C’era Serbia-Italia, c’era l’intervallo. Che si fa? Si gira. Alla ricerca d’immancabili fisionomie appalachiane: che so?, David Messina e le cravatte matte su Telelombardia, qualche scampolo di Mosca, qualche cattolico telenovo che commenta pacato la partita. Macché! M’imbatto in un volto sconcertante, che non ho mai visto e che spero di non vedere mai più… Capelli a spazzola di un grigio Svitol, la pelle luminosa e sintetica, la pupilla cerulea come quella del Cicciobello ariano… Sembra il nemico di Terminator2, ma più invecchiato – meglio, precocemente invecchiato, pare il fratello escluso dei Good Old Boys, la versione maschile di Livia Turco… Ma chi è? Parla con un tono lacustre e ciondolone, misinterpreta a bella posta per irritare l’audience di TL (quindi non irrita nessuno), sfodera la cultura di un Bobbio di Cermenate… Impressionante. Ancor più impressionante diventa quando appare il sottopancia: è Maurizio Belpietro, direttore de Il Giornale. La Rete, in certi casi, è una risorsa importante. Nel caso di Belpietro è addirittura cabarettistica: in Rete si trova infatti il racconto di cosa fu Belpietro anni addietro, quando lavorava a Bresciaoggi, secondo le parole del suo capo di allora…
Riportiamo fedelmente da qui:
Io lo conoscevo male
di Giorgio Sbaraini
“Io, Maurizio Belpietro, credevo di conoscerlo bene da quando a metà degli anni ’70 era corrispondente da Palazzolo di “Bresciaoggi” e io ero caposervizio della provincia. Dico credevo perchè, m’avessero detto che lo avrei ritrovato direttore di un quotidiano nazionale, avrei avuto la stessa reazione di Manlio Scopigno, l’allenatore filosofo, che confessò sbarbellando le palpebre su occhi straniti che mai e poi mai avrebbe pensato di vedere in tivù Nicolai, lo stopper soprattutto noto per gli autogol.
Belpietro, a quei tempi, era uno agro e scontroso, mi pareva anche un tantino complessato, legato e spesso ispirato da Ugo Pedrali, socialdemocratico poi confluito e restato nel Psi. Fu Pedrali a segnalare il suo caso a Guido Alberini, che faceva parte della commissione difesa, perchè lo tenesse a fare il militare vicino a casa.
Come caposervizio ho avuto con lui un rapporto dai molti spigoli: ma devo confessare che, oltre al lavoro, aveva incidenza anche una …questione di pelle, nel senso che non eravamo fatti per avere del feeling. Io gli rimproveravo qualche eccesso di radicalismo (tipico dei cattolici sofferenti e marginali, ma affiorante biliosità). E’ nota una sua affermazione, che oggi vorrebbe non aver fatto: il padrone ha sempre torto. Così io facevo in sostanza la figura del moderato, come in effetti sono e fui: non ho mai fatto il rivoluzionario e la verbosità della sinistra “dura” mi ha sempre fatto girare i santissimi.
A un certo punto, il Belpietro l’ho perso di vista, anche perchè di lui non mi interessava per niente: credo sia arrivato a Milano passando da Bergamo, dove ha conosciuto Vittorio Feltri, che se l’è poi portato al “Giornale” come uomo di macchina e, a sentire alcuni, come cane di guardia.
Di Feltri è stato il fedele esecutore: da lui – senza averne la cultura e la verve polemica – ha imparato lo schema di un giornale di area, per non dire di partito: d’altro canto, il suo editore vuole quel tipo di prodotto, lui lo fa, venendone sontuosamente locupletato, sotto forma di lauto stipendio e dei molti benefits che i potenti concedono ai servi fedeli, finchè restano tali.
Lui sta nel “Giornale” come un tasso nella sua tana: quando ha accettato di andare a Roma a dirigere “Il Tempo” hanno fatto presto a dargli il benservito, sicchè lui è tornato alla casa-madre, riprendendo il vecchio ruolo, prima di fare un gradino verso l’alto, surrogando Feltri.
Mi pare istruttivo un passo di “Fucilate Montanelli” di Federico Orlando, dove si parla del rifiuto di Bettizza di accettare “il ruolo di foglia di fico di Maurizio Belpietro, che è un Feltri minore, rimasto alla macchina finchè il Feltri maggiore aveva diretto ‘Il Giornale'”. “Hanno cercato di rifilarmi una bufala, un vero e proprio inaccettabile imbroglio” – ha spiegato Bettizza in un’intervista a ‘La Repubblica’, dove passa a raccontare come Berlusconi (il maggiore, non Paolino, che fa l’editore per conto dell’altro) gli avesse telefonato offrendogli la direzione de ‘Il Giornale’, facendo appello “allo spirito di altri tempi”, cioè a quel liberalismo che, detto per inciso, in Italia non c’è mai stato. Bettizza ha detto di sì, salvo trovarsi di fronte “un contratto di pura rappresentanza, senza impegni e poteri di direzione…un pennacchio, un francobollo nobile”. Così è arrivato Cervi, lieto di accettare quel ruolo: “a lui quelle limitazioni non sono state poste – dice Bettizza – perchè se le pone da solo”.
Belpietro continua a fare il prodotto di Feltri: l’editore ha conservato il “feltrismo” senza il suo fondatore.
Belpietro adesso, con l’aria che tira, fa frequenti apparizioni in video: gli anni – è sui 55, nato a Castenedolo, che ha dato i natali anche a un altro “marine” dell’informazione, Renato Andreolassi, folgorato anch’egli sulla via del Pirellone formigoniano – e i capelli precocemente argentati lo hanno persino imbellito, continua a essere agro come allora, con in più una spocchia insopportabile: è un destro becero il suo tanto, scarsetto nello scrivere, ma fedele al padrone.
Certo, le stigmate le doveva avere anche 30 anni fa: io continuo a pensarla come il filosofo Scopigno: tutto avrei potuto immaginare… Ma, forse, è solo colpa mia”.
applauso per la descrizione fonofisica
Perché ritenete così importante il direttore di un giornale che viene regalato insieme a “Ciociaria Oggi”, da doverne cercare lo sputtanamento? Non basta leggere quello che scrivono per farsene un’idea? E che Belpietro fosse un misto Feltri-Fede ce lo doveva davvero spiegare uno che manco lo conosce bene? Boh!
Non si tratta di sputtanamento. Considero la cosa come un piccolo capolavoro! Va vista dal lato giusto, dalla giusta prospettiva. Quel che a te pare ovvio e superfluo, per me è molto utile, a tratti divertente anzi, direi quasi indispensabile e liberatorio. Anche una cagata ha i suoi lati positivi! Genna 4ever!
Belpietro recentemente è come il prezzemolo : lo ritrovi dappertutto.
La cosa peggiore è che alla prima impressione può sembrare pure una persona valida! Ma non preoccupatevi che si cambia subito idea…..
Vorrei che il Neri ci spiegasse come ha fatto ad evitarlo fino ad oggi!
Mi associo all’inquietudine nei confronti di Belpietro: non mi pronuncio sulla sua statura giornalistica ché non ne ho gli strumenti, né posso dire del suo grado di fedeltà al padrone. Ma quelle poche volte che l’ho visto in video, prima di scoprire anch’io da pochi giorni che fosse QUELLO, Belpietro, l’avevo sempre trovato sottilmente fastidioso: quello che più mi irrita è quel mezzo sorriso persistentemente stampato in faccia, pure quando cerca di fare la bocca all’ingiù ha i bordi esterni rivolti all’insu… in questo deve avere imparato da Schifani, quell’espressione a metà tra “siete tutti figli miei” e “siete tutti dei coglioni”. Mi sembra meritevole di attenzione, comunque, come personaggio: nella mia personale galleria degli orrori la sua chioma bianca ha scalzato un’altra chioma bianca: quella di quel giornalista sportivo con i capelli lunghi, bianchi pure lui, che dirige non so quale programma calcistico alla domenica. Non mi ricordo il nome, grazie a dio.
Evidentemente le misure restrittive del ministro Sirchia nei confronti dei pitbull hanno funzionato: Facci non è ancora spuntato a sbavare e ringhiare a destra e a manca.
Ma che figura mi fate fare, con i moderati del centro – destra – allegro – ma – non – troppo? Prima tutti a picchiare Facci perché ha attaccato Genna sul personale, poi tutti ad applaudire Genna quando fa la stessa cosa. Sì, d’accordo, il racconto è gustoso. Sì, va bene, si cita una fonte identificata. Sì, ok, lo sbeffeggiato è Belpietro… BELPIETRO?! Vai, Genna, picchia duro !
Durante quella trasmissione l’unico a cui interessava sapere la verità era Capezzoni. Tutti volevano sapere come mai abbiamo speso 900ML “di vecchie lire” per una società telefonica…bla…bla…bla, mentre l’unica domanda vera era la sua.
Perchè l’Italia ha parato il culo ad un dittatore nazi-comunista, fornendogli i fondi necessari per continuare a rimanere al potere e continuare le pulizie etniche e tutte le altre porcate?
Ecchecazzo mi dovete far dare ragione a effe? Genna fa con Belpietro proprio quello che ha fatto Facci con Genna (senza la fighetteria intrinseca). Non vi immaginate manco quanto mi da fastidio doverlo ammettere.
Da ieri sera, anzi da stanotte, mi domando come si possa essere cosi privi di dignità, meschini e soprattutto servi. Il livore della sua espressione, denota un servilismo degno di Schifani o di quel folcloristico Fede. Mistificatore ultras , Belpietro diventa oltremodo irritante, come del resto i suoi servi e colleghi, che il Sig. B. paga per le loro piaggierie. Di vergognasrsi non se ne parla, ma presto arriverà il momento della resa dei conti, e il vostro subdolo, quanto squallido e caduco potere cadrà, allora, verso quale padrone scodinzolerete? Tu giornalista ? “Ma mi facci il piacere” come disse il caro Totò. Siete tutti un’accozzaglia di scribacchini , dove chi detta le regole e il gioco, vi butta il boccone che voi avidamente arraffate, ma dentro di voi il nulla…Vergognatevi.
A.A.A. aspiranti giornalisti offresi
Beh? Quando il compagno Stalin morì, l’ Unità lo pianse con orgoglio, commozione ed affetto; c’è forse qualcosa di strano?
Ginecologia e sesso fanno notizia!!!
Il potere oggi si misura da quanto appari sui media!!
Se un’istituzione vuole potere non deve far altro che parlar di questo!!
TUTTA PUBBLICITA’ GRATIS!!!
Ormai è chiaro che il loro Dio fa il ginecologo!!