Il 19 marzo scorso la Camera dei Comuni di Londra ha votato una proposta di legge che vieta la pratica venatoria della caccia alla volpe. Ieri mattina Londra si è svegliata al suono dei corni che aprivano la “Marcia per la libertà e il sostentamento”, contro l’abrogazione del principale hobby degli aristocratici. I miei compagni, in seconda elementare, facevano largo uso dell’espressione “mangiare pane e volpe” a mo’ di invito per i coetanei meno svegli. Per ventiquattro anni ho creduto si trattasse di una metafora. Oggi ho scoperto che gli inglesi mangiano veramente pane e volpe, tanto da essere turbati riguardo al proprio sostentamento nel caso in cui gli astuti mammiferi dovessero sparire dal desco. La preoccupazione dei sudditi di sua maestà è legata al mantenimento di un corretto equilibrio naturale. Nella catena alimentare, infatti, l’inglese medio si posiziona esattamente a metà tra la volpe e il plancton: ghiotto del primo, intimidito dalla superiorità intellettiva del secondo. L’annunciata partecipazione di Camilla Parker Bowles in sella al proprio cavallo è stata ignorata: i più hanno creduto di vedere due equini che si stavano ingroppando. Si è trattato della più grande manifestazione londinese degli ultimi vent’anni: i 408.000 partecipanti sono stati numerati in modo inconfutabile. Gli organizzatori, che avevano definito “avveniristico” il sistema di conteggio automatico, sono stati smascherati da un gruppo di medici che hanno testimoniato di avere in dotazione da anni un aggeggio simile. Si tratterebbe di uno scanner l’acquisizione di radiografie dello scroto nei casi in cui è necessario verificare la presenza del canonico numero di coglioni.
Gli inglesi e la caccia alla volpe
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