“Attivazione Opzione TV e Opzione 6 Mbit/s : –
Gentile Cliente,
siamo spiacenti di comunicarle che, a seguito di accertamenti tecnici, la sua connessione ADSL attualmente non consente di supportare la velocità di navigazione a 6 Mbit/s nè la trasmissione dei servizi video.
Teniamo a specificare che, in ogni caso, ciò non influisce sull’efficienza dei servizi voce e internet.
Sarà nostra premura e piacere contattarla quanto prima qualora si verificasse un miglioramento della sua connessione.
Cordiali Saluti,
Fastweb S.p.A.”
Non credo di essere l’unico ad aver ricevuto questa comunicazione dal mio fornitore Internet. E sì che io abito all’interno del Comune di Milano, seppur in un’area di recente costruzione, e non in un borgo lucano e nemmeno ai piedi delle alpi carniche, zone per le quali si potrebbe giustificare il presupposto geografico del digital divide.
Non posso quindi utilizzare l’IP TV ed a malapena “capto” le web tv, con il segnale disturbato-analogico tipico dei tempi del bianco e nero..
Sono uno dei tanti italiani che aspetta con ansia la conclusione del dibattito sullo scorporo della rete Telecom Italia verso la cosiddetta rete di seconda generazione (aka Next Generation Network) per capire se potrò vedere la televisione con protocollo IP oppure dovrò accontentarmi di vedere i video su You Tube completi di effetto Buzz Aldrin.
Ma temo che dovrò aspettare ancora un bel po’. Fastweb ha tirato la carretta (e la fibra ottica) fino a che ha potuto, prendendo posizione nei centri delle maggiori città e adesso è in attesa, con le casse semivuote. Telecom Italia, unico motore possibile dell’innovazione, forte della sua clientela all’ 80% sul territorio nazionale, non ha ancora steso un centimetro di fibra e preferisce campare di rendita con la vecchia rete in filo di rame, spremendo ancora qualche miliardo di canone senza fare investimenti di cui potrebbe beneficiare anche la concorrenza. I maggiori player televisivi, RAI e Mediaset, preferiscono che i loro clienti continuino a vagare nell’etere digitale o analogico mentre una rete perfomante finirebbe per erodere il loro duopolio a favore del modello innovativo di FaceTube (Facebook + You Tube).
La nuova rete (si parla di un efficiente mix di Adsl e fibra ottica con capacità a più di 40 MB) costerebbe circa 10 miliardi ma l’impressione è che non solo non si sappia CHI dovrebbe pagarla ma anche SE, QUANDO e PERCHE’.
Il problema è ancora una volta politico, a metà strada tra conservazione ed innovazione. Tutto sembra ruotare attorno ad un rapporto considerato angolare, commissionato dal governo al super consulente Francesco Caio e da questi appena consegnato nelle mani di Scajola & Co.
Intanto qualche giorno fa, più o meno allo stesso costo, sono stati sbloccati finanziamenti per le grandi opere, tra le quali il Ponte sullo Stretto di Messina.
Nella scelta tra Next Generation Network e Next Generation Bridge sta, ancora un volta, l’exception culturelle di quello strano posto chiamato Italia.
Bravo, diglielo và. Queste devono essere le battaglie prioritarie di una moderna sinistra italiana: è inconcepibile che a Milano nel 2009 uno non possa vedersi The O.C. in digitale.
Fintanto che non avranno trovato un modo sicuro ed inespugnabile per mettere sotto controllo e moderare la rete ed i suoi contenuti, nessuno muoverà un dito a favore della modernizzazione e dello sviluppo. La rete libera (finchè dura..) meno gente raggiunge e meglio è.
Giusto Belong: è inconcepibile che la comunicazione (tra cui rientra anche The O.C., che se viene analizzato sotto l’aspetto dell’introito pubblicitario che garantisce con il passaggio televisivo forse assume caratteristiche più interessanti) debba essere ancora veicolata da un mezzo unidirezionale e sostanzialmente in regime di monopolio
Però magari cablano il ponte sullo Stretto con la fibra ottica in modo che da sponda a sponda si possa navigare a 100 Terabits. Poi da sponda al primo access point a 56k, ma mica si può avere tutto eh.
