Berlusconi, Fini o niente

A me di Gianfranco Fini non me ne frega niente, ma sto con lui. Ho già scritto che si può essere «finiani senza Fini» e guardare con simpatia al sommovimento che ha creato: anche se non si ha nulla a che spartire col suo retroterra culturale, col suo passato, con le sue metamorfosi. L’ampissimo centrodestra italiano, del resto, non è diviso solo tra berlusconiani e finiani, non porta soltanto i mocassini e le giacche berlusconiane in alternativa al maledetto «cachemire» che si tende a immaginare su chiunque appaia diverso dall’archetipo che ci piace. Ciò che m’interessa, anzitutto, è che assieme a Fini se ne va a catafascio anche il banalissimo assunto secondo il quale il partito più grande del dopoguerra dovrebbe avere delle pluralità al proprio interno, quelle identità che corrispondono alle mille sfumature della società e la cui sintesi, un tempo, era il motore della politica. Detto in termini medici: Fini potrebbe aver torto nella terapia, e magari andarsi presto a schiantare: ma la sua diagnosi è proprio tutta sbagliata? Sicuri che i problemi da lui posti siano soltanto dei pretesti per reclamare fette più generose di potere? Io no, io non sono sicuro. Anzi, sono abbastanza certo del contrario.

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9 Commenti

  1. Non ho mai votato l’on.Fini e facilmente mai lo voterò,ma
    finalmente ho rivisto in politica una persona seria, coe-
    rente che ha avuto il coraggio di esprimere le proprie idee senza dovere essere sempre costretto a dire Si,
    Purtroppo per l’Italia il presidente Berlusconi e accerchia
    to da troppe persone a libro paga, figure ininfluenti ed
    insignificanti. ecco il termine BAMBOCCIONI calza a pen-
    nello ai vari portavoce che parlano senza dire.

  2. oh, filì, non sapevo dove scrivertelo: bel pezzo quello sul paragone tra le dichiarazioni di falcone e quelle del berluska sulla letteratura sulla mafia.

    e poi questo pezzo.

    me sembri ‘n criceto in gabbia.

  3. bella disamina, condivisibile in toto.
    Spero che il tuo direttore non la prenda male.

  4. Due brevi note.

    La prima. Errore è dire che entrambi hanno parlato di contenuti. Ne ha parlato solo Fini, Berlusconi ha parlato esclusivamente di potere per tutta la durata della replica. Lui i contenuti non sa neppure cosa sono. I contenuti lo mettono in crisi, lo distruggono, perché i contenuti sono quelle cose che danno senso al potere inteso come mezzo, non come fine. Per cui la ragionevolezza distruggerà B. e si è iniziato a vedere ieri che Fini ha sfilato per un po’ la maschera di cerone che ricopre la finzione, anche se non quella che ricopre il viso del premier dalla manifestazione del colore delle emozioni. E sarà sempre più così, perché B. non ha un progetto (in questo concordo con Facci), o meglio ce l’ha: è Lui.

    La seconda.
    Prima della Direzione Nazionale B. ha detto questa frase palesemente assurda:”Non sono io ad aver posto delle questioni, per cui non sono io a dover dare delle risposte”.
    A trarre le conseguenze di questa logica storta se ne dovrebbe dedurre che B. dà risposte solo alle domande che si fa da solo. E a dedurlo si fa bene perché B. è proprio così: chiuso riflessivamente su se stesso. Il premier “quelo” che si fa le domande e si dà le risposte. Peccato che come aggiunge “quelo” sono pure sbagliate.

    Al posto della parola “risposte” avrebbe dovuto dire, casomai, la parola “proposte”. Chi pone le questioni ha in qualche modo la responsabilità di fare anche proposte, ma sono gli altri, in particolare le assemblee, gli organismi i responsabili dei partiti a “dover” dare risposte. Avendocele.

    Ma il suo narcisismo autoreferenziale, viene da dire patologico, che produce quella che si chiama appunto “rabbia narcisistica”, cieca, impotente e distruttiva l’ha facilmente fregato.

  5. la sorpresa non è solo il Fini ghettizzato ma anche il fuoco di un indizio di stringente dialettica(un fenomeno alieno da quelle parti)sprigionata dalle braci fumanti dell’ormai famigerata querelle.Due sere fa l’amico C. chiosava enigmaticamente un sms con l’affermazione:”la rabbia è un dono”.E forse non sbagliava

    http://www.mp3arena.narod.ru/muzon/Travis_-_Sing.mp3

  6. Molti sanno del successo ottenuto dalla lista “moVimento 5 stelle” del santone urlante in Emilia-Romagna.
    Pochi sanno, invece, cosa hanno combinato questi signori dopo le elezioni. E naturalmente Santoro e Travaglio, grandi sponsor di Grillo e dei suoi trombettieri, si guardano bene dal dirlo, troppo impegnati a spiegare che il PD fa schifo e truffa i cittadini.

    Premessa. La legge elettorale emiliana funziona così. C’è un listino maggioritario bloccato (i cui componenti vengono eletti insieme al presidente vincente) e una quota di seggi attribuiti con sistema proporzionale su base circoscrizionale.
    Le circoscrizioni corrispondono alle province.
    In altre parole ogni provincia esprime un numero di seggi in base alla quantità degli aventi diritto al voto: ad esempio Bologna elegge 12 consiglieri, Modena 6, Ferrara 2.
    La ratio è ovvia: con questo sistema si garantisce a ogni provincia una propria rappresentatività, che con un sistema proporzionale centralizzato non sarebbe garantita.
    Ogni circoscrizione presenta quindi i suoi candidati, che vanno a rappresentare la realtà territoriale della provincia in ambito regionale.

    Fin qui ok. Il problema è che la legge consente a uno stesso candidato di presentarsi contemporaneamente in più circoscrizioni.
    Lo stesso avviene alle elezioni politiche.
    Questo ha portato i politici più scaltri a una furbata, che è in realtà una presa in giro degli elettori: candidandosi in tutte le circoscrizioni, un individuo che viene eletto in più circoscrizioni (come è avvenuto per Berlusconi o Di Pietro) puo’ decidere DOPO le elezioni quale circoscrizione accettare per sè stesso, facendo eleggere discrezionalmente chi pare a lui, alla faccia degli elettori.
    Questa stortura è stata oggetto di un referendum (giugno 2009) che non ha raggiunto il quorum, ed è stata sempre criticata – giustamente – dai vari Grillo, Travaglio e paladini vari.

    E qui viene il bello.
    Che hanno fatto i grillini in Emilia? Semplice, hanno candidato il leaderino, tal Favia, in TUTTE le circoscrizioni emiliane per raccattare voti prendendo in giro gli elettori.
    Questo Favia è stato promosso anche nella trasmissione “Annozero”, grande sponsor del movimento populista-fascistoide grillino direttamente sulla Tv pubblica, ma ovviamente Santoro non ha spiegato il trucco.

    Si vota e la lista del santone che si acclama statista, scienziato e tuttologo ottiene due seggi, uno a Bologna e uno a Modena.
    Favia, che è bolognese, ottiene 9300 preferenze a Bologna e 2100 a Modena, risultando il più votato in ambedue le circoscrizioni.
    A quel punto deve decidere se accettare l’elezione nella sua città oppure se scegliere il seggio di Modena.

    La questione non è secondaria perché, in base alla sua decisione, cambia la composizione del consiglio regionale: se sceglie Bologna, dove ha preso più voti, va in regione la prima dei non eletti a Modena, se sceglie Modena entra in regione il primo dei non eletti a Bologna.

    Chi sono i non eletti delle due circoscrizioni?
    A Bologna è Andrea Defranceschi, che ha ottenuto 376 preferenze su 541.000 votanti.
    A Modena si tratta di Sandra Poppi, che ha raccolto invece 717 preferenze su 372.000 votanti.

    Sandra Poppi ha insomma ottenuto quasi il doppio di voti del candidato bolognese in una circoscrizione molto più piccola.

    Per una persona dotata di buon senso, dovrebbe essere ovvio, e forse più che ovvio, che i grillini portassero in regione Favia eletto a Bologna e Sandra Poppi eletta a Modena.

    I motivi sono chiari e inoppugnabili.
    1) un motivo democratico, che è il più importante
    Se in democrazia contano gli elettori, la Poppi ha ottenuto MOLTI più voti rispetto a Defranceschi. E Grillo era uno che si lamentava del fatto che i cittadini non contassero più perché non potevano assegnare le preferenze.
    Se Favia sceglie la circoscrizione di Modena, facendo eleggere il primo dei non eletti di Bologna, sputa in faccia a quelle centinaia di cittadini che hanno preferito, con il loro voto, la Poppi a Defranceschi.

    2) un motivo territoriale
    Se Favia sceglie la circoscrizione di Modena, due bolognesi entrano in consiglio grazie al trucchetto delle candidature multiple, sempre contestate da Grillo ma solo per gli altri.
    Se viceversa Favia sceglie la circoscrizione di Bologna, entrano in consiglio un rappresentate di Bologna e uno di Modena, per salvaguardare il principio territoriale previsto, non a caso, dalla legge elettorale

    3) un motivo di pari opportunità
    Se Favia sceglie la circoscrizione di Modena, entrano in consiglio regionale due uomini.
    Se viceversa Favia sceglie la circoscrizione di Bologna, entrano in consiglio un uomo e una donna.

    E invece Favia che fa?
    Sceglie la circoscrizione di Modena, facendo eleggere DeFranceschi con molte meno preferenze, portando due rappresentanti di Bologna e solo di Bologna.
    Perché? Lo si scopre successivamente: il candidato bolognese è semplicemente il suo braccio destro (o portaborse).
    Favia dunque se ne sbatte della democrazia, delle preferenze, delle candidature multiple, di tutto insomma e porta in regione il suo amichetto, alla faccia della povera Sandra Poppi che rimane a casa nonostante il lavoro fatto.

    Ora: a me non interessa granché che questa Poppi non sia stata eletta, anche se una tale ingiustizia è a mio avviso davvero rivoltante. Chi è così ignorante, ingenuo e antidemocratico (verrebbe da dire: fesso) da credere davvero nel movimento del populista ululante Grillo e nella palla magica che lava il bucato con gli infrarossi a mio avviso è un individuo pericoloso per la società e per tutti noi, per cui più si indeboliscono politicamente meglio è per la democrazia.

    Però questo è un caso scolastico. Dimostra che questi signori stanno prendendo in giro una moltitudine di ingenui, approfittando della loro buona fede. Si tratta di una truffa mediatica perché nessuno dei “paladini della Verità” ha scritto un rigo su questa vicenda piccola ma esemplificativa, Grillo censura chiunque ne accenni, Santoro e Travaglio parlano di quanto sia cattivo il PD che è uguale al PDL che prende in giro gli italiani, per fortuna che c’è lo statista Grillo, novello Cavour che rappresenta l’Italia dei giusti e degli oppressi, ecc.

    Aprite gli occhi, cari amici, e non fatevi fregare da questi cialtroni e dalla loro palla magica.
    Adorano i soldi e le poltrone, come gli altri, e non si fanno scrupoli a prendere in giro i cittadini.
    Ciò che conta è continuare a ingannarli e a indebolire il centrosinistra, per poter dire “so’ tutti uguali”, per poter vendere DVD, libri, giornali e andare in Tv.

    “So’ tutti uguali, ‘sti politici magnoni?”
    No, i grillini sono addirittura peggio.

  7. http://www.freewebs.com/atouchoffantasy/apps/profile/96180018/

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