Chi sono, da dove vengo, dove vado? Se è vero che un battito d’ali di una farfalla in Giappone genererà un uragano in Europa, cambia qualcosa se una mattina non mi alzo, non faccio colazione, non vado a lavorare? Sono anche io, come il George Bailey de “La vita è meravigliosa“, indispensabile alla comunità, necessario per la felicità e per il normale compimento delle vite delle persone che conosco? Sono pensieri che capitano. Se vi sentite inutili esiste una terapia di sicura efficacia: pensate ad Enzo Cheli, Garante delle Comunicazioni. In pochi secondi la vostra presenza su questo pianeta, al confronto, non vi sarà mai sembrata più provvidenziale. Poche settimane fa l’Authority ha deliberato una multa nei confronti di Telecom Italia per “comportamenti abusivi” nell’offerta di Teleconomy, la tariffa lanciata nel luglio 2000 per la telefonia fissa. Centinaia di utenti si sono infatti visti affibbiare il servizio per il solo fatto di essersi recati a sottoscrivere un abbonamento GSM (per il quale è necessario fornire i propri dati anagrafici) in un negozio affiliato Tim. Va specificato, per correttezza, che le violazioni risalgono alla vecchia gestione, quando Telecom era targata Brescia ed aveva al volante Roberto Colaninno. L’entità della sanzione è stata fissata in 200 mila euro, corrispondenti a circa lo 0,6% della buonuscita accordata all’ex presidente e amministratore delegato, oppure a tre minuti di fatturato della compagnia. Telecom non ha commentato la decisione di Cheli: in quel momento tutta l’attenzione del marketing era concentrata su un evento considerato ben più destabilizzante per l’azienda: uno starnuto del parrucchiere di Afef.
L’Inutilità Garante per le Telecomunicazioni
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