Vergogna equa e solidale. Sottotitolo: “Dividiamo tra tutti quella di uno che da solo dovrebbe provarne troppa”.
“«Quel giorno che è stato annunciato che venivano a prenderla – riprende suor Albina senza guardarci, come fissa nel suo ricordo – noi non ci credevamo. Era stato minacciato tante volte, e non era successo niente. Quel pomeriggio invece è arrivato il padre, e mi ha detto che Eluana se ne andava. L’ho pregato: ci ripensi, per favore, signor Englaro. Lui non ha risposto, ha salutato e se ne è andato. Mi è sembrato in quel momento un uomo pietrificato dalla sua stessa scelta» . E in quella notte di pioggia, ricorda la suora, «Eluana sembrava all’improvviso agitata. Sono arrivati gli infermieri. Noi le parlavamo, le ripetevamo di stare tranquilla. Le dicevamo che andava in un posto in cui le volevano bene» (di nuovo la voce della suora si incrina). «Le abbiamo dato un bacio. L’hanno portata via».”
«Che fosse viva – risponde la suora – era un’evidenza, e non solo perché respirava naturalmente, senza alcuna macchina. Pensi a un bambino neonato: non capisce, non parla, non risponde, ma forse non è una evidenza che è una persona? E quel solo suo essere vivo, non dà gioia?»
(Marina Corradi “Avvenire“, 9/2/2010)
…e per chi ha ancora sente il bisogno di incazzarsi c’è questo post su Le Malvestite.
In che cosa è fondamentalista e intollerante?
Totalitario, poi.
Prof. Beccaria, mi fa orrore pensare che nella scuola ci siano persone come lei che insegnano una delle più nefande dottrine a dei giovani. Voi cattolici siete la rovina di questa nazione, la vostra ipocrisia e la vostra volontà di dominio su tutti e su tutto. Siete lo schifo del mondo, capaci solo di calunnie e ruberie. La religione ammorba l’esistenza degli uomini. Voi, i valdesi, i mussulmani, gli ebrei, i protestanti, i buddisti gli induisti siete tutti fanatici carogne guidati dall’odio per gli esseri umani. Ogni uomo che professa una religione o è un fanatico o un ipocrita che dice di credere in dio solo per dominare e arricchirsi.
Le suore sono il più caro esempio di questo morbo religioso che andrebbe eliminato per sempre, estirpato dal genero umano.
Non sarò mai abbastanza grato ai miei genitori che mi hanno tenuto lontano dai vermi cattolici, mostrandomi da sempre la verità della luce della ragione contro le vostre favolette!
Che orrori insegnerà ai suoi allievi!
Sarebbe bello e utile che da questo blog sarebbero bannati tutti i preti e i cattolici, sarebbe un posto più pulito e bello!
Cesare
Quello che fa schife nelle parole della suora (secondo me) è la mancanza di dubbio, la certezza che la propria visione sia quella giusta. Senza ombre.
Chi, da Beppino Englaro in giù, fino all’ultimo degli “eutanasici” (che sono io), sostiene il primato dell’autodeterminazione e la necessità di un minimo senso del vivere (sennò meglio la morte), non lo fa a muso duro, certo, spietato, infallibile. La morte dignitosa è un percorso accidentato, dentro di noi. Non una vetta luminosa dove veniamo recati in volo dallo spirito santo.
Invece la suora, e tutti i cattolici che le stanno davanti e dietro e di fianco, no: loro non hanno dubbi, non fanno un passo avanti e magari due indietro. Loro sanno già tutto.
Il loro dolore, il dolore della suora, non è per Eluana: del resto non si intravvede parola pietosa per il suo stato, da parte della religiosa. Nella negazione di una qualsiasi possibile biografia, dal giorno dell’incidente.
Il dolore della suora e di chi la pensa come lei è che in questo caso non l’ha avuta vinta.
E’ frustrazione della volontà di potere.
Tana per Neri! Stavolta ti sei tradito. Confessa: sei Piero Ricca!
di gente che ha avallato il tribunale dell’inquisizione,che ancora crede a dio,al diavolo e alla madonna non ci si può fidare.
piu che bigotti,ottusi,beghini,per me sono solo persone poco intelligenti,credulone,oserei dire “IDIOTI”.
epperò questi idioti tengono in scacco l’umanità da 2000 anni,con la fede,con le bugie,e in tempi passati anche con i roghi e le torture.
e solo perche oggi non hanno il potere,altrimenti si comporterebbero come nei secoli passati.
17 febbraio 2010 a ROMA in piazza GIORDANO BRUNO per ricordare un illuminato che già allora aveva cvompreso e denunciato il criminale CLERO.
Non mancate.
Grazie Piti per avere scritto bene ciò che avrei voluto scrivere io ( sicuramente meno bene ).
Io posso capire chi rivendica il diritto delle suore ad avere un’opinione che sia anche altra o opposta al padre di Eluana.
Ma a chi dice che sarebbe ” intollerante” ritenere vergognose le parole delle suore vorrei fare notare che le suore non dicono solo che loro consideravano Eluana ” viva”, loro parlano di ” Eluana che si agita ” perchè forse presagiva il suo destino, di Eluana che avrebbe detto ” mamma. Ora, l’autopsia ha stabilito che Eluana NON poteva avere coscienza e diversi medici hanno attestato il suo stato di incoscienza. Per le suore tutto ciò non esiste. Non dicono che l’autopsia ha provato diversamente MA loro ritenevano Eluna viva. Non dicono che anche se loro la pensano diversamente bisogna rispettare chi la pensa o la pensava diversamente o comunque accettare il responso medico che definiva Eluana impossibilitata ad avere coscienza.
Inoltre, le suore danno anche un’opinione su Peppino Englaro, definendolo ” vittima della sua decisione” o cose così. E non parliamo del fatto che sembrano non avere NESSUN dubbio sul loro ” diritto ” di decidere su Eluana e di decidere per lei ( ricordate l’agghiacciante: ” datela a noi, ce ne prendermo cura noi”, come se fosse normale che si dovesse scegliere ciò che era la LORO volontà, scavalcando quella di Eluana)
Ecco, tutto ciò dimostra che le suore si mostrano SEMPLICEMENTE INCAPACI di capire chi la pensa diversamente da loro. Loro, per prima. Non accettare questo modo di pensare non è ” intollereranza”, è autodifesa. Si sta dicendo che si è intolleranti verso l’intolleranza, non che si è intolleranti tout court.
Uno degli ostacoli alla comprensione delle vicende di questo tipo, posso dirlo visto che come rianimatore ho vissuto di pelle situazioni simili, è proprio nella quasi assoluta non conoscenza del reale di chi scrive commenti come quelli che ho letto qui.
Scrive adattando la realtà ai vari credo, mai viceversa, parla di amore o omicidio a prescindere e decontestualizzando il tutto dal reale, per i più solo immaginato, per la quasi totalità soltanto accademico.
Non si capisce la guerra se non si è vissuta, come la fame od il degrado, in compenso se ne parla computamente da osservatori privilegiati, senza porsi il dubbio di quanto sposterebbe la livella della propria convinzione il “vivere” realmente un certo status.
Rispettare la vita non è solo mera prosecuzione della vita in se ma è ben altro, se si supera la visione egocentrica di un “Io” che ha ragione a prescindere, si aprono mondi interpretativi diversi e più semplici che possono trovare punti comuni tra credenti e non, pertanto se si parte dal credere di sapere più o meno il tutto in virtù di una ispirazione divina o del suo contrario si parla solo in astratto e chi ci rimette, per colpevole non considerazione, è sempre l’oggetto umano della discussione del momento.
Riccardo.
marco beccaria chi deve vergognarsi è berlusconi silvio,che ancora una volta ha perso l’occasione di tacere,a un anno dalla morte e da nemmeno due mesi dal falso storico che è l’autoattentato col duometto di milano…
sveglia amico.
grazie, MJ, e non è vero che avresti detto le cose che ho detto io in modo peggiore.
Cascano le braccia a ritrovarsi ormai quasi vecchi e ancora ostaggi delle ipocrite, subdole violenze della religione cattolica.
Con un sovrappiù di vittimismohce non si sopporta.
Hanno fatto scuola, in certei aspetti, allo stile chiagni e fotti di berlusconi e i suoi accoliti.
le suore che hanno fatto quelle affermazioni mentono o hanno avuto allucinazioni mistiche, ma non sono loro il problema o la vergogna, loro sono perse nel loro viaggio e non hanno responsabilità o ruoli pubblici
la vergogna è del furbone che sciacalla le loro disgrazie come sciacalla quella di Englaro e figlia e dei media che si prestano a sostenerlo con decine di editoriali, non meno allucinati delle sciocchezze delle Misericordine
solti solti soltinse
carapisarti il fango di tue scarniti forni
del viso manufatto
quando capenti orsù
un di, quel mar feroce
salparti a vele giù
mister – O saleppe
Per un esempio di intervento civile e ragionato sull’argomento in questione (darei il link diretto su BBC iPlayer ma immagino non tutti sappiano come accedervi dall estero – per fortuna ci sono alternative).
Shaking Hands with Death — Sir Terry Pratchett’s Richard Dimbleby Lecture
http://www.evilburnee.co.uk/2010/02/shaking-hands-with-death-sir-terry.html
Riccardo, quanto hai ragione.
Piti e MJ.
Parliamo dell’intervista. Quella che Piti chiama mancanza di dubbio, altri la chiamano fede. Che io non ho, non in quei termini, così come ho una visione opposta alla loro sulla vicenda Englaro. Ma ciò che dice la suora nell’intervista non ha secondo me quel carattere impositivo e intollerante che si legge altrove: non si tocca la questione generale dell’eutanasia o dell’accanimento terapeutico, si parla dell’esperienza umana e mistica, come è stata vissuta dalla suora, e per una volta senza una condanna a Beppino Englaro. Poi sulla questione che Eluana avrebbe detto “mamma”, ovvio che quella è una stronzata, ma qui non lo si dice.
Sinceramente, con tutte le follie che si sono sentite da Chiesa, politici e giornali sulla questione, queste parole della suora mi paiono una normale, umana, cattolica prova di dolore, mica una frustrazione della volontà di potere.
Fiandri
Intanto potrei replicare dicendo che quella che alcuni chiamano fede, altri (quorum ego) chiamano mancanza di dubbi
Sono i toni mistificatori, il mettersi in una parte sola quando è lampante (tutta Italia ne stava parlando) che di aspetti della questione ce ne sono molteplici.
Non una parola su quello che Eluana era da 17 anni, non una parola sulla dignità che a un corpo vuoto veniva a mancare ogni giorno, non una parola per la scelta che Eluana aveva compiuto quando stava bene.
Non una parola sul dolore del padre, che faceva una cosa che riteneva giusta e d’amore per sua figlia, ma che non poteva essere certo lieve e felice per questa cosa.
Lo descrive pietrificato nella scelta senza capire che evidentemente era la maschera che si era dato per arrivare in fondo a tutto ciò. E senza sospettare di essere pietrificata lei pure, nella scelta opposta. Ma già, la scelta della suora è buona così, per definizone e a prescindere, perchè c’è la fede. Che diventa gabbia per gli altri.
Parla di Eluana che si muove come se sapesse quello che stava accadendo.
I soliti toni mistificatori, fasulli, ipocriti, dei cattolici per rafforzare le loro posizioni. Sostanzialmente scorretti.
Del resto, ai cattolici come sia la vita non interessa niente, essendo proiettati nell’aldilà, che darebbe il solo significato possibile all’aldiqua.
Solo che vogliono che la pensiamo tutti così e si sentono legittimati a utilizzare ogni piccola o grande scorrettezza per deflettere le scelte altrui che loro giudicano non conformi alla loro religione, facendosi forti della loro fede (che è una fissazione) come prova della giustezza del loro agire. Fanno un po’ come quelli che rubavano, ma per il partito: come se fosse stato meno furto, come se il partito fosse un’entita superiore ai diritti altrui.
Grondano disonestà da ogni azione, da ogni parola, la loro vita è quella di replicanti bladerunneriani piazzati in mezzo agli altri per farli vivere come loro credono sia il solo lodo giusto.
Questo riflette, senza tema di smentita, la suora di Eluana nell’intervista all’Avvenire.
Mah Piti, non la vedo proprio così. Se si continua a immaginare la fede come un pensiero, da mettere democraticamente sullo stesso piano degli altri pensieri o anche al di sotto di essi, allora è un dialogo fra sordi. Ecco, il tuo «Intanto potrei replicare dicendo che quella che alcuni chiamano fede, altri (quorum ego) chiamano mancanza di dubbi» potrebbe essere il primo – o il secondo, avevo incominciato io – passo di un giochino che può andare avanti sempre uguale all’infinito, e senza nessun risultato.
A me non interessa che un cattolico non abbia dubbi, che consideri privo di valore ciò che penso io, che non parli del dolore del padre e si focalizzi invece sulla durezza della sua scelta (evidentemente sbagliata, nel giudizio della suora), che quella forma di esistenza in cui si è trascinata Eluana per tanto tempo, per la suora sia vita a tutti gli effetti. Certo che è pietrificato il pensiero della suora, la fede per come la vedo io ha in sé una filosofia autoritaria per la quale l’unica libertà è quella iniziale di scegliere se aderirvi oppure no, ma per il resto prescinde dal ragionamento e dal dubbio: mi viene in mente il famoso credo quia absurdum.
Ma non è che per questo mi metto a giudicare i cattolici o a dire che sono ipocriti o cose del genere, sono fatti loro. Ai cattolici io non chiedo che equiparino il valore del proprio pensiero al mio; quello che esigo invece è di non imporre a me, che non sono cattolico (almeno non in quel senso), le loro scelte e convinzioni, e questo vale su tutte quelle cose che si definiscono “laicità dello Stato”. Quello sì che è essere scorretti, mentre trovare atteggiamenti del genere in questa intervista è arduo.
Fiandri, va bene, ignoriamo le cose dette in passato dalle suore, dimentichiami che sono le stesse suore che hanno detto ” la lasci a noi”, come se fosse una cosa normale e non aberrante.
Ora, ciò che hanno fatto le suore, la loro dedizione è commovente, il loro impegno encomiabile, ci si augura che abbiano lo stesso tipo di dedizione sempre. Ma qui non si discute del lato umano, si parla di che traspare delle loro opinioni. Che poi è ciò ch ci interessa. Io credo che tu ti faccia fuorviare dal tono calmo e dolce delle suore. Ma da sotto il tono calmo emerge violenza e imposizione.
Tu scrivi
” Ai cattolici io non chiedo che equiparino il valore del proprio pensiero al mio; quello che esigo invece è di non imporre a me, che non sono cattolico (almeno non in quel senso), le loro scelte e convinzioni, e questo vale su tutte quelle cose che si definiscono “laicità dello Stato”.
Dall’intervista alle suore
” Pensi a un bambino neonato: non capisce, non parla, non risponde, ma forse non è una evidenza che è una persona? E quel solo suo essere vivo, non dà gioia?»
Sappiamo già che PER ELUANA ( non per me, non per te, per lei) tutto quello no, non bastava, NON dava gioia. Come possono le suore non tenere in minima parte questo aspetto? Potevano rispondere qualcosa tipo:” Eluana la pensava diversamente, ma per noi…”etc..No, LORO la pensano così e allora le cose stanno così. Allora si può anche ignorare ciò che pensava la diretta interessata della questione.
Fiandri, nell’intervista manca Eluana. E io non dubito che a modo loro le suore amavano Eluana, ma non vedevano Eluana. E per quanto riguarda il padre. Beh, in quest’intervista non dicono niente contro di lui. Ma qualcuno può dirmi se hanno mai espresso parole di comprensione per lui? (*)
E quando ti manca la capacità e direi anche la volontà di sentire l’altro, o di accogliere la volontà dell’altro, ti manca anche l’elasticità mentale per non imporgli le tue convinzioni. Ciò che avrebbero fatto le suore se solo qualcuno lo avesse consentito.
Scusa, Fiandri, apprezzo molto i tuoi toni pacati, ma quello che tu descrivi con toni sfumati e sdrammatizzanti, tipo:
“Se si continua a immaginare la fede come un pensiero, da mettere democraticamente sullo stesso piano degli altri pensieri”
oppure:
“A me non interessa che un cattolico non abbia dubbi, che consideri privo di valore ciò che penso io”
oppure:
“la fede per come la vedo io ha in sé una filosofia autoritaria”
è pari pari la base fondante la loro pretesa di imporre (fra l’altro con l’artificio di un lingiaggio subdolo e untuso, come quello della falsamente mite suorina) il loro credo a tutti.
Dimenticavo.
(*)In generale, non credo di avere letto da qualche parte toni comprensivi verso il padre da parte di uomini di Chiesa importanti. Si va dal disprezzo, ai toni duri e accusatori.
Per quelli che condividono la visione del mondo della suora, “staccare la spina” (o quello che era) è un omicidio a tutti gli effetti.
A voi piacerebbe vivere in un mondo il cui l’omicidio è considerato “una questione privata di coscienza” sulla quale ciascuno è libero di decidere come meglio crede?
Neanche a loro.
Non vi battereste per imporre la vostra visione “omicidio come crimine oggettivo punibile dalla legge” ?
Anche loro.
Sui mezzi, modi, ipocrisie, si puo’ discutere all’infinito. Resta la differenza di fondo: capirsi su cosa è un omicidio e cosa non lo è.
MJ: no, è proprio perché ho bene in mente le cose dette in passato che mi pare sbagliato portare questa intervista (che poi sarebbe l’oggetto del post) come esempio di cosa vergognosa.
Piti: occhio che la filosofia autoritaria, come ho detto, vale per quelli che “sono nel club”, mica per gli altri. Quanto alla base fondante, è un discorso complesso e a forte rischio di pippe mentali. E siccome a questo punto quasi mi scappava una lezioncina tascabile sui diritti dei cittadini e i poteri dello Stato, mi trattengo.
Fiandri, perchè mi sfugge quale cattedra ti faccia credere che io non sappia quello che sai tu, che mi risparmi la lezioncina.
Scusa il tono antipatico, ma vedo che eviti di affrontare il nocciolo della cosa, cioè che la natura della fede.
Fede (per inciso) altresì detta, nel nostro scambio, “mancanza di dubbi”, il che conferisce una luce del tutto diversa al significato delle azioni dei fedeli, togliendo quel fastidioso velo di superiorita che il termine “fede” porta con sè.
La fede o mancanza di dubbio (dunque) porta automaticamente il credenta a invadere tutta la sfera pubblica, oltre la sua privata.
Io non alludo a lezioni che potrei darti ma che magnanimo ti risparmio. Facendo così apparire sullo sfondo l’ombra lunga e sapiente di chi sa e può zittire chi non sa.
Ti ricordo, visto che sai tante cose, che Rousseau sosteneva che un cristiano non può essere un buon cittadino, se non per circostanze incidentali.
Piti, non sono titolare di nessuna cattedra, mi prendevo in giro da solo per la mia tendenza alle pippe mentali e a voler insegnare le cose, anche quelle in cui magari non posso insegnare niente: per questo la chiamavo lezioncina tascabile. E visto che la cosa ha assunto, da parte tua, il tono della polemica, e che su certi temi non mi pare il caso di polemizzare o di fare a gara a chi zittisce chi, non la porto avanti.
Sì sì. Mj è la vera ninna r e piti un vero stronzo. Si “scusa”, ma poi sta sempre a catechizzare le masse, per uscire dall’anonimato. Ma va a farti un blog con newninna e non rompere i coglioni!
mygod, pisci fuori dal vaso. Prova a sederti.
pit, la cacca l’hai fatta sulla tavoletta. Puoi inginocchiarti, ora, dopo un’altra doverosa genuflessione.
mygod, cambi nick, ma rimkani lo stesso povero malato represso si sempre. Che pena mi fai.
Il mio nick è cosa che non ti riguarda, visto l'”anonimato” di entrambi. Se voglio commentare le supponenti cazzate a cui provi dare un senso, e io, come altri, un senso non lo trovano, lo faccio, lo facciamo. Senza chiedere il permesso a nessuno, se non al padrone di casa, che non sei tu.
Non ti agitare, che ti fa male, ti va il sangue al cervello e mi fai tanti errori di ortografia, che danno fastidio e evidenziano la tua umile formazione.
Per finire, dieci avemaria, tre padrenostro, e puoi smettere di stare genuflesso. Mi ero dimenticato che era tutto il giorno che stavi prono, in attesa del mio perdono.
Sei il classico caso di riforma basaglia non totalmente compiuta, mygod. Ti hanno lascito libero, mentre avrebbero dovuto seguirti con amore e pazienza, per evitarti una così brutta fine.
piti, ti hanno analizzato e ti è piaciuto. Continua con le genuflessioni.
Piti, lascialo perdere.
MJ detta anche MouthJob, non sta bene parlare a bocca piena.