Il tuo tono giustificativo nei confronti di Fastweb denota come tu sia la classica persona che non ha capito una fava e che piuttosto di convincersi che lo stanno fregando preferisce dare la colpa all’ex monopolista cattivo.
Telecom sta costruendo una rete veloce a spese completamente sue, sei sicuro che non porta IPTV e 20mbit anche a casa tua ?
Fastweb di converso, per ottenere quest’anno il suo primo risultato contabile positivo (leggasi utile), non investe più da anni e ha lasciato decine di migliaia di suoi clienti che avevano creduto nella sua proposta commerciale a 2 o 4 mbit su vecchie centrali ADSL1 perchè non vuole spender soldi per convertirle alla nuova tecnologia.
Basta che ti guardi un bilancio e lo capisci, guarda quanto sta investendo fastweb in cose utili e quanto telecom.
Inoltre se cerchi un po’ su google la tua cara FW man mano abbassa la velocità a tutti i vecchi clienti DSL con una scusa standard (“è colpa della telecom”) che è palesemente falsa come chiunque in possesso di adeguate conoscenze tecniche può verificare.
Io dopo 4 anni di fastweb l’ho lasciata due mesi fa: ero ancora in ADSL1, il mio doppino secondo loro continuava a “degradarsi” e la mia velocità negli anni era passata da 6 a 4 mbit, il mio upload a 384kbit. Mi hanno candidamente detto che non avevano nessuna intenzione di aggiornare i loro impianti (i dslam ecc), nella mia zona finchè van bene quelli vecchi che ci sono.
Ora da quasi due mesi sono tornato con telecom che ha già installato in zona da un anno le centrali nuove e ho QUINDICI MEGABIT in adsl2+ !
Visto che fai tanto l’esperto di economia fossi in te mi guarderei un bilancio e vedrei come è tornata fastweb alla redditività (servizio di merda e tanta pubblicità, come quasi tutti) prima di sentenziare, al posto di giustificare fastweb che poverina solo perchè “non è telecom”. Bah
Caro Giorgio,
nel post si pone l’accento su Telecom in quanto ex monopolista/soggetto dominante dovrebbe farsi carico maggiormente dell’innovazione dato il suo extra profitto.
Ma non dico che Fastweb sia meglio. So che per tornare alla redditività hanno tagliato un sacco di costi.
Per connettere il mio nuovo appartamento alla rete Fastweb/Telecom ci hanno messo 3 mesi e devo dire che i loro servizi customer care mi sono sembrati pessimi alla stessa maniera. Il tecnico di Telecom Italia che mi ha fatto l’allacciamento alla rete mi ha detto che le prestazioni sono dovute a normale dispersione di un allacciamento con molta distanza dalla centralina e che comunque anche con Telecom Italia invece che con Fastweb non sarebbe cambiato nulla.
Comunque contatterò di nuovo telecom per capire se possono fare di meglio.
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Il problema non è politico ma tecnico alla base e poi commerciale. Le città italiane , anche le recenti lottizzazioni , sono complicate non solo da mettere in rete ma da manutenere , ergo i costi rimangono talmente elevati che ad oggi bisognerebbe aumentare tariffe ed abbonamenti a tutti ed in un momento in cui non c’è afflusso di nuova clientela e le aziende stanno vivendo un tracollo economico e finanziario. Quindi il signore che ha scritto questo post non potrà mai godere del servizio prospettato. Il 98,86% degli abitanti del Pianeta Terra NON ne dispongono e il mondo non finirà per queste inezie , seppure per qualcuno spiacevoli.
Caro Mario,
il problema invece è politico. Una rete di trasmissione dati a livello nazionale è un’infrastruttura che per sua natura si presta più ad essere creata e gestita dal pubblico, come le ferrovie, le autostrade e la rete elettrica. In questo modo solamente si può garantire la concorrenza dei servizi a più aziende in regime di trasparenza.
Telecom Italia potrebbe svolgere un ruolo pubblico di promozione se non si fosse autoscarnificata da sola con le scalate a leva di Colaninno e Tronchetti provera e se non continuasse a sprecare denaro in maniera discutibile nella gestione operativa.
