“’O sciampagne ’e mezzanotte l’ho stappato singhiozzando
e ho brindato mascherando questo viso da Pierrot”.
(Nino D’Angelo, Festa a Capodanno)
Mmmh. E’ dura dare un verdetto di fine anno. Perché Repubblica.it di calendari ce ne fa vedere 194 e Corriere.it solo 44. Però Corriere.it spara tette senza tante chiacchiere (con tre eccezioni: Leonardo Tumiotto, i Preti Romani e i Contadini Svizzeri, mondo schifoso). Repubblica.it invece è diviso e confuso come la sinistra tra calendari solidali (tra questi le Bellezze Venete, che hanno solidalmente tutto di fuori, però anche Claudia Koll per i Nebrodi, vestita e preoccupante), calendari “trash” che non hanno niente di trash anzi, quello delle cicliste ha il suo perché e mminghia vorrebbi essere quel sellino, porcoggiuda – e gli “amatoriali” tra cui appaiono i professionalissimi camion di Tuttotrasporti, le professionistissime Modelle dell’Est ma anche le Free bloggers (da non confondere con le Webgirls per carità) che dovrebbe andare nella sezione trash se non nella sezione “imbarazzanti, ma tanto” – spero di non offendere nessuno della cricca dei blogaioli, ché non si sa mai dove Macchianera estende i suoi tentacoli.
No, la verità è che Corriere.it ha lavorato meglio per tutti noi, e ci informa altresì che una delle inviate di Lucignolo si chiama Lisa Dalla Via – hahaha, che meraviglia, questa tra due anni è ministro per le Pari Opportunità. Che dite? Dovrei parlare di musica e non di calendari? Al tempo, al tempo, miei cari, questo è un pezzo prog: interminabile e con un crescendo finale che darà ragione del prologo. Ma ora, impenniamo: dischi del 2008! Cominciamo dai top o dai flop?
“Auguri, professore. E felice anno nuovo.
D’un tratto un indecifrabile imbarazzo colmava i suoi occhi.
Auguri professore. E felice anno nuovo.
D’un tratto uno spietato senso d’insoddisfazione colmava i suoi occhi”.
(Carmen Consoli, Moderato in re minore)
Partiamo dalla cima, che si fa prima. Il disco più venduto dell’anno è quello di Jovanotti, sorprendentemente davanti al miticoVasco, che non ha avuto il voto degli indecisi ma solo quello della base fedele (un elettorato che manda giù veramente tutto. Pensate che una nota casa editrice aveva chiesto A ME di scrivere un’ennesima biografia del miticoVasco. “Qualunque fregnaccia tu scriva, venderà 50mila copie”). Il terzo disco più venduto è quello di Giusy Ferreri, però quello corto che costava poco – quindi, nonostante il benone che le voglio, io arriccio il naso ed eccepisco e cavillo e chioso. Fermo restando che il disco di debutto vero e proprio, Gaetana, veleggia comunque verso le 200mila copie: alla Sony sono commossi e le stanno costruendo una statua a grandezza naturale (casomai vien buona anche come giocatore del Subbuteo). Il disco straniero più venduto è quello dei Coldplay, davanti a Madonna – e considerato lo scarto generazionale e l’attitudine mp3istica dei rispettivi fans, direi che per sora Ciccone è un mezzo flop. Amy Winehouse ha venduto sicuramente più di entrambi, ma è uscita l’anno scorso e non la posso contare, neh. Grosso risultato invece per i due scopettoni a nome Sonohra, che, si dice, hanno venduto più di Paolo Conte (e anche qui sarei per rimarcare, ad adiuvandum, le proporzioni tra le attitudini economiche e tecnologiche dei rispettivi target). Grosso risultato anche per Giovanni Allevi sul quale in questi giorni si polemizza assai, e immagino il suo addetto stampa Riccardo Vitanza intento a costruire una statua a grandezza naturale di Uto Ughi.
Tendenze generali: 1) italica autarchia, con tantissimi dischi stranieri di grossi nomi o next big things bellamente ignorati a favore di rassicuranti fetecchione nostrane; 2) ritorno ai negozi di dischi da parte delle ragazzine quasi come ai tempi delle boy-band, vedi oltre ai Sonohra le vendite di Jonas Brothers, High School Musical, DarI, Finley; 3) ritorno nei negozi anche per gli ex ragazzini del boom: numeri molto grossi per Ornella Vanoni e i Pooh. Per tutto il resto, sarei per non esagerare certi buoni risultati – che so, quello dei Baustelle o di Marco Carta. Sbaglierò, ma non erano così imprevedibili.
