Passato il ciclone Eminem, sono cessate anche le preoccupazioni per la Questura di Sanremo. «Con il permesso di Maffucci, avevamo la possibilità di bloccarlo appena avesse varcato il limite della decenza – ha dichiarato un anonimo funzionario – il problema è che, cazzo, cantava in inglese e andava troppo veloce. Nel frattempo che traducevamo ci sono scappati 18 improperi generali, tre bestemmie, 26 allusioni sessuali, 4 diffamazioni e una barzelletta spinta sul Papa». Le ingiurie di Eminem però non hanno suscitato il clamore ci si aspettava, in confronto alla regia di Sergio Japino, considerata all’unanimità il vero insulto della serata. Delusione degli organizzatori, invece, per le esibizioni di Ceccherini: l’unico che era pagato per dirle davvero le parolacce è sembrata la dama di compagnia della Carrà. «Ci aspettavamo grandi cose, che so, almeno un “porca puttana” – ha dichiarato Maffucci – e invece gli è scappato solo un “maremma maiala”, per di più dietro le quinte». Meglio comunque dell’esibizione di Megan Gale. Pare che la modella australiana, oberata di impegni, abbia scelto di non partecipare direttamente e si sia fatta sostituire dal proprio calendario. Nessuno se n’è accorto. Al pubblico, anzi, il calendario è sembrato più spigliato e frizzante dell’originale.
Speciale Sanremo /2 – Un calendario sul palco
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