Comunque complimenti per la tua idea di progresso. La popolazione mondiale se potesse accedere a più fonti di informazione forse potrebbe avere anche chances di progresso politico, economico e sociale che oggi non ha. Di sicuro io potrò fare a meno della televisione via internet ma come potrei benissimo fare a meno di quel Ponte sullo Stretto che però, in qualità di contribuente, mi toccherà pagare.
Scusate, a me qualche tassello non quadra: mi pareva che studi, ormai di 3-4 anni fa, avessero stabilito che con l’ Adsl si possano raggiungere velocità che non si osavano sperare all’ inizio. Anche alla luce di ciò pensavo che la costosissima fibra fosse definitivamente passata di moda, dati anche i tempi. Ho capito male o cosa?
Ad ogni modo, sarei maggiormente sicuro nel sostenere che intenet veloce(da IPTV) non debba esser finanziato dal pubblico. Il fatto che ciò dovrebbe valere anche per eventuali ponti sullo stretto o similari, non mi pare una argomentazione ferrea.
Allora non la si vuole capire. Mi tocca ripetermi.
La 6 Mbit/s in Italia aveva poca probabilità di arrivare al suo “break even point” ; solamente un coordinato investimento e sforzo pubblico/privato (che si è per altro fatto in Francia e Germania) avrebbe potuto permettere di portare la maggioranza dell’utenza/clientela urbana e la totalità dell’utenza/clientela metropolitana a poterne usufruire.
Fine , chiuso , stop.
Il tempo c’é stato. Qualcuno ha tentato di sforzarsi , ma è finita cosi’.
D’ora in avanti sarà anche sempre più un lusso anche mantenere l’efficienza di quel che c’è. Questo non toglie che i costi energetici puri per mantenere questi aggeggi sul territorio nazionale sono IMPOSSIBILI già ora visto che l’energia elettrica in Italia ora costa 3,5 volte rispetto alla Germania e 5 volte rispetto alla Francia (dove per altro gli abbonamenti ADSL da fine 2007 stagnano tristemente nonostante ormai te li tirino dietro) ; inoltre con un aumento annuo tra il 20 ed il 30% delle utenze elettriche per aziende e privati , credo che tra un decennio l’ADSL sarà un concetto di cui si dibatterà molto meno e saranno ben altre le premure di utenze e clientele tecnologiche diverse.
Meglio abituarsi virtuosamente al poco o anche al niente (per tirarne fuori il massimo possibile) che fare le preghiere o addirittura scannarsi e far petizioni per avere forse MAI quel cicinino di “speed” in più e sprecarlo per vedere film xxx a 18 Mbit/s mentre obesamente ci si rimbecillisce.
Facciamo una sintesi.
Per portare vera banda larga (diciamo tra i 20 e 40 MB almeno) pare che i costi siano davvero ingenti. Secondo questo interessante blog:
http://gigaom.com/2008/07/15/how-realistic-is-bts-fiber-broadband-plan/
sarebbero necessari tra 500$ e 1000$ per connettere ogni abitazione. Un costo del genere non è recuperabile da nessuna società italiana di telecomunicazioni, potrebbe farlo solo Telecom Italia se non si fosse autodistrutta dopo la privatizzazione del 1998 ed avesse perso ogni capacità di fare investimenti di lungo termine.
Rimane solo lo Stato. Non si capisce perché debbano essere pubbliche o semi pubbliche le reti stradali, ferroviarie, di elettricità e gas e non le reti dati/voce. Germania, Francia, Giappone e Svizzera hanno piani di sviluppo rete che sono o totalmente pubblici o semi pubblici. L’Italia invece continua a sfogliare la margherita ed è opinione di chi scrive che nei prossimi due tre anni ci si muoverà solamente se si salderanno gli interessi pubblici del governo con quelli privati centrati soprattutto su Mediaset.
Nel frattempo si buttano via i soldi per il ponte, è stata infatti stanziata una cifra che risulterà inferiore al 10% del necessario per una grande opera (inutile) che non verrà nemmeno terminata. Consiglio il bell’articolo dalla Voce su questo ponte dei miracoli:
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000986.html