Il sabato scorso, Barbara Palombelli ha scritto una lettera, pubblicata dal Corriere della Sera, al ministro della Sanità Sirchia.
Caro ministro – diceva vieppiù – sposti le lancette dell’orologio di un’ora: negli ospedali faccia servire la cena ad orari urbani e non alle sei del pomeriggio, metta la sveglia alle otto e non all’alba chè i pazienti sono – appunto – pazienti e non militari.
E’ una questione di civiltà.
Non ricordo se abbia scritto proprio così – “civiltà” – ma comunque si capiva così: … degna di un paese civile e blablabla.
Il bello è che ieri il Corriere della Sera – forse imbarazzato dalla semplicità della tesi della Palombelli – ci è tornato su, cercando di mettere polpa e citando “diversi studi condotti nelle corsie del Nordamerica e del Nordeuropa”.
Questo il titolo dell’articolo: “Ospedali, in Svezia orari flessibili. Pasti regolati secondo le stagioni”.
Un esperto diceva che è soltanto una questione di mansionario: basterebbe che i prelievi ai pazienti vengano fatti non dagli infermieri che “smontano” dal turno notturno, ma che vengano effettuati da quelli che fanno il turno mattutino. L’effetto domino – così capisco io che sono un lettore non medico – assicurerebbe una degenza più “civile”, cene alle otto ed aperitivi con Martini ed olivetta.
Mi spiegavano – i veri esperti – che, invece, anche un ritardo di un’ora al mattino farebbe slittare la richiesta di eventuali esami specialistici addirittura al giorno successivo.
Il corollario?
“Parenti” (e quindi anche la signora Palombelli) con il fiato sul collo dei medici, soliti burocrati e baroni e fancazzisti.
L’Associazione diritti del malato, dietro l’angolo, affila i denti.
Ora, la semplicità è una virtù, ma se sconfina nel semplicismo diventa vizio. Di forma e anche di sostanza.
La Palombelli farebbe bene pertanto ad essere più giornalista quando scrive lettere ai ministri.
Una minestrina col dado per la Palombelli
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E che ti aspetti dalla Rutella? Scommetto che nelle cliniche dove vanno a farsi le liposuzioni queste signore c’hanno anche il matinée, l’appetizer e l’afterhour
in svezia orario flessibile a seconda delle stagioni vuol dire, credo tra le cinque e le sei del pomeriggio, giusto? e comunque che male c’è: sveglia all’alba per evidenti motivi di necessità sanitaria (esami, appunto, visite, etc, per permettere l’accesso privilegiato alle varie radiografie, ecografie, e simili): la cena alle otto preferibilmente la servono o nelle cliniche dove la barbara si fa liposuggere, o nelle spa dove la stessa si fa amabilmente massaggiare: ci sarà mai andata, la palombelli, a mangiare di merda e a esser trattata da cani in un ospedale pubblico? e il problema, quindi, verte solo sull’orario dei pasti??? mi sa tanto di classica pagliuzza, no?