Il cielo sopra al bagnino

paracadutini.jpgVi ricordate? Arrivavano preferibilmente in tarda mattinata, a ridosso dell’orario del bagno.
Tutti all’erta, tutti pronti allo scatto, ma prima bisognava capire se era l’apparecchio giusto.
Aspettare finchè lo striscione, obliquo e scodazzante, in rotta da Miramare, rendesse leggibile il marchio del mandante. Obiettivo principale erano i vettori caseari, i più generosi del mazzo. A volte ci si era spesi anche per i Piper di “Gente” o “Faber Uomo“, ritrovandosi con in mano delle reclames fradicie, beffati.
A non deludere mai erano gli aerei con la pubblicità di Galbani, Invernizzi, Milkana e via così, compagnia cagliando.
Quando arrivavano loro, quando era chiaro che da lì a poco avrebbero aperto la pancia e benedetto il mare con un nuovo battaglione di piccoli Paracadutini di plastica, scattava il tumulto. Omoni baffuti tornavano a uno stadio pre-società organizzata, donne invasate calpestavano i figli altrui pur di impossessarsi di uno di quei simulacri mandati dal cielo.
Cosa recavano in dono questi araldi pubblicitari? Cosa stringevano nelle loro braccine pressofuse color verde mimetico?
L’interrogativo ha attraversato la Rete in questi mesi. Gaspar Torriero lo chiede apertamente nel suo blog lo scorso 5 novembre, subito rimbalzato da Sofri su Wittgeinstein, (un altro Piccolo Bagnante che covava da tanti anni, dentro di se, questa domanda imbarazzante).
Le testimonianze profilano due diverse rivelazioni: chi dice che i Paracadutini regalassero gadget, Mucche Caroline gonfiabili e simili. Chi ricorda bene invece, (fra questi il sottoscritto,) certi “buoni”, certe fiches colorate, utili per ritirare prodotti commestibili nei supermercati della riviera. D’altro canto, in questo ricordo postato da Paolo Driussi all’interno di uno Yahoo Group lo scorso febbraio, si evocano con nitidezza “bocce in plastica, piastrelle, ciambelle e palloni gonfiabili, canottini ecc...”
Probabilmente sono attendibili entrambe le posizioni. Tutti concordi invece nel ricordare quando e perchè terminò questo rito: ad un certo punto circolò la voce che un turista, forse addirittura un bambino, fosse “caduto” nel tentativo di assicurarsi uno di quegli idoli penzolanti.
Penso che questa sia una delle prime leggende metropolitane de noantri, magari fu l’arrivo dell’Austerity, o forse l’avvento, nelle aziende, dei reparti marketing. Fattostà che i piccoli paracadutisti smisero di irrompere nella routine vacanziera di noi babyboomers.
Ora che vivo a Rimini mi frulla la voglia di pattugliare i luoghi di quegli avvenimenti, soprattutto in questi periodi di bassa frequentazione.
Ho il sospetto che l’esercito dei Paracadutini faccia ancora i suoi lanci, a insaputa di tutti. Ma questa volta i regali saranno miei, solo miei!! (risata malvagia)

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