre sollecitazioni. Lanciamo un appello: Perché è così difficile e costoso esprimersi in un paese democratico come la Francia, faro dei diritti dell’Uomo? Cerchiamo da adesso un altro server e lanceremo presto una sottoscrizione che ci permetterà di continuare la nostra lotta per la libertà di informazione. Ringraziamo i 450.000 visitatori che sono passati dal nostro sito in due anni. A molto presto… we’ll be back!

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Informazione 2.

Il modo migliore per raccogliere l’eredità di Peppino Impastato? Fare radio, durante la tre giorni che ne ha ricordato la memoria, a Cinisi. Anche quest’anno Indymedia, con Hacktung! (l’hacklab di Palermo) e Freaknet Medialab di Catania, ha allestito un media center per chiunque volesse raccontare, informare o semplicemente navigare su internet. Partendo dall’esperienza di RadioLina di Napoli (che trasmette in streaming e fm) e Radio Qanat (radio internet di Palermo) è nato il progetto “Radio QanatLina“, che ha trasmesso in streaming per tutta la durata del Forum Sociale Antimafia di Cinisi, raccontando chi era Peppino Impastato e cos’è l’antimafia sociale. Il materiale è stato ripreso in fm da alcune radio del circuito di Radio Gap: Nova Radio a Firenze, RadioLina a Napoli, Città 103 a Bologna, Onda Rossa dai Roma, BlackOut a Torino. Intanto i media “ufficiali” ignoravano del tutto l’evento. Quasi che la storia di Peppino non meritasse attenzione. Un personaggio scomodo, anche 26 anni dopo la sua morte. Ma la condivisione di conoscenze ed esperienze di questi giorni in Sicilia potrebbe anche essere l’inizio di qualcosa.

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Informazione 3.

Ho letto del nuovo decreto Urbani e mi hanno detto che praticamente su tutto quello che compare sul web dovrebbe esserci una nota scritta dell’autore. Secondo altri bisognerebbe mettere un’informativa (“ai sensi della legge”) sotto ogni pezzo. Ora, io che faccio Solaria e che sul blog su cui metto l’archivio pubblico un articolo al giorno come mi dovrei comportare? Non è che per colpa di questi deficienti rischio un megamultone? Ma che palle…

Bookmark: www.parolestorte.it/solaria

Informazione 4. Querelato dai magistrati di Catania Carlo Caponcello, Ignazio Fonzo e Fabio Scavone per un articolo su www.accadeinsicilia.net, il 10 maggio Carlo Ruta è stato assolto dal tribunale di Messina perché il fatto non costituisce reato.
Bookmark: www.accadeinsicilia.net

Bianco/nero. Sicilia, Milazzo, un circolo di cultura fine anni sessanta. Dibattito sul divorzio tra un vecchio avvocato di un’associazione per la difesa della famiglia e un ancora poco conosciuto Pannella. In paese sembrava che i Borboni non se fossero mai andati, al referendum monarchia-repubblica, naturalmente, avevano vinto i monarchici. Alle elezioni erano i preti a dirti per chi votare e la democrazia cristiana aveva la maggioranza assoluta. Eppure fu un trionfo per lo sconosciuto “continentale”: distrusse, tra gli applausi appassionati di noi laici e anche dei non schierati, il vecchio bigotto, tanto che a un certo punto il prete presente gli strappò il microfono di mano. Uscimmo dalla sala eccitatissimi, rievocando i vari passaggi, come dopo un film o una partita, sicuri che ormai preti e democristiani, a Milazzo e in Italia, fossero alla frutta. E invece dovemmo aspettare ancora cinque o sei anni.

Dodici Maggio del settantaquattro, ancora non c’erano gli exit-poll. Si cominciò a capire verso sera che i No avevano vinto. Stavo già a Roma e con alcuni compagni andammo in centro: era come ai Mondiali del ’70, quelli di italiagermaniaquattroatre, ma al posto dei tricolori c’erano le bandiere rosse. Fiumi di gente a Porta Pia e dappertutto, a via del Tritone davanti al Messaggero di Perrone ed anche a Botteghe Oscure (che non ci aveva creduto molto). Era diverso dai cortei del sessantotto, allegri ma duri. Era una festa, si respirava aria di liberazione e, finalmente, mi ritrovavo anch’io in quelle situazioni viste tante volte al cinema o in televisione: aprile ’45, la folla che esulta per l’arrivo degli americani (quelli buoni) e dei partigiani. Proprio come in un film. E non finì quella notte. La festa si ripetè alle elezioni regionali dell’anno dopo e alle politiche del ’76. Ricordo la copertina di Time con Berlinguer. Poi, però, sul più bello, puntuali arrivarono gli anni di piombo, poi gli ottanta, Craxi e …vabbè il resto lo sai.
(g.m.)

Regie Poste. Accordo delle Poste Italiane con Banca Mediolanum, per vendere i servizi finanziari di quest’ultima nelle 14mila sedi delle Poste Italiane. Quattordicimila filiali in più, tutto d’un colpo: ma di chi è questa fortunata Mediolanum? Risposta: di Ennio Doris e Silvio Berlusconi. E perché le Poste hanno rifiutato analoghe intese con altre banche come la Banca Etica e la Deutsche Bank? Risposta: mistero. E ora succede questo, che mai succederà quando privatizzeremo le poste? Risposta: non si sa, ma per sì e per no meglio stare in campana. Sabato infatti Girandole, Italia Democratica e altri movimenti della società civile hanno cominciato a fare un po’ di volantinaggio davanti agli uffici postali.
Info: legirandole@tiscali.it

Cronaca. Palermo. Fabbrica occupata a Carini: gli operai dell’Imesi – centosessantuno operai, di proprietà dell’Ansaldo-Brera – si erano chiusi nello stabilimento per protestare contro la cassa integrazione, il padrone li ha denunciati al giudice e il giudice ha decretato: hanno ragione loro. Il gruppo Ansaldo – ha detto il magistrato – non ha più “la titolarità dell’area”, che nel frattempo è stata comprata e venduta; se ne parli col nuovo possessore, il gruppo Keller; nel frattempo, niente sgombero e niente manganelli. Gli operai, per sì e per no, restano in piazza e dentro; “una delegazione – dice il tiggì regionale – è stata ricevuta dal prefetto”.

Piccoli ma europei. Bando di gara del piccolo Comune di Ladispoli (Roma) per il servizio di gestione di tesoreria comunale. Il bando favorisce formalmente gli istituti bancari non coinvolti nel finanziamento di commercio di armi. Una piccola buona notizia civile.

Mimmo Lombezzi wrote:

Durante la prima Guerra del Golfo – quando potevo ancora raccontare i conflitti del medio oriente – filmai a Damasco una dimostrazione dell’opposizione Irachena che espose alcune foto di oppositori di Saddam fuggiti in Pakistan e lì raggiunti dai servizi segreti iracheni con la collaborazione di quelli pakistani. Ricordo che sulle prime non riuscii a capire bene che cosa stavamo filmando. Impiegai alcuni istanti a “mettere a fuoco”: erano due torsi nudi senza testa coperti di strane macchie. Gli uomini di Saddam avevano “interrogato” i due fuggiaschi usando pialle da falegname. Praticamente li avevano scuoiati, poi ottenute (presumo) le informazioni che volevano, avevano portato le teste al raìs… Questa storia ovviamente non attenua la gravità di quello che è avvenuto nel carcere di Abu Ghraib ma forse restituisce il senso delle proporzioni.
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2 Commenti

  1. India, Brasile e Sud Africa non sono “nell’impero”? Se per “impero” si intenda l’economia globale USA-centrica la tua affermazione e’ una cavolata. Gli USA sono il primo partner economico (sia import che export) di India e Brasile ed il secondo del Sud Africa (i primi sono UK per l’export e la Germania per l’import). Non solo, nessuno dei tre paesi figura tra i primi 4/5 mercati dell’altro. Nel caso dell’India, poi, l’eccezionale sviluppo tecnologico degli ultimi anni e’ dovuto – oltre che a fattori prettamente nazionali come l’ottima educazione e la diffusione dell’inglese – proprio alla delocalizzazione di posti di lavoro da parte dell’industria hitech USA. Questa cosa del tripartito terzomondista gira da un po’ nei blog ma e’ una ciofeca di analisi, specie dal punto di vista economico.

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