Ecco. No guarda. La puntata è stata una roba che ecco e se c’è aria nuova perché c’è aria nuova e se non c’è ecco. Appunto. No Morgan, no. Ecco. C’entri eccome. Io ho un po’ guardato, e qualcuno di questi ragazzi mi è arrivato, ecco. Sono dei diamanti grezzi e a parte l’intonazione a me quello che importa e che mi arrivano. Io li sento. Alcuni, altri -sarà io- ma non mi arrivano. Poi ci penserai tu a dire ecco. No, no c’entri perché noi accettiamo il verdetto senza fare tante manfrine. Ecco. E mi dispiace veramente per te che non c’hai la cazzimma. E poi è durata piuttosto a lungo ma alla fine ecco, tutti quelli che sono qui che urlano -dai ragazzi abbiate pazienza- cosa ho detto io? Eh, cosa ho detto? L’avevo detto. Comunque accettiamo e non ce lo meritiamo, non ce lo me-ri-tia-mo! Ecco.
Allora, quella che avete appena letto è quello che bisognerebbe scrivere sulla puntata di XFator di lunedì scorso (pre sanremese) utilizzando il gergo di Simona Ventura. Con quello normale, invece, esce più o meno così come segue.
L’ultimo XFactor ha segnato punte di imbarazzo notevoli e una sana strigliata da parte dei Bastardi ai tre giudici; un po’ fa spettacolo ma un po’ ha stancato ‘sta menata che vi strilliate sempre addosso. E che poi la cosa si sia assottigliata al punto che le canzoni e i partecipanti stessi si siano ridotti ad un espediente per strillarsi addosso diviene ancor più penoso nel momento in cui di tre che sono restano in due, dato che la Maionchi ha sostanzialmente abbandonato l’arena da subito; e, infine, vedere la guerra fra quei due è come far partire la beatlesmania per Hilary Duff. Bar dello sport con Real Madrid. Morgan: mùchela, non ne esce più niente da lì, e certe volte impieghi troppa energia, ché basterebbe un fischio.
Morale: Noemi, Enrico, Matteo, Bastardi bene. Noemi davvero brava, non sente nulla dagli earmonitor, li togli e prosegue al limite del crescere un pelo ma cantare da sordi non fa piacere a nessuno, se mai fa capire -appunto- la sua professionalità nel gestire una situazione anche sfortunatamente, momentaneamente, avversa. Enrico con Impressioni di Settembre spero si senta definitivamente riabilitato dalla precedente Grace Kelly (ha sbagliato a non considerare degno il brano di Mika) perché ascoltarlo è stato molto bello, appagante e confortante. Matteo non sfigura nei panni di Bono e tiene in piedi una canzone che, come molte canzoni, senza il suo interprete natuale cascano come pere troppo mature. Bastardi sempre bene, visibilmente imbarazzati dalla quantità e qualità di figa che si strusciava loro addosso, ma li capisco. Bravi anche e soprattutto per questo.
L’artista un tempo comosciuto con il nome di Giops, così cosà. Ambramarie: senza infamia e senza lode. Daniele Magro (promosso a diamante non più grezzo): uhm. I Farias e tutta la pantomima dei capelli che li ha preceduti sono qualche cosa che va ben oltre il mio personale orizzone degli eventi; possono tutto. Io non solo non capirò, ma nemmeno saprò, mi stupirò. Non ho gli strumenti intellettuali per capire quei quattro ragazzi dall’estetica del sudore-latino. Juri nuovo entrato dall’ottima intonazione e preparazione si lancia in una Virtual Insanity tagliata a la cazzo tanto da farmi andare in paranoia dura avesse sbagliato. Non riesco a dire come andrà, per ora, ma data la difficoltà melodica del brano, il ritmo e la gestione della lingua sul, non mi sento di dare un giudizio negativo per quanto l’esibizione fosse naturalmente condizionata anche dal fatto di essere la prima.
Il taglio di stavolta è veloce perché c’è di mezzo Sanremo e mi devo un po’ risparmiare nonostante possegga qualche migliaio di vocaboli in più della Ventura. E qui arriva il punto: a fine serata l’incazzatura della donna che ha barattato una decina di anni fa la propria simpatia per una punta di rosso di hennè, era davvero palpabile. Le tocca pure scegliere fra due dei suoi al ballottaggio (Daniele Magro contro Ambramarie): sceglie di eliminare Ambramarie senza dare alcun tipo di motivazione se non incazzarsi con Morgan, senza dare alcun tipo di motivazione (e due) se non quella che “c’è tutta una strategia che ecco, dai, su, eh Morgan, ecco”, insomma l’abbiamo già scritto ad inizio del pezzo. Questa è follia.
Sono in tre, sono giudici e ciascuno leader di un gruppo partecipante. E’ già fatto male alla base, Simona. Rinsavisci. Poi: cosa bisognerebbe fare, non potendo dire le cose come stanno, starnazzare di “pance” e di “arrivi” all’infito? E a chi gioverebbe, oltre alla tua innaturale incapacità di prendere coscienza del fatto che quest’anno non funzioni? Allora sia chiaro a tutti che la teoria cospirazionista era: «tu Morgan, anziché star zitto e procedere con degli ottimi e neutrali “mi arriva” “non mi arriva”, continui a parlare per parecchi minuti di cose che hanno a che fare con la Musica ma sostanzialmente nulla con il Paese Reale e i suoi movimenti di pancia. Nel farlo, talvolta, giudichi negativamente i miei ragazzi (perché io sono superpartes solo quando mi gira il cazzo a me). Lo fai di puntanta in puntata e non prendo in considerazione si possa trattare perlomeno di coerenza, se proprio non possa prendere in considerazione che tu abbia una vaga parvenza di ragione nelle tue critiche ex cathedra, è al contrario ai miei occhio decisamente più normale si tratti di una strategia che mira a tagliarmi fuori dal gioco levandomi le pedine una per una, dando subdelega di cassazione al Popolo Sovrano che di norma rispetto perché vagamente più ignorante di me ma si lascia affascinare con troppa facilità da questi pigmalioni da strapazzo che hanno fatto un po’ di solfeggio e il ginnasio.»
Ora, non è nulla che qualche goccia di Xanax non possa mettere a posto, ma pure ammettendo che sia vero, tutto questo concetto non viene espresso condensandosi in un più austero “ecco”. Al che, perdonandone la prolissità che si genera di sponda, vien da dare ragione al Castoldi quando in una semplice frase solo un po’ più complessa liquida la questione dicendo: “Simona, cosa c’entro io? Parlane con il tuo popolo sovrano. Sono contento per il mio gruppo e molto dispiaciuto per questi ragazzi ma se si trovano qui adesso non è mia responsabilità”.
Che vuol dire: io forse ammalio il pubblico e accetto che non sia l’esatto scopo della gara, ma se tu non riesci (più) e/o ti manca vocabolario e congiuntivi per riuscire a fare altrettanto, amica, cazzimme tue.
1100 parole sulla sesta puntata di XFactor. Un minuto di silenzio, per cortesia.
cazzimme tue, Simona Ventura KO.
E andiamo a calare Marco.
Sasaki, con questo post “mi sei arrivato tantissimo”.
Che poi, date le plurime occasioni di gaudenti sfotto che ci concede con le sue tipiche espressioni, dovremmo esserle più riconoscenti
Citate le pettinature, ma senza recensirle. Punti-etero.
orribile trasmisisone ed orribile gente. io boicotto!
Comunque il livello musicale in confronto a Sanremo è sicuramente superiore. L’interpretazione di Enrico con Impressioni di Settembre è stata davvero buona, l’arrangiamento fantastico con i vocalizzi al posto della parte strumentale. Ambra Marie non meritava di uscire, ma neppure Daniele del resto.