Ma ora, let’s get dirty. Parliamo di sfaceli! Bene: se dovessi commisurare le vendite all’esposizione mediatica, potrei dire senza fallo che Anna Tatangelo è il flop più grande della storia della fonografia, e questo nonostante un’intervista al Corriere della Sega in cui si vanta di essere “Una delle poche giovani che vendono dischi in Italia” perché “ascoltare il mio album è come aprire un armadio, c’è la tuta per il relax e l’abito da sera per i momenti speciali”. La verità è un’altra: Anna ha fatto sua la saggezza di Lisa Dalla Via – nel senso che ha fatto il calendario. Cosa avevate capito? Lo ha fatto per Max, che ha intitolato il tutto, testuale: “Queen of pop”.
(ehi! Ehi! Ehiiii!!!) (lo sentite il tema del prologo che ritorna a metà della suite?) (come in Supper’s ready dei Genesis, come in Lizard dei King Crimson e Close to the edge degli Yes?)
Ma la Tatangelo è un peso leggero, forse è più giusto prendersela con quelli della mia risma. Sì, Britney, parlo di te. Con tutto che ti si sente ovunque e i media incitati da Mtv si sgolano nel salutare la tua rinascita, lungo lo stivale non hai venduto veramente una mazzissima. E con la rinata Britney Spears, amici, che spettacolare bagno si sono presi Rem, Verve, Cure. Non so voi, ma io non me l’aspettavo: è come se una generazione si fosse levata in piedi dicendo: “Ragazzi, grazie di tutto, ma può bastare”. A questo punto, chissà se succederà anche a gennaio per il nuovo disco del Boff, ovvero Bruf Sprinftin. Ma no, lo escludo: il giorno che il Boff intonerà Il coccodrillo fa così, i suoi fans ci vedranno il messaggio di speranza dell’America libera in un domani migliore.
Poi, se ve la devo dire tutta io dal già citato Paolo Conte e da Ivano Fossati mi aspettavo numeri più adatti ai portafogli dei loro pensosi estimatori. Per i Guns’n’Roses invece non parlerei di flop – visto il disco, visti i quasi 15 anni di pausa, visto il quadro clinico, e visti i file mp3 usciti mesi prima: lo ascriverei tra i casi particolari, e farei la stessa cosa con Elio e le Storie Tese, perché la classifica parrebbe impietosa ma la vendita del cd ha seguito canali anomali – certo per la prima volta un loro disco si è beccato recensioni tiepidine, e non solo dal sottoscritto, che si sa che è frustrato e cerca di farsi un nome stroncando a destra e a manca sguaiato e cinciallegro.
In chiusura, vi dico qualcosa che forse ignorate. Lola Ponce e Giò Di Tonno hanno vinto il festival di Sanremo. Ve lo giuro. La loro canzone era firmata da Gianna Nannini. Di loro si sa pochino, e di quello che succede nel letto di Lola non si sa nulla: nell’intervista a Massimo Poggini di Max ha detto che sono affari suoi. Però per Max ha fatto anche lei il calendario! Dice il prestiggioso mensile di calendari: “è un progetto di qualità, ricco di salutari antinomie: passione più che eros, seduzione senza un nudo aperto, movenze che paiono acqua e vento…”
Senza un nudo aperto? Ah, io speravo che invecchiando Andrea Monti, direttore del prestiggioso mensile di calendari, la finisse di dire stronzate: quell’aggeggio in pieno sole è il burroso culo di Lola: è nudo ed è all’aperto, orcamadosca. Comunque, se l’hanno calendariata non è perché ha venduto tanti dischi: sapete, questo non è proprio successo. Lo hanno fatto perché è “la star dello spettacolo che durante l’anno ha saputo unire, con successo e più di altre, grazia, sensualità e talento”. E lo diciamo noi media, quindi E’ COSI’, chiaro? Pum, pum, buon anno e salutari antinomie a tutti voi e ai vostri cari.
“L’anno prossimo saremo ancora qui a dirci le stesse cose”.
(Ivano Fossati, Quante estati e quanti inverni)
Senti, Mad, nella lista di nozze ce lo mettiamo il microonde? No, perchè ce lo regalerebbe la zia Antonietta, ci tiene tanto porella…
Poi, visto che siamo già nel centro commerciale per l’occasione, ci viene pure comodo per portarcelo via…
“certo per la prima volta un loro disco si è beccato recensioni tiepidine”
Veramente c’è stato “Cracracricrecr” che è stato accolto mooooooolto più tiepidamente, non solo dai recensori ma anche dai fan.
Accidenti, lungo e pieno di portate come un vero cenone… e quanto ai fans del “Boff”: so esattamente di cosa parli! Buon anno
Eeeeh, ma mi aspettavo più dettagli sui flop. Piero Pelù come è andato?
De Gregori col suo ennesimo burp intellettualoide ha venduto parecchio?
Nooo, non era progressive, eri andante e un po’ impettito tipo la marcia di Radetzky. A capodanno va a pennello!
In ritardo ma lo stesso chapeau maestro.
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