Medioevo: ritorno all’embrione

Politica e Coscienza – >>> vaq <<< Osserviamo, ascoltiamo attentamente. Il linguaggio, soprattutto. Il dibattito parlamentare sulla fecondazione assistita riporta in primo piano un vecchio arnese: la Coscienza. Chi lo usa per dare una verniciata di liberalità ai dictat sottintesi, di partito. Chi, sornione, per prendersi rivincite fondamentaliste brandendo come un’ascia il proprio “essere maggioranza”. Così l'”anima bella”, filosoficamente lacerata e appassionata, di un Buttiglione, si consente di scrivere regole che estendono le proprie, quelle con cui dirime i suoi privatissimi sensi di colpa e d’innocenza, a tutte le altre anime, “belle e brutte”, solo perché ha i voti.
Poi, tra poco, torneranno a darci lezioni sugli integralismi più o meno religiosi.
Niente da fare: la tentazione di uniformare il mondo a quella zavorra con la C maiuscola, che usiamo a corrente alterna per “sentirci a posto” o per non sentirci esclusi, non amati dal gruppo a cui apparteniamo, è così grande che non possiamo fare a meno della sua rassicurazione.
La vita è bella perchè è qui,
ma anche altrove.

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6 Commenti

  1. Non c’è dubbio che la futura legge sulla “Fecondazione medica assistita” violi il principio sulla “libera scelta” della donna, soprattutto a riguardo dell’eventualità che la paziente a percorso iniziato, decida di rinunciare all’impianto. Secondo la proposta del centro-destra, il medico non può distruggere gli ovociti, non può neanche congelarli e conservarli. In questo caso, se non riesce a convincere la paziente di riprendere il trattamento deve suo malgrado rivolgersi al Giudice, il quale può obbligare con sentenza la donna di proseguire il trattamento.
    Credo che equivalga a ritornare indietro di parecchi decenni, non Medioevo ma quasi.
    Ma non posso, evitare di sottolineare come anche in questo caso, in Italia non si voglia fare assoluttamente niente per difendere con una buona legge, quel diritto che io considero fondamentale per il nostro progresso civile: il diritto a nascere.

  2. Guarda che se parli di “diritto a nascere” allora il tuo discorso non fila proprio. Dal punto di vista del nascituro infatti questo diritto non è tutelato ogni volta che un embrione viene abortito o scartato. Semmai dovresti parlare di diritto ad avere un figlio (diritto della donna quindi, non del figlio). E’ ben diverso.

  3. Sarà ben diverso per Lei, Egregia Signora, non per chi pensa che la legge dovrebbe prima di tutto difendere chi non è in grado di difendersi da solo.
    Diritto a nascere del nascituro, non della donna.

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