1 – Parole indigeste che diciamo per abitudine o ripetiamo per pigrizia. Salvo poi scoprire che le detestiamo quando a pronunciarle sono gli altri. Questa settimana vi abbiamo chiesto quali sono le parole che volete smettere di usare nel 2010.
2 – “Quando si hanno dei figli mongoli è meglio restarsene a casa”. Certi razzismi non finiscono (fanno dei giri immensi poi ritornano).
3 – Tutto vero. A Roma è più facile comprare un supplì che un pacchetto di sigarette e i supplì sono un’istituzione profondamente romana. Ma dove si mangiano i migliori? Ve lo abbiamo chiesto questa settimana.
4 – I medici cosnsigliano di ridurre il sale per combattere ictus e infarti. Il sindaco di New York ha chiesto a ristoranti e supermercati di adeguarsi. Voi lo avete fatto? A parte niente sale nell’acqua della pasta, quali accorgimenti usate?
5 – In difesa della ricetta più taroccata del mondo abbiamo chiesto allo chef Massimo Bottura un’interpretazione del ragù alla bolognese. Tra midolli e uova embrionali ne è uscita una meraviglia che rasenta l’assoluto.
6 – Macerati dal dubbio questa settimana ci siamo chiesti se bottiglie sulla base delle quali i critici giudicano il vino sono comprate o regalate? Pandemonio!
7 – Pranzo della domenica. Il bollito non bollito.
8 – Scusate, ma portare il telefono al ristorante non era considerato volgare?
9 – Come si promuove il vino al tempo del cretino globalizzato.
10 – Abbiamo testato una cifra di software gastrofanatico per chiedervi cosa volete da un’applicazione per iPhone?
La settimana dei razzismi che non finiscono (fanno dei giri immensi poi ritornano